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Se è uno scherzo sarebbe bello finisse presto

Sabato, 06 Febbraio 2021 18:18 | Letto 2576 volte   Clicca per ascolare il testo Se è uno scherzo sarebbe bello finisse presto Sapete cosa rende simile Castelsantangelo sul Nera ai numerosi comuni d’Italia? Triste a dirsi ma sono le restrizioni causate dalla pandemia. Anche qui quest’anno non si festeggerà il carnevale. Per il resto il piccolissimo paese è molto diverso dagli altri. I residenti sono pochi e la maggior parte è avanti con l’età. Vivono “delocalizzati” nelle Sae, le famose soluzioni abitative di emergenza. Pietro Blanchi, è un residente, uno dei pochi che ha avuto la “fortuna” di restare con la sua famiglia nella sua casa. Il terremoto non lo ha costretto ad andarsene. E’ una persona solare e propositiva. In tutti questi anni l’ho sempre visto impegnarsi per il suo paese e per il territorio di cui è sicuramente orgoglioso. Fa anche parte della Pro Loco. Però vivere qui è dura se hai 50 anni. “La situazione è un po triste. Vedendo questa piazza così, tutta vuota in questo periodo del carnevale, quando eravamo abituati agli scherzi, ai giochi dei ragazzi, ai carri e invece niente siamo desolati.” Dice Pietro sconsolato. “Questo periodo di pandemia è un grosso colpo per noi, piccolo paese. Siamo allincirca 120 persone, la maggior parte ha una certa età. La piazza rimane sempre vuota. Ci sono pochi bambini, ci sono 4,5 ragazzi a Castelsantangelo. Fortuna che con la scuola a Visso fanno aggregazione perché sennò è una desolazione, è triste. Come genitore reputo che la scuola in presenza sia molto importante, più che altro perché c’è socializzazione, stanno tra compagni, fanno esperienze tra ragazzi.” Prima di salutarci chiedo a Pietro cosa si augura per Castelsantangelo e se avverte che la ricostruzione stia partendo. “Speriamo che parta al più presto ma è una situazione in cui ci vorranno anni per vedere qualcosa. Serve il giro dei cantieri aperti, degli operai e dei vecchi residenti nati qui e che ritornano a vedere casa. Tutto questo crea socializzazione. Serve parlare, perché adesso non vedi più nessuno.” Barbara Olmai Approfondimento su L’Appennino Camerte in uscita giovedì prossimo
Sapete cosa rende simile Castelsantangelo sul Nera ai numerosi comuni d’Italia? Triste a dirsi ma sono le restrizioni causate dalla pandemia. Anche qui quest’anno non si festeggerà il carnevale. Per il resto il piccolissimo paese è molto diverso dagli altri. I residenti sono pochi e la maggior parte è avanti con l’età. Vivono “delocalizzati” nelle Sae, le famose soluzioni abitative di emergenza.

Pietro Blanchi, è un residente, uno dei pochi che ha avuto la “fortuna” di restare con la sua famiglia nella sua casa. Il terremoto non lo ha costretto ad andarsene. E’ una persona solare e propositiva. In tutti questi anni l’ho sempre visto impegnarsi per il suo paese e per il territorio di cui è sicuramente orgoglioso. Fa anche parte della Pro Loco. Però vivere qui è dura se hai 50 anni. “La situazione è un po' triste. Vedendo questa piazza così, tutta vuota in questo periodo del carnevale, quando eravamo abituati agli scherzi, ai giochi dei ragazzi, ai carri e invece niente siamo desolati.” Dice Pietro sconsolato. “Questo periodo di pandemia è un grosso colpo per noi, piccolo paese. Siamo all'incirca 120 persone, la maggior parte ha una certa età. La piazza rimane sempre vuota. Ci sono pochi bambini, ci sono 4,5 ragazzi a Castelsantangelo. Fortuna che con la scuola a Visso fanno aggregazione perché sennò è una desolazione, è triste. Come genitore reputo che la scuola in presenza sia molto importante, più che altro perché c’è socializzazione, stanno tra compagni, fanno esperienze tra ragazzi.”

Prima di salutarci chiedo a Pietro cosa si augura per Castelsantangelo e se avverte che la ricostruzione stia partendo. “Speriamo che parta al più presto ma è una situazione in cui ci vorranno anni per vedere qualcosa. Serve il giro dei cantieri aperti, degli operai e dei vecchi residenti nati qui e che ritornano a vedere casa. Tutto questo crea socializzazione. Serve parlare, perché adesso non vedi più nessuno.”

Barbara Olmai

Approfondimento su L’Appennino Camerte in uscita giovedì prossimo

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