Domenica 26 febbraio alle ore 11.30 verrà celebrata, nella basilica di San venanzio a Camerino, una messa dall’arcivescovo Francesco Massara per “una Preghiera per tutte le donne del mondo”. Un appuntamento ormai annuale organizzato dalla consigliera di Parità Deborah Pantana con il patrocinio della Provincia di Macerata e della Presidente della Commissione Pari Opportunità delle Marche Maria Lina Vitturini, per aprire le giornate dedicate alla donna per l’8 marzo.

Questa celebrazione e’ un’occasione importante per ricordare quanto oggi le donne con tenacia vivono quei drammi dati dalla guerra e dalle catastrofi del terremoto, ed ispirandosi alle parole del Papa che ricorda come “la rinascita dell’umanità” sia “cominciata dalla donna”. Dalla Vergine è sorta la salvezza “e dunque non c’è salvezza senza la donna”.

Si aprirà questo momento di preghiera con la lettura dei messaggi di vicinanza, inviati dal Cardinale Zuppi, dal Presidente del Senato Ignazio la Russa, dalla Ministra Maria Elisabetta Alberta Casellati, dalla Ministra Eugenia Roccella, dal Ministro Matteo Salvini e dal Presidente del Dipartimento di Protezione Civile Fabrizio Curcio.

Ha condiviso con entusiasmo l’iniziativa il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e con lui tutti i Sindaci della Provincia di Macerata e tutti i Presidenti delle Comunità Montane. In particolar modo hanno espresso il loro apprezzamento il Vice Presidente del Consiglio Regionale Gianluca Pasqui e il Sindaco di Camerino Roberto Lucarelli.

Una messa speciale da condividere con tutta la comunità provinciale.

Abbandona l’impegno politico Gianluca Balducci per le prossime elezioni amministrative di Bolognola.
Il fondatore e presidente dell’associazione Case Pintura, che si era messo all’opera per dar vita ad una lista civica composta da persone del posto, ripone “le armi” e annuncia di proseguire solo con il lavoro che lo vede impegnato nella sua associazione, formalizzata lo scorso 30 luglio.
Alla base della scelta di fare un passo indietro, le diverse liste che pare si stiano formando per l’appuntamento alle urne dei prossimi 3 e 4 ottobre.
“Pare che ci siano più gruppi a voler correre – dice – e non intendo mescolare le carte in tavola.
Tempo fa sembrava mancasse l’alternativa e il nostro obiettivo era quello di creare un contraddittorio.
Non sono certamente rimasto con le mani in mano in questo periodo: ho fatto molti incontri, messo persone in lista, ma credo che in alcuni casi gli interessi siano altri.
Vorrà dire che continuerò a fare del mio meglio per Bolognola con la nostra associazione, pronta a dare sostegno a chiunque diventerà il nuovo sindaco del paese. Mi auguro solo – l’affondo finale - che chiunque si candidi a Bolognola si impegni a trainare il carro e non solo a salirci sopra”.

GS
Il nome dell'ex vice presidente della provincia Deborah Pantana, che alcune indiscrezioni vorrebbero pronta a scendere in campo come candidato sindaco di Bolognola alla guida di una squadra di cui farebbe parte anche l'attuale sindaco Cristina Gentili, ha suscitato la secca smentita del primo cittadino.

"Non ho ancora sciolto la riserva su un'eventuale mia candidatura e ritengo che il mio nome sia statto fatto impropriamente - le parole del sindaco Gentili - In realtà ancora non si conosce la data precisa delle elezioni per cui c'è ancora tempo per riflettere ed eventualmente decidere. Sono ancora in bilico per cui una decisione da parte mia sarà presa dopo l'estate e sulla base dello sviluppo degli eventi. L'unica cosa certa è che, nel caso esista un gruppo creato dalla Pantana, io non ne faccio parte. La nostra terra ha bisogno di serietà e senso di responsabilità - conclude - ed usare nomi di altre persone per ottenere attenzione mediatica non è di certo quello di cui ha bisogno Bolognola".

f.u.



Il fermento politico che in questi giorni sta interessando Bolognola, in vista delle elezioni amministrative in programma il prossimo autunno, non è direttamente proporzionale alla grandezza del paese.

Nonostante i pochi elettori, infatti, (137 residenti ndr), sono diversi i nomi di chi vorrebbe impegnarsi per rilanciare il piccolo centro dell’entroterra che negli ultimi anni ha dovuto lottare per lo spopolamento, la perdita dei servizi e la valorizzazione di luoghi turistici con grandi potenzialità.

Il primo ad uscire allo scoperto era stato Gianluca Balducci, già fondatore dell’associazione Case Pintura, che si è messo all’opera per dar vita ad una lista civica composta da persone del posto.

“Non avrebbe senso dividersi così – aveva ammesso Balducci - qualora venisse fatto sono pronto a mettermi in gioco anche con l’altro gruppo. L’importante - conclude - è che si crei il confronto che finora è mancato”.

Sull’altro fronte il sindaco uscente, Cristina Gentili, non aveva sciolto le riserve confidando una forte “stanchezza dovuta a cinque anni difficili. Se dovessi candidarmi – aveva annunciato – lo farei solo per senso del dovere e per non lasciare il Comune in mano ad un commissario prefettizio”.

Ed è su questa scena che spunta la terza possibile protagonista: Deborah Pantana.

Le ultime indiscrezioni, infatti, la vedrebbero impegnata nel cercare di formare una squadra che possa sollevare la Gentili da un impegno diretto, ma comunque farla restare all’interno di un gruppo che ha bisogno di unità per puntare alla rinascita della montagna.

Un impegno, quello dell’ex consigliere comunale di Macerata, vice presidente della Provincia e candidata alle ultime elezioni regionali, che trova riscontro nelle sue origini legate alla montagna.

Più volte, nei mesi scorsi, Deborah Pantana era intervenuta a difesa dell’entroterra sottolineando come bisognasse “trovare il modo per collaborare tutti insieme. Arriveranno diversi fondi dall’Europa e, solo se siamo tutti uniti – aveva detto – , tali risorse potranno essere impegnate nei territori che maggiormente hanno pagato lo scotto del sisma e della pandemia”.

Ancora nulla di certo sulla sua candidatura, dunque, anche se il puzzle politico del Comune più in alto delle Marche sembra definirsi sempre di più: unico comun denominatore, al di là dell’appartenenza politica, resta sempre l’unione. Ammesso che si riesca ad ottenerla.

GS
Un importante incontro ha avuto luogo nel borgo di Aschio, frazione di Visso, tra il Direttore dell’Ufficio per la Ricostruzione Marche Ing. Stefano Babini, il Sindaco di Visso Gian Luigi Spiganti Maurizi, l’assessore Regionale Guido Castelli e Deborah Pantana, amministratrice del Consorzio di Proprietari di case della frazione di Aschio   affiancata dai tecnici del Consorzio, Marco Baraldi e Luciano Rosseti.
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Proficuo il sopralluogo che l'Ing. Babini ha effettuato sul posto per approfondire e valutare da vicino il sistema di ricostruzione messo in atto da diversi proprietari della frazione vissana.

Grazie alla collaborazione del Comune di Visso, diversi proprietari si sono costituiti in un consorzio volontario per la ricostruzione delle loro case, avvalendosi di uno staff unico di tecnici ed un’unica impresa di ricostruzione per accelerare i tempi di ricostruzione.
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Proprio in queste zone, dove vi sono difficoltà di viabilità, i proprietari delle case di Aschio hanno accettato la proposta della dott.ssa Pantana di costituirsi in  consorzio, unendo le forze per affrontare insieme i problemi legati alla ricostruzione, compreso quello di prevedere un unico cantiere di lavoro.

L’ing Babini, grato al Sindaco di Visso per l’incontro, ha dato delle indicazioni importanti allo staff tecnico incaricato ovvero quello di uniformare i materiali per la ricostruzione in modo tale che ritorni ad essere un borgo di montagna con le medesime caratteristiche di un tempo, ma tecnologicamente avanzato, grazie alle possibilità offerte dalla

Babini e l’'assessore Castelli hanno sottolineato più volte come il recupero delle aree interne faccia parte di una strategia sostenuta dalla Regione Marche e dal Presidente Acquaroli, ritenendo che si pensa al borgo come un luogo dove vivere, continuare la propria professione o magari iniziare a svolgere un nuovo lavoro.
c.c.
La Provincia dì Macerata ormai è diventata la più sfigata d’Italia.
Inizia così l’attacco diretto di Deborah Pantana, l’ex vice presidente della Provincia, che sulla sua pagina facebook non risparmia le critiche al presidente della regione Acquaroli e all’assessore regionale alla sanità Saltamartini, per aver deciso la zona rossa in tutta la provincia di Macerata.

“Abbiamo il più alto numero di paesi distrutti dal terremoto in tutto il cratere – prosegue la Pantana - abbiamo la mafia nigeriana che spaccia da noi a più non posso con la base all’hotel House, abbiamo il più alto numero di chiusure di partite iva e l’indice più alto di povertà.

Adesso pure la zona rossa, a differenza addirittura della Lombardia che è arancione scuro, per non parlare del Lazio che è sempre giallo.

Pensate un po’ chi dovrà rimanere chiuso in una SAE in pochi metri quadrati o in quelle specie di roulotte senz’aria con meno spazi”.

Hai microfoni di RadioC1 ha tenuto a precisare: “La zona rossa impedisce alla gente di lavorare e non ce lo possiamo permettere. Non è possibile che questo indice sia così alto così come loro dicono, è un dato al quale non crede più nessuno e va analizzato bene. Meraviglia il comportamento dell’assessore Saltamartini, che poi è della provincia di Macerata, queste scelte penalizzando ulteriormente il nostro territorio. Ci sono paesi come Bolognola,Fiastra, Montecavallo, Smerillo e altre realtà dove il covid non c’è, sono stati bravi e non vanno ulteriormente penalizzati.

Su questi paesi della montagna cominciamo a vaccinare a tappeto, è questo è il messaggio che voglio dare all'assessore regionale per impedire che questa gente non viva in clausura e in una situazione di disagio totale.

Io non ci sto – continua la Pantana – è una vergogna. Ho messo come dire tutta l'anima per far vincere questa giunta ma ad oggi l’appoggio non c'è più”.

Mario Staffolani



Le diverse interpretazioni delle norme anti-covid che riguardano il settore del commercio, stanno generando caos in ordine alle dimensioni dei negozi che possono restare aperti o debbono restare chiusi. Una situazione che danneggia ulteriormente un settore già pesantemente in crisi. Sulla questione interviene Deborah Pantana della Lista i Civici chiedendo al Prefetto di Macerata e ai sindaci una revisione delle aperture nelle attività di medie e grandi dimensioni. 
"Sembra incredibile come le norme nel nostro Paese vengono scritte apparentemente chiare ma poi vengono interpretate sempre in modo diverso da casi a casi a seconda di chi poi ci si trova di fronte"- sottolinea Deborah Pantana- . Piu’ volte abbiamo chiesto buon senso nel capire quali tipo di chiusure andavano fatte in questa situazione di covid incontrollato, che sta danneggiando la nostra economia in modo drastico. Da noi non si capisce che tipo di definizione viene data ai negozi grandi o piccoli che siano su strada che fanno parte di una stessa via o di un medesimo quartiere, mentre se guardiamo altri Comuni le cose vengono disciplinate in maniera diversa che da noi. Ne è un esempio Città di Castello in Umbria lo scorso 12 dicembre il Sindaco ha diramato un comunicato stampa in cui dichiara che:” nella mattinata odierna è avvenuto un opportuno colloquio tra il Comandante della Polizia Municipale ed il Sig. Prefetto della Provincia di Perugia in merito all’interpretazione delle norme contenute all’art. 1, lettera ff), dell’ultimo D.P.C.M. del 03/12/2020, in seguito recepite nell’Ordinanza della Presidente della Giunta Regionale n. 77 del 04/12/2020, sul tema della chiusura nelle giornate festive e prefestive degli “esercizi commerciali presenti all’interno dei mercati e dei centri commerciali, parchi commerciali ed altre strutture ad essi assimilabili”, all’esito del quale è emersa l’indicazione della Massima Autorità Provinciale secondo la quale, in base alle disposizioni attualmente vigenti, in tali giornate ai fini del contenimento dei rischi sanitari dovuti alla diffusione del virus COVID-19 debbono restare chiusi solo i complessi commerciali cosiddetti “unitari”, ovvero i centri commerciali o le strutture ai medesimi per caratteristiche equiparabili, non essendo quindi ricompresi nella previsione normativa gli esercizi di vicinato, media e grande struttura di vendita in qualsiasi area territoriale insediati.
Inoltre- continua Deborah Pantana-, i punti vendita di generi alimentari, già autorizzati all’apertura anche nei giorni festivi e prefestivi, potranno liberamente vendere anche prodotti non alimentari senza provvedere a delimitare, come in precedenza previsto, le aree di vendita di merce non alimentare presenti all’interno delle proprie strutture”. Come è possibile che invece da noi a Recanati, a Montecassiano, a Corridonia, a Civitanova Marche, a Macerata, le strutture medie d grandi di vendita vengono fatte rimanere chiuse? I Sindaci si stanno rendendo conto del danno economico che si sta provocando, non solo ai negozi ma anche alle famiglie che non possono lavorare? Poi si tampona dando dei bonus spesa, ma la gente ha bisogno di lavorare, per questo - conclude- chiedo al Prefetto di Macerata ed ai Sindaci di rivedere tale posizione di chiusure almeno per l’ultimo fine settimana prima di Natale. Non creiamo più danni di quelli che già sta provocando questo Governo".


c.c.
L'appello ai sindaci delle Marche per far revocare il Dpcm di Natale arriva da Deborah Pantana della lista I Civici che, in una nota, chiama a raccolta gli amministratori locali per evitare che la regione debba sottostare alle regole stabilite dal Governo per prevenire i contagi da Covid nel periodo natalizio.
"Periodo estremamente difficile quello che stiamo vivendo - scrive - , non solo per l’emergenza sanitaria in atto dovuta alla carenza di strutture che non riguarda solo la mancanza di terapie intensive, ma alla drammaticità che si vive nei nostri ospedali, dove tutti ormai hanno paura ad andarci, quindi non si curano, perché è comunemente detto che proprio lì si prende il Covid. Non è tollerabile nel 2020 pensare che uno si reca all’ospedale prende il Covid e lì muore, è inaccettabile quello che sta accadendo nel nostro Paese, per troppi anni si sono tagliati fondi per la sanità, per le scuole, per le strade e le infrastrutture, per dirottare tali soldi al salvataggio delle banche amiche della politica.

Poi  c’è il grande tema  della sofferenza economica che stiamo vivendo - aggiunge - , tutto è diventato estremamente difficile, si lavora poco e il periodo commerciale più importante dell’anno, quello di dicembre fanno stare chiusi negozi, parrucchieri, ristoranti, perché chi ha aperto il suo negozio in un parco commerciale o chi ha un ristorante oggi è diventato, per questo Governo,  portatore di Covid. Per il Governo bisogna lavorare dalle 5 della mattina fino alle 18 in modo tale che queste attività non contribuiscono alla circolazione del Covid. Vorrei chiedere al Governo - incalza - ma chi usufruisce di questi servizi alle 5 della mattina?  Voglio vedere quale Sindaco ha ancora il coraggio di mandare i vigili urbani a fare le multe a questi negozi che rimangono aperti per la propria sussistenza, per non licenziare le persone, senza violare l’art. 13 della Nostra Costituzione. Ma se i ristoranti hanno fatto spese assurde per adeguarsi alle disposizione anti covid, perché oggi sono visti come portatori di Covid? Inspiegabile - attacca Deborah Pantana - quello che sta succedendo in Italia".

Quindi la condanna al Dpcm: "Tale decreto - dice - non solo è vessatorio, ma anche antigiuridico, inopportuno ed illegittimo. In quanto tutte prescrizioni contenute in questo documento, vanno contro diritti previsti dalla Costituzione e causano danni oggettivi alla popolazione.

Innanzitutto non ci sono motivazioni giuridiche né scientifiche alla base del divieto di libera circolazione e vietando lo spostamento al di fuori del proprio Comune nelle giornate di Natale, Santo Stefano e Capodanno, c'è una restrizione della libertà personale che non può essere adottata se non con atto motivato dall’autorità giudiziaria. L’istanza sottolinea addirittura come tale sacrificio totale della libertà di circolazione, oltre a non avere motivazioni logiche, né giuridiche, né scientifiche, crea addirittura i presupposti per condizioni di isolamento che potrebbero rendere necessario l’intervento di servizi sociali o sanitari, o delle forze dell’ordine, con ricadute sulla spesa pubblica.

Infine, c’è il capitolo economico, non meno importante, che riguarda la violazione del diritto al lavoro. Il Dpcm - denuncia - prescrive regole illogiche per il contenimento del contagio e procura danno economico ai cittadini, con conseguente danno erariale, perché è ovvio che a fronte della caduta degli introiti per gli italiani, il gettito fiscale allo Stato sarà contratto.

Alla luce di queste considerazioni, bisogna che i nostri sindaci con un atto di coraggio si appellino a Conte inviando un istanza di revoca/annullamento di questo Dpcm del 3 dicembre, per un atto di buonsenso, per tutelare il benessere delle famiglie della propria comunità. Tutto questo non vuol dire irresponsabilità, ma buonsenso e coscienza di dover tutelare la salute di tutti, ma anche il diritto a lavorare e a condividere i momenti più importanti delle tradizioni cristiane con i propri cari. Lasciateci - conclude - ancora sognare il Natale".

GS





La questione della gestione dei rifiuti in provincia di Macerata al centro di una nta della candidata al consiglio regionale Deborah Pantana per la lista civica Civitas Civici, a sostegno di Francesco Acquaroli.

"Il Sistema di gestione dei rifiuti nella provincia di Macerata nei prossimi anni rischia il collasso - denuncia - a causa dell’ingiustificato ritardo nell’individuazione di una nuova discarica provinciale che dovrà sostituire quella di Cingoli, in fase di esaurimento nell’anno 2021".

Un tema, quello dell'individuazione della nuova discarica, che aveva acceso il dibattito pubblico già nei mesi scorsi, con la nascita anche di un Comitato a difesa dei territori del cratere che non possono e non vogliono caricarsi anche di questa incombenza.

"Non è pensabile realizzare la nuova discarica né nelle aree interne martoriate dal sisma (vedi Camerino) né a Recanati, la città di Leopardi - scrive la Pantana in una nota - : la realizzazione di un impianto di smaltimento dei rifiuti come la discarica avrebbe su quei territori vulnerabili, di alto valore paesaggistico e culturale, un impatto ambientale molto significativo e negativo per l’economia locale e per il turismo che rappresenta un motore di sviluppo fondamentale di queste aree. 

Il problema dunque si pone in tutta la sua gravità, sia in termini ambientali, sia in termini di sostenibilità economica in una fase in cui i rifiuti  invece di diminuire, come previsto dal piano regionale, tendono ad aumentare. Infatti negli ultimi due anni i rifiuti indifferenziati sono aumentati del 4,3%: nel 2018 erano 43.822 tonnellate nel 2019 sono diventati 45.760.

Se non verranno adeguatamente affrontate le numerose criticità del sistema di gestione dei rifiuti in ambito provinciale e regionale - precisa - si rischia il collasso ed una crescita esponenziale della tariffa di smaltimento che i cittadini della provincia di Macerata vedranno peraltro già da quest’anno aumentata del + 6,6%". 

Poi l'affondo al governo regionale attuale: "E' sin troppo evidente che la politica di gestione dei rifiuti sin qui perseguita dal centro sinistra si è rivelata del tutto inadeguata ed inefficiente sotto tutti i profili: non si può continuare a immaginare di risolvere il problema pensando alla discarica come l’ unica soluzione per lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati e dei sovvalli delle raccolte differenziate.

Nelle Marche su una produzione annuale di oltre 800 mila tonnellate di rifiuti quasi il 40% finisce ancora in discarica, mentre in Lombardia solo il 4% con una tariffa pro capite più bassa del 20% rispetto alle Marche.

Questo a causa del piano regionale dei rifiuti approvato nel 2015 dal centro sinistra che ha dimostrato di essere del tutto inadeguato e superato: ad esempio non è stata prevista la possibilità di realizzare un impianto regionale in grado di valorizzare dal punto vista energetico una risorsa energetica, come la “frazione secca” dei rifiuti urbani ed assimilabili, che  finisce sotto terra in discarica. Se fosse stato realizzato un impianto del genere nelle Marche oggi non ci troveremmo ad affrontare la questione della localizzazione di una nuova discarica in provincia di Macerata".

Quindi lo sguardo al futuro: "Chi guiderà la regione Marche per i prossimi 5 anni,  avrà un ruolo fondamentale nel definire una nuova strategia di gestione dei rifiuti, e le loro scelte ricadranno sulla vita di tutti i cittadini. Nelle Marche manca una gestione integrata dei rifiuti ed una base impiantistica matura e solida. Mancano impianti di riciclaggio per la frazione organica e umida (digestori anaerobici, compostaggio di qualità, bioraffinerie), mancano impianti per la gestione dei fanghi di depurazione civili. Mancano impianti per il recupero energetico dei rifiuti combustibili sia urbani che speciali originati a valle della raccolta differenziata o dalla stessa raccolta indifferenziata". 

GS




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