Notizie sportive nelle Marche
Lunedì, 25 Novembre 2019 08:51

C1 Notizie - 24 novembre

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Sabato, 23 Novembre 2019 19:03

Camerino,Giulia da Varano è tornata a casa

Giulia da Varano ha fatto ritorno a Camerino. Ricca di emozioni e molto partecipata la cerimonia di riconsegna dell'opera del 1524, rubata  39 anni fa dalla allora pinacoteca dell'ex chiesa di san Francesco. A Palazzo Sabbieti, uno dei primi edifici del centro storico riaperti dopo il sisma, il Tenente colonnello Antonio Quarta, Comandante del Nucleo Tutela Patrimonio culturale dei Carabinieri di Genova, ha restituito al sindaco di Camerino Sandro Sborgia il dipinto attribuito al pittore Dosso Dossi, e raffigurante "Giulia da Varano Bambina", trafugato nel luglio del 1980 insieme ad altri 12 quadri della dinastia dei da Varano.
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Storia tormentata quella del recupero dell'olio su tela al quale, come spiegato dal Colonnello Quarta, si è giunti a conclusione di attività investigativa. Le indagini sono iniziate nel febbraio 2018, allorchè il proprietario del quadro, stimato collezionista genovese, ha chiamato i Carabinieri per segnalare che il dipinto che lui aveva e che aveva intenzione di vendere, poteva essere proprio quello rubato a Camerino nel1980. Il collezionista aveva trovato un acquirente e insieme si erano accordati  per farlo restaurare e stabilirne il valore. Spedito in Veneto presso un laboratorio di restauro, durante le opere di pulizia, la scritta Giulia Varano duchessa di Urbino aveva fatto emergere i primi sospetti. Contattata per l'esame la professoressa Alessandra Pattanaro dell'università di Padova, la docente ha identificato l'iscrizione riconducendo l'opera alla Corte di Camerino. Le ricerche compiute dalla studiosa, presente alla cerimonia per illustrarne tutti i dettagli, hanno chiarito che il dipinto poteva proprio identificarsi in uno dei quadri rubati dalla Pinacoteca civica della città ducale. A certificarne la provenienza ha contribuito poi il riconoscimento da parte dell'attuale curatrice delle collezioni della Pinacoteca di Camerino Barbara Mastrocola. E il risultato finale è che il prezioso dipinto è tornato finalmente nella sua città per essere restituito alla pubblica fruizione. Già da domenica 24 novembre  e fino al 6 gennaio si potrà ammirarlo nel deposito attrezzato "Venanzina Pennesi" del Seminario di Camerino, all'interno della mostra "Dalla polvere alla luce" e del più ampio progetto "La bellezza ritrovata" ideato dall'assessorato alla cultura per la stagione invernale camerte. 
IMG 20191123 180440  Emozionate le parole pronunciate dall'assesore alla cultura e turismo Giovanna Sartori per una riconsegna il cui valore non è solo artistico culturale e di arricchimento per il patrimonio cittadino:"In un momento così delicato per il percorso che stiamo attraversando, si carica di un significato nuovo - ha sottolineato- Ci emoziona l'idea di questa duchessa da Varano che torna a casa  quasi ad abbracciare la collettività e il territorio, a darci forza e coraggio e a farci riscoprire la volontà di non mollare".
Grato al Comando del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Genova il primo cittadino Sandro Sborgia che ha colto anche l'occasione per evidenziare tutto l'impegno profuso da Carmelo Grasso Comandante dello stesso Nucleo di Ancona per le regioni Marche e Abruzzo, per il recupero e la messa in sicurezza  del patrimonio dei beni nell'immediato post sisma. " Il ritrovamento è un tassello di un mosaico ben più ampio che è quello della ricostruzione della città e della nostra storia".
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Alla cerimonia in rappresentanza del Mibac nazionale è intervenuto Corrado Azzolini, direttore del segretariato regionale Mibac della Regione Marche ed Emilia Romagna, il quale ha portato il saluto del Ministro Dario Franceschini.
"La storia di Giulia da Varano- ha detto - ci riporta proprio al legame tra le due regioni dell'Emila e delle Marche. E un altro legame che non posso dimenticare è quello del sisma che noi abbiamo subito nel 2012. Camminare nella desolazione del centro storico di Camerino, mi ha riportato in quello che noi stessi abbiamo vissuto in Emilia appena quattro anni prima. Il recupero di un bene della città è il segno del ritorno di qualcosa che gli appartiene e che gli è stato rubato tanti anni fa. Spero che questo ritorno a casa sia di buon augurio. affinché in questa comunità possano tornare la tranquillità e la vitalità di prima".  Ai ringraziamenti generali rivolti ai Carabinieri per un'operato svolto con dedizione, serietà, competenza e grande impegno, si è unito anche il messaggio dell'assessore regionale Angelo Sciapichetti, convinto che il rilancio dei territori feriti, passi anche dalla valorizzazione dei beni culturali, delle bellezze naturali e artistiche. "Quello di oggi è un altro tassello che aggiungiamo al grande puzzle della ripartenza".
Dello stesso tenore le parole pronunciate dal rettore di Unicam Claudio Pettinari. "Il significato è che noi siamo ancora qua. La cerimonia in uno dei palazzi storici dell'università  tra i primi ad essere restituiti nel centro storico. Da qui noi siamo ripartiti e Giulia da Varano può indicarci la strada, affinchè  ancora una volta, dalla cultura la città riparta".
Lo ha definito un rientro inaspettato che riempie di gioia la curatrice della Pinacoteca Civica e musei diocesani Barbara Mastrocola: "Giulia è una camerte che torna. Se ne è dovuta andare  contro la sua volontà e torna grazie alla tenacia di chi non l'ha dimenticata e non si è arreso e torna perché lo Stato, nel caso specifico attraverso l'arma dei Carabinieri, ha saputo essere presente. Certo, parliamo di un'opera d'arte, ma il valore simbolico di questa giornata prende dimensioni enormi". Oltre alla scritta cancellata sul dorso della tela che riconduce alla città di Camerino, come illustrato dalla professoressa Alessandra Pattanaro, c'è un particolare a riportare alla città ducale e che la docente  vede rappresentato nel cane-marino che la piccola Giulia tiene in mano. Cane marino, figura chimerica presa a simbolo identificativo dai da Varano. 
Il dipinto necessiterà di restauro e intanto, il Colonnello Quarta ha fatto sapere che gli sforzi dei Carabinieri saranno ora rivolti al recupero delle altre dodici opere sottratte alla città quella notte tra il 12 e 13 luglio di 39 anni fa. 
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L’architetto Stefano Boeri, tra coloro che si occuperanno della Pianificazione Attuativa di ricostruzione del territorio di Castelsantangelo sul Nera.
Il comune è il primo dell’intero cratere ad affidare l’incarico di redazione del Piano Attuativo perl a ricostruzione. Si è infatti conclusa a procedura di Gara Europea, espletata dalla SUAM della Regione Marche per l'affidamento dei servizi tecnici di architettura e ingegneria e dei servizi afferenti, per l’attività di Pianificazione Attuativa connessa agli interventi di Ricostruzione nel centro storico e nei nuclei urbani maggiormente colpiti già dagli eventi sismici del 24 agosto 2016. Nove sono le perimetrazioni, otto nelle frazioni e una invece riferita al capoluogo . Ad occuparsi dunque della Pianificazione Attuativa di ricostruzione del territorio comunale sarà un importante raggruppamento di professionisti che vede come capofila la Società Cooperativa Mate e tra gli altri la partecipazione dell’architetto Stefano Boeri e dell’ingegnere Franco Braga. Oltre alla capogruppo Mate –mandataria, fanno parte del team le società Stefano Boeri Architetti ,Pro.ge. 77, Nhazca ,Coop. D.R.E. Am. Italia “L’attività di Pianificazione Attuativa connessa agli interventi di ricostruzione nel centro storico e nei nuclei urbani maggiormente colpiti dagli eventi sismici- afferma il sindaco Mauro Falcucci- nasce dalla necessità di governare in tempi brevissimi il processo di ricostruzione, non solo del territorio comunale ma di un comprensorio più ampio, al fine di comprenderne il ruolo all’interno della valle dell’Alto Nera, non escludendo l’individuazione vocazionale del territorio. Comprendere le priorità e le potenzialità del territorio e dell’area vasta- continua Falcucci- aiuta ad inquadrare meglio ciò che il sisma ha distrutto non solo fisicamente ma anche socialmente, culturalmente ed economicamente, ma soprattutto aiuta a valutare le criticità pregresse di una condizione di decadenza e trasformarle in potenzialità, al fine di generare un processo di rivitalizzazione/rigenerazione che non sia più passivo ma attivo e produttore di occasioni. La ricostruzione non deve essere vista esclusivamente come recupero e restauro delle singole costruzioni danneggiate, bensì –sottolinea Falcucci- nel più ampio significato di ripristinare e ripensare quel complesso di funzioni urbane, sociali, economiche che connotano un territorio. In tal senso la ricostruzione non è una mera replicazione delle strutture fisiche distrutte ma è anche una revisione necessaria della natura, della conformazione e dell’utilizzo del territorio. Un evento fortemente traumatico come un terremoto ha comportato delle modifiche permanenti al territorio, che non possono essere affrontate tramite una sola riproposizione pedissequa della situazione antecedente all’evento. In tal senso- la ricostruzione diventa anche una opportunità di ripensamento del territorio e di adeguamento dello stesso alle nuove esigenze. L’amministrazione Comunale –prosegue il sindaco di Castelsantangelo-, sta lavorando alla sottoscrizione di un “Protocollo d’Intesa” operativo sulla ricostruzione, che vede la partecipazione attiva fin dalla prima fase della pianificazione, di tutti i soggetti che a vario titolo saranno chiamati per rispettivi ruoli e competenze a esprimere un loro parere in sede di conferenza permanente. Il Protocollo d’intesa , a breve operativo - conclude Falcucci-intende avviare e rafforzare un percorso virtuoso di dialogo e collaborazione con i rispettivi enti sovraccomunali: “Struttura del Commissario alla Ricostruzione, Ufficio Speciale per la Ricostruzione Marche, Provincia di Macerata, Ente Parco dei Monti Sibillini, Soprintendenza”, al fine di accelerare e condividere fin da subito, nel rispetto della vigente normativa in materia, il processo di ricostruzione, andando a definire le Linee guida generali, da trasferire al gruppo multidisciplinare, al fine di dare loro un utili indicazioni per la pianificazione attuativa.La multidisciplinarità, per avviare un processo di ascolto, confronto e condivisione verso la riformulazione del disegno strategico da associare alla ricostruzione e alla rinascita di un territorio gravemente lacerato dal sisma 2016.
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Sabato, 23 Novembre 2019 11:22

C1 Notizie - 23 novembre

Pubblicato in Focus Notizie
Sabato, 23 Novembre 2019 10:49

I "Cugini di Castelraimondo" su Rai Uno

Confronto televisivo tra i Cugini di Campagna veri e quelli finti, "made in Castelraimondo", che si sono trovati faccia a faccia nel salotto televisivo di Rai Uno, negli studi di via Teulada, che ospitano la trasmissione "Italia sì", condotta da Marco Liorni. Qualche giorno prima, il gruppo che si diverte a suonare le canzoni più belle degli anni Settanta, tra cui quelle dei mitici Cugini, vestendosi di tutto punto con il loro stesso stile, è stato contattato dai tecnici Rai, che hanno chiesto ai componenti di prendere parte alla trasmmissione.
Entusiasti hanno subito accettato. Già diversi mesi fa hanno potuto esibirsi in un concerto con i loro miti, i Cugini di Campagna sono saliti sul palco del Lancianoforum nella loro stessa serata, in occasione del decennale dei Parodia, che tengono le loro serate per fare beneficenza e divertirsi. Incollata davanti alla tv tutta Castelraimondo che ha seguito la loro comparsa sullo schermo tv. Non hanno cantato ma hanno chiesto come mai i veri Cugini di Campagna non sono mai stati a Sanremo.
«Una giornata divertente ed emozionante per noi - raccontano i componenti del gruppo – abbiamo visto il dietro le quinte di un programma tv e personaggi come Rita Dalla Chiesa, Manuel Bortuzzo ed altri personaggi televisivi».
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Dopo la riapertura della chiesa di Pievefavera, frazione caldarolese, siamo andati a conoscere la situazione di altre due chiese del paese. 
Il santuario della Madonna del Monte e la collegiata di San Martino a Caldarola.

Servizio a cura di Giulia Sancricca e Mario Staffolani
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Grande interesse nella città ducale per l’incontro “Insieme a Camerino per la Ricerca” che ha avuto per partner organizzativi Soroptimist International Club di Macerata, Fermo e Jesi, Rotary Club di Camerino, Innerwheel di Camerino. Ente beneficiario dell’evento, che ha potuto fregiarsi delle relazioni di eccellenze del mondo medico oncologico, la Fondazione Airc per la ricerca sul cancro. La scelta di Camerino ispirata dall’essere città della provincia cuore della ricerca scientifica universitaria e per offrire un segnale di presenza nel dare supporto e sostegno ad una comunità in difficoltà a causa del sisma. Condivisione dei service del territorio si è avuta per l’importanza delle tematiche trattate e per la finalità di servizio propria dei club. L’immagine positiva di una città viva che risponde con la creatività e l’impegno alla situazione di disagio, nelle parole di saluto portate dal sindaco Sandro Sborgia, e dal presidente del Rotary Club Mario Cavallaro. Nel ricordare che Airc riceve dalle Marche quasi 3 milioni di euro che vanno ad aggiungersi ai 108 milioni incassati dall’associazione in Italia, la presidente del Comitato Marche dell’Airc Anna Costa Volpini ha fornito altri numeri relativi ai 5 mila ricercatori e ai 520mila progetti di Airc e dai quali ci si augura che nasca qualcosa di grande. A evidenziare il lavoro egregio che gli oncologi d’eccellenza delle Area Vasta 3 stanno portando avanti in un periodo difficile per la sanità italiana è stato il direttore Alessandro Maccioni che ha tenuto a sottolineare, pur nella ristrettezza di risorse, la garanzia di una sanità di qualità. In platea anche l'onorevole Tullio Patassini
Coordinatrice degli interventi Cristina Monachesi dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Macerata e socia Soroptimist Club di Macerata. La scelta di supportare Camerino motivata anche dalla presenza di tanti giovani ai quali l’Associazione Ricerca sul Cancro si rivolge con numerosi percorsi innovativi. In riferimento ad una popolazione più fragile a causa del forte sconvolgimento psico-emotivo, si è detto della maggiore possibilità di insorgenza di malattie anche di tipo oncologico, prospettando come utile l’ipotesi di un adeguato studio epidemiologico.
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“La rivoluzione dell’immunoterapia nella cura dei tumori e l’importanza della filantropia per il successo della scienza” al centro della relazione di Angela Santoni, ordinario all’ Università di Roma “La Sapienza”. La ricercatrice dell’Airc, riferimento internazionale per gli studi sull’immunoterapia, ha fornito una sintesi di quelle che sono le scoperte degli ultimi anni e che, almeno per alcuni tipi di tumore, hanno rivoluzionato l’approccio terapeutico. Per introdurre la nuova frontiera dell’immunoterapia sempre più utilizzata nella lotta ai tumori con vantaggio di sopravvivenza dei pazienti, la ricercatrice ha sottolineato il cambiamento di prospettiva rispetto alla poca fiducia che per molto tempo gli oncologi hanno dato al sistema immunitario non attribuendogli un ruolo così importante. Qualcosa è cambiato nel 2011 perché ci si è accorti che in realtà il tumore, da una parte è in grado promuovere un processo infiammatorio che può sfociare in una situazione neoplastica e, dall’altra parte, il tumore in qualche modo cerca di sfuggire al controllo e al meccanismo di difesa del sistema immunitario. Alla base dell’immunoterapia c’è l’idea di “educare” e stimolare il sistema immunitario in modo da avere una risposta che può essere di vantaggio per l’organismo, eliminando le cellule tumorali. Gran parte delle terapie nei confronti dei tumori finora si sono basate sulla chemio e sulla radio-terapia ma oggi si può pensare di istruire il sistema immunitario. Santoni ha osservato che forse il futuro dell’oncologia è la combinazione di più approcci terapeutici. “ Ciò non significa che tutto quello che è stato fatto prima non conta, anzi, anche la chemioterapia e la radioterapia hanno imparato a dialogare col sistema immunitario ma, la sopravvivenza maggiore dei pazienti si ha con la combinazione di più terapie”. I risultati a cui si è giunti si devono naturalmente agli importanti progressi nella ricerca. Ricerca che ha costi elevatissimi: un progetto annuale di ricerca costa dai 50 agli 80 mila euro e un ricercatore che lavora in laboratorio costa 35 mila euro l’anno. Inevitabile dunque che, soprattutto in un paese come il nostro, la ricerca debba avvalersi di benefattori e donatori “ E’ per questo che il concetto di filantropia di Aristotele continua ad avere un’importanza notevole – ha sottolineato Angela Santoni- perché è un valore che fa bene e, nel campo oncologico italiano, l’Airc detiene il primato. Nel 2018 Airc e Firc hanno distribuito 108 milioni divisi in borse di studio per l’Italia e per l’estero e per far sì che i nostri giovani abbiano l’entusiasmo di ritornare nel nostro Paese per fare ricerca Da quando è nata, l’Associazione Ricerca sul Cancro ha raccolto un miliardo e 300 milioni; ha20 mila volontari ai quali si aggiungono tanti sostenitori ”senza i quali i cinquemila ricercatori di Airc potrebbero fare molto poco”.
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In merito alla terapia immunitaria, il cui vantaggio rappresenta una speranza di sopravvivenza nei pazienti il direttore dell’UOC Oncologia Ospedale di Macerata Nicola Battelli ha denunciato però i costi troppo elevati dei farmaci. L’argomento centrale del suo intervento è stata poi la prevenzione legata al cancro della mammella. “ Il tumore nasce perché le cellule tendono a modificarsi e la crescita incontrollata delle cellule tumorali e la trasformazione, avviene sia per cause esterne ( alcool alimentazione, fumo, stile di vita, sedentarietà) sia per cause interne (legate al patrimonio genetico o alla familiarità). Possiamo agire sulle cause esterne, ma ben poco su quelle interne. Da qui nascono due tipi diversi di prevenzione: quella primaria che è quella di eliminare i fattori di rischio ( non fumare, muoversi di più) e la prevenzione secondaria cioè sottoporsi a mammografia in modo da intervenire subito su tumori di piccole dimensioni e avere più possibilità di ottenere una guarigione. “ La prevenzione da sola ha dimostrato che non serve a nulla per aumentare la sopravvivenza dei tumori, la terapia da sola dopo l’intervento non serve a nulla ma nel tumore della mammella è fondamentale l’associazione tra prevenzione e terapia medica come tra immunoterapia e chemioterapia. Adottare uno stile di vita- ha continuato Battelli- ci permette di evitare di arrivare a situazioni paradossali. L’associazione Italiana di oncologia medica ha individuato delle situazioni che possono far aumentare il rischio di tumori: fumo, sedentarietà, alcool, doping, alimentazione scorretta, esposizione ad onde elettromagnetiche e raggi UVA e malattie sessualmente trasmesse (papilloma virus). Con un corretto stile di vita si possono prevenire circa il 60 per cento di tutte le forme tumorali. Circa il 90 per cento dei tumori della mammella sono sporadici e senza base ereditaria e nei tumori della mammella ereditari, sono i geni ad individuare dei soggetti più a rischio di sviluppare un cancro, nonché le mutazioni alle quali possiamo essere quotidianamente esposti e che l’organismo non è in grado di correggere. Diversa la mutazione germinale per cui una persona ha nel suo Dna un’alterazione che può trasmettere ai suoi figli e qui è importante fare il test genetico. “ Fatti 100 i tumori della mammella il 10 per cento possono essere definiti ereditari. E’ chiaro che nel momento in cui è presente una mutazione genetica, il tumore potrà venir fuori se vi si associa uno stile di vita non perfetto che è quel qualcosa che fa innescare la problematica oncologica. Quando sono presenti più casi in famiglia di tumore della mammella è importante fare il test genetico”. Battelli ha poi detto che gli stili di vita sono fondamentali nella prevenzione del tumore della mammella; tra i fattori di rischio c’è l’obesità che favorisce molte forme tumorali. Prediligere alimenti protettivi come verdure, cavolfiori e frutta, mangiare pochi dolci e pochi zuccheri raffinati . Fondamentale per evitare l’insorgenza di tante malattie, fare attività fisica almeno 3 ore la settimana.
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Di Epidemiologia del carcinoma mammario ha parlato quindi la dott.ssa Benedetta Ferretti, Responsabile UOSD di Oncologia Camerino, San Severino, associandola al registro tumori e ricordando anche il registro tumori di Camerino che è stato già validato nel 1991. Riferiti al cancro in Italia i numeri presentati facendo anche riferimento ai dati “Passi” ricerca telefonica che viene fatta a livello aziendale con questionari standardizzati e rivolta ad una popolazione superiore ai 18 anni . Quanto ai numeri dell’incidenza dei Tumori e stima dei tumori del 2019 in Italia i nuovi casi sono 371 mila e circa 1000 i nuovi casi di diagnosi di tumore al giorno. Il tumore della mammella rappresenta in assoluto il tumore più frequente e ovviamente più frequente nel sesso femminile: i tumori presentano poi un’incidenza che aumenta nettamente con l’età. “Più del 50% dei Tumori vengono diagnosticati in soggetti che hanno superato i 70 anni e di questo bisognerà tener presente sia nei programmi di assistenza attuali sia futuri perché la quota dei soggetti che superano i 65 anni sta progressivamente aumentando e vi ritroviamo sia soggetti che risultano anziani ma che sono in ottime condizioni, sia soggetti fragili ai quali poi si associa tutta la sempre più importante problematica assistenziale”. Tanti i numeri riferiti dalla dott.ssa Ferretti e definiti di fondamentale importanza in quanto è proprio sulla base dei dati che è possibile capire l'effettiva entità del problema, fare un confronto fra le regioni e anche fra le diverse aree delle Marche così da approntare magari diverse programmazioni sanitarie “con delle finalità mirate e soprattutto implementare il paziente in ricerca, reti oncologiche, aderenza ai programmi di screening, perché sono la presa in carico globale del paziente sin dall’'inizio può garantire una sopravvivenza e una guarigione perché per il tumore della mammella, possiamo parlare di guarigione”.
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In chiusura l’intervento dello psicologo psicoterapeuta Valerio Valeriani, coordinatore ATS 16 -17 e 18 dedicato agli effetti del sisma sulla salute della comunità “ Il fatto che sia stata prorogata l’emergenza è perché siamo tutti  ancora in fase di emergenza, non tanto perché si vedono poche gru e sono stati rimessi a posto pochi mattoni,  lo siamo perché non abbiamo idea di cosa accadrà e non è ripartita un’idea di futuro. Siamo ancora in una situazione di stallo, d’incertezza e di attesa. Attesa continua e allora, ci si ammala. Credo che quello che serva e vada poi ad impregnare tutte le scelte che si fanno, è di rendere le persone protagoniste del proprio percorso di cura, mettere in moto la mente e desiderare il proprio futuro Serve fortemente un progetto partecipato che riattivi le persone e le faccia diventare protagoniste del proprio futuro”.
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A Camerino, verrà attivato un programma di borse di studio triennali per rendere appetibile l'attività professionale di giovani medici specializzandi capace di attrarre altri professionisti. Ad annunciare il progetto e l'intesa raggiunta tra Unicam, Area Vasta 3 e Direzione sanitaria regiionale, è stato il direttore generale dell'Area Vasta 3 Alessandro Maccioni. Lo ha fatto intervenendo all'incontro "Insieme a Camerino per la Ricerca" organizzato da Soroptimist International Club Macerata, Kiwanis Club Macerata, Rotary Club Camerino Tolentino Macerata e Inner Wheel Camerino. Insieme alla buona notizia dell'attivazione del programma utile ad attrarre professionalità, competenze e intelligenze nel territorio camerte, le parole del direttore dell'Area Vasta 3 hanno toccato anche la problematica delle ridotte risorse sanitarie del Paese e fornito rassicurazioni sul futuro dell'ospedale di Camerino e sull'impegno a risolvere la questione della carenza di personale nel reparto di Cardiologia.
" E' un periodo difficile per la sanità nazionale - ha dichiarato Maccioni- ma quello che riusciamo a garantire sia in Italia sia nelle Marche, seppure con risorse insufficienti rispetto a quello che ci si aspetterebbe da un sistema pubblico e rispetto al finanziamento che invece troviamo in altri Paesi europei, è una sanità di qualità. Riusciamo comunque a fare tante belle cose e come Area Vasta 3, siamo diventati attrattivi per studi clinici importanti. Al netto delle risorse del 2018 da destinare a medici, infermieri e a chi lavora sui progetti di ricerca, abbiamo introitato una somma di circa 180 mila euro per il potenziamento delle nostre attrezzature, per borse di studio e per assumere medici anche a tempo determinato." 
Nel sottolineare che Camerino deve diventare più attrattivo per i professionisti e per i medici, Maccioni si è soffermato sulla questione della carenza di personale a Cardiologia: "Il problema  è che non riusciamo a immettere 5 medici più il primario- ha detto- A luglio agosto per garantire l'assistenza h24 si è fatto ricorso a personale medico aggiuntivo che, per ragione di costi, non può continuare. A Cardiologia oggi sono presenti quattro medici più il primario ma  per dicembre dovremmo riuscire a contrattualizzare un'altra figura che attualmente è specializzanda.
Non c'è alcuna intenzione, nè volontà nascosta di chiudere l'ospedale di Camerino- ha rassicurato- Sarebbe assurdo: è un nosocomio da un punto di vista strutturale modernissimo, antisismico, a norma antincendio cerificata per cui, nessun direttore e nessun gestore della sanità pubblica, potrebbe pensare a un'idea del genere. Il problema della cardiologia c'è, ma perchè appunto c'è la cardiologia e ci sono dei reparti d'eccellenza come l'ortopedia diretta dal dottor Di Matteo. Proprio a questo riguardo, pochi giorni fa ci siamo incontrati  con il rettore di Unicam Pettinari, insieme alla neo direttrice dell'Asur regionale Nadia Storti per l'attivazione di borse di studio a valenza triennale da offrire a giovani medici specializzandi nelle varie specialità della medicina, chirurgia, ortopedia, cardiologia e nei rami del farmaceutico e della farmacologia. La finalità del progetto è quella di dare la possibilità ai giovani che escono dalle università e dalle scuole di specializzazione, di lavorare nell'ospedale di Camerino e nel contempo fare ricerca nell'ateneo di Unicam, attraverso gruppi di lavoro e pubblicazioni che, soprattutto all'inizio, potranno essere utilizzati per valorizzare la loro carriera  Noi- ha rimarcato Maccioni-dobbiamo cambiare paradigma e modo di pensare: dobbiamo partire da quello che c'è , che c'è rimasto e che c'è sempre stato dopo il terremoto.
Il punto di  partenza non deve essere quello che manca, ma quello che c'è. C'è l'università che non ha mai cessato di esistere nè mai sospeso le sue attività; c'è la sanità che non ha mai fatto notizia su questo terrritorio perchè l'ospedale ha tenuto, non ha mai riportato danni dal sisma e ha assistito le persone come andavano assisitite. Da subito abbiamo trasferito le persone ospiti delle case di riposo, in altre strutture che erano a disposizione nell'area Vasta 3, Noi ci siamo e non abbiamo mai arretrato. Il problema che c'è -ha concluso- è temporaneo ed è un problema che riguarda tutta l'Italia, perchè non si fa altro che parlare della carenza dei medici.
La struttura sanitaria di Camerino è moderna, efficiente e faremo di tutto per risolvere il problema della cardiologia e qualsiasi altra questione che nel corso dei giorni e dei mesi potrà prospettarsi. L'ospedale e la sanità sono strutture vive e per ogni struttura viva possono presentarsi difficoltà. I problemi ci stanno ma ci stanno anche per essere risolti: noi ci siamo e li affrontiamo anche d'intesa con il sindaco di Camerino, con l'università e con tutti gli operatori che insistono su questo territorio".
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Un giovane residente in provincia di Macerata, già noto alle forze dell'ordine, è stato arrestato e sottoposto al regime dei domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Tolentino. Il giovane, individuato e arrestato dai militari, è accusato di aver aver compiuto lo scorso 13 luglio, insieme ad un complice, una rapina ai danni del supermercato "Sì con te" di Tolentino. In quell'occasione i malviventi, con il volto coperto da calzamaglie ed armati di lunghi coltelli, avevano minacciato il personale del negozio, sottraendo dalle casse la somma contante di circa 3.000 Euro. Le indagini condotte dai militari del Norm di Tolentino hanno permesso di individuare i due rapinatori e, così, nei confronti di uno dei due rei, al termine di una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Macerata, è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari con l'applicazione del braccialetto elettronico. L'arrestato, messo alle strette dagli inquirenti, ha confessato il gesto. Uno degli elementi che più sono stati di aiuto all'individuazione dei rei ed alla conclusione positivia dell'indagine, oltre alla professionalità dei militari ed alla loro perfetta conoscenza del territorio, è certamente stato la presenza di telecamere ad alta definizione sia all'interno del supermercato colpito che nelle strade cittadine.
g.g.
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