La chiusura della vicenda giudiziaria legata al camping “Il Quercione” a Ussita ha rinnovato il dibattito tra maggioranza e opposizione. Dopo la caduta in prescrizione dei reati contestati all'ex sindaco Marco Rinaldi e l'assoluzione nel merito per l'ex primo cittadino Sergio Morosi, continua la discussione della politica cittadina. La minoranza incalza l'attuale sindaco Silvia Bernardini, che all'Appennino camerte ha parlato di una sentenza accolta «con soddisfazione» e della volontà dell'amministrazione comunale di «riaprire il prima possibile il camping, non appena gli accertamenti avranno scongiurato ogni rischio». Sul tema è arrivata la risposta della minoranza che tiene il punto, sottolineando ancora come «la zona sia soggetta a rischi idrogeologici» e come «sia necessario sanare gli abusi edilizi».

L'opposizione ha infatti rimarcato le condizioni di «inedificabilità assoluta dell’area a causa del rischio idrogeologico di esondazione del Rio Valruscio. Le dichiarazioni del sindaco Bernardini ci sembrano pretestuose, soprattutto per quanto riguarda il ritorno dei turisti all’interno del campeggio. Per quanto riguarda l’inagibilità del ristorante ci auguriamo che il comune non abbia presentato un progetto per la ristrutturazione: saremmo di fronte ad un danno erariale ed a nuove fattispecie di abusivismo edilizio – sottolinea la minoranza –. Dal punto di vista delle prerogative del sindaco, inoltre, in qualità di autorità locale di pubblica sicurezza avrebbe dovuto emettere un’ordinanza di demolizione dei manufatti abusivi. Non sappiamo se questo sia stato fatto o meno. Allo stato attuale delle cose è pretestuoso parlare di una riapertura se non siamo di fronte ad una sanatoria o ad un nuovo piano regolatore. Non ci si dovrebbe illudere su una riapertura del “Quercione” a stretto giro di boa».

Approfondimenti nel numero dell'Appennino camerte in edicola questa settimana

l.c.
Camping “Il quercione” a Ussita, una vicenda infinita. Mentre dal punto di vista giudiziario, dopo la deposizione in aula di Emanuela Leli, che gestiva l’area sequestrata fino al 2017, avanza il processo contro gli ex sindaci Marco Rinaldi e Sergio Morosi, sotto il profilo politico la minoranza in consiglio comunale interroga l’amministrazione Bernardini.

“Una vicenda che seguo non solo come consigliere comunale, ma anche perché sollecitato al riguardo da diversi cittadini, alcuni dei quali con interessi indiretti nella vicenda – spiega il capogruppo Guido Rossi – Da quanto è dato sapere sembrerebbe che la Levi abbia ragione, ossia che questo camping sia stato realizzato in un’area inedificabile per la presenza di numerosi vincoli. Quello che più mi sconcerta, però, è il fatto che questo camping sia stato autorizzato e addirittura acquistato dal comune per una cifra per quei tempi molto consistente. Ecco, dunque, il motivo dell’interrogazione presentata nella quale chiedo al sindaco Bernardini di chiarire quanto è successo e quelli che sono i reali termini della vicenda in merito all’eventuale coinvolgimento del comune. Il tutto per conoscere la presenza o meno di danni erariali per i quali il comune stesso potrebbe essere chiamato a rispondere”.

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