La ricostruzione di Camerino finalmente può partire dopo la presentazione ufficiale dell'ordinanza speciale relativa alla città ducale emanata dal commissario straordinario Giovanni Legnini.

Sull'argomento interviene con una nota il gruppo di Forza Italia Camerino per sottolineare come "oltre all’innegabile inversione di rotta rispetto al passato imposta dal commissario Legnini, un ruolo decisivo viene giocato dalla nuova amministrazione regionale delle Marche. Non è certamente un caso che questa ordinanza speciale, infatti, sia stata emanata dal commissario “d’intesa” con la Regione Marche, a specificarne il ruolo decisivo e di indirizzo. Il cambio di passo è arrivato sia dalla struttura commissariale che dalla politica regionale. 

Lo stesso plauso che rivolgiamo a tutti i Sindaci del territorio impegnati ormai da anni a fronteggiare l’emergenza sisma ma che in questo specifico frangente svolgono il ruolo di soggetti attuatori di ordinanze che hanno una impalcatura legislativa ben precisa e determinata. L’articolo 4 dell’ordinanza “Camerino” recita testualmente “Per il monitoraggio ed il supporto dei processi tecnici e amministrativi di attuazione del complesso degli interventi, presso il soggetto attuatore, opera una struttura coordinata dal sub Commissario e composta da professionalità qualificate”, a specificare come sia comunque la struttura commissariale a monitorare costantemente l’andamento dei lavori. 

L'ordinanza speciale è un primo, importantissimo, passo verso la ricostruzione di questo territorio che non può essere solamente quella degli edifici, ma socio-economica.

Ecco perché, insieme al nostro rappresentante in Regione Gianluca Pasqui, continueremo a lavorare affinché veda finalmente la luce la tanto attesa Zona Economica Speciale, atto indispensabile per la rinascita dell’entroterra montano. Attendono risposte anche altri problemi ancora irrisolti come la questione della sospensione dei mutui o del danno indiretto, quella del Cas tolto a chi aveva avuto la forza e il coraggio di investire sul proprio territorio e, ultima ma non certo meno importante, quella relativa allo smaltimento delle macerie. Sosteniamo con forza l’appello lanciato dall’Arcivescovo Massara sulla necessità di reperire siti adeguati da utilizzare come discarica per le macerie del sisma. Allo stesso tempo, però, appare ingeneroso far ricadere tutta la responsabilità su chi si è insediato da pochi mesi alla guida del governo regionale. Il sisma c’è stato nel 2016. La Giunta Ceriscioli e l’amministrazione di centrosinistra non hanno neanche provveduto ad individuare i siti utili a risolvere questa problematica. Come è facilmente comprensibile, queste aree non possono certo essere reperite da un giorno all’altro, ma siamo certi che l’amministrazione regionale delle Marche si sia già attivata per poter fornire anche in questo ambito le doverose risposte a cittadini e imprese".
Acqua di nuovo potabile a Sarnano: il sindaco, Luca Piergentili, ha firmato oggi l'ordinanza. Dopo i disagi della scorsa settimana, quando da venerdì era stato impossibile per i cittadini fare uso alimentare dell'acqua di fontane e rubinetti, il problema è rientrato. 
Piergentili ha commentato: "Qualche giorno di disagio, per questo ringrazio i cittadini che hanno saputo gestire il problema. Le analisi sono state fatte sabato dal gestore, mentre dall'Asur lunedì. Abbiamo dovuto attendere fino a oggi perchè il parere dell'Asur è quello vincolante per poter firmare un'ordinanza. Immediatamente, non appena avuto la possibilità e il responso positivo, mi sono attivato per rimettere a disposizione il servizio alla cittadinanza".
red.
Il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ha firmato una nuova ordinanza per il contenimento del contagio da Coronavirus. Il provvedimento scatterà da domani, 4 novembre e resterà in vigore fino al prossimo 4 dicembre.

Il Presidente Acquaroli ha parlato così: “L’obiettivo è quello di rafforzare le misure di contenimento già prese. Le Marche sono per ora sotto controllo secondo i parametri previsti dall’ISS, ma non possiamo permettere che si alzi l’indice di rischio. Monitoriamo ora per ora la situazione e non è escluso che nei prossimi giorni si dovrà intervenire ulteriormente. Sono sicuro che la responsabilità e la maturità dei marchigiani faranno la differenza nella lotta al coronavirus, in questo momento e nelle prossime settimane che saranno cruciali e ci vedranno a valutare l’eventualità di altri provvedimenti”.

Un’ordinanza che prevede una stretta decisa alle università: per gli atenei si torna alla didattica a distanza al 100 percento, incluse le attività di verifica. Unica deroga i tirocini formativi abilitanti e le esigenze specifiche degli studenti con disabilità.

Cambia anche la gestione dei trasporti pubblici: capienza dei mezzi ridotta al 50 percento di quanto attestato sulla carta di circolazione dei mezzi. Un provvedimento che però non impensierisce eccessivamente i vertici Contram, come testimoniato dalle parole del dirigente Alessandro Campanelli: “Si riduce la capienza dei mezzi, ma anche il flusso di persone che dovranno beneficiarne, viste le ordinanze che riguardano l’istruzione e visto che gli studenti cubano un buon 80 percento dei nostri viaggiatori. I 'bis' predisposti dopo le ultime ordinanze che hanno preceduto la nuova verranno comunque sospesi, ma la copertura della nostra rete resta garantita”.

Red.
Questo sabato sera insolito, in cui tutti sono a casa, è stato interrotto dalle comunicazioni del premier Giuseppe Conte con la diretta streaming su Facebook e un'edizione straordinaria televisiva.
Una ulteriore stretta è stata annunciata dal Governo per le aziende che non si occupano della produzione di beni di prima necessità e non solo: "Dall'inizio ho scelto la linea della trasparenza e della condivisione - ha esordito - , senza nascondere la realtà che tutti i giorni è sotto i nostri occhi. In questi giorni siamo chiamati a misurarci con immagini che ci feriscono con un segno che rimarrà sempre impresso nella nostra memoria. Questi decessi, per noi e per i valori con cui siamo cresciuti, non sono semplici numeri.

Le misure fin qui adottate richiedono tempo - ha proseguito - affinchè possano dare effetti. Dobbiamo continuare a rispettarle, seppur severe, con fiducia e responsabilità. Non abbiamo alternative, in questo momento dobbiamo resistere. Il nostro sacrificio di rimanere a casa è minimo se paragonato ai sacrifici dei cittadini che lavorano negli ospedali: penso ai medici, agli infermieri, alle forze dell'ordine, alle forze armate, ai commessi, ai farmacisti, agli autotrasportatori, ai servizi pubblici e dell'informazione. Donne e uomini che non solo lavorano ma compiono un atto di amore nei confronti dell'Italia intera.

Oggi siamo chiamati a fare un altro passo: chiudere ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria - ha annunciato - , cruciale e indispensabile a garantirci beni e servizi essenziali. Abbiamo lavorato tutto il pomeriggio per questo. 

Resteranno aperti i supermercati, generi alimentari e di prima necessità. Nessuna restrizione sui giorni e sugli orari di apertura quindi non creiamo code e corse inutili. Aperte farmacie, parafarmacie, servizi bancari, postali, assicurativi, finanziari. Assicureremo i trasporti. Al di fuori delle attività ritenute essenziali, consentiremo solo il lavoro in smart working e le attività produttive ritenute rilevanti per la produzione nazionale. Rallentiamo il motore produttivo del Paese - ha precisato Conte - ma non lo fermiamo. Un modo che ci predispone ad affrontare la fase più acuta del contagio per contenere il più possibile la diffusione dell'epidemia. A voi tutti dico, lo Stato c'è. Interverremo con misure straordinarie che ci consentiranno di rialzare la testa e ripartire quanto prima. Se dovesse cedere anche un solo anello questa barriera di protezione verrebbe meno, esponendoci a pericoli più grandi. Le rinunce che oggi vi sembrano un passo indietro presto ci consentiranno di prendere la rincorsa. Stiamo rinunciando alle abitudini più care ma non rinunciamo alla speranza nel futuro. Uniti ce la faremo".

GS
Il paradosso degli acquisti. Si può sintetizzare così la questione sollevata da un nostro lettore che questa mattina ha deciso di uscire di casa per la spesa e acquistare generi alimentari, ma anche prodotti per la pulizia personale e della casa. Un modo per uscire una solta volta, come consigliato da tutti, e acquistare tutto quello di cui aveva bisogno.
Non aveva fatto i conti, però, con l'ordinanza che per il sabato e la domenica prevede che vengano venduti solo i beni alimentari.
Ma andiamo per ordine, però, perchè di primo acchito potrebbe sembrare ovvio che ci siano delle restrizioni, soprattutto su una questione che spesso viene utiizzata come una scusa per uscire di casa anche se non è necessario. Potrebbe anche passare, infatti, che i negozi che vendono esclusivamente questi prodotti restino chiusi il sabato e la domenica, ma la domanda del nostro lettore sorge spontanea: "Se nel supermercato dove mi reco il sabato ad acquistare beni alimentari trovo anche prodotti per l'igiene, per quale motivo mi vietano di acquistarli?".
È proprio, qui, infatti, che spunta il paradosso. "Sono stato in più supermercati a Camerino - spiega - e tutti mi hanno detto che oggi non potevano vendermi né saponi, né spray igienizzanti per la casa. Mi vanno bene le regole - commenta - ma purchè abbiano un senso. Ci raccomandano di lavarci spesso le mani, di disinfettare le superfici, questo significa che determinati prodotti sono comunque beni di prima necessità. Ci consigliano di uscire una sola volta per acquistare tutto quello che ci serve, ma se programmiamo quest'unica uscita per il sabato dobbiamo incorrere nel divieto di acquistare questi prodotti".
Un dubbio lecito, quello sollevato dal cittadino che non riguarda, dunque, la questione di tenere aperti o chiusi i negozi nel fine settimana, bensì cosa poter acquistare in un negozio che resta aperto ma con delle restrizioni.

GS



Arrivano ulteriori restrizioni per limitare il contagio da Coronavirus. A deciderlo è la Regione Marche che ha emenato una nuova ordinanza valida fino al prossimo 3 aprile.
"Sono chiusi al pubblico parchi e giardini pubblici - si legge - . L’uso della bicicletta e lo spostamento a piedi sono consentiti esclusivamente per gli spostamenti delle persone al lavoro, ragioni di salute o altre necessità come gli acquisti di generi alimentari.

Nel caso in cui la motivazione sia l’attività motoria - precisa la Regione - (passeggiata per ragioni di salute) o l’uscita con l’animale di compagnia per le sue esigenze fisiologiche, si è obbligati arestare in prossimità della propria abitazione.

L'apertura degli esercizi di somministrazione dialimenti e bevande, posti nelle aree di servizio e di rifornimento carburante: è consentita lungo la rete autostradale e lungo la rete delle strade extraurbane principali; è consentita limitatamente alla fascia oraria che va dalle 6 alle 18 dal lunedì alla domenica, per gli esercizi posti lungo le strade extraurbane secondarie; non è consentita nelle aree di servizio e rifornimento nei tratti stradali comunque classificati che attraversano centria bitati".

GS




Al termine di un lungo confronto tra il governatore delle Marche, Luca Cerisicoli, e il Consiglio dei Ministri, sono emerse nuove misure da adottare per l'emergenza sanitaria.
L'aumento del numero dei casi di contagio del Coronavirus che è arrivato anche nel Maceratese e nell'Anconetano, ha spinto, infatti, il presidente marchigiano a chiedere ulteriori restrizioni per la sua Regione.
"Visto l'aggravarsi della situazione - scrive - , poiché nelle Marche siamo arrivati a due decessi e oltre 60 casi di Coronavirus, diffusi principalmente nella provincia di Pesaro Urbino, oggi estesi anche nelle province di Ancona e Macerata, emettiamo una nuova ordinanza. Adottiamo le misure necessarie a contenere la diffusione del contagio, a partire dalla mezzanotte del 4 marzo fino alle ore 24 dell'8 marzo, su tutto il territorio regionale. Quindi in questo periodo in tutte le Marche sono sospese le attività didattiche e le manifestazioni pubbliche di qualsiasi natura".


GS

Una domenica col fiato sospeso, in attesa dell'ordinanza del Consiglio dei Ministri che decide cosa fare e quali provvedimenti adottare nei prossimi giorni.
È arrivata alle 18, infatti, la conferma che la Regione Marche è fuori dalle zone che contano il maggior numero di casi di Coronavirus, e per questo domani tutto tornerà alla normalità, con la riapertura delle scuole e la riapertura delle attività chiuse o sospese per l'emergenza. Eccezione fatta solo per la provincia di Pesaro dove si registra il maggior numero di casi e le misure restrittive saranno valide fino all'8 marzo.
Dopo la bozza dell'ordinanza emanata ieri sera dal Governo, il presidente Ceriscioli aveva di nuovo battuto i pugni sul tavolo facendo notare come anche nella sua Regione il numero di casi fosse aumentato e ci fosse bisogno di misure restrittive.
Intanto, i contagiati nelle Marche restano a 24, in attesa che il Gores aggiorni la situazione in serata.
"Riteniamo importante – ha affermato il presidente Luca Ceriscioli - l’affermazione del principio di applicazione delle misure di contenimento su base territoriale, che rende omogenei i criteri per tutta Italia. E’ ciò che avevamo chiesto sin dall’inizio. Il governo ha stabilito zone e restrizioni relative con lo strumento di legge non sono più previste ordinanze della regione, ovvero le misure sono immediatamente operative”.

GS

Dopo il rumore fatto dallo scontro tra Governo e Regione che si è protratto anche ieri, i riflettori tornano ad accendersi sul vero motivo per cui si è dibattuto se l'ordinanza fosse necessaria o superflua: il Coronavirus.
Sembra quasi, infatti, che il braccio di ferro politico abbia sovrastato l'emergenza sanitaria e sia riuscito, almeno nelle Marche, a distogliere l'attenzione sui contagi.
Ecco allora il punto della situazione.
Al primo contagio in provincia di Pesaro-Urbino, reso noto martedì scorso, infatti, secondo la nuova ordinanza regionale mercoledì si sono verificati altri due casi positivi da malattia infettiva COVID-19 sempre nella provincia di Pesaro-Urbino, in attesa di conferma dell’Istituto Superiore di Sanità; ieri si sono verificati ulteriori tre casi positivi nella stessa provincia, anche questi in attesa di conferma.
"Risultano positivi - si legge nell'ordinanza - un totale di sei pazienti di cui solo uno confermato dall'Istituto superiore di sanità e cinque in attesa di conferma. Dei sei positivi, due pazienti risultano ricoverati in Rianimazione".
Passiamo poi ai casi sospetti: "Sono state messe in isolamento domiciliare fiduciario ben 94 persone - si legge nell'ordinanza - di cui 34 sintomatici,così distribuiti: 41 nella provincia di Pesaro-Urbino, 20 nella provincia di Ancona, 17 nella provincia di Macerata, 5 nella provincia di Fermo ed 11 nella provincia di Ascoli Piceno".

GS
Sembra una lotta a chi è più forte. Peccato che in questo tira e molla ci sia di mezzo la salute dei cittadini, bambini e ragazzi che perdono fiducia nelle istituzioni e genitori che dalla sera alla mattina devono organizzarsi in base a chi si è aggiudicato la "sfida" del giorno precedente.
Dopo, infatti, la sentenza del Tar che ha annullato l’ordinanza emessa dal governatore Ceriscioli, che disponeva in sostanza il blocco di tutte le attività pubbliche nelle Marche, la giunta regionale ha emanato una nuova ordinanza che ripristina la situazione determinata dalla prima. Il presidente Ceriscioli, al termine di una riunione convocata d’urgenza, ha confermato la chiusura delle scuole e il fermo di ogni manifestazione pubblica sulla base dei casi di contagio da Coronavirus nelle Marche che questa sera risultano essere sei. Così fino a sabato 29 febbraio lezioni sospese, musei e biblioteche chiusi, manifestazioni pubbliche vietate, compreso il rinvio delle partite che si disputano nel territorio marchigiano.
"Dopo la sospensiva del Tar - ha detto Ceriscioli - , motivata dal fatto che quando è stata emanata non erano segnalati casi nella nostra Regione, posso dire che ad oggi i casi sono diventati sei e ho ritenuto opportuno fare una nuova ordinanza, con ulteriori motivazioni, fino alle 24 di sabato prossimo, con le stesse indicazioni e misure dell'ordinanza precedente. Tenendo conto anche della scadenza che applicano le altre Regioni per poi vedere il da farsi con l'evolversi della situazione".

FU
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