La “Piccola Broadway d’Italia” si è svegliata con una luce in meno questa mattina.

Tolentino, il mondo della cultura e dello spettacolo piangono la scomparsa di Aldo Passarini, musicista, compositore, storico insegnante del Centro Teatrale Sangallo e collaboratore della Compagnia della Rancia per la quale, agli esordi, ha contribuito alla stesura dei brani musicali.

A darne notizia sono state la moglie Ada Borgiani, coordinatrice della scuola di teatro fondata da Saverio Marconi, e la figlia Leslie che, sul profilo dell’artista hanno scritto: “Più del dolore per la perdita, è la gioia di averti avuto nelle nostre vite. Non mancherai a tutti, ma a tante belle persone sì”.

E da insegnante qual era, il suo testamento morale: “Adoperarsi per affermare e difendere la dignità di ogni essere umano rende la vita degna di essere vissuta nella massima intensità”.

In centinaia, appresa la notizia, si sono già stretti attorno a quella grande famiglia che nasce dietro la tenda di broccato rosso e nelle sale prova.

Tanti i messaggi di cordoglio dei bambini che Passarini ha formato, di chi oggi è diventato adulto e porta con sé il valore dell’arte e della musica che l’insegnante ha tramandato loro.

 La sua scomparsa, al termine di una lunga malattia, arriva in un momento già triste per il mondo della spettacolo, ma anche dopo che il Centro Teatrale Sangallo ha raggiunto il traguardo dei 40 anni di vita. Un successo raggiunto anche grazie ad Aldo e sua moglie Ada che, insieme, hanno sempre rappresentato un punto fermo per tutti gli allievi che sono passati per quelle aule. L’amore che li legava e la passione che insieme hanno sempre messo nell’accogliere bambini e ragazzi in un mondo magico, non saranno certamente cancellati da questa scomparsa.

Giulia Sancricca
Dal Centro teatrale Sangallo di Tolentino a Sanremo. Il lungo percorso di chi non ha mai abbandonato la sua passione per lo spettacolo e che ora diventa un esempio per tutti coloro che vivono con la magia del teatro nel cuore.

Può sembrare retorico dire che non è mai troppo tardi per realizzare i propri sogni, ma quando c’è chi trasforma la retorica in realtà il suo esempio serve a riscattare non solo i suoi sacrifici, ma anche quelli di chi, come lui, attende di farcela.

Gianni Pera, 60 anni, di Roma, è il riscatto di tutte le persone che della propria passione non hanno potuto farne un lavoro, soprattutto se si parla di spettacolo. Un settore che, proprio nel periodo di emergenza sanitaria, è stato messo in ginocchio dalle restrizioni, mostrando ancora una volta la precarietà di chi ne ha fatta la propria vita. Ma è in questo momento difficile per molti che, invece, è arrivata l’opportunità per chi la attendeva da tanti anni, come Gianni Pera.

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Gianni Pera

Il legame del 60enne con le Marche affonda le sue radici a metà degli anni ’80, quando fu il primo insegnante di danza della scuola di teatro fondata a Tolentino da Saverio Marconi. È per questo che negli ultimi mesi tanti marchigiani si sono trovati a fare il tifo per lui: a The Voice Senior prima e sul palco dell'Ariston di Sanremo tra qualche giorno, quando si esibirà nella serata delle Cover (giovedì 4 marzo) con Gio Evan ed altri tre protagonisti del talent show, Erminio Sinni, Ann Harper ed Elena Ferretti.


“Io frequentavo a Roma la scuola di Renato Greco – racconta Gianni Pera - e mi arrivò la segnalazione che Saverio Marconi era alla ricerca di un insegnante di danza per la sua scuola che inizialmente si occupava solo di recitazione.

Già in quegli anni, infatti, la sua grande ambizione era quella di portare il musical in Italia. Entrai in contatto con lui e dopo una bella chiacchierata con Saverio Marconi e Michele Renzullo, la scuola si aprì alla danza con il mio arrivo a Tolentino. Ricordo con piacere allievi come Cesare Bocci, Gabriela Eleonori e Massimo Zenobi. Ho bellissimi ricordi legati a quel periodo”.

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Gianni Pera negli anni della sua permanenza a Tolentino

Dopo il suo ritorno a Roma Gianni Pera continua nel settore dello spettacolo fino a quando decide, per andare avanti, di custodirlo come una passione e nel frattempo intraprendere un lavoro che gli permetta di vivere: “Ammiro chi rischia scegliendo un contratto a termine in questo settore – dice - , nel mio caso, per mancanza di coraggio e di situazioni, ho optato per una scelta diversa, ma la passione per lo spettacolo non l’ho mai abbandonata”.

Ed è nel momento in cui la sua occupazione principale nel settore alberghiero subisce un tracollo, dovuto alla pandemia, che a risollevargli il morale è la sua grande passione: “Quando la mia azienda ha deciso di chiudere e chiedere per i dipendenti la cassa integrazione avevo due strade difronte: deprimermi o reagire. Ho scelto la seconda ed ho fatto bene. Ma devo dire che la carriera si fonda anche sugli incontri giusti ed io li ho avuti: posso solo ringraziare il soprano Virna Sforza che mi ha permesso di studiare e prendere lezioni con rette accessibili e, addirittura, quando per me era davvero difficile, anche gratuite”.

Ma anche dopo The voice Senior il sogno di Gianni Pera è proseguito e con lui quello di chi lo sostiene immedesimandosi nella sua tenacia: “Quando ho ricevuto la chiamata dalla Universal che mi chiedeva di affiancare un artista sul palco di Sanremo per la serata delle cover mi sembrava fosse uno scherzo – ammette - . Tanti cantanti che lo desiderano non riescono a calcare quel palco in tutta la loro carriera ed io posso dire di avercela fatta”.

Ecco dunque che la magia del teatro e quella luce che la accompagna non si spegne mai. È questo il messaggio che Gianni Pera vuole trasmettere: “Tutti quei “no”, le porte chiuse,  i “le faremo sapere”, vengono azzerati quando si raggiunge una soddisfazione così grande. Ci sono voluti tempo e la consapevolezza che il mondo dello spettacolo abbia tante situazioni parallele in cui per molti è più facile proseguire. Io posso dire di aver realizzato questo sogno sempre nel massimo della onestà”.

Giulia Sancricca

L’intervista sarà pubblicata integralmente nella prossima edizione del settimanale L’Appennino camerte e trasmessa sulle frequenze di Radio C1…inBlu lunedì alle 10.10 e alle 13.40 per “Dentro la notizia”
Una mostra per celebrare i 40 anni del Centro Teatrale Sangallo di Tolentino.
La scuola fondata da Saverio Marconi raggiunge un traguardo importante proprio nel periodo in cui il mondo dello spettacolo ha subito una battuta di arresto, ma l'amore per l'arte che la scuola stessa ha trasmesso ai giovani che negli anni l'hanno frequentata, esprime ancora una volta la volontà di continuare, nonostante le difficoltà.

“Happening per 40 primavere”. È questo il titolo del progetto che l’associazione Centro Teatrale Sangallo di Tolentino ha presentato al Comune della città, con l'obiettivo di poterlo realizzare in occasione dell'anniversario.
Una mostra fotografica, documentale e artistica sulla storia e i protagonisti della scuola che dovrebbe essere installata al Teatro Vaccaj di Tolentino dal 3 al 20 giugno prossimi.
Circa 150 locandine degli spettacoli prodotti, foto, gigantografie, immagini, filmati, letture, porteranno a teatro la vita e i ricordi di chi è passato per quella scuola storica.

Chi si è avvicinato al magico mondo del teatro, grazie alla scuola del fondatore della Compagnia della Rancia, può certamente dire di aver assaporato quello che di più bello si nasconde dietro ad un sipario.

Le emozioni, le amicizie, gli amori, i successi e le delusioni. Tutte sensazioni che hanno, come fattor comune, il cuore.

Per i bambini e i ragazzi cresciuti nelle aule all’ultimo piano di Palazzo Sangallo, in piazza della Libertà, il cuore custodirà sempre ricordi preziosi, legati a momenti indimenticabili grazie ai quali, con un pizzico di orgoglio e soddisfazione, potranno sentirsi ‘privilegiati’ per aver fatto parte della storia teatrale di una città definita “La piccola Broadway d’Italia”.

E su questo spirito le celebrazioni prevederanno performance di spettacolo improvvisate, con protagonisti cantanti, attori e ballerini formatisi al Centro teatrale. La mostra inizierà con un percorso sin dalla piazza antistante il Teatro Vaccaj, attraverserà il foyer e i palchi, la platea e il palcoscenico fino ai camerini. Saranno gli stessi ragazzi del Centro Teatrale a guidare i visitatori nella mostra e anche nello stesso teatro, osservandolo da punti di vista di solito preclusi ad un normale spettatore e raccontando la sua storia in tutti i suoi aspetti.

L'associazione ha richiesto il patrocinio al Comune di Tolentino e l'utilizzo del teatro per l'allestimento della mostra.
"La scuola - dice il sindaco Giuseppe Pezzanesi - è sempre stata frequentata da innumerevoli appassionati di tutte le età della città e del territorio, svolgendo un ruolo centrale nella nostra cultura e caratterizzando Tolentino come luogo di grande vivacità sul piano delle attività e dell’educazione al teatro in tutte le sue diverse declinazioni di spettacolo e cultura. Per questo motivo abbiamo deliberato di concedere il patrocinio".

GS
Per ricordare quarant’anni di meraviglie non poteva che essere la favola di Lewis Carrol, ridotta da Saverio Marconi, a mettere insieme, in un video, il fondatore e direttore del Centro Teatrale Sangallo di Tolentino con i primi insegnanti della scuola e gli allievi del primo triennio dei corsi di recitazione bambini, ragazzi e adulti.

Il 2020 è l’anno di un anniversario importante per la scuola di teatro fondata da Saverio Marconi: un anno che era cominciato proprio con la volontà del regista di portare avanti un suo corso di recitazione. Purtroppo anche il Centro Teatrale Sangallo è stato costretto ad una pausa forzata per la pandemia, ma il desiderio di festeggiare questo traguardo è rimasto vivo e per questo è stato pubblicato oggi, sui social, un video in cui i volti ‘storici’ della scuola di teatro tolentinate raccontano “Alice nel Paese delle Meraviglie”.

Da Saverio Marconi a Marina Garroni, Michele Renzullo, Cesare Bocci, Massimo Zenobi, Bruno Borraccini, Stefania Corsalini, Silvia Giorgi, le tre sorelle De Sanctis, Gabriela Eleonori, Laura Cannara, Moreno Passarini e tanti altri recitano la favola che parla di un paese fatto di meraviglie.

E ripercorrere quarant’anni di Centro Teatrale Sangallo è un viaggio simile a quello della celebre Alice: chi si è avvicinato al magico mondo del teatro, grazie alla scuola del fondatore della Compagnia della Rancia, può certamente dire di aver assaporato quello che di più bello si nasconde dietro ad un sipario.

Le emozioni, le amicizie, gli amori, i successi e le delusioni. Tutte sensazioni che hanno, come fattor comune, il cuore.

Per i bambini e i ragazzi cresciuti nelle aule all’ultimo piano di Palazzo Sangallo, in piazza della Libertà, il cuore custodirà sempre ricordi preziosi, legati a momenti indimenticabili grazie ai quali, con un pizzico di orgoglio e soddisfazione, potranno sentirsi ‘privilegiati’ per aver fatto parte della storia teatrale di una città definita “La piccola Broadway d’Italia”.

Nell’anno delle distanze, allora, questo video vuole essere per tutti gli allievi, del passato e del futuro, il diario dei ricordi e dell’unione.

Non a caso, nelle ultime righe lette da Saverio Marconi, la favola dice: “Raccontami il sogno, ti prego, e poi scrivilo in un libro, così potrò rileggerlo ogni volta che vorrò”.

Giulia Sancricca

Nell'edizione de L'Appennino Camerte della prossima settimana sarà pubblicato un approfondimento sull'argomento.

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