CoronArt- l'arte di vincere e superare questo brutto virus, è il bando di concorso che si rivolge a bambini e ragazzi, stimolando la creazione di elaborati che, sottoposti alla valutazione finale di una giuria di esperti, potranno aggiudicarsi i 5 premi in palio da condividere in famiglia. Affidarsi al Signore Gesù e dare un colore diverso alle giornate, può servire a scacciare i brutti pensieri e a ritrovare coraggio.
"Come voi ragazzi, anch'io in questi giorni ho deciso di obbedire a quanto l'Italia ci chiede e sono rimasto a casa- dice il vescovo Francesco- Ma rimanendo a casa non ho smesso di pensare a tutta la gente della Diocesi di Camerino- San Severino e Fabriano-Matelica e a voi bambini delle scuole elementari e medie. La scuola è chiusa, non si può fare sport, il parroco non può accogliervi per il catechismo e la messa. Mi sono detto: cosa posso fare per tutti questi bambini e ragazzi? E' così che mi è venuto in mente di questo concorso che ho pensato di chiamare "CoronArt" al quale vi invito a partecipare attraverso le vostre canzoni, i vostri scritti e poesie, i vostri disegni. C'è tempo fino al 3 aprile per partecipare al concorso e vi invito caldamente a farlo inviando il vostro materiale alla e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
L'augurio è che tutti possiamo tornare presto alla gioia di prima".
Condizione essenziale per la partecipazione è che gli elaborati sotto forma di disegni, poesie, brani musicali e video, traggano spunto dalle tre domande indicate dal vescovo. Se ne potrà scegliere una, due, oppure tutte e tre insieme:
1- Cosa vorresti dire o vorresti fare per chi sta lavorando per la salute e per il bene dell'italia? ( medici, infermieri, scienziati, forze di polizia..).
2- Quale sarà la cosa che farai appena finisce questo momento dell'#iorestoacasa?
3- Cosa possiamo fare io, te e tutte le persone del mondo affinchè tutto questo non avvenga più?.
Disegno, poesia, brano musicale o video, dovranno concludersi con l'intima preghiera che in questa situazione di emergenza dell'#iorestoacasa, ogni bambino intende rivolgere a Gesù .
L'invito è a mettersi subito all'opera. Il giorno di Pasqua, sarà lo stesso Arcivescovo Francesco Massara a rendere pubblici i primi 5 classificati del concorso.
Chi avesse bisogno d'informazioni può scrivere un messaggio WhatsApp al numero 339 7325392
c.c.
A fondo pagina il video messaggio dell'Arcivescovo Francesco
Il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, ha infatti parlato dalla stanza dell’Ospedale di Cremona, dove è ricoverato da venerdì sera nel reparto di Pneumologia dopo alcuni giorni di febbre e accertamenti che hanno evidenziato un interessamento polmonare.
Poche frasi, un minuto di telefonata per ringraziare, rassicurare, invitare alla preghiera per tutti e augurare una buona domenica.
«In queste ore – dice – tantissimi, dalla diocesi di Cremona e dalle Marche, mi hanno manifestato la loro vicinanza e il loro affetto in questo momento di difficoltà. Voglio anzitutto ringraziarvi e rassicurarvi, perché le terapie sono iniziate e tutto procede secondo i protocolli desiderati».
"Napolioni - si legge in una nota della diocesi di Cremona - è affidato alle cure dello staff medico del Unità operativa di Pneumologia guidata dal dottor Giancarlo Bosio. Questa mattina è stato sottoposto al test del tampone, di cui sono ancora attesi gli esiti; nel frattempo la forma di polmonite virale diagnosticata è in fase di trattamento con ossigeno e terapia antivirale, come sta avvenendo per tutti i casi analoghi".
«Guardo avanti con fiducia – dice ancora il vescovo nel suo messaggio audio – soprattutto grazie alla preghiera di tutti, e alla preghiera per tutti: non solo per il Vescovo, ma per tutti i malati, per tutti i medici, per il personale che si prodiga straordinariamente e per tutta la collettività che ha bisogno di attraversare questo deserto per vivere una splendida Pasqua. Quindi – conclude – buona domenica, anche dall’ospedale».
GS
A seguito di alcuni giorni di febbre altalenante e di qualche difficoltà alle vie respiratorie, infatti, oggi pomeriggio, dopo alcuni esami clinici, il vescovo Antonio Napolioni è stato ricoverato all’Ospedale Maggiore di Cremona per sottoporsi ad ulteriori accertamenti ed in particolare alla prova del tampone per valutare un possibile contagio del Coronavirus.
"Il vescovo ha commentato - si legge in una nota della diocesi di Cremona - ha commentato: «Dopo alcuni appuntamenti quotidiani “In casa con voi”, ora starò anche “In ospedale con voi”».
GS
Un "viaggio", quello in programma per il prossimo 19 marzo, in cui l'arcivescovo visiterà le fabbriche della diocesi, partendo da Genga, passando per Sassoferrato, Fabriano, Cerreto D'Esi e, infine, Matelica, dove celebrerà la santa messa in una nota cantina locale.
"Ogni volta che attraverso il territorio della diocesi di Fabriano-Matelica - dice l'arcivescovo - , osservo con attenzione i campi coltivati, i vari stabilimenti industriali insediati nel territorio e la mente mi spinge sempre al testo delle Creazione offerto dal libro della Genesi che suscitano nel lettore uno stupore senza eguali e testimoniano che l’ingegno umano, il lavoro dei campi, l’abilità artigianale, la produttività industriale d’avanguardia appartengono al progetto di Dio sull’uomo. Occorre, però, che il lavoro sia secondo quella sorta di “piano regolatore” dell’Eden, continui cioè a rispettare la dignità dell’uomo e la custodia del dono del Creatore".
Poi la sua riflessione dopo la visita a Nazareth nella casa di Giuseppe: "Le guide - spiega - ci hanno offerto una bella meditazione su Gesù che, fattosi simile all’uomo, era riconosciuto come il “figlio del carpentiere” ovvero carpentiere anche lui. Gesù, assumendo la piena umanità, non si astiene dalla fatica del lavoro umano per sostenere la sua famiglia, anzi probabilmente s’ingegna per portare avanti la bottega paterna. Il lavoro - dice Massara - diventa la risposta ad una chiamata di Dio, risposta alla vocazione della vita, dell’uomo in quanto figlio di Dio e dunque figlio della società".
GS
Aveva 93 anni e si è spento questa mattina all'ospedale di Camerino dove era ricoverato da alcuni giorni. Personaggio di rilievo all'interno della diocesi di Camerino-San Severino Marche in cui ha ricoperto per anni il ruolo di insegnante e poi rettore del seminario diocesano dal 1957 al 1968; per molti anni è stato parroco di Santa Maria In Via.
Era il decano dei sacerdoti diocesani, sia per età anagrafica che per anni di sacerdozio.
Ordinato presbitero nel 1949, proprio lo scorso anno ha festeggiato i suoi 70 anni di vita ecclesiale.
Dopo il sisma anche lui ha dovuto fare i conti con una dimensione di vita profondamente mutata, adattandosi al cambiamento delle proprie abitudini.
( nella foto il ricordo della festa dei 90 anni di don Quinto )
Don Quinto era stato infatti costretto ad uscire dalla sua casa del centro storico danneggiata dal terremoto.
Proprio lo scorso mese di ottobre, in una intervista rilasciata a Carla Campetella in occasione dei suoi 7o anni di vita ecclesiale disse: "Adesso, potrei dire che vi sia solo da completare questo tempo che è rimasto, nella maniera più disponibile possibile per le cose che si possono fare e con le poche forze che si hanno.
E’ la forza che guida il cammino degli uomini e che si percepisce sempre più evidente nella mia situazione; ho molto tempo a disposizione e mi si dà anche la possibilità di riflettere meglio sull’andamento di una Chiesa che è guidata dallo Spirito”. Il suo augurio per il futuro della città e della diocesi, era stato di riuscire a superare il colpo delle pietre cadute e delle cose che ci mancano. “L’accoglienza che si può trovare intorno - aveva detto - , ci dice che anche se le pietre cadono, la Chiesa non muore e che la capacità di costruire una comunità c’è sempre”.
I funerali saranno celebrati domani, 16 febbraio, alle 15.30 nella chiesa di Vallicelle a Camerino.
Un ricordo della vita di don Quinto Martella, a cura di don Francesco Gregori, sarà pubblicato nella prossima edizione de L'Appennino Camerte.
GS
Tutta la comunità è invitata a partecipare all’intenzione che “fedeli al carisma di don Giussani nell’appartenenza alla vita della santa chiesa, possiamo assecondare l’invito di papa Francesco a «seguire Gesù, ascoltare ogni giorno la sua chiamata» che ci raggiunge attraverso i Suoi testimoni. Offrendo la nostra esistenza per il Papa e i nostri fratelli uomini, domandiamo allo Spirito che l’incontro con Cristo diventi sempre più l’orizzonte totale della nostra vita e la forma vera di ogni rapporto”.
Un Auditorium Benedetto XIII gremito da oltre 400 giovani provenienti da tutte le vicarie della diocesi di Camerino-San Severino Marche ha fatto da cornice alla celebrazione diocesana della Giornata Mondiale della Gioventù sabato 19 marzo, vigilia delle Palme. "Ci ha liberati per la libertà" il filo conduttore dello spettacolo proposto, un viaggio nel fantastico mondo di Oz dove i partecipanti hanno "incontrato" Simone Riccioni, autore del libro "Eccomi: un'avventura appena iniziata" e protagonista del film "Come saltano i pesci" in uscita al cinema il prossimo 31 marzo. "Da alcuni anni stiamo tentando di puntare ad esperienze più vicine al mondo dei giovani – così suor Gina Masi – Credo che quest'anno siamo riusciti nell'intento attraverso uno spettacolo che ci ha parlato delle dipendenze da cui liberarci per essere liberi di vivere. "La libertà viene da Gesù, la libertà è fatta di valori familiari", il messaggio lanciato anche da Simone Riccioni che ha toccato il cuore dei giovani presenti".
Auguri all'arcivescovo di Camerino – San Severino Marche Francesco Giovanni Brugnaro per i suoi 73 anni, festeggiati con un momento conviviale, offerto da Bruno e Oreste della MaSoGiBa, insieme ai suoi più stretti collaboratori, che hanno donato a mons. Brugnaro un pastorale, che termina nel vincastro con un mazzo di rose e nel quale sono incisi lo stemma episcopale e lo stemma dell'arcidiocesi. "Non guardiamo alla nostra età – ha ringraziato commosso l'arcivescovo – ma alla continuità del ministero che non ci è stato dato ad tempus. Continuiamo a lavorare per l'unità e nella cordialità. Nonostante le nostre differenze culturali, storiche, personali rappresenta una scelta di vita seria essere capaci di fare unità tra le pluralità. La cordialità permette poi di superare gli ostacoli e le difficoltà quotidiane ed è segno di verà umanità. Tutto ciò permette di operare per l'unità di un progetto".
(La torta con la foto dell'ingresso in diocesi a Camerino)
(Gli auguri del vicario mons. Tranzocchi)