Nelle Marche un cittadino su quattro è a rischio di esclusione sociale, il 3,4 per cento in più rispetto all’anno precedente. Ad affermarlo è un’analisi Coldiretti sui dati Istat relativi al reddito e alle condizioni di vita nel 2015, secondo i quali nella nostra regione il 23 per cento dei residenti si trova in difficoltà, contro il 19,6 per cento del precedente rapporto. Una situazione che potrebbe tra l’altro peggiorare nel 2016, considerate le difficoltà causate dal terremoto alle attività economiche nelle zone colpite. D’altro canto va sottolineato che il dato marchigiano resta comunque largamente inferiore a quello nazionale che vede ben il 28,7 per cento degli italiani con problemi di reddito o mancanza di lavoro. L’analisi, sottolinea Coldiretti, fa riferimento a tre indicatori: povertà, grave deprivazione materiale, bassa intensità di lavoro. Analizzando i numeri, per la nostra regione emerge che il pericolo povertà interessa il 13,9 per cento dei residenti, mentre in condizioni di grave deprivazione materiale (bollette, mutui o affitto arretrati, non poter riscaldare adeguatamente casa, non potersi permettere l’acquisto di alcuni beni o fare pasti adeguati, ecc.) si trova il 10,8 per cento delle persone. La bassa intensità lavorativa, ovvero il fatto di poter lavorare solo per alcuni periodi all’anno, coinvolge il 9,1 per cento.

E’ un novembre anomalo quello che si sta vivendo nelle Marche con temperature superiori di 3,1 gradi al normale e un crollo delle precipitazioni del 67 per cento. Ad affermarlo è un’analisi della Coldiretti regionale sulla base dei dati Assam, secondo i quali la temperatura media di questa prima parte del mese è stata di 12,6 gradi, contro i 9,5 dell’andamento storico. Trend inverso per le piogge, con appena 30 millimetri contro i 92 abituali del mese. Un fenomeno che conferma l’allarme lanciato dalla Nasa, l’agenzia spaziale americana, secondo la quale il 2016 si avvia a togliere al 2015 il primato di anno più "bollente" mai registrato sulla Terra. Si tratta di una conferma, secondo Coldiretti, dei cambiamenti climatici in atto che rischiano però anche di manifestarsi con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi, a partire da precipitazioni brevi e violente accompagnate anche da grandine con pesanti effetti sull’agricoltura. Di fronte al ripetersi di queste situazioni imprevedibili, conclude la Coldiretti, diventa sempre più importante il crescente ricorso all’assicurazione quale strumento per la migliore gestione del rischio.L'agricoltura è, del resto, l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Si tratta però di una sfida per tutti che può essere vinta solo se si afferma un nuovo modello di sviluppo più attento alla gestione delle risorse naturali nel fare impresa e con stili di vita più attenti all'ambiente nei consumi, a partire dalla tavola.

Scoppia la guerra del grano. A Roma la protesta degli agricoltori marchigiani.

Le Marche terzo produttore nazionale di grano duro, prezzi crollati ai livelli di 30 anni fa

Ci saranno gli agricoltori marchigiani al blitz domani, mercoledì 20 luglio, nella Capitale per difendere il grano nostrano che sta affrontando una crisi senza precedenti, con quotazioni più basse di quelle di 30 anni fa che rischiano di fare strage delle migliaia di aziende agricole impegnate nella coltivazione in una regione, le Marche, che sono il terzo produttore italiano di grano duro. La #guerradelgrano è stata annunciata dal presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo al termine dell’Assemblea nazionale dell’Organizzazione, cui hanno preso parte i presidenti marchigiani della Coldiretti, che guideranno domani la protesta dei produttori della nostra regione.

Grano

 

La manifestazione è prevista dalle ore 9 davanti al Ministero delle Politiche Agricole in via Venti Settembre XX, dove è stato convocato dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina il tavolo nazionale della filiera cerealicola con i rappresentanti delle Regioni e della filiera, dai campi all’industria fino alla distribuzione. Con l’avvio della mobilitazione si vuole combattere una situazione insostenibile con l’aumento delle importazioni soprattutto da Paesi extracomunitari mentre i raccolti nazionali vengono lasciati nei magazzini per effetto di manovre speculative che provocano la desertificazione di migliaia di ettari di terreno, localizzato spesso nelle aree interne più difficili e mettono a rischio il futuro della filiera dei prodotti più rappresentativi del Made in Italy nel mondo come la pasta e il pane. Nell’occasione saranno smascherati dalla Coldiretti furbizie ed inganni ma anche formulate proposte concrete per dare un futuro sostenibile alla coltivazione e garanzie di qualità ai consumatori.

 

 

 

Non è caduto nel vuoto il j'accuse pronunciato dal nuovo segretario di zona Sarnano-San Ginesio di Coldiretti Federico Francioni, con la Coldiretti che nel frattempo conferma per lunedì 18 luglio la manifestazione di protesta in regione. Con riferimento, infatti, ai problemi causati nella zona dall'invasione dei cinghiali Francioni aveva parlato di "forte opposizione da parte di alcuni influenti cittadini sarnanesi alla richiesta, presentata da Coldiretti alla provincia di Macerata, di autorizzare nei diversi comuni almeno 30 battute di caccia per la necessaria selezione dei cinghiali". Sembrerebbe, infatti, che lo stop alle battute sia stato dato da alcuni agricoltori preoccupati per le loro coltivazioni. "Facciamo chiarezza una volta per tutte dopo le tante chiacchiere sparate al vento – la risposta di Stefano Piergentili - Sabato 2 Luglio mio padre, Giacomo Piergentili, è stato contattato dal sig. Francesco Riccucci, uno dei responsabili della squadra 40, che lo informava che la domenica ci sarebbe stata la battuta ai cinghiali nella zona sotto Cardagnano, chiedendo se era possibile effettuarla anche all'interno della zona addestramento cani ivi presente. La risposta di mio padre è stata che era possibile effettuare la battuta anche all'interno della zona in quanto previsto dalla normativa. Allo stesso tempo, però, informava il Ricucci che nei terreni sopra la gola del torrente Carogno c'erano delle coltivazioni intensive in atto, "1 ettaro di patate e 3 di mais dolce", perfettamente recintati con rete elettrificata fornita dall'ATC e da tre linee di fili elettrificati pagati in proprio. Quindi invitava a prestare la massima attenzione perché si evitasse che i cinghiali in fuga (circa 55 esemplari filmati da fototrappola) braccati dai cani abbattessero le recinzioni elettriche e attraversassero le culture determinando danni per migliaia di euro, dei quali ovviamente, come da normativa vigente, è previsto il risarcimento da parte della squadra che li ha causati durante la battuta e della provincia quale ente autorizzante la stessa in periodo di caccia chiusa. A questo punto Riccucci esprimeva forti perplessità sul fatto di effettuare la battuta invitando mio padre ad informare la provincia delle colture presenti. Dopo diverse telefonate tra provincia, responsabili della squadra 40, che rifiutavano di pagare eventuali danni provocati durante la battuta, e i proprietari dei fondi che l'avevano richiesta, l'amministrazione provinciale, forse per questioni di responsabilità, ha deciso di sospendere l'esecuzione della cacciata. Non si dica, quindi, che è stato mio padre a non volere la battuta, anzi lo stesso si è adoperato per trovare altre soluzioni, ma forse la rivalità tra squadre di cacciatori ha impedito che si attuassero. In una battuta non si può mai prevedere cosa potrebbe accadere e, di conseguenza, essere sicuri che non si verifichino danni. Nessuno in definitiva si è voluto assumere la responsabilità e per tali ragioni la battuta non è stata fatta. Da parte nostra cerchiamo di difendere le nostre colture. Ma questa è la guerra dei poveri", l'amara conclusione di Stefano Piergentili.

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