"L'università per la pace riconosce il portale del Museo Vecchio della basilica di San Venanzio di Camerino come Opera di pace delle Marche, per la presenza di tre incisioni di Ebraico, Greco e latino, in auspicio di dialogo tra religioni per la pace e la collaborazione dei popoli".
E' questo il riconoscimento apposto sulla targa scoperta questa mattina nella basilica di San Venanzio di Camerino, dopo la riapertura avvenuta domenica scorsa a seguito dei danni del sisma del 2016, alla presenza del presidente dell'università per la pace, Mario Busti e di Daniele Salvi, in rappresentanza della Regione Marche.
Una scoperta resa possibile dagli studi di Dino Jajani: "Dopo circa 400 anni - spiega - , grazie ai miei piccoli studi di ebraico, mi sono accorto che per tutti questi secoli la scritta ebraica era stata tradotta male dai massimi studiosi degli ultimi secoli. Le ultime traduzioni errate figurano anche nei libri pubblicati a seguito della mostra sul '400 nel 2002 a Camerino. Questo portale ha una grande rilevanza europea e testimonia come la corte umanistica di Camerino fosse di rilievo".
Interessante lo spunto di riflessione proposto dal vicario generale, don Mariano Blanchi: "Raccogliendo il significato di queste scritte - dice - ho avuto una intuizione. Qui c'è il mistero grande dell'incarnazione nella prima scritta; la seconda, in ebraico, richiama la misericordia di Dio verso l'umanità e la terza scritta riguarda il fatto che, purtroppo, noi queste cose non le comprendiamo e se non le comprendiamo non è possibile attraversare la porta. Il mio pensiero - spiega - è semplicemente quello di un sacerdote che cerca di capire il collegamento di tre scritte apposto sullo stesso luogo".
L'argomento sarà approfondito nel primo numero de L'Appennino Camerte del 2020 in uscita il 9 gennaio.
GS
E' questo il riconoscimento apposto sulla targa scoperta questa mattina nella basilica di San Venanzio di Camerino, dopo la riapertura avvenuta domenica scorsa a seguito dei danni del sisma del 2016, alla presenza del presidente dell'università per la pace, Mario Busti e di Daniele Salvi, in rappresentanza della Regione Marche.
Una scoperta resa possibile dagli studi di Dino Jajani: "Dopo circa 400 anni - spiega - , grazie ai miei piccoli studi di ebraico, mi sono accorto che per tutti questi secoli la scritta ebraica era stata tradotta male dai massimi studiosi degli ultimi secoli. Le ultime traduzioni errate figurano anche nei libri pubblicati a seguito della mostra sul '400 nel 2002 a Camerino. Questo portale ha una grande rilevanza europea e testimonia come la corte umanistica di Camerino fosse di rilievo".
Interessante lo spunto di riflessione proposto dal vicario generale, don Mariano Blanchi: "Raccogliendo il significato di queste scritte - dice - ho avuto una intuizione. Qui c'è il mistero grande dell'incarnazione nella prima scritta; la seconda, in ebraico, richiama la misericordia di Dio verso l'umanità e la terza scritta riguarda il fatto che, purtroppo, noi queste cose non le comprendiamo e se non le comprendiamo non è possibile attraversare la porta. Il mio pensiero - spiega - è semplicemente quello di un sacerdote che cerca di capire il collegamento di tre scritte apposto sullo stesso luogo".
L'argomento sarà approfondito nel primo numero de L'Appennino Camerte del 2020 in uscita il 9 gennaio.
GS
Ha scelto Sefro e Amandola la settima edizione di “Se vuoi la pace prepara la pace”, organizzata dall’Università per la Pace con il sostegno dell’Assemblea legislativa delle Marche, nel corso della quale verrà presentato il progetto pluriennale “Non tremare...non temere”. L’iniziativa in programma il 7 e 8 settembre, focalizzerà la sua attenzione sui territori colpiti dal sisma.
La presentazione è avvenuta ad Ancona, con gli interventi del Presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo e del presidente dell’Università per la Pace Mario Busti. Presente anche la giornalista siriana Asmae Dachan che, proprio ad Amandola, sarà protagonista di un incontro insieme all’inviato speciale del tg1 Amedeo Ricucci. Attraverso un reportage realizzato in Siria, l’incontro farà comprendere quello che accade al di là del Mediterraneo, per una lettura più attenta delle dinamiche che portano alla fuga dai territori di origine. A Sefro invece avverrà la cerimonia di riconoscimento della Chiesa di San Tossano di Agolla come “Opera di Pace delle Marche”.
" Il senso di questa iniziativa- ha dichiarato il Presidente del Consiglio Regionale Antonio Mastrovincenzo- è che 'pace' significa anche essere solidali, vicini e attenti alle popolazioni colpite dal terremoto che hanno vissuto un vero e proprio bombardamento che ha fatto perdere loro case, scuole, chiese, insieme ai loro beni. Questo purtroppo ha molte similitudini con quello che avviene in guerra. Con questa proposta e insieme all'Università per la pace, vogliamo dare attenzione massima a questi territori anche grazie a testimonianze importanti come quella di Asmae Dachan. Con l'Università per la Pace come sempre fatto in passato continueremo a collaborare su temi di grande attualità e soprattutto di grande valore per i giovani".
C.C.
La presentazione è avvenuta ad Ancona, con gli interventi del Presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo e del presidente dell’Università per la Pace Mario Busti. Presente anche la giornalista siriana Asmae Dachan che, proprio ad Amandola, sarà protagonista di un incontro insieme all’inviato speciale del tg1 Amedeo Ricucci. Attraverso un reportage realizzato in Siria, l’incontro farà comprendere quello che accade al di là del Mediterraneo, per una lettura più attenta delle dinamiche che portano alla fuga dai territori di origine. A Sefro invece avverrà la cerimonia di riconoscimento della Chiesa di San Tossano di Agolla come “Opera di Pace delle Marche”.
" Il senso di questa iniziativa- ha dichiarato il Presidente del Consiglio Regionale Antonio Mastrovincenzo- è che 'pace' significa anche essere solidali, vicini e attenti alle popolazioni colpite dal terremoto che hanno vissuto un vero e proprio bombardamento che ha fatto perdere loro case, scuole, chiese, insieme ai loro beni. Questo purtroppo ha molte similitudini con quello che avviene in guerra. Con questa proposta e insieme all'Università per la pace, vogliamo dare attenzione massima a questi territori anche grazie a testimonianze importanti come quella di Asmae Dachan. Con l'Università per la Pace come sempre fatto in passato continueremo a collaborare su temi di grande attualità e soprattutto di grande valore per i giovani".
C.C.