Nella mattinata di oggi, a causa delle complicazioni portate dal covid e dopo un ricovero dovuto ad altre patologie, è morto Mario Attili. Originario di Camporotondo di Fiastrone, era molto conosciuto nel maceratese per la sua attività imprenditoriale nel campo del divertimento. Era stata sua infatti la gestione di parecchie discoteche dell'entroterra.

Oltre alla carriera imprenditoriale, Attili è stato Consigliere comunale, Assessore del Comune di Tolentino e ha ricoperto la carica di Vicepresidente dell’ASL n. 19, alternando la sua attività di imprenditore a quella di politico.

Lo ha ricordato anche il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi: "Tolentino ricorda Mario Attili, imprenditore del divertimento che ha lasciato un segno indelebile. Veniva da una famiglia umile, come tutti noi. Un uomo che conosceva la vita, intelligente, creativo. Un uomo che si divertiva e che ha fatto divertire. Tutti noi siamo vicini, in un momento così doloroso, alla sua famiglia".

red.

Disavventura per il primo cittadino di Tolentino Giuseppe Pezzanesi: durante la raccolta delle olive, il sindaco è scivolato, cadendo e rimediando una frattura della tibia. Le sue condizioni di salute sono comunque buone: Pezzanesi è lucido e non ha subito traumi di altra natura, come confermato ai microfoni di Radio C1 inBlu dalla vicesindaca Silvia Luconi.

Pezzanesi ha poi rassicurato tutti in prima persona, ai microfoni di Radio C1 inBlu, dall'ospedale di Macerata: "Ringrazio tutti coloro si siano preoccupati per me in queste ore. Purtroppo dopo tanti anni passati a raccogliere le olive, forse con un eccesso di sicurezza mi sono fidato troppo della scala: a quattro metri di altezza, in una frazione di secondo ho dovuto decidere cosa fare, e penso che cadere in piedi cercando di fare lo stuntman sia stato meglio che cadere di nuca, quindi è andata bene".

Il sindaco è lucido e scherza sull'accaduto: "Sono stati in molti a preoccuparsi, li ringrazio e li rassicuro, amici e avversari. Da questi episodi si può sempre imparare qualcosa. Si parlava di trauma cranico, ma in realtà sto bene e ora mi preoccupo io per la mia gamba sinistra. Vorrei che mi sistemassero in fretta - conclude Pezzanesi - , nel pomeriggio dovrei andare sotto i ferri. Spero di tornare a correre per i prossimi duecento anni, oltre che a raccogliere le olive, magari stando un po' più attento".


Il termine 'resilienza' negli ultimi quattro anni è stato usato tanto, forse troppo, e a volte anche in maniera sbagliata.
Ma quando ci sono esempi che lo rappresentano a pieno è giusto che venga sottolineato così come la forza che spinge i marchigiani a non mollare, la passione per il proprio lavoro ed il rispetto per la terra dove si vive.

È il caso della famiglia Casadidio, titolare della gioielleria a Tolentino che porta il suo nome e che non si è lasciata abbattere dall'ultimo Dpcm che prevede la chiusura dei centri commerciali nel weekend e nel giro di poche ore ha subito trovato una soluzione.

Fabio Casadidio e sua moglie Gabriella sono, infatti, proprietari del punto vendita al centro commerciale La Rancia di Tolentino, scelto come unica sede dopo aver chiuso lo storico locale di via San Nicola, nel cuore della città.
Ma quel negozio in centro, nel giorno in cui Tolentino ha deciso di accendere le luminarie natalizie 'Sotto una buona stella' riaprirà i battenti.

"Alla luce delle grandi difficoltà affrontate nel lockdown di primavera - dice Gabriella Accoramboni, moglie di Fabio Casadidio -  questa nuova ondata ha gettato nella paura e nell'incertezza tutti i commercianti, anche in vista del Natale. Appresa la notizia della chiusura nel weekend, periodo della settimana in cui ci auguravamo di lavorare di più, abbiamo deciso di riaprire la storica gioielleria in centro.
La scelta di chiudere quel locale dopo il sisma era stata fatta per via dei numerosi edifici inagibili in quella via e del lavoro che inevitabilmente era calato. Per questi motivi avevamo concentrato tutte le nostre energie nell'altro punto vendita del centro commerciale. La speranza di riaprire in via San Nicola - confida - c'è sempre stata, tanto che tra le nostre previsioni per il futuro c'era quella di fare una apertura temporanea nel periodo natalizio".

In pochi giorni, dall'annuncio del Premier Conte, la famiglia Casadidio, anche con l'aiuto delle figlie Alice e Letizia, si è armata di buona volontà e ha deciso di mostrare a tutti come un ostacolo può trasformarsi in opportunità.

"Tutta la famiglia - prosegue la commerciante - ha collaborato per ripristinare questa attività. Tanta gente ieri, mentre allestivamo, si è avvicinata per sostenerci e anche l'affetto dimostrato da moltissimi sui social ci ha riempito il cuore e curato l'anima. Siamo consapevoli che non sarà semplice - ammette - , ma il segnale che stiamo dando ai clienti e la loro risposta di affetto per noi sono già una vittoria. Anche noi, nel giorno dell'accensione delle luminarie natalizie, nel nostro piccolo abbiamo voluto dare questo un piccolo segnale di speranza".

Il centro storico di Tolentino è sempre stato al centro del dibattito pubblico, per via delle difficoltà che i commercianti si sono trovati ad affrontare dopo il sisma, ma non è detto che il nuovo Dpcm, seppur nel timore di una pandemia che sembra non arrestarsi, possa trasformarsi in un piccolo riscatto per il cuore della città: "Io - spiega Gabriella Accoramboni - ho tanto rispetto e ammirazione per i commercianti che sono rimasti difendendo il centro storico e tenendo alte le loro attività. Sono consapevole che sia faticoso ed è giusto che il centro storico resti la perla della città, del commercio, anche come centro di aggregazione. È bello credere che possa essere un tentativo di riscatto per questa zona di Tolentino".


Giulia Sancricca

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Continua a far valere la sua posizione il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, alla vigilia dell'applicazione del nuovo Dpcm che vede l'Italia divisa in tre colori in base alla gravità del numero di contagi.
Il primo cittadino che, sia per il sisma che per il Covid, qualche giorno fa aveva ribadito la necessità di conferire più potere ai sindaci si dice nuovamente deluso da come abbia agito il Governo.
"Oggi sono ancora più convinto che dal Dpcm si comprende quanto sia necessario quello che avevo già detto - esordisce - .
Roma dimostra di non conoscere nel dettaglio i territori e questo problema dovrà essere risolto se vogliamo che l'Italia funzioni sotto tutti i punti di vista.
Per far funzionare il Paese - denuncia - non servono i Governi nati per avere il potere, piuttosto che per esporre un'idea valida di come salvare l'Italia dalle mille difficoltà che si trova ad affrontare.
I sindaci in questo Paese - attacca Pezzanesi - non contano nulla per il Governo. Contano solo quando bisognan rimboccarsi le maniche, sanare un'emergenza con i propri mezzi e a volte non si ha nemmeno quelli.
Purtroppo - ribadisce senza mezzi termini - quando i sindaci devono essere i veri artefici del rilancio del loro territorio non contano nulla perchè ad assumere quel compito c'è lo Stato, attraverso la sua funzione centrale".

Davvero critico Giuseppe Pezzanesi nei confronti di un sistema che aveva criticato anche durante l'emergenza sisma: "Dopo il nuovo Dpcm - aggiunge - penso che sia stata persa una grandissima occasione per dare potere ai sindaci, anche a livello decisionale. Un potere che dovrebbero avere sempre, non solo per il Covid, ma anche per la ricostruzione. Dobbiamo avere risorse e finanziamenti per agire. Chi meglio dei sindaci può avere la contezza di quello che succede nel territorio. Io, da sindaco, so quali sono i ristoranti, se mai ce ne fosse uno, che ad oggi non hanno investito nelle misure di prevenzione; così come conosco le palestre, i teatri, i cinema, le piscine e tutte le realtà che ancora una volta sono state condannate da questa ordinanza.

Se da Roma si vuol decidere tutto - prosegue - poi magari si apre una finestra sui governatori regionali che possono aggiustare il tiro, io credo che manchi un pezzo: i sindaci devono essere artefici di questo cambiamento, non solo oggi ma anche per il futuro. Chi si candida a sindaco deve avere le qualità per governare e una squadra forte, ma anche mandato il reale mandato da parte dello Stato per poter agire attivamente sul proprio Comune, altrimenti ci si prende in giro".

GS
La ricorrenza del 4 novembre, festa dell’unità nazionale e delle forze armate nel 102° anniversario dell’armistizio di villa Giusti - entrato in vigore il 4 novembre 1918 - che consentì agli italiani di rientrare nei territori di Trento e Trieste e che segnò la fine della Prima Guerra Mondiale, è stata celebrata, sia pure in tono minore rispetto al passato a causa dell’emergenza Covid, in tutti i comuni della provincia.

Nonostante le restrizioni dovute alla pandemia corone di alloro sono state deposte presso lapidi e monumenti che ricordano le vittime della Grande Guerra.

A Camerino una breve simbolica cerimonia con la deposizione da parte del sindaco Sandro Sborgia di una corona di alloro sotto al monumento in piazzale della Vittoria, di fronte all'ingresso della Rocca dei Borgia.

camerino


Forte della sua storia e delle sue tradizioni, la città di Tolentino, decorata con la medaglia d’Argento al Valor Civile e con la medaglia d’Argento al Valor Militare per l’Eccidio di Montalto e per il contributo dato durante il periodo della Resistenza, ha celebrato le ricorrenza con una messa celebrata nella Concattedrale di San Catervo in suffragio dei caduti di tutte le guerre. Al termine della cerimonia religiosa il vicesindaco Silvia Luconi, accompagnata dal Gonfalone e dal rappresentante dell’Anpi e delle Associazioni combattentistiche e di guerra, ha deposto una corona di alloro al monumento alla Vittoria, nei pressi dello Stadio comunale e in piazza della Libertà, sotto la lapide che ricorda la fine della Prima Guerra Mondiale e che riporta una frammento della comunicazione del Generale Diaz che comunicava alla nazione la fine del conflitto. L’auspicio – le parole del vice sindaco Luconi – è che riusciamo quanto prima a lasciarci alle spalle questo momento emergenziale, ritornando a guardare al futuro in maniera positiva, riappropriandoci anche dei momenti istituzionali che ci ricordano le nostre radici e tutti i fatti storici che dobbiamo tramandare alle giovani generazioni”

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Momento di riflessione vissuto anche a Treia, dove il sindaco Franco Capponi, insieme ad alcuni amministratori e ai rappresentanti della Polizia Municipale e della Protezione Civile, ha depositato due corone d’alloro presso i monumenti ai caduti presenti in città: una in Piazza della Repubblica e una davanti alla stele di Don Pacifico Arcangeli. “Ai tanti giovani che hanno perso la vita nelle guerre per garantire oggi a noi di poter vivere in libertà, in democrazia e con un discreto sviluppo e qualità della vita, ai giovani che oggi sono impegnati in decine di missioni di Pace in tutto il Mondo, occorre manifestare la nostra vicinanza e la nostra gratitudine”, le parole del sindaco Capponi.

A Caldarola il sindaco Luca Maria Giuseppetti ha voluto deporre corone d'alloro sulle due lapidi presenti  in piazza Vittorio Emanuele e in piazza XXIV maggio.  "Stiamo vivendo un'altra battaglia che solo uniti potremmo vincere – ha detto il primo cittadino con riferimento all’emergenza Coronavirus - Proprio dall'insegnamento dei nostri nonni dobbiamo imparare a non arrenderci e ad affrontare i sacrifici richiesti per il bene di tutti"

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Una corona d’alloro al monumento dei Caduti di tutte le guerre e una breve preghiera dopo aver osservato un minuto di silenzio l’omaggio ai caduti del sindaco Rosa Piermattei ha caratterizzato la giornata a San Severino Marche.“In questa giornata – ha sottolineato – abbiamo voluto ricordare tutti coloro i quali, anche giovanissimi, hanno sacrificato il bene supremo della vita per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere: valori immutati nel tempo, per i militari di allora e quelli di oggi. In una situazione così difficile, a causa dell’emergenza sanitaria da Covid19, abbiamo preferito dare vita una celebrazione molto raccolta ma non meno sentita e profonda nel suo significato”.

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Cerimonia sobria anche a Fiastra, con il sindaco Sauro Scaficchia, a capo di una delegazione composta da alcuni consiglieri comunali, dal parroco e da una rappresentanza dei carabinieri della locale stazione, che ha apposto le tradizionali corone di fiori presso i monumenti ai caduti del capoluogo e di Acquacanina. “Non nascondo che oggi, in questa giornata di ricordo dei caduti della Prima e Seconda Guerra mondiale, che si unisce ai festeggiamenti delle Forze Armate e dell'Unità d'Italia, il mio pensiero va anche alle vittime di questa guerra che oggi stiamo vivendo - il breve discorso del sindaco Scaficchia - Un nemico invisibile ma fortemente presente tra di noi che dai primi mesi di quest'anno sta facendo migliaia e migliaia di morti”.

4novembre2020






Sono scattati gli arresti domiciliari per due giovani ventenni italiani, uno studente e l'altro operaio, accusati di spaccio di sostanze stupefacenti nel territorio di San Severino Marche e dei Comuni vicini dove vendevano droga (principalmente marijuana) soprattutto a loro coetanei. 

Si è conclusa così una brillante operazione da parte dei militari della Stazione dei Carabinieri di San Severino Marche e quelli del Nucleo Operativo e Radiomobile di Tolentino che martedì scorso hanno eseguito le due ordinanze di custodia cautelare.

L'indagine è scaturita da alcuni controlli eseguiti lo scorso maggio a San Severino dai militari della locale stazione, durante i quali i due giovani, fino ad allora insospettabili ed incensurati, sono stati trovati in possesso di marijuana già pronta per la vendita e di bilancini di precisione.
Al termine di una lunga e complessa attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Macerata, i Carabinieri sono riusciti a ricostruire due anni di attività di spaccio portata avanti dai due, durante i quali avrebbero guadagnato circa 140mila euro dalla vendita di oltre 9 kg di marijuana e di circa un etto di cocaina.

Da quanto ricostruito dai militari, inoltre, i due rappresentavano un punto di riferimento per lo spaccio settempedano durante il periodo della quarantena. Le ordinanze di custodia sono state emesse dal Gip.

Ma la lotta allo spaccio di sostanze stupefacenti non si è fermata a San Severino ed ha portato alla perquisizione domiciliare nei confronti di un cittadino italiano, disoccupato e ventenne, residente in provincia di Macerata.
Anche grazie al fondamentale fiuto del cane One del Nucleo Carabinieri Cinofili di Pesaro, i militari di Tolentino hanno ritrovato un modesto quantitativo di hashish e di marijuana in possesso del giovane, nonchè un bilancino di precisione e 5.850 Euro in contanti, ritenuti il provento dell'attività di spaccio.
Il giovane è stato denunciato a piede libero.

GS
All’asilo nido “Nicolas Green” di Tolentino è risultata positiva, a seguito di tampone, un'educatrice.
Lo ha comunicato proprio il Comune di Tolentino con una nota stampa, dove si legge come siano immediatamente state attivate tutte le procedure di profilassi previste dalle normative.

Con gli uffici dell’Asur è stato deciso di porre in quarantena la “bolla”, ovvero la sezione dei bambini seguiti dall’educatrice risultata positiva per dieci giorni e solo successivamente, data anche l’età dei bimbi e se si rivelasse necessario, si procederà con visite e controlli più approfonditi.
La struttura è stata intanto chiusa e si è provveduto ad effettuare una accurata sanificazione di tutti gli ambienti e degli oggetti, seguendo tutte le indicazioni e le precauzioni del caso.

L’asilo nido rimarrà dunque chiuso fino a lunedì 2 novembre.

red.
Tolentino in lutto, così come il Foro della provincia, per la scomparsa, a 64 anni, dell'avvocato Lorenzo Vitali.
Professionista stimato e molto conosciuto, non appena la notizia della sua morte si è diffusa ha lasciato attonita l'intera città.
A ricordarlo, con un post su Facebook, è Anna Quercetti, attuale consigliere di minoranza che agli esordi della sua attività professionale è stata praticante nello studio Vitali come spiega ai microfoni di Radio C1 in blu: "Una triste notizia mi ha colpito questa mattina - dice - . Nel suo studio ho trascorso gli anni del praticantanto e i primi anni della professione di avvocato. Poi le strade si sono divise ma è rimasta una profonda stima nei suoi confronti. Ricordo la sua meticolosità fino quasi all'ossessione: gli atti dovevano essere esattamente nel modo in cui li richiedeva. In udienza la sua puntualità era massima, si arrivava anche prima del giudice e dei cancellieri. Poteva apparire burbero ma poi si scopriva il grande cuore dell'avvocato Vitali. Oggi mi stringo attorno alla sua famiglia che lui amava tanto, iol mio abbraccio va alla figlia Giulia che, sono certa, saprà accogliere e portare avanti l'eredità di suo padre".
La camera ardente è stata allestita nella sala del commiato Terracoeli a Tolentino. I funerali si svolgeranno domani alle 15.30 nella chiesa dello Spirito Santo della città.

GS


Ha proseguito nell’intento di portare le proprie idee per ripensare la città il Consiglio di Quartiere Centro storico presieduto da Luigino Luconi che illustra le analisi e le ricerche per rivedere il rapporto tra città storica e territorio con tre progetti “per imparare dal passato e prepararsi a rigenerare e riqualificare il nostro territorio”.

“Negli ultimi anni e di recente - scrivono - abbiamo parlato ampiamente della situazione del nostro centro storico” e quindi della necessità di predisporre e realizzare un nuovo piano particolareggiato. Un piano inteso come strumento, che sia da stimolo per lo sviluppo di nuove opportunità, che rivitalizzi l’operatività dei cittadini e che sia da traino per una nuova ripresa economica, e con una convinzione che sia necessario inserire nel piano, regolamenti, strumenti tecnici e programmatici, fondamentali come il restauro conservativo, lla ristrutturazione e la riqualificazione degli ambiti.

Ma oggi avvertiamo anche la necessità di un programma innovativo, per ragionare sulla possibile valorizzazione delle aree extraurbane a ridosso del centro, per integrarle in modo organico nella vita quotidiana e per lo sviluppo e crescita della nostra città.

Per raggiungere questo obiettivo - prosegue il Consiglio - dobbiamo cogliere ogni possibile occasione, definendo un cronoprogramma di riorganizzazione geenrale”.

I progetti cui fanno riferimento riguardano il territorio a sud, tra il fiume Chienti e l’abitato e si sviluppano su tre aree distinte: “Il primo progetto in area Sud-Est, attualmente a totale vocazione agricola; il secondo a Sud del centro, oggi a vocazione agricola, paesaggistica, con una piccola area urbanizzata e il terzo in area Nord-Ovest, ora a vocazione agricola.

Sono spazi che hanno una loro memoria storica precedente - scrivono - , che chiede di non cancellare la tradizione contadina locale e la storia imprenditoriale e artigiana. Questo rende necessario il recupero dei progetti indicati, la collaborazione dei professionisti promotori, e quindi una rivisitazione e ridefinizione, con azioni strategiche specifiche che restituisca importanza e adeguato valore ai tre ambiti territoriali, inteso come risorsa, in grado di assicurare e garantire nuove funzioni e servizi fondamentali per il benessere della collettività, per uno sviluppo socio-economico”.

Il Consiglio vuole quindi proporre agli amministratori e ai cittadini i 3 progetti che, secondo loro, “consentirebbero di ridare nuovo equilibrio al sistema urbano-territoriale, messo a dura prova dello sbilanciamento urbano, venutosi a creare per il grande sviluppo residenziale e commerciale, degli ultimi anni a Est della città storica e che sarà potenziato in un prossimo futuro con la realizzazione di servizi e attività d’interesse collettivo e socio-culturale”.

Il primo di questi 3 progetti riguarda la zona Sticchi: “E’ nato ai primi ani del 2000 - spiegano - da un accordo preliminare tra associazioni sportive e l’Amministrazione Comunale, per procedere, in collaborazione, alla definizione di un cronoprogramma per la realizzazione per fasi del parco.

L’iniziativa prevede la riorganizzazione dell’intera area, con la realizzazione d’impianti turistico – sportivi e ricettivi, nel rispetto delle attrezzature esistenti, da attuare attraverso la definizione di nuovi ambiti di specializzazione funzionale necessari per consentire il potenziamento e completamento delle strutture già sportive esistenti: piscina olimpionica, campi di calcio, palazzetto dello sport, spazi commerciali direzionali, spazi ricettivi, struttura polifunzionale, oltre alle attrezzature che saranno dedicate all’acquapark e servizi, sistemazione dell’area circostante, viabilità, nuovi parcheggi e verde attrezzato.

Gli ambiti di specializzazione funzionale presenti nel progetto riguardano: Le aree riservate agli impianti sportivi; l’area destinata a parco acquatico; le aree riservate agli spazi commerciali, direzionali e ricettivi; la viabilità e spazi di sosta e i percorsi ciclo-pedonali”.

Il Consiglio entra quindi nello specifico: “Per gli impianti sportivi - si legge nella proposta - il progetto prevede la riorganizzazione dell’intera area, nel rispetto delle attrezzature esistenti, da attuare attraverso la definizione di nuovi ambiti di specializzazione funzionale necessari per consentire il potenziamento e completamento del sistema sportivo, realizzando: piscina olimpionica, campi di calcio, palazzetto dello sport.

Inoltre la riconversione della piscina comunale Caporicci con ampliamento e completamento delle attività, quali: beauty far, centro benessere, ospitalità.

Per il parco acquatico si prevede la realizzazione di un parco giochi acquatici e servizi. Le aree destinate alle strutture commerciali - infine aggiungono - , sono distribuite in adiacenza agli impianti sportivi e all’area destinata a parco acquatico.

Tali strutture permetteranno di garantire un servizio completo agli utenti e ai fruitori delle strutture sportive e del parco acquatico”.

Progetti a cui non mancano le idee per la viabilità: “A completamento dell’area sono inoltre previste la realizzazione di un asse stradale di attraversamento e di distribuzione interna che si collega a est con lo svincolo Tolentino Est e a ovest con la strada Abbadia di Fiastra; la realizzazione di ampie zone di parcheggi, a servizio dell’intera area; la realizzazione di percorsi ciclo-pedonali per consentire un’alternativa alla fruibilità dell’intera area che si allaccerà alla pista ciclabile di via Piani Bianchi già realizzata, che si conclude nella zona del Lago delle Grazie”.

Nel settimanale L'Appennino Camerte in uscita domani sarà pubblicato il secondo progetto proposto dal Consiglio.

GS
Sul nuovo dpcm è controcorrente la posizione del sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, che chiede maggiori poteri e maggiori responsabilità per gli amministratori locali. Una posizione che il primo cittadino tolentinate non aveva mancato di esprimere già ai tempi del sisma e che ora è rinnovata con una chiara richiesta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Un’idea di amministrazione di fatto opposta a quella espressa da tanti sindaci e dall’Anci nel corso della scorsa settimana, quando in occasione del precedente decreto era stato consentito un ampio spazio di manovra ai primi cittadini. Quello che per molti era stato uno “scaricabarile” per Pezzanesi è invece il modo corretto di gestire la pandemia, dando la possibilità a chi conosce il territorio di poterlo amministrare appieno.

“Una grande responsabilità, certo, ma siamo stati eletti per questo e non per sedere in poltrona – dice il sindaco ai microfoni di Radio C1 inBlu –. In giunta abbiamo partorito questa delibera, che riguarda da vicino tutte le attività commerciali già vessate dal lockdown e di nuovo da questo nuovo provvedimento. Oggi insistere ancora su queste strutture significa decretarne la morte, noi non lo accettiamo. Riteniamo che da Roma emanare provvedimenti non mirati ai singoli territori ma generali non sia il modo corretto di agire. Chiediamo appunto alla Presidenza del Consiglio maggiore spazio di manovra per amministrare il nostro territorio. Noi a Tolentino abbiamo 57 casi di Covid, ma in una città di quasi 20mila abitanti e in un momento di picco pensiamo che la situazione si possa definire sotto controllo. Per quanto non si possa prevedere il futuro, crediamo che in questo modo sia segnato a prescindere, se non per la pandemia, per le restrizioni alle attività. Già al tempo del sisma chiesi maggiori poteri. Molti sindaci si sono lamentati attraverso l’Anci per le eccessive responsabilità, ma la questione non mi vede d’accordo: chi meglio di noi può gestire il territorio che conosciamo? Dobbiamo assumerci questa responsabilità”.

Red.

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