Dalla Regione arrivano gli emendamenti da presentare al Governo per velocizzare la ricostruzione. Ma Vito Crimi ironizza: “I responsabili del disastro degli ultimi due anni dicono di avere idee per la ricostruzione. Ma chi volete prendere in giro?”.

Pare non si trovi proprio la quadra tra Vito Crimi, sottosegretario alle aree colpite dal sisma, e il presidente della Regione Luca Ceriscioli.

Quest’ultimo ieri ha presentato gli emendamenti elaborati e condivisi con il tavolo tecnico dei sindacati e delle categorie economiche per semplificare e velocizzare la ricostruzione nelle Marche. Gli ambiti di intervento riguardano l’edilizia privata e quella produttiva, le opere pubbliche e il reclutamento di personale negli uffici speciali per la ricostruzione. L’obiettivo, quello di creare una nuova governance e velocizzare il processo. 

Più nello specifico, gli emendamenti prevedono l’autocertificazione che il progettista potrà presentare per la ricostruzione leggera, la possibilità di affidare opere pubbliche fino a 5 milioni di euro con procedura negoziata e il ripristino del dialogo del Governo con i presidenti delle quattro Regioni colpite dal sisma. 

“Governance - commenta Ceriscioli - significa rispettare gli interlocutori che sono nel territorio perché portatori di una competenza importante. Servono scelte molto forti in termini di semplificazione per la ricostruzione che non può seguire regole ordinarie. Abbiamo poi cento persone che dovremmo assumere da un paio d’anni ma che non possiamo perché ci son regole assurde che ci impediscono di farlo. E poi - aggiunge - essere ascoltati rappresenta l’aspetto più importante così come il rispetto reciproco”.

La risposta di Crimi non si è fatta attendere ed esordisce con un quesito: “Come mai Ceriscioli, che da oltre 2 anni è anche Vice Commissario alla ricostruzione, presenta solo adesso queste idee? E come mai lo fa appena dopo gli incontri che ho recentemente sostenuto con la cittadinanza, le Istituzioni locali e le Forze dell'Ordine, nei quali ho già annunciato misure drastiche e coraggiose per rilanciare il processo di ricostruzione?”. 

Secondo il sottosegretario sarebbero state proprio le regioni, insieme ai commissari straordinari Vasco Errani e Paola De Micheli, ad aver compiuto le scelte che ora stanno provocando ritardi e che essi stessi stanno criticando. 

“Adesso i responsabili della disfatta della ricostruzione si travestono da ‘nuovo-che-avanza' e si presentano con la soluzione in tasca. Ma chi vogliono prendere in giro? È un'offesa all'intelligenza dei cittadini. Se oggi - stigmatizza - ci ritroviamo a dover fare i conti con una procedura lenta e caotica, è grazie a questi soggetti. Hanno sempre preteso un ruolo da coprotagonisti, dunque prima di fare proposte devono assumersi la responsabilità delle scelte sbagliate compiute in questi due anni. Chiedano scusa - continua - per la lentezza nell'esame delle pratiche, per gli eccessivi oneri a carico dei progettisti e dei cittadini nella presentazione delle domande, per le discutibili scelte in merito alle opere prioritarie da finanziare. E soltanto dopo vengano a presentare le loro soluzioni”.

Crimi, a due mesi dall’assunzione della delega alla ricostruzione, si dice già pronto a effettuare modifiche importanti alle normative per semplificare i processi e annuncia che verranno condivise con i sindaci, associazioni di categoria, ordini professionali e soggetti interessati, “affinché il risultato sia frutto di un processo partecipato, dal basso, spontaneo e vero. Con queste proposte condivise passeremo poi dal Parlamento e dal democratico confronto fra i rappresentanti eletti dal popolo. Cari Presidenti di Regione - conclude - ci sarà sicuramente un cambio di passo, ma non avverrà certo per merito vostro”.

Gaia Gennaretti

L’hanno già firmata oltre 4.900 persone. L’obiettivo è raggiungerne 5mila. È partita dal Seminario di Architettura e Cultura Urbana di Camerino la petizione online indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per salvare Camerino dall’abbandono post sisma. 

Il centro storico è ancora deserto, chiuso, da quell’ottobre di due anni fa e ormai a farla da padrone è anche la vegetazione selvatica che ha iniziato a crescere qua e là. Un tempo era lì che tutto si concentrava: la vita delle istituzioni, dell’Università e degli studenti che popolavano la città, delle attività commerciali, dei fedeli. Camerino era il suo centro storico. 

“Il duplice problema che oggi si pone a Camerino - si legge nel testo della petizione - è di dare forma e sostanza alle conurbazioni esterne, soprattutto dopo gli eventi sismici che hanno comportato un aggravio di utenza delle infrastrutture esistenti e, soprattutto, di restituire alla vita il centro storico che rappresenta la vera anima e la stessa ragion d’essere della città.

Dopo oltre due anni nei cittadini comincia a venir meno l’idea del ritorno: molti, condizionati dall’esilio forzoso stanno ricostruendo la loro vita altrove, i più sono rimasti aggrappati alla speranza di ritrovare quel modo di vivere urbano di antica civiltà che contraddistingue da sempre Camerino”. È per questi ultimi che serve una risposta urgente, prima che anche loro perdano la speranza. E di certo il corpus di procedure e norme fin ora posto in essere non aiuta la città a risollevarsi e a ripartire: è tutto troppo complicato, farraginoso, e i tempi lunghi e incerti.

“È pur vero che occorre il tempo necessario per intervenire con giudizio su un territorio di grande bellezza e di altrettanto grande fragilità. Esistono, comunque, delle priorità incontestabili - prosegue il testo - per cui vale la pena di agire con urgenza: quei luoghi rappresentativi della ‘civitas’ che fungono da attrattori di interesse per la città, promotori della rinascita sociale, culturale, economica e motivo per la sua rioccupazione residenziale”. Per questo il Seminario di Architettura e Cultura Urbana promosso da Università di Camerino, Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e Archeoclub d’Italia ha individuato quattro complessi monumentali esistenti all’interno del centro storico per una petizione rivolta al Capo dello Stato affinché sia attivata una specifica modalità d’intervento urgente per il loro risanamento: il Palazzo ducale, il Teatro comunale ‘F. Marchetti’, il Polo museale e il Palazzo della Musica.

Il Palazzo ducale, ricco di storia, col suo cortile rinascimentale che si affaccia sulle mura urbiche è sede del Rettorato, della Scuola di Giurisprudenza, dell’Aula Magna, di un’importante biblioteca aperta agli studenti ventiquattro ore su ventiquattro ed è, inoltre, tradizionale meta di visita turistica e di incontro dei cittadini.

Il Teatro comunale, col suo impianto di palchi a ferro di cavallo, rappresenta il meglio del ‘Teatro ottocentesco del Melodramma’ ed è aperto tutto l’anno alle stagioni musicali e di prosa. Il Polo museale di San Domenico raccoglie importanti testimonianze della pittura camerinese del Quattrocento, il museo archeologico e il museo universitario delle scienze, unico nelle Marche. Il Palazzo della Musica, infine, è sede di scuole musicali di ogni livello, di stage, master e concerti che richiamano musicisti e pubblico dall’Italia e dall’estero”.

È per questi edifici, che hanno un livello di danno che comunque ne consente il risanamento strutturale, che si chiedono specifiche modalità di azione così da restituirli alla città e dare una speranza a chi ha scelto di non andarsene nonostante tutto.

 

Per firmare la petizione seguire il seguente link: http://chng.it/4GBWcW7Xxk

 

g.g.

Piace al sindaco di Sarnano Franco Ceregioli, l'annunciato cambio di strategia del governo per accelerare la ricostruzione. La volontà di una revisione del decreto 189, si era già palesata lo scorso 22 gennaio a Tolentino, in occasione dell’incontro tra il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega sul sisma Vito Crimi e i sindaci del cratere. E il Sottosegretario Crimi è tornato a rafforzarne il messaggio anche dalla recente riunione tenutasi in prefettura a Perugia, dichiarando che l’obiettivo del governo è modificare le leggi, semplificare le norme esistenti e velocizzare le procedure di ricostruzione. “ Tutto questo- afferma il primo cittadino di Sarnano Franco Ceregioli - è perfettamente in linea con le richieste che avevamo espresso al Sottosegretario nella riunione di Tolentino; l'esigenza assoluta è quella di snellire l’iter delle pratiche e intervenendo in quell’occasione, avevo sollecitato di favorire un’azione In tempi rapidi su due aspetti che ritrovo con piacere nelle posizioni espresse da Crimi e cioè, la necessità di mettere mano alle procedure per i danni lievi (sgravando così gli USR e liberando "energie" da dedicare a quelli gravi) e, la necessità di cambiare l'impostazione di fondo della normativa sul sisma, che oggi sembra far sottendere una sorta di inaccettabile "presunzione di mala fede" in capo ai vari attori delle procedure. Nessuno si vuole approfittare del terremoto-continua Ceregioli- e bisogna pertanto un po’ modificare lo schema di un impianto normativo che vede le persone quasi come se fossero tutti in malafede, quando invece siamo tutti in buona fede e volenterosi, proiettati nel desiderio di poter tornare ognuno nelle proprie abitazioni e nel ridare stimolo ad un'economia che appare un po' soffocata dal post sisma.  Se questa è la linea che sta seguendo il governo, ben venga- aggiunge il sindaco di Sarnao- Adesso attendiamo di vedere che questa linea e questi intendimenti vengano tradotti in norme concrete e applicabili. Gli Uffici di Ricostruzione, di fatto sonobloccati da procedure talmente macchinose e farraginose che,se creano grandi difficoltà ai tecnici nella predisposizione dei progetti e nella presentazione delle pratiche, al momento in cui queste approdano all'Usr, creano altre difficoltà per poterle istruire. Risultato, prima di arrivare al Decreto che poi concede il contributo per la ricostruzione o la riparazione, passano mesi e mesi e- evidenzia Ceregioli- , a distanza ormai di due anni e mezzo dal terremoto, questo non è più accettabile.  Si consideri peraltro che l'Usr sta trattando prevalentemente solo danni lievi e, togliere questa incombenza o quantomeno semplificarla in maniera importante, contribuirebbe a liberare l'Ufficio per la Ricostruzione di energia da poter dedicare alla ricostruzione pesante che non si è mai avviata. Si pensi che su 165 pratiche di ricostruzione presentate a Sarnano, il 90 per cento riguarda solo danni lievi, mentre i danni gravi sono ancora fermi”.

C.C.  

Torna a pieno regime l'attività degli organici degli Uffici Speciali per la Ricostruzione del Centro Italia. Il commissario alla ricostruzione Piero Farabollini e l'ad di Invitalia Domenico Arcuri hanno firmato la convenzione che regola, secondo quanto previsto in Legge di Bilancio, la prosecuzione di rapporto con il personale a tempo determinato assegnato agli uffici regionali della struttura commissariale. "Non abbiamo solo siglato un accordo, ma simbolicamente inaugurato un approccio più ri-costruttivo al post sisma 2016 - dichiara Farabollini -. Grazie agli sforzi del Governo che ha derogato dall'applicazione del decreto dignità e alla collaborazione puntuale di Invitalia abbiamo concluso, nei tempi tecnici, il rinnovo dei contratti di personale dotato di un know how, frutto di una formazione sul campo durata due anni.
    Mi auguro che questa firma venga interpretata come il segnale per dire basta alle polemiche e lasciare finalmente spazio a quella operatività di cui la ricostruzione ha un gran bisogno".

Sento dire che con le risorse del terremoto sarà finanziato anche il palazzo comunale di Gabicce, non so se è vero, ma è sicuramente vero che non si finanziano tutte le scuole del cratere. Al di là di quello che si dice, comunque, il fatto grave e inconfutabile è che tutte le istituzioni vanno in pompa magna all'inaugurazione di edifici scolastici realizzati da privati, mentre lo Stato quelle scuole non riesce a farle. Cosa andiamo a celebrare, c'è da chiedersi, il fallimento dello Stato?” – Picchia duro il sindaco di Fiuminata, Ulisse Costantini, ormai da mesi alle prese con la problematica che interessa la sua comunità, la scuola, e che, soprattutto, riguarda la tutela e la salvaguardia dei più piccoli.

“Vorrei ricordare alle nostre istituzioni regionali e nazionali – spiega il primo cittadino - che Fiuminata si trova all'interno del cratere sismico a una ventina di chilometri dall'epicentro. Qui abbiamo la nostra scuola con un centinaio di alunni che ha una vulnerabilità sismica allarmante, pur risultando agibile a seguito degli eventi sismici. Come è noto, una parte dell’edificio è stata chiusa e come comune ci siamo immediatamente adoperati per redigere un progetto di fattibilità, accollandoci interamente le spese per rientrare nella graduatoria regionale. Ma da quel giorno tutto tace. Anzi, peggio ancora, mi sono sentito dire dal funzionario regionale che faranno una graduatoria e finanzieranno solo i progetti definitivi e cantierabili.   Questo significa che se la Regione procederà in questa nefasta direzione il comune di Fiuminata dovrà autonomamente e senza aiuti di sorta accollarsi una spesa di oltre 300000 Euro per redigere un progetto cantierabile. Una cifra enorme per le casse comunali e, come se non bastasse, una cifra che rischiamo di buttare al vento, visto che non è possibile sapere precedentemente se poi tale progetto sarà ammesso o meno nella graduatoria che la Regione intenderà stilare. In sostanza veniamo invitati a spendere denaro pubblico per partecipare ad una lotteria!

Qualcuno si è chiesto cosa succederà se non saremo finanziati? La risposta è semplice: la scuola chiuderà perché i termini di adeguamento, assegnati proprio da una legge dello Stato, scadranno per effetto di quella stessa legge. Forse è quello che qualcuno vuole: far svanire sotto il peso della burocrazia e della assenza dei servizi i piccoli centri.

Il mio è un grido accorato alle istituzioni regionali e statali affinché scongiurino questo nefasto destino e istituiscano norme, e soprattutto bandi, che tengano conto delle esigenze dei piccoli comuni terremotati. Anche di quelli onesti che non credono che il terremoto sia una occasione per ingozzarsi di contributi pubblici ma che non ci stanno a vedersi negati diritti sacrosanti. Soprattutto quando riguardano i bambini"

"Dopo  due giorni sui territori e diversi  incontri che si sono tenuti anche nelle altre regioni, me ne vado con una ricchezza di informazioni. E' una conferma delle impressioni che già avevo di quelle che sono le misure che devono essere prese per questi territori". Così il Sottosegretario Vito Crimi al termine della lunga giornata che lo ha visto prima al Politeama di Tolentino per ascoltare le esigenze e le questioni che gli hanno sottoposto i sindaci e successivamente a Camerino nella sede del rettorato dove sono state invece le associazioni di categoria e gli ordini professionali ad esternare le problematiche più urgenti e a consegnare le loro istanze sotto forma di documento. Come noto a Tolentino, per protesta, non si sono voluti presentare i sindaci di Camerino,Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Fiastra, Muccia, Pievetorina, Valfornace, Serravalle di Chienti,  Ussita Caldarola, Esanatoglia e Castelraimondo. A Camerino, presente il Commissario per la ricostruzione Piero Farabollini, oltre al rettore Claudio Pettinari e ai vari rappresentanti delle associazioni e degli ordini, è intervenuto anche il sindaco Pasqui.  

Sala Crimi

" Bisogna ricostituire un patto di fiducia tra Stato,  imprese, professionisti e cittadini- ha detto il Sottosegretario Crimi-  è necessario smontare un po' quell''idea che lo Stato deve mettere regole e paletti, per impedire che il cittadino o l'impresa  frodi lo Stato ma, attivare  misure di semplificazione, ricostituendo questo rapporto di fiducia perché qui  la situazione è talmente di emergenza che non ci sono neanche persone che possono approfittare, nel senso che sono tutte nella stessa condizione disastrata.  Ovviamente mi riferisco in particolare ad alcune aree che sono molto più colpite di altre, e pertanto hanno bisogno di un intervento più strategico e complessivo.  Quindi abbiamo valutato una serie di iniziative da mettere in campo per semplificare le procedure, per alleggerire gli Uffici  Speciali per la Ricostruzione,  per potenziare il personale e  tutto questo passa dalla responsabilità di tutti i soggetti coinvolti". 

Quanto alla mancata presenza dei sindaci dell'entroterra a Tolentino, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha commentato: "  A me dispiace ma non non dico nulla,  nel senso che non me la sento neanche di criticarli  perché le situazioni che vivono sono talmente tragiche talmente complesse e, immagino la sofferenza che hanno avuto in questi giorni ma dico subito che in tutti questi incontri con i sindaci, la prima cosa che ho fatto è stato chiedere scusa se per l'ennesima volta si sono trovati davanti a un'autorità politica a dover raccontare nuovamente i loro problemi e le loro  questioni Vi chiedo scusa ho detto, anche se  sono arrivato davvero da pochi giorni in questo ruolo di delegato per la ricostruzione e quindi potrei semplicemente dire che la colpa è di altri, però mi sento di dover chiedere scusa. Capisco le loro le loro posizioni e mi dispiace della loro mancata presenza:  è stata un'occasione persa, perché sono stati incontri che hanno portato a dei contenuti. Io naturalmente  non mancherò di incontrarli perché non è che mi tiro indietro,  non è che tutto questo significa una rottura, significa semplicemente che tornerò, non oggi, non orae probabilmente non prima di rimettere in piedi magari delle modifiche normative. Il che significa  che forse magari non riuscirò ad ascoltare le loro istanze prima che sia troppo tardi. Insomma è un peccato ma davvero,  non me la sento neanche di criticare i sindaci per questa scelta". 

Incontro ieri a palazzo Chigi tra il premier Giuseppe Conte e il sottosegretario Vito Crimi con i presidenti delle quattro regioni colpite dal terremoto del 2016, Marche Umbria Lazio Abruzzo. I governatori hanno esposto al tavolo tutte le difficoltà che stanno impedendo una ricostruzione veloce e il ritorno dei cittadini nelle loro case. In primo piano nelle richieste dei presidenti di regione la necessità che i meccanismi decisionali tornino in capo ai governatori delle regioni e dei sindaci, invitando a fare un passo indietro sul decreto Genova. Conte e Crimi si sono detti propensi a valutare la richiesta di una modifica alla norma che esclude appunto l’intesa con i presidenti di Regione nella realizzazione delle opere, lasciando loro solo ‘funzioni consultive’. Lo ha definito un grande risultato il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli.” Sono state accolte le nostre istanze, a dimostrazione che quello che chiediamo è legittimo, necessario e imprescindibile”. Commenti positivi anche sull’apertura del Governo a favore di un Testo Unico che riorganizzi le norme ordinamentali e attuative per la ricostruzione nelle quattro regioni del Centro Italia. Attenzione e disponibilità di Conte e Crimi anche per la questione dell’aumento del personale incaricato alla gestione delle pratiche, sia negli uffici regionali che comunali, per velocizzare l’apertura dei cantieri. “Accelereremo la ricostruzione post sisma superando le criticità delle gestioni passate- ha dichiarato il premier Conte-. Al lavoro fianco a fianco con le istituzioni locali per raggiungere obiettivi condivisi nell’interesse delle popolazioni colpite”. “Siamo fiduciosi che il presidente del Consiglio dia seguito a questa disponibilità”- ha detto il presidente della Regione Lazio Zingaretti; “ La norma generale quadro è da tempo auspicata – ha detto il governatore d’Abruzzo Giovanni Lolli- altrimenti ad ogni terremoto si dovrà ricominciare daccapo”. Incontro definito importante anche dalla presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini:“ Per la prima volta abbiamo potuto rappresentare al premier i problemi dei nostri territori e dei cittadini che sono stati colpiti dal sisma”.

“Un passo per volta il futuro di Visso prende forma”. Soddisfazione da parte del sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini per il progetto di riconversione della piscina in Palazzo dello sport, palestra e edificio dove realizzare ogni tipo di iniziativa (anche all'aperto utilizzando il solarium che rimarrà come pertinenza del palazzetto): “Questo creerà l'opportunità per realizzare iniziative fino ad oggi precluse a Visso. Nella pianificazione del futuro del nostro comune non abbiamo scelta la via più breve, nemmeno quella più semplice. Per l'area commerciale - spiega - anziché i container è stata presa la scelto di realizzare una nuova piazza aumentando anche le dimensioni dei locali. Unico comune marchigiano, e probabilmente del cratere, che ha fatto questa scelta. Ci vorrà di più ma per noi era la scelta migliore visto che la piazza prima di 15 anni non sarà riaperta”. Visso ha anche abbandonato la via tracciata dalla ricostruzione, rinunciando  esempio alle perimetrazioni. Pazzaglini la definisce una scelta coraggiosa e entro i primi di febbraio il consiglio comunale dovrà approvare i primi aggregati del centro storico. “Si è poi cercato di creare infrastrutture nuove - prosegue -indispensabili alla ripresa turistica, come la realizzazione del percorso ciclopedonale di collegamento con Ussita e Castelsantangelo. Finanziamento cercato caparbiamente e ottenuto, anche in questo caso con molta fantasia e un enorme impegno personale. Ovviamente ci sono anche altre progettualità ma meglio non essere troppo lungo. Nonostante il terremoto - conclude - nonostante gli ostacoli che qualcuno da due anni ci mette davanti, sarà dura ma ce la faremo”.

G.G.

Immobilismo da parte delle istituzioni, calo delle attenzioni da parte dei mass media, procedure burocratiche eccessive, mancanza di personale, difficoltà nell'ottenere le risorse finanziarie necessarie A due anni dal terremoto che ha sconvolto il Centro Italia,il sindaco di Camerino Gianluca Pasqui, prende carta e penna e scrive ai colleghi sindaci del 'cratere',  chiamandoli a raccolta per una manifestazione pacifica di massa a Roma davanti al Palazzo del Governo." Tutti noi sindaci siamo spettatori e allo stesso tempo, nostro malgrado protagonisti incolpevoli di tutto questo. Le nostre richieste di semplificazione, di accelerazione delle procedure, di anteporre i bisogni dei cittadini, alle esigenze, anch'esse legittime di controllo, rimangono spesso inascoltate e comunque senza risposta.  La tragica conseguenza di questo scenario -scrive il sindaco- è che si sta assistendo ad un progressivo e irreversibile abbandono e spopolamento dei nostri territori.  Noi non possiamo e non vogliamo essere complici di questo delitto contro l’Appennino e contro tutti i territori colpiti dal terremoto siamo pronti ad assumerci, come facciamo ogni giorno, le nostre responsabilità per garantire un futuro alle nostre terre e alla nostra gente. Credo sia necessario – continua Pasqui – reagire e far sentire la nostra voce e quelle delle Comunità che amministriamo. Con la lettera inviata anche al presidente e al vicepresidente dell’Anci, Pasqui invita i sindaci del 'cratere' a partecipare alla manifestazione dimostrativa pacifica davanti a Palazzo Chigi, con l’obiettivo di coinvolgere i cittadini dei comuni e riuscire a  portare nella capitale un numero significativo di almeno 1000 persone.

Pochi ulteriori passaggi e, grazie al fondamentale e generoso apporto di un anonimo benefattore,la città di Camerino e tutto il territorio potranno presto riappropriarsi della Basilica di San Venanzio. Proprio questa mattina un incontro decisivo ha avuto luogo tra i funzionari della Soprintendenza e l’architetto Paola Paoletti che ha collaborato al progetto di restauro della chiesa, su incarico dello stesso finanziatore di tutta l’operazione. Dare una grande gioia alla città, nelle intenzioni dello stesso arcivescovo Francesco Massara, attivatosi da subito per imprimere un’accelerazione alla partenza del progetto di riparazione dei danni della chiesa, il cui recupero rapppresenta un forte segnale di ripresa per tutta la comunità.

San venanzio 2

 

“ Un momento di confronto molto costruttivo – così l’architetto Paola Paoletti, ha definito l’incontro con la Soprintendenza che ha avuto per esito l’approvazione del progetto di ristrutturazione della Basilica che si avvia ad essere depositato la prossima settimana. “Tutta la progettualità è stata visionata e approfondita in ciascuno degli aspetti e, non possiamo che esprimere soddisfazione per il risultato raggiunto. La sensazione che ho avuta- continua Paola Paoletti- è che anche dall’alto della loro supervisione, veder rinascere qualcosa a Camerino, sia di fondamentale importanza. Come azione preventiva, sono stati concordati tutti gli interventi da eseguirsi . Da parte nostra – spiega – avevamo manifestato l’intenzione di partire già all’inizio del nuovo anno e, proprio allo scopo di accorciare i tempi , si è concordato per questo confronto interlocutorio che ci ha permesso di mostrare alla Soprintendenza il nostro progetto. La cosa bella- aggiunge l’architetto- è l’unità di intenti indirizzata verso un comune obiettivo: vicino al gesto magnanimo del benefattore che ha dato il la a tutta l’operazione, c’è stata davvero un’azione corale di persone, enti, istituzioni che si sono messe insieme per dare un di più a questo segnale di ripresa. E questa grande energia di positività e voglia di ripartire – conclude Paola Paoletti- oggi l’ho davvero sentita con forza”.  “ Un giorno di grande gioia- ha commentato il parroco don Marco Gentilucci- Un giorno tanto atteso, frutto di tanto lavoro e di una generosità inaspettata e commovente. Mancano ormai pochissimi passaggi ( che speriamo essere il più possibile rapidi) per iniziare i lavori e riavere, per la città e non solo, una grande chiesa per la vita di tutta la comunità”.

Carla Campetella

san venanzio 3

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