Da una ricerca Unicam al via alla prima sperimentazione con cannabinoidi su
Camerino, 5 aprile 2016 – Ancora un successo per la ricerca UNICAM. E’ stata diffusa nei
giorni scorsi infatti la notizia che sulla base dei risultati ottenuti da uno studio coordinato
dal Dr. Massimo Nabissi del gruppo di ricerca di Patologia Generale ed Immunologia
diretto dal Prof. Giorgio Santoni, docenti della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti
della Salute di Unicam, la OWCP (One World Cannabis Pharmaceutical), un’azienda
farmaceutica biotech israelo-americana ha deciso di avviare la prima sperimentazione al
mondo con cannabinoidi su pazienti affetti da mieloma multiplo, in collaborazione con il
Sheba Academic Medical Center.
Il lavoro, nato da un progetto iniziato nel 2013 dal gruppo di ricerca UNICAM in
collaborazione con i professori Pietro Leoni e Massimo Offidani della clinica di Ematologia
degli Ospedali Riuniti di Ancona, aveva l’obiettivo di verificare se nei pazienti con mieloma
multiplo fossero espressi nelle plasmacellule tumorali recettori cannabinoidi e quindi
verificare se tali cellule potessero essere bersaglio dell’azione dei cannabinoidi.
“Dopo l’autorizzazione del Comitato Etico, sono stati reclutati i pazienti che hanno firmato
il consenso informato – ha dichiarato il Dr. Nabissi – ed abbiamo quindi iniziato la
sperimentazione con lo scopo principale di verificare se il trattamento combinato di
Cannabidiolo (CBD) con un farmaco attualmente utilizzato nella terapia del mieloma
potesse dare un maggiore effetto citotossico in cellule tumorali mielomatose e se l’utilizzo
del CBD fosse in grado di ridurre la dose del chemioterapico”.
Il lavoro è stato pubblicato nel 2015 su “International Journal of Cancer”, prestigiosa
rivista scientifica internazionale in ambito oncologico. Sulla base dei dati emersi in questa
pubblicazione, la biotech OWCP ha deciso di iniziare il primo studio al mondo su pazienti
affetti da mieloma multiplo, utilizzando la combinazione dei farmaci sperimentata dai
ricercatori Unicam.
“Si tratta ovviamente di una grande soddisfazione – ha proseguito il Dr. Nabissi – sia per
noi che per l’intero Ateneo, dal momento che non tutti i lavori di ricerca in ambito
sperimentale riescono a raggiungere un’applicazione clinica”.
“Vorrei comunque sottolineare – ha ribadito il Dr. Nabissi – la sostanziale differenza tra il
concetto di cannabis terapeutica e quello dell’uso ricreativo, tematica su cui ultimamente si
dibatte molto. L’utilizzo per uso terapeutico significa che noi ricercatori testiamo composti
purificati dalla pianta di Cannabis sativa e utilizziamo i singoli composti in combinazione
con le attuali terapie farmacologiche. Non si tratta dunque di pubblicizzare un uso
ricreativo che è attualmente proibito per legge. Questi due aspetti non vanno
assolutamente confusi”.
“Comunque, ha proseguito il Dr. Nabissi, l’uso dei cannabinoidi è ormai stato considerato
efficace in diverse patologie, che vanno dal dolore cronico (oncologico e non), come anti-
emetico, per ridurre il vomito (es. nei pazienti soggetti a chemioterapia) anti-
anoressizzante nello stimolazione dell’appetito (in pazienti affetti da cachessia e/o
anoressia), in alcune forme di glaucoma e nella Sclerosi Multipla. Inoltre la ricerca in
campo oncologico, sta ormai avviandosi alla fase clinica, in quanto un primo studio sull’uso
dei cannabinoidi in combinazione con chemioterapici è in corso in pazienti affetti da
glioblastoma multiforme. Ed anche in questo settore oncologico, il nostro gruppo di ricerca
ha contribuito con diverse pubblicazioni scientifiche, che hanno permesso di valutare
l’effetto terapeutico del CBD nel glioblastoma”.
Questo lavoro ed il successo che ha ottenuto rappresentano una ulteriore conferma
dell’eccellenza della qualità della ricerca scientifica Unicam, riconosciuta anche a livello
internazionale.