Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, insieme all’assessore regionale alla Ricostruzione Guido Castelli, ha incontrato, nella cornice del teatro Lauro Rossi di Macerata, i sindaci del cratere per proseguire l’azione di coinvolgimento dei territori e consentire l’attuazione di interventi per lo sviluppo socio-economico delle aree della regione, in particolare di quelle colpite dal sisma.  

Il Contratto istituzionale di sviluppo - ha sottolineato Acquaroli in apertura dell’incontro– è una delle prime opportunità che ci si pone davanti ed è un primo strumento di rilancio complessivo del nostro territorio colpito dal sisma. Occorre fare una scelta, dare risposte singole e immediate oppure iniziare a individuare una visione complessiva per il rilancio del nostro territorio. Io credo in questa seconda ipotesi, credo in una visione che riesca a superare i singoli campanilismi per creare valore aggiunto, e credo nei sindaci quali protagonisti del percorso della ricostruzione. Per questo ritengo possa essere utile istituire una cabina di regia locale che si riunisca costantemente, guidata dalla Regione, con i sindaci. Coinvolgendo in questa sfida nella sfida, quella della ricostruzione non solo fisica ma anche sociale ed economica, anche i corpi intermedi come le associazioni di categoria, gli ordini professionali, per fissare gli obiettivi primati strategici e lavorare insieme per perseguirli”.  

Sulla stessa scia Castelli nel rimarcare che la “scelta di coinvolgere i sindaci è di fondamentale importanza perché siamo di fronte a una valutazione da dare al Contratto istituzionale di sviluppo che prevede oltre ai 100 mln di euro stanziati per le quattro regioni interessate dal sisma del 2016 anche altri 60 mln di euro provenienti dalla contabilità speciale della struttura Commissariale e probabilmente altri 50 mln di euro potrebbero provenire dai risparmi dell’Ufficio di presidenza della Camera dei Deputati”. 

Il Contratto istituzionale di sviluppo, istituito dal ministero del Sud e della coesione, prevede una Cabina di coordinamento per la realizzazione di progetti e interventi rivolti all’ambiente, cultura, turismo, trasporti, riqualificazione urbana e infrastrutture. Appare di fondamentale importanza che l’intervento del Contratto istituzionale possa agire come forma di investimento e di sostegno per rafforzare le condizioni dello sviluppo economico, tenendo in considerazione la matrice di fondo delle vocazioni produttive, di attrattività turistica e delle risorse naturali e culturali presenti.






"Come si può rilanciare un territorio senza servizi?".
È la sintesi della richiesta che il sindaco di Sefro, Pietro Tapanelli, dopo aver partecipato all'incontro a Palazzo Chigi insieme ai suoi colleghi del ratere, ha deciso di rivolgere al Premier Conte con una lettera in cui pone l'attenzione non tanto sulla ricostruzione quanto sulla situazione delle aree interne.

Un sindaco che ha deciso di prendere 'carta e penna' per illustrare la reale situazione delle aree interne, sicuramente connessa alla questione post sisma, ma a cui si aggiungono i disagi di terre lasciate in disparte, quasi considerate di serie B.

"Il sisma del Centro Italia 2016 e 2017 è qualcosa di imponente e di difficile gestione - scrive Tapanelli - . Saranno anni di sudore per poter ricostruire parzialmente: sono sicuro, infatti, che alcune realtà non verranno mai rimesse in piedi. Ma il vero problema, a mio avviso, è quello delle aree interne. Anche l’altro giorno ho sentito interventi aventi ad oggetto il rilancio dei territori montani. Ecco, non sono più disposto ad accettare questo refrain. Glielo dico con il cuore: non se ne può più.

Bisogna andare oltre il sisma e dire che è inutile parlare di rilancio e di ripresa se non ci sono le infrastrutture. Senza queste non ci sarà mai più né lavoro né ripresa. Niente di niente. Sarà solo una lenta agonia e noi ci occuperemo solo di una gestione del declino, come stiamo già facendo.

Come si può rilanciare un territorio se, vado in ordine sparso, non ci sono strade degne di essere chiamate tali, non ci sono collegamenti ferroviari, alcune zone non sono metanizzate, il digitale terrestre non arriva e i telefoni cellulari non hanno segnale? Adesso si parla di BUL (Banda Ultra Larga), ennesimo acronimo ipnotizzante in una Italia che pensa più alle sigle che alla sostanza, ma sono anni che siamo in attesa dello sviluppo di questa ennesima incompiuta. Il mondo va alla velocità della luce e noi, per buttar giù un cavo, dobbiamo fare anni di conferenze di servizi e collezionare venti pareri di altrettanti enti a tutela del territorio.

Le scrivo questo - conclude - perché la reputo una delle poche persone serie della politica attuale e magari, immagino con cauto ottimismo, leggendo queste poche ed istintive righe alzerà il telefono e proverà a dare una scossa a favore di noi piccoli comuni, frontiera di uno Stato che si ritira e abbandona la periferia".

GS


E' stata approvata in Prima commissione affari istituzionali in Regione la richiesta di aumentare il limite dei mandati per i sindaci del cratere sismico.
La proposta di deliberazione ha ottenuto il via libera all'unanimità (favorevoli Giacinti, Minardi, Urbinati e Maggi) e chiede alle Camere, attraverso una modifica al Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di consentire un maggiore numero di mandati per i primi cittadini delle amministrazioni comunali comprese nel perimetro del cratere.

"Con questa deliberazione – spiega il presidente Giacinti (Pd), firmatario della proposta con l'assessore agli enti locali Fabrizio Cesetti – presentiamo al Parlamento una proposta di legge per modificare il tetto massimo dei mandati dei sindaci nel cratere. Questa eccezione consentirebbe ai primi cittadini di essere rieletti per il quarto mandato consecutivo nei comuni più piccoli, sotto i 3mila abitanti, e per il terzo mandato in quelli più grandi".

"La deroga – prosegue Giacinti – è importante per agevolare la fase della ricostruzione post-terremoto. La continuità amministrativa consente di procedere nel modo più celere possibile, evitando rallentamenti e interruzioni nelle procedure in zone già fortemente colpite dalle conseguenze del sisma".

L'eccezione, specifica il testo, sarà consentita solo in vigenza dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei Ministri. "Siamo favorevoli alla possibilità per i sindaci che si stanno occupando della ricostruzione di ricandidarsi – ha dichiarato il vicepresidente Maggi (M5s) –, questo non è detto che equivalga alla rielezione". La proposta, se sarà recepita, presentata in Parlamento e approvata, andrà a modificare con una legge il decreto legislativo 267 del 2000.

Clamorosa protesta dei sindaci dell'Unione Montana di Camerio. 

I sindaci dell'entroterra ( 11 esluso il sindaco di Visso Pazzaglini ) hanno deciso di non prendere parte all'incontro di oggi con il sottosegretario alla ricostruzione, Vito Crimi, e con il commissario straordinario, Piero Farabollini.

In una breve e perentoria nota la comunicazione della scelta: "Non intendiamo rispondere alla convocazione odierna a Tolentino perchè lontana dalle zone che, come noto, sono state catastroficamente colpite dal sisma del 2016".

La nota è stata sottoscritta dai sindaci di Bolognola, Camerino, Castelsantangelo sul Nera, Fiastra, Muccia, Pievetorina, Valfornace, Serravalle di Chienti e Ussita.

Anche il sindaco di Caldarola Giuseppetti ( Unione montana Monti azzurri ) ha deciso di unirsi ai suoi colleghi e successivamente si sono aggiunti i sindaci di Castelraimondo ( Renzo Marinelli ) e del comune di Esanatoglia Nazzareno Bartocci

 

 

Un incontro che avrebbe dovuto svolgersi a settembre del 2016, ma che era stato rimandato a seguito del sisma che ha sconvolto il Centro Italia. Stamattina la Protezione Civile e i sindaci, in qualità di capi dei comitati locali di Protezione Civile, sono stati ricevuti da Papa Francesco nell’aula Paolo VI, in Vaticano. 

All’udienza hanno preso parte le diverse articolazioni del Servizio nazionale di Protezione civile, rappresentate dalle strutture operative dello Stato, delle Regioni e Province autonome, dei Comuni, dalle organizzazioni di volontariato e dalle amministrazioni ed enti che ne costituiscono parte integrante. In prima fila tanti i sindaci o vice sindaci del cratere, fra questi Alessandro Gentilucci di Pieve Torina, Rosa Piermattei di San Severino, Massimo Citracca di Valfornace, Pietro Cecoli di Montecavallo, Gabriele Santamarianova di Serravale di Chienti, Roberto Lucarelli di Camerino, Mario Baroni di Muccia, Claudio Castelletti di Fiastra e altri. 

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Presente anche l’arcivescovo di Camerino-San Severino, Francesco Massara: “è stata un’esperienza di ringraziamento verso la Protezione Civile ma anche tutte le forze dell’ordine e quei volontari che hanno dato un grande contributo in un momento di sofferenza come è stato quello del terremoto. È stato ovviamente anche un momento di gioia e fraternità”.

Monsignor Massara, fin dai primi giorni dopo il suo arrivo, ha mostrato attenzione proprio verso quella parte di popolazione più debole, a cui il sisma di due anni fa ha tolto tanto, “ma non sto facendo nulla di speciale - afferma - sto solo cerando di fare le cose normali della vita, essere vicino alla gente, ascoltarla e condividere con loro e poi voglio concludere con una espressione detta questa mattina in aula: ‘salvare vite umane è il nostro dovere ma ancor prima è la nostra vocazione maggiore’. Ecco, il mio ruolo è quello di salvare le persone dai terremoti interiori”.

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A dar voce ai sindaci dell’Unione Montana di Camerino presenti in Vaticano, il presidente e sindaco Gentilucci: “è stata un’udienza speciale con diverse testimonianze delle varie problematiche che hanno riguardato l’Italia negli ultimi due anni. In prima linea i Comuni colpiti dal sisma a partire dalla nostra Unione Montana che rappresenta un po’ il fulcro della distruzione totale. In questa occasione - aggiunge - il Papa ha voluto riaccendere i riflettori su quello che si appresta ad essere il terzo Natale di abbandono di queste nostre terre. Per questo gli siamo grati”.

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g.g.

Mesi e mesi di ritardi, le incertezze delle norme e il "supercontrollo" dell'Anac su ogni appalto rendono impossibile il lavoro dei tecnici e tanto più dei sindaci impegnati in prima persona a rispondere ai cittadini colpiti dal sisma del 2016. 

In molti casi la confusione e il ritardo per la ricostruzione è frutto di una burocrazia "asfissiante" che scoraggia anche i più tenaci.

Un incontro promosso dal collegio dei geometri di Macerata e Camerino per interrogarsi sulle ricostruzioni alla luce delle priorità fissate dal Commissario Paola De Micheli si è svolto a Caldarola alla presenza, tra gli altri, dei sindaci di Caldarola, Luca Giuseppetti, Belforte del Chienti, Roberto Paoloni, Cessapalombo, Giammario Ottavi, Serrapetrona, Silvia Pinzi, Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, Treia, Franco Capponi.

"Un'iniziativa voluta dagli ordini dei geometri, ingegneri e architetti per interrogarsi insieme agli amministratori sulle problematiche relative alla ricostruzione – spiega Lucia Rossi ( sotto nella foto a destra )

 

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– Una vera e propria coalizione di tecnici e amministratori per portare a conoscenza degli ordini nazionali e del governo le problematiche relative".

Vorremmo riuscire a risolvere le innumerevoli probematiche da affrontare nelle progettazioni – fa eco Luigi Ricci ( sotto nella foto ),

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coordinatore della Commissione Ricostruzione del Collegio dei Geometri di Macerata - Stiamo organizzando come Collegio un tour itinerante cercando di coinvolgere tutti i sindaci del cratere ed anche la popolazione affinchè si crei un dibattito pubblico in modo tale che alla fine tutti conoscano i veri motivi che impediscono la partenza dei progetti. Sotto il profilo professionale non siamo nelle condizioni di poter presentare progetti idonei perchè siamo bloccati dalla burocrazia. La prima questione da risolvere, dunque, è presentare le progettazioni per i danni lievi, le cosiddette schede B, che daranno il via ad una sorta di ripresa. La regione, che dovrebbe tutelare il cratere, sembra molto distante da queste problematiche e ciò quotidianamente viene ribadito anche da tutti i sindaci. Sotto questo aspetto siamo un rassegnati in quanto riteniamo che il governatore Ceriscioli sia molto più proiettato verso le Marche del Nord o addiritura l'Emilia Romagna piuttosto che verso i territori colpiti dal terremoto".

 

tecnici e sindaci

 

"Un colloquio molto interessante, il parere unanime è la lentezza delle procedure – dichiara il sindaco di Caldarola Luca Giuseppetti ( sotto nella foto al centro ) chiamato a fare gli onori di casa

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- Non vediamo luce all'orizzonte e andiamo avanti a "tentoni". Noi sindaci delle zone più colpite rimaniamo sempre indietro rispetto alle realtà che hanno avuto meno danni e che riescono a gestire in modo più semplice le diverse problematiche. Dopo un anno siamo ancora fermi al palo e questo mi preoccupa molto".

Qualche sindaco, in primis il tolentinate Giuseppe Pezzanesi, ha addirittura lanciato l'idea di una manifestazione di piazza davanti al palazzo della Regione.

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"Purtroppo in questo paese a volte serve anche la protesta – prosegue Giuseppetti – Già i sequestri delle casette mobili private effettuati in questi ultimi giorni sarebbe di per sè già motivo sufficiente per protestare. Se si portassero migliaia di persone a manifestare sicuramente gli enti superiori ai comuni prima di prendere decisioni o di legiferare rifletterebbero. Le procedure rimbalzano tra i tecnici e il presidente facendo trascorrere soltanto il tempo e mi viene da chiedere a cosa serva tutto questo. Il terremoto è un'emergenza e non si può fare politica sulla pelle dei cittadini. Mi sento toccato al cuore da chi in proiezione futura non vedrà più la propria casa".

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rispoli e pezzanesi

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