La prima frontiera del post emergenza terremoto, in attesa che inizi la ricostruzione vera e propria, è quella costituita dall'arrivo delle ormai famose casette. In quasi tutti i paesi del cratere sono, infatti, iniziati, e in alcuni casi anche completati, i lavori per l'allestimento delle aree destinate ad ospitare le nuove abitazioni per i cittadini che, avendo avuta danneggiata la propria casa, ne hanno fatto richiesta. Da più parti, però, è stato lanciato dagli amministratori locali il grido di allarme perchè qualcuno che aveva richiesto il modulo abitativo di emergenza ora sembra intenzionato a rinunciarvi, adducendo il fatto che la propria situazione personale e le relative necessità sono con il tempo mutate. I motivi di tali rinunce sono sicuramente legittimi, ma portano con sè la conseguenza di provocare un danno alle casse dell'erario visto che l'urbanizzazione delle aree prescelte comporta per i comuni un costo ragguardevole per le relative opere (sbancamenti, sistema fognario, strade, illuminazione tanto per citare alcuni esempi). In taluni casi, tuttavia, dette rinunce possono essere "autorizzate" dallo Stato attraverso l'acquisto di immobili immediatamente disponibili nei quali, previo assenso da parte del comune, alloggiare provvisoriamente i cittadini sfollati. Una scelta dettata da ottiche di risparmio circa la costruzione di casette in legno che tra qualche anno saranno, gioco forza, inutilizzabili e di investimento sull'acquisto di immobili che restano nel patrimonio statale e che potranno essere sempre concessi in futuro in locazione. Così lo Stato lancia ai cittadini l'ultima chiamata concedendo loro la possibilità di scegliere di "entrare" in tali appartamenti in alternativa alla casetta. E' questa, ad esempio, la strada intrapresa fin da subito dal comune di Tolentino dove il sindaco Giuseppe Pezzanesi ha preferito non ordinare alcuna casetta predisponendo un piano che prevede il ritorno nelle proprie abitazioni, una volta restaurate, dei cittadini (circa 300) oggi ospitati nei container, mentre per coloro che sono alloggiati fuori città, in strutture alberghiere o in autonoma sistemazione, è previsto il "rientro" negli appartamenti che il comune intende acquisire al proprio patrimonio. Se, invece, qualcuno rinunciasse alla casetta dopo che la stessa è già stata ordinata da parte del proprio comune, e quindi si è dato il via alla costruzione della stessa, ecco che sarà soggetto al pagamento di una penale corrispondente al costo sopportato dallo Stato. Un "rischio" del quale comunque i cittadini sono già stati informati.   

Una scelta oculata e mirata per il futuro. L'area in cui sorgeranno le "casette" per i terremotati è stata indicata dall'amministrazione comunale sulla base del piano regolatore già approvato dalla precedente amministrazione guidata dal sindaco Mauro Capenti, che prevedeva per quella zona una nuova urbanizzazione. Iniziati, così, a Caldarola, ad opera della ditta Cagnini di Fiastra che si è aggiudicata la gara di appalto, i lavori di allestimento e di realizzazione delle opere di urbanizzazione dell'area destinata ad ospitare le Sae, le cosiddette casette di legno, nelle quali saranno alloggiate le famiglie che hanno perduto la propria abitazione a causa del terremoto. "Nel nostro comune saranno installate 104 Sae, nelle quali andranno a vivere quasi 400 persone – fa sapere l'assessore ai lavori pubblici Gianni Fiastrelli - più altre 3 casette da collocare in un'area adiacente al monastero di Santa Caterina che ospiteranno le monache. L'opera prevede anche la realizzazione di due nuove strade, una che collegherà via Giacomo Matteotti con via Loreto e un'altra che attraverserà l'area di localizzazione delle casette. Previsti spazi comuni, verde pubblico, parcheggi e vi sarà anche una piazza". Resta da definire l'area in cui verrà posizionata la nuova chiesa, una scelta - chiarisce l'assessore – "che non spetta all'amministrazione, ma al consiglio pastorale parrocchiale. Come comune abbiamo individuato diverse aree possibili, ma al momento non ci è giunta ancora alcuna comunicazione al riguardo". Abbastanza definito anche il cronoprogramma dei lavori. "Le opere di urbanizzazione con la predisposizione delle fondazioni per le casette e quant'altro necessario – conclude Fiastrelli - devono essere terminate entro il prossimo 10 novembre. Da quel momento inizierà il montaggio delle casette, con la consegna che avverrà non in una sola volta, ma sarà scaglionata".  

 

(le opere di urbanizzazione)

urbanizzazione

 

(ruspe al lavoro)

ruspe al lavoro

 

(L'area in cui saranno istallate le casette)

area casette

 

camion cagnini

 

Radioc1inblu

Radio FM e Internet
P.za Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax 0737.633180
Cellulare: 335.5367709

radioc1inblu@gmail.com

L'Appennino Camerte

Settimanale d'informazione dal 1921
Piazza Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax: 0737.633180
Cell: 335.5367709

appenninocamerte@gmail.com

Scopri come abbonarti

Questo sito utilizza i cookie

Puoi accettare e proseguire la navigazione o per maggiori informazioni Per saperne di piu'

Approvo
Clicca per ascolare il testo