Anche il direttore dell'Area Vasta 3, Alessandro Maccioni, è stato fortemente criticato, in special modo dall'ex sindaco Manlio Rossi (tanto che il presidente del consiglio Sandro Granata ha dovuto richiedere l'intervento degli agenti della polizia locale per placare gli animi). Ha elencato tutti gli investimenti fatti fin ora a San Severino e non solo, i servizi attivati e affermato che "nulla cambia se una unità è definita semplice dipartimentale o solo semplice. Il modello organizzativo non ha nulla a che fare con i servizi e le prestazioni. La qualità la fa il medico, non il “grado” e su San Severino abbiamo investito circa 3milioni e 517mila euro". Però si è detta del tutto insoddisfatta il sindaco Piermattei che, in conclusione, ha ribattutto: "Non siamo mica stupidi, conosciamo la differenza fra unità semplice dipartimentale e unità semplice. Ci dovete dire qual è il futuro del nostro ospedale senza prenderci in giro, siamo stati colpiti dal sisma quindi vogliamo i servizi per un territorio già martoriato e soprattutto non mi fermerò finché la 742 non sarà annullata".
I Comuni che hanno aderito all'iniziativa del sindaco Piermattei sono: Apiro, Belforte, Bolognola, Caldarola, Camerino, Camporotondo, Castelraimondo, Castelsantangelo Sul Nera, Cessapalombo, Cingoli, Civitanova, Esanatoglia, Fiuminata, Fiastra, Gagliole, Matelica, Montecavallo, Muccia, Pieve Torina, Pioraco, Poggio San Vicino, Pollenza, Sefro, Sarnano, Serrapetrona, Serravalle del Chienti, Tolentino, Treia, Ussita, Valfornace, Visso, Fabriano, Arcevia, Genga, Frontone, Mergo, Sassoferrato, Serra San Quirico, Cupramontana, Pergola, Cagli.
(Sul prossimo numero di Appennino Camerte, in edicola giovedì, è previsto un servizio di approfondimento)
Si ricorda che chiunque può assistere ai consigli comunali, tanto più se il tema riguarda un diritto sancito dalla Costituzione, quello alla salute.
Dopo aver avviato la campagna di comunicazione serrata per denunciare l'atto dell'Asur, con il quale tre reparti del Bartolomeo Eustachio sono stati declassati da unità semplici dipartimentali a unità semplici, questa è solo un'altra delle iniziative di "protesta" della Piermattei che trova inaccettabile il silenzio dell'autrice della determina, il direttore generale Asur, Nadia Storti, e il presidente nonché assessore regionale alla sanità, Luca Ceriscioli. Da parte loro nessun commento, soltanto un piccolissimo ma insufficiente gesto, secondo il primo cittadino, vale a dire la sospensione della determina.
Al consiglio comunale sono stati invitati i sindaci delle aree interne, i parlamentari maceratesi ma anche lo stesso Ceriscioli, i direttori Storti e Maccioni che sono chiamati a fornire risposte e spiegazioni.
“Mi domando - commenta il sindaco - come sia possibile restare in silenzio quando una comunità che sta ancora vivendo il dramma del terremoto le chiede spiegazioni per un atto compiuto sotto la sua presidenza e del quale lei, di fatto, si trova a condividere a pieno titolo tutte le responsabilità”.
g.g.
“Per chiudere il punto nascite di San Severino è stata violata la normativa. Per Fabriano, che avrebbe dovuto essere il primo reparto a chiudere, il governatore Ceriscioli ha chiesto addirittura una deroga”.
L’iniziativa del Presidente della Regione di chiedere una deroga alla chiusura del reparto maternità di Fabriano ha scontentato più di qualcuno e l’argomento sarà oggetto di discussione il prossimo 27 settembre al consiglio comunale di San Severino.
I consiglieri di minoranza Mauro Bompadre, del M5S, Massimo Panicari e Gabriela Lampa, del centro destra, ne hanno fatto una mozione che chiede al sindaco e all’amministrazione di attivarsi presso tutte le sedi e in ogni modo per chiedere il ripristino del punto nascite del Bartolomeo Eustachio. Che secondo la normativa vigente, elaborata proprio dall’ex Ministro alla salute Lorenzin, non avrebbe nemmeno dovuto chiudere. O almeno non nel 2016. I consiglieri chiedono anche che all’attuale Ministro venga fatta avere una copia della deliberazione al fine di metterlo al corrente della situazione.
Il punto nascite di Fabriano conta circa 350 parti annui: sulla base della legge Lorenzin, l’accordo Stato-Regioni stabiliva il mantenimento dei punti nascita con numero di parti sopra a mille, la riduzione progressiva di quelli con numero di parti inferiori a questa soglia ma comunque superiore a 500 annui e la chiusura dei punti nascita con un numero di parti inferiore a 500, privi di una copertura di guardia medico-ostetrica, anestesiologica e medico- pediatrica. Dunque il reparto maternità sarebbe dovuto essere il primo ad essere chiuso. San Severino, come Osimo, chiusi entrambi nel 2016, superavano ampiamente la soglia delle 500 nascite. Al Bartolomeo Eustachio se ne contavano circa 650. “Tuttavia all’epoca Ceriscioli proseguì con la chiusura precisando che non avrebbe richiesto deroghe, seppur non necessarie secondo la legge. Per San Severino - sottolineano i consiglieri - fu violata la normativa. La Regione continua con scelte che limitano fortemente il diritto alla salute dei marchigiani. Peraltro - concludono - nessuna normativa nazionale impone l’immediata chiusura del punto nascita del Bartolomeo Eustachio che, oltretutto, non ha dato luogo ad una razionalizzazione delle risorse finanziarie”.
g.g.
“Quale futuro aspetta l’ambulatorio e la week surgery ostetrico-ginecologici?”. È la domanda che l’associazione di San Severino Help Sos Salute e Famiglia, presieduta da Cristina Marcucci, ha rivolto tramite raccomandata al presidente della Regione Luca Ceriscioli in qualità di assessore alla sanità. Il problema è presto detto: l’unico ginecologo operante all’ospedale settempedano, dei quattro che erano in servizio due anni fa quando è stato chiuso il punto nascite, è Vincenzo Felicioli, in collaborazione con l’equipe del reparto maceratese di Mauro Pelagalli. Felicioli tuttavia andrà in pensione con la fine dell’anno e dunque c’è il timore che non venga rimpiazzato e che vengano interrotti non solo i servizi rivolti alle donne in gravidanza fino alla 36esima settimana, ma anche le attività della week surgery.
“Ci teniamo a ricordare - scrivono - che la determina 913 della vigilia di Natale del 2015 sulla chiusura del punto nascite, prevedeva che in tutte le sedi destinate all’applicazione del ‘Percorso di presa in carico della gravidanza’ (come il caso di San Severino, ndr), si prevedeva il mantenimento delle attività ambulatoriali di ostetricia e ginecologia, con visite, ecografie, prelievi, corsi preparto, oltre ad attività medica e chirurgia ginecologia. Dal momento che Felicioli è prossimo alla pensione - chiedono - quale futuro aspetta il reparto?”.
L’associazione chiede al governatore una risposta “congrua ai bisogni delle donne in gravidanza dell’entroterra marchigiano”.
g.g.
Via ai lavori per il terzo piano dell’ospedale di San Severino. Ospiterà la lungodegenza e le cure intermedie. Lo si evince da una determina a firma del direttore generale dell’Asur, Alessandro Marini, con la quale viene aggiudicata definitivamente la gara d’appalto per i lavori di ristrutturazione al Bartolomeo Eustachio. I lavori saranno a cura della ditta Elettro Stella srl di Monsampaolo del Tronto che si è aggiudicata l’appalto con un ribasso del 21,63% su un importo a base d’asta di 651.656 euro + iva.
I lavori saranno pertanto realizzati ad un costo di 565.027 euro iva inclusa.
Un altro investimento dunque, dopo la recente attivazione dell’ambulanza medicalizzata 12 ore al giorno e dell’inaugurazione di un nuovissimo mammografo digitale di ultima generazione al costo di 179mila euro.
g.g.