"Sono ottimista, ma scaramantico". Si definisce così il Presidente della Regione, Francesco Acquaroli, sulle possibilità di vedere le Marche in zona bianca. 
L'intervento del Governatore all'inaugurazione dell'aula magna dell'ITTS "Divini" di San Severino è stato infatti l'occasione per parlare anche degli sviluppi della pandemia da Covid-19.

Fondamentale, secondo Acquaroli, procedere velocemente con la vaccinazione, visto che "la pandemia ci ha insegnato che è impossibile fare pronostici a lungo raggio - commenta - . Teniamo alta la guardia, restiamo concentrati e continuiamo a utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione per tenere a bada i contagi e ridimensionare il Covid. È necessario farlo per non avere una nuova ondata. La vaccinazione e il tracciamento sono le nostre armi, qualora non bastassero, allora abbiamo, purtroppo, le restrizioni".

All'alba dell'apertura della campagna vaccinale per gli under 30, il Governatore conclude: "Finalmente viaggiamo verso l'immunità di gregge: sarà indispensabile".

l.c.
Seppur con due settimane di ritardo rispetto agli altri Comuni marchigiani, anche Cerreto d'Esi da marcoledì tornerà in zona gialla. Una buona notizia per la città, che nella settimana che ha preceduto il 25 aprile faceva registrare un'incidenza nei contagi decisamente sopra la soglia fissata dalla Regione Marche. Il sindaco David Grillini aveva parlato di restrizioni pesanti per la città, ma che avrebbero auspicabilmente aiutato ad abbassare i dati e a riportare Cerreto d'Esi alla normalità. È stato così.

C'è soddisfazione nelle parole di Grillini, sia per una cittadinanza decisamente provata a livello psicologico, sia per le attività commerciali che potranno tornare a lavorare. "Ovviamente siamo molto felici e ne avevamo davvero bisogno – ha commentato il sindaco –. Sembra che i contagi stiano decisamente rallentando e quindi riusciamo a rientrare nei parametri imposti dalla Regione. La popolazione era ormai allo stremo, sono state settimane molto dure sotto il profilo psicologico. Ci godiamo questa zona gialla, ma con un monito: non deve essere un liberi tutti ma dobbiamo restare consapevoli e attenti. Tirano un sospiro di sollievo anche le attività commerciali che, oltre alla pressione psicologica per le restrizioni, hanno fatto i conti anche con le questioni economiche".

La chiusura del sindaco Grillini è dedicata ai ringraziamenti alle forze dell'ordine e ai cittadini che si sono dimostrati responsabili: "Le forze di polizia hanno fatto un grande lavoro per controllare il nostro territorio, e per questo le ringrazio così come ringrazio i nostri cittadini: hanno dimostrato grande senso di responsabilità anche se è stato chiesto loro un ulteriore sacrificio. Grazie a loro riusciamo a tornare in zona gialla e questo era fondamentale".

l.c.

Sul tema Covid è stato un inizio settimana vissuto col fiato sospeso a Treia: se gli ultimi rilevamenti infatti avevano messo il paese al riparo dalle restrizioni anti contagio tipiche della zona arancione, i numeri sono stati sempre molto vicini alla soglia massima consentita dal sistema adottato dalla Regione. Basti pensare che, se i casi limite sono 250 ogni 100mila abitanti, Treia ha avuto un indice di 249,8 nella settimana che ha preceduto il primo maggio. Se ne è parlato anche durante l'ultima seduta del consiglio comunale quando, durante le comunicazioni di rito, il sindaco Capponi ha informato l'assise della situazione.

Il Comune treiese era in trepidante attesa di notizie sul tema, che in questo senso sono state positive: "L'indice dei contagiati - come comunicato proprio dall'amministrazione su Facebook - , è sceso drasticamente sotto i livelli consentiti per la permanenza in zona gialla e si attesta oggi a 141. Il rischio di incorrere in misure più severe è stato così scongiurato almeno fino alla fine di questa settimana".

Restano comunque le perplessità sul sistema adottato dalla Regione Marche per la definizione delle fasce gialle, arancioni e rosse. Il sindaco Capponi ha sottolineato questo aspetto: "Da tempo abbiamo comunicato alla Regione come oggi i maggiori cluster di rischio siano all'interno delle aziende: i lavoratori sono necessariamente, in determinati tipi di professioni, soggetti agli assembramenti. Se si dovesse andare avanti con le idee del Ministro Speranza e del Generale Figliuolo, ovvero quelle che prevedono di procedere con le vaccinazioni in azienda non appena esaurita la campagna riservata alle categorie protette, si potrebbe fare un grande passo avanti: a tal proposito due aziende del nostro territorio hanno già aderito a questa possibilità. Mettere al riparo i lavoratori è fondamentale - ha concluso Capponi -, visto che oggi sono la categoria che rischia maggiormente di contrarre il virus. Confidiamo di avere a giorni una risposta da parte della Regione".

l.c.
Riaperture sì, ma solo all'aperto. Da oggi bar e ristoranti tornano al lavoro, ma soltanto quelli che hanno la possibilità di servire al tavolo e fuori dalle proprie strutture. Una situazione che dà respiro ad alcuni, ma che penalizza tutti gli altri, quelli che non dispongono di spazi aperti. Loro dovranno attendere ancora.

Uno scenario strano, in cui chi ha la fortuna di poter lavorare ha una carta in più da giocare rispetto a chi può fare servizio solo al chiuso. È il caso dell'Osteria della Spada a Morro, frazione di Camerino, che, nonostante abbia un giardino, non riuscirà a riaprire. Sia per il maltempo, sia per il fatto che al momento quell'area è inagibile. Il titolare, Roberto Lupidi, ci ha raccontato la sua esperienza: "Noi non abbiamo uno spazio esterno utilizzabile al momento. C'è il giardino, ma non abbiamo coperture ed è ancora troppo freddo per pensare di poter servire i clienti all'esterno. Avremmo anche una piccola piazza a disposizione, ma è transennata e inagibile. Parlassimo di luglio o agosto il discorso sarebbe di certo diverso, allestiremmo il giardino, ma oggi c'è una sostanziale disparità di trattamento tra chi può e chi non può lavorare all'esterno, la situazione non è equa e per noi è un danno: queste concessioni non rappresentano alcun vantaggio per noi rispetto alla zona arancione o rossa. Ipotizziamo inoltre una giornata come quella di oggi: piove e non potremmo di certo, anche volendo, servire un pasto all'aperto". 

Tra chi riapre oggi invece, e ha già registrato il pieno a pranzo, c'è l'Osteria dell'Arte di Paolo Turchetti. Proprio durante la preparazione del pranzo per i suoi ospiti, ha raccontato come le condizioni del suo locale gli permettano, con le dovute precauzioni, di tornare in servizio: "Abbiamo un dehors di fronte al locale e, aprendolo su tre lati, con il giusto ricambio d'aria, possiamo finalmente lavorare. Pochi tavoli, ma già da oggi a pranzo siamo pieni. Quello che mi lascia perplesso è che a cena resti il coprifuoco: di sicuro per ora non faremo servizio al tavolo in orario serale, continueremo piuttosto con l'asporto. Massima solidarietà per chi non ha la fortuna di poter riaprire da oggi: non ci deve essere campanilismo o discordia e dispiace che alcuni siano meno tutelati di altri. Chiaramente chi non ha la possibilità di aprire fuori è fortemente penalizzato. Spero che andando avanti, con l'arrivo dell'estate, la situazione migliori. Le misure e i provvedimenti cambiano continuamente ed è un po' fuoriviante: speriamo bene".
l.c.
Il numero dei contagi li vedrebbe in zona arancione, ma un vuoto normativo concede a Cerreto d'Esi due giorni di zona gialla. È questo il paradosso che si è creato nel Comune anconetano: l'incidenza dei contagi da Covid infatti si mantiene sopra la soglia fissata dalla Regione per il ritorno in zona gialla. La curva dei positivi continua a oscillare e ancora non ha assunto i connotati di una vera e propria discesa. In questo contesto, però, il Comune amministrato da David Grillini vivrà tra oggi e mercoledì qualche giorno di restrizioni blande: tra l'ordinanza scaduta nella scorsa notte e i prossimi provvedimenti della Regione Marche, attesi a metà settimana, si è infatti creata una finestra. Cerreto sarà così "giallo" fino a nuova comunicazione. 

Il sindaco David Grillini ha spiegato: "L'ordinanza che ci limitava è scaduta ieri notte: al momento siamo gialli, ma i numeri in mio possesso parlano di altro. Dovremmo tornare quantomeno in zona arancione, ma siamo in attesa della nuova comunicazione da parte della Regione. Il provvedimento dovrebbe essere attivato nei prossimi giorni. La nostra curva continua a oscillare: è chiaro che in Comuni così piccoli anche dei cluster familiari di contagio possano essere decisivi per riportare il numero dei positivi sopra la soglia tollerata. In questo momento abbiamo un leggero aumento e nonostante la situazione sia sotto controllo l'incidenza percentuale è tale da richiedere misure restrittive più dure della zona gialla. Ci aspettiamo a giorni novità dalla Regione".

l.c.


Campagna di vaccinazione in azienda: a Matelica due imprese, la Halley Informatica e la Fidea S.p.a., hanno dimostrato la volontà di aderire alla campagna per le imprese promossa da Regione Marche. Il Comune ha comunicato che saranno messe a disposizione delle aziende i locali dell'ex Hotel Massi, in cui i dipendenti delle ditte matelicesi potranno sottoporsi alla vaccinazione. "In tal senso - ha spiegato il sindaco Massimo Baldini - si sta stipulando una convenzione con Kos Care per la somministrazione delle dosi al costo di 18 euro per inoculazione, stante l'effetiva consegna dei vaccini da parte della Regione".

Il primo cittadino matelicese ha proseguito: "Un'iniziativa senza dubbio importante per la città di Matelica: cointribuirà ad abbattere ancor di più il numero dei contagiati nel nostro territorio comunale, che già da qualche settimana è in forte calo. Abbiamo toccato un massimo di 239, mentre attualmente sono solo 50. Sicuramente è una buona notizia, e a queste aziende se ne aggiungeranno altre: ho ricevuto comunicazione del fatto che anche la Antonio Merloni e altre ditte hanno le stesse intenzioni. In questo modo potremo aumentare il numero dei vaccinati e conseguentemente abbassare il rischio per i nostri cittadini. I contagi stanno rallentando - conclude Baldini -, questa convenzione permetterà di incidere ancora di più in questo senso e sarà un'arma in più nella lotta al Covid".

l.c.
Coronavirus: dopo mesi di restrizioni, alcuni Comuni della provincia di Macerata vedono la luce. Sono molti infatti quelli che hanno fatto registrare meno di cinque contagi da Covid, mentre in cinque casi – Colmurano, Fiastra, Monte San Martino, Ripe San Ginesio e Serravalle – i casi si sono addirittura azzerati. Numeri che fanno ben sperare la Regione in vista della possibile zona gialla da lunedì prossimo, visto che il Governo ha ormai aperto a un ritorno verso restrizioni più blande. Non mancano però situazioni meno confortanti rispetto a queste isole Covid-free. È il caso di Macerata, dove la presenza del Coronavirus continua a essere considerevole, seppur sotto la soglia fissata dalle istituzioni, quella dei 250 casi ogni 100mila abitanti.

Nel corso degli ultimi 15 giorni i contagi sono aumentati, passando dai 241 del 7 aprile ai 279 di oggi: in questo lasso di tempo il numero dei positivi nel Comune maceratese ha toccato un massimo di 299 unità nella giornata del 20 aprile, per poi iniziare una lenta discesa fino al dato odierno. L’aumento più marcato è però quello che riguarda gli isolati domiciliari, segnale della circolazione del virus e degli avvenuti contatti con positivi. I numeri parlano di un aumento dai 388 del 7 aprile fino al massimo di 672 sempre del 20 aprile, data che sembra lo spartiacque verso un’auspicata discesa: oggi sono infatti 657.

Il sindaco della città, Sandro Parcaroli, si è detto fiducioso: “La situazione non mi preoccupa, visto che i contagi stanno comunque calando. A Macerata siamo di poco sotto i 250 su 100mila abitanti e la mia speranza è di poter riuscire a contenere la diffusione. Non dovremmo avere misure più dure della zona gialla, ma dovremo continuare a fare attenzione e a controllare i dati giorno dopo giorno. Speriamo di ottenere i risultati dell’Umbria, che ormai ha azzerato il numero dei morti. Se vogliamo riaprire, l’unico modo è proseguire la vaccinazione e aspettare che la curva scenda”.

l.c.
Una delegazione di ristoratori ha incontrato ieri i vertici della Regione Marche – il presidente Acquaroli e il suo vice Carloni –, per ribadire le istanze della categoria in vista dei nuovi decreti anti-Covid. Si profila uno scenario in cui i locali con spazi al chiuso potranno tornare a lavorare, ma soltanto a pranzo, dal primo giugno. Dal 26 aprile dunque, stante la zona gialla, solo chi ha possibilità di fare servizio all’aperto potrà tornare al lavoro. Oltre a questo, la conferma del coprifuoco continua a lasciare perplessi.

La delegazione di Confartigianato Macerata – Ascoli – Fermo ha chiesto alla Regione di poter riaprire, nel rispetto dei protocolli di sicurezza, a pranzo e a cena con conseguente ampliamento e allungamento degli orari.

I ristoratori fanno leva sul punto dolente dei ristori, fino a questo punto inadeguati – secondo Confartigianato – a compensare le perdite subite a causa della riduzione o interruzione dell’attività. A questo proposito sono stati chiesti indennizzi da parte della Regione, oltre a contributi integrativi a fondo perduto a complemento di quelli previsti dal Governo.

Chieste anche garanzie nei confronti del sistema bancario, in modo che le imprese possano accedere a finanziamenti agevolati e per il prolungamento delle moratorie.

Il commento del presidente Acquaroli: “In questa fase di ripartenza dobbiamo essere prudenti, mettere le attività nelle condizioni di lavorare con norme chiare: il rispetto delle regole sarà la discriminante”.

Il vicepresidente Carloni ha ribadito: “L’argomento è il tema centrale della conferenza Stato-Regioni. Parole d’ordine: vaccini subito, riaprire in sicurezza e ristori per spese fisse”.

l.c.
Coronavirus e restrizioni: si va verso nuovi provvedimenti a contrasto del Covid per i 5 Comuni marchigiani che hanno superato l'incidenza di 250 nuovi casi di contagio in una settimana sulla base di 100 mila abitanti. Tra i Comuni che potrebbero incontrare queste nuove restrizioni, nell'anconetano l'unico è Cerreto d'Esi, la cui incidenza, 310 casi nel corso della scorsa settimana, 60 unità sopra la soglia fissata, porterà alla zona "arancione rafforzato".

Il sindaco David Grillini ha commentato: "Purtroppo il nostro Comune ha un'incidenza in questo momento, riferita ai dati della settimana scorsa di 310. Siamo sopra soglia, peraltro abbiamo avuto 11 contagi nella settimana in questione e quindi sopra ai 10 che ha fissato la Regione per analizzare appunto il dato aritmetico. Si profila questo 'arancione rafforzato' che ci limita negli spostamenti: sostanzialmente non si può entrare o uscire dal Comune se non per motivi strettamente necessari e anche gli spostamenti all'interno del Comune saranno consentiti soltanto per le stesse ragioni. Venivamo da una situazione epidemiologica molto difficile: abbiamo avuto l'individuazione sia della variante brasiliana che di quella inglese. Stiamo sicuramente migliorando molto in questa settimana. Questa restrizione ci limitano, certo, ma ci consentiranno di abbassare ancora l'indice. Speriamo che per il 26 aprile riusciremo a essere anche noi in zona gialla".

l.c.
Sono quasi 3400 i vaccinati, tra prime dosi e richiami, a San Severino. Tanti anziani reclutati nella prima campagna destinata agli over 80, ma anche donne in gravidanza, soggetti vulnerabili, conviventi di persone a rischio, Forze dell’Ordine, personale scolastico e sanitario e volontari della sanità.

L’ex Cinema Italia è stato teatro di centinaia di inoculazioni nelle ultime settimane, per la soddisfazione della sindaca, Rosa Piermattei, che ha commentato: "Un lavoro enorme, uno sforzo organizzativo incredibile. Da sindaco, ma ancor prima da normale cittadino, mi sento solo in dovere di dire grazie ai tanti volontari a tutti coloro che, personale sanitario, civili e delle Forze dell’Ordine, stanno aiutando la cittadinanza durante questa emergenza. La macchina organizzativa si è migliorata giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, fino a raggiungere numeri importanti".

I numeri registrati a San Severino Marche parlano di 2359 persone hanno ricevuto la prima dose, altre 853 anche la seconda dose con riferimento alla data del 12 aprile. Ben 1781 le prima dosi che avevano più di 60 anni di età. Con loro pure 470 operatori scolastici, 72 volontari nel settore sanità, 9 rappresentanti delle forze dell’ordine, 9 operatori sanitari, 7 operatori non sanitari, 6 soggetti vulnerabili, 1 donna in gravidanza, 1 convivente di soggetto ad alto rischio. Il richiamo per la seconda dose ha visto già tornare al centro vaccinazioni settempedano 817 anziani over 60 anni, 17 operatori scolastici, 14 volontari nel settore della sanità, 3 rappresentanti delle forze dell’ordine, 1 operatore sanitario e 1 paziente affetto da fibrosi cistica.

l.c.

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