“La piazza comincia a rinascere”. Con queste parole colme di gioia, speranza e soddisfazione l’arcivescovo di Camerino, Francesco Massara, annuncia l’arrivo del decreto firmato dal direttore dell’Ufficio sisma regionale che dà il via all’intervento di ricostruzione del Palazzo vescovile di piazza Cavour a Camerino.

“Una bellissima notizia – dice Massara - perché entro gennaio cominceranno i lavori e questi rappresentano un bel segnale per tutto il cratere, per il territorio e per la città ducale. Sarà una gioia per tutti”.

Si tratta del secondo cantiere più grande del cratere. Il più grande della regione Marche.

“Due anni di lavoro per il progetto, diecimila metri quadrati da sistemare, ventidue milioni di euro di contributo e circa tre anni previsti per i lavori”.

Questi i numeri del cantiere secondo Carlo Morosi, responsabile dell'ufficio ricostruzione ed edilizia della diocesi di Camerino.

“Un grande sforzo professionale  - ammette - , passato attraverso diverse ordinanze servite a rimodulare più volte il progetto. Saranno lavori di consolidamento che prevedono soprattutto il rafforzamento delle mura esistenti, sia mediante interventi tradizionali che tecniche moderne come le reti che rinforzano e rendono unitaria una muratura a sacco tipica delle nostre strutture. L’impiantistica, le finiture e i tetti saranno rifatti.

Gli interventi – spiega – saranno realizzati seguendo anche le esigenze e le richieste dell’amministrazione pubblica. La struttura si trova nella piazza principale di Camerino (piazza Cavour, ndr) quindi la necessità maggiore è quella di rendere il palazzo il più sicuro possibile, compatibilmente con il vincolo che la struttura possiede come bene monumentale. Ci siamo orientati, come tecnici, su questa strada e siamo riusciti, nel rispetto del pregio storico, ad ottenere un miglioramento sismico superiore al 60 per cento dell’adeguamento. Lo abbiamo trattato alla stregua di un edificio di civile abitazione, pur avendo una geometria che mal si presta a resistere sismicamente e in maniera ottimale al terremoto.

Il palazzo – aggiunge - è parte del complesso della canonica ed interverremo anche su questa. I lavori – conclude Morosi – vanno a completare l’intervento del collegio del Bongiovanni, già in avanzato stato di ristrutturazione e adiacente al palazzo, a cui seguirà anche il recupero della cattedrale”.



(L’argomento sarà approfondito nel prossimo numero del settimanale L’Appennino Camerte)



GS
“Venite a lavorare qui, nel cratere del centro Italia”.

Il Commissario straordinario alla ricostruzione, Giovanni Legnini, si è rivolto all’intero settore edile questa mattina, in occasione del taglio del nastro per la nuova “Aula sistemi” e magazzino dell’istituto professionale Ercole Rosa a San Severino.

L’inaugurazione della struttura danneggiata dal sisma, dove dal 2016 non era più stato possibile svolgere le attività laboratoriali e i macchinari erano stati spostati in un’altra aula, è stata l’occasione per Legnini per ribadire gli obiettivi della struttura commissariale.

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Rosa Piermattei, il cardinale Menichelli che ha frequentato l'Ipsia Ercole Rosa e Giovanni Legnini

“Le scuole, la ricostruzione privata e quella pubblica – ha detto - .  Nell’arco di poche settimane vareremo una nuova ordinanza con cui finanziamo tutte le scuole danneggiate, nel cratere e fuori dal cratere, per un totale di oltre 430 strutture. Si tratta di uno sforzo che lo Stato ha ritenuto prioritario, affinchè ci siano scuole sicure e più moderne, sostenibili e capaci di realizzare a pieno l’offerta formativa”.

Poi si è soffermato nello specifico delle scuole settempedane: “Quella che inauguriamo questa mattina non è un’opera di grandi dimensioni, ma è importante perché restituisce piena funzionalità all’istituto professionale. A questa seguiranno altre opere per restituire servizi essenziali alla città come l’Itts Divini: una delle vicende più complesse della ricostruzione del centro Italia tra inadempimenti e burocrazia, ma che ora viaggia con una certa regolarità”.

Per quanto riguarda la ricostruzione pubblica e privata, invece, ha ricordato la differenza di tempi tra le due: “Abbiamo registrato, nell’ultimo anno, un avanzamento importante della ricostruzione privata e San Severino ne è l’esempio. Lo stesso ritmo non lo hanno le opere pubbliche. Il legislatore ha emanato norme di semplificazione, stiamo provvedendo a immettere ulteriori sostegni procedurali e finanziari, anche questa macchina inizia a funzionare e l’obiettivo dei prossimi mesi è questo”.

Legnini ha quindi aggiunto l’appello alle aziende: “Un anno fa erano le imprese che si rivolgevano a noi per iniziare a lavorare, ora siamo noi che ci rivolgiamo a loro perché ne servono sempre di più. Chiediamo loro di fare progetti e lavori, perché le procedure ci sono e le risorse pure”.

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Rosa Piermattei e Giovanni Legnini


Ad accendere i riflettori sui lavori dei laboratori del distaccamento professionale di San Severino è stato il sindaco, Rosa Piermattei: “Oggi è una giornata importante per tutti noi perché restituiamo alla comunità scolastica, in vista dell’apertura delle lezioni per il nuovo anno, uno spazio di vitale importanza.

E’ la prima opera pubblica della città di San Severino finanziata con l’Ordinanza 56 del 2018 del Commissario straordinario alla Ricostruzione.

Per i lavori abbiamo ricevuto un finanziamento da parte dell’Usr, l’Ufficio speciale per la Ricostruzione della Regione Marche, di 640mila euro.

L’aula sistemi  era già stata messa in sicurezza in piena emergenza terremoto grazie a una puntellatura di ritegno sulla facciata e alla posa in opera di un dispositivo interno di sostegno.

Il recupero della stessa ha permesso di realizzare interventi strutturali con il rinforzo delle murature portanti, il rifacimento del solaio di copertura e di quello di calpestio, l’esecuzione di diversi scuci e cuci oltre alla sostituzione delle capriate e dell’impalcato.

Sono stati poi sostituiti gli infissi esterni, sono stati rinforzati i pilastri in cemento armato, con rete in fibra di carbonio, e sono stati rifatti tutti gli impianti e le tinteggiature.

L’aula verrà presto sistemata con l’installazione dei macchinari. In questo primo piano verranno ospitati i laboratori mentre nel piano sottostante troveranno sistemazione i magazzini”.

Quindi il punto di tutto le altre opere realizzate e da realizzare: “A San Severino Marche sono già stati completati e consegnati, con l’Ordinanza 27,  gli alloggi nell’ex scuola rurale di Stigliano e gli alloggi presso Porta Romana.

Con l’Ordinanza 48 e gli Sms Solidali è stato sistemato l’ex Lazzaretto presso il chiostro del Santuario della Madonna del Glorioso.

Sempre con l’Ordinanza 56 è stato finanziato, ed è in corso di realizzazione, il recupero di palazzo Governatori.

E’ in procinto l’inizio dei lavori del palazzo Comunale mentre con l’Ordinanza 104 del 2020 sono in corso di ultimazione i lavori di adeguamento del palazzetto dello Sport “Albino Ciarapica”.

Ringrazio ancora il Commissario per la sua presenza che è davvero apprezzata dalla comunità settempedana. Grazie a lui la ricostruzione nelle zone del centro Italia colpite dal sisma ha davvero ingranato la giusta marcia”.

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La visita nell'aula sistemi

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Il direttore Giuseppe De Carolis

Presente anche il direttore del plesso scolastico Ercole Rosa di San Severino, Giuseppe De Carolis che ha ribadito, ai microfoni di Radio C1…inBlu l’importanza del ruolo che la nuova struttura ricopre per una scuola in cui gran parte delle attività sono manuali ed in presenza, ricordando come spesso “gli istituti professionali, dal cento Italia fino al sud vengano visti come l’ultima spiaggia per gli studenti che non vogliono impegnarsi nello studio. Invece è importante che passi il messaggio di come queste scuole riescano a formare validi professionisti del mondo del lavoro e per questo il corpo docente è fondamentale”.

Approfondimenti sull’intervento di Giovanni Legnini e sul ritorno a scuola degli studenti saranno pubblicati nel prossimo numero de L’Appennino Camerte

Giuli Sancricca
La prima bozza del Testo Unico che raccoglie tutte le norme varate per la ricostruzione privata dopo i terremoti del 2016 è pronta. Il documento è stato pubblicato sul sito internet della struttura commissariale e Giovanni Legnini ha avviato formalmente la consultazione pubblica. La bozza, messa a punto dopo lunghi mesi di lavoro, è infatti aperta ai suggerimenti e alle proposte di modifica e di integrazione che saranno avanzate da tutti i soggetti pubblici e privati che hanno un interesse nella ricostruzione: il Governo, le istituzioni di regolazione e controllo, le Regioni, i Comuni, le Diocesi, le imprese, i sindacati, i professionisti, le associazioni e i singoli cittadini, che per la prima volta vengono coinvolti in un simile processo di consultazione.

Si tratta di un passo atteso da tempo, essendo uno dei primi impegni assunti dal Commissario al momento del suo insediamento.

Quarantotto vecchie Ordinanze, tra cui alcune di quelle che fin qui hanno guidato la ricostruzione, come la 4, la 9, la 13, e la stessa Ordinanza 100 che nel 2020 ha impresso la vera svolta, vengono abrogate integralmente o parzialmente, con norme transitorie che fanno salvi gli effetti giuridici da queste prodotti, per i rapporti pendenti, secondo i principi dell’ordinamento.

“Il Testo Unico – ha sottolineato Giovanni Legnini – di fatto diventa l’unica fonte della disciplina relativa a tutti gli aspetti della ricostruzione privata, con l’obiettivo di dare certezza, leggibilità e stabilità regolatoria alle attività di ricostruzione in Centro Italia per i prossimi anni. Alcuni dei principi innovativi che sono stati adottati nel corso dell’ultimo anno e mezzo, e che sono tradotti nel Testo Unico, potrebbero peraltro stimolare la riflessione in atto tra il Governo ed il Parlamento sull’opportunità di un vero e proprio Codice delle Ricostruzioni che potrebbe essere adottato a livello nazionale per affrontare le conseguenze delle catastrofi naturali cui il Paese è esposto”.

Il documento è diviso in cinque parti. La prima contiene le disposizioni di carattere generale, con le abrogazioni e le norme transitorie. La seconda parte riguarda il contributo per la ricostruzione, la domanda e l’istruttoria, definisce i soggetti beneficiari, l’oggetto e il tipo di intervento, le regole per gli aggregati, le delocalizzazioni, la misura del contributo, l’uso combinato delle detrazioni fiscali del Superbonus, i controlli, la partecipazione dei cittadini alle scelte urbanistiche dei comuni. La terza parte disciplina invece tutti i procedimenti speciali che seguono le regole della ricostruzione privata, come per gli edifici di culto, gli immobili privati di interesse culturale, quelli che riguardano il “doppio cratere” dei terremoti 2009 e 2016, ma detta anche le regole per la sicurezza sismica, l’efficienza energetica, la sostenibilità e le certificazioni ambientali. Una quarta parte riguarda la programmazione e la pianificazione urbanistica, e raccoglie ad esempio tutta la disciplina sui Programmi Straordinari di Ricostruzione. L’ultima sezione del Testo Unico è relativa agli operatori privati, e stabilisce le regole per le attività dei professionisti e delle imprese.

Istituzioni, operatori privati e cittadini potranno inviare al Commissario i loro suggerimenti in due modi, o come osservazioni di carattere generale, o come emendamenti specifici al testo, entro il prossimo 14 settembre. 

A distanza di una settimana l’una dall’altra sono state registrate due scosse di terremoto di magnitudo superiore a 3 e con lo stesso epicentro su Fiordimonte.
Inutile dire che le scosse, ben avvertite nell’entroterra Maceratese, hanno fatto tornare alla mente i brutti ricordi legati al sisma del 2016. E proprio a quella sequenza sismica, nonostante siano passati più di quattro anni, fanno riferimento le scosse degli ultimi giorni.

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“La sequenza sismica del 2016 – dice il geologo e docente Unicam Emanuele Tondi - in realtà non è terminata. Come si può vedere dalla mappa, numerosi sono i terremoti verificatisi negli ultimi tre mesi in tutta l'area e la sismicità è ancora maggiore rispetto a quella che era tipica di quella zona precedentemente il 24 agosto del 2016. Le scosse di questi giorni rientrano in quella sequenza sismica, nella zona nord, quindi nella terminazione settentrionale dell’area interessata dai forti terremoti del 2016.
Ammetto – confida – che nell’ultima settimana sono stati diversi i cittadini che mi hanno chiesto spiegazioni in merito alle ultime scosse. Purtroppo quella zona potrà continuare a generare terremoti, anche più forti di quelle degli ultimi giorni, ma non come quelle principali del 2016”.

GS
Le restrizioni previste dal colore arancione della regione non permetteranno l'inaugurazione della Casa della Gioventù “Ugo Betti” di Camerino che si sarebbe svolta sabato prossimo, in concomitanza con la cerimonia per l'apertura del cantiere per la ristrutturazione del Collegio Bongiovanni.

Di stefano GRU COLLEGIO


A comunicarlo è l'arcivescovo Francesco Massara che, comunque, rassicura: "Nonostante abbiamo deciso di rimandare la cerimonia a data da destinarsi - dice - , il cantiere partirà comunque il 6 marzo con la sperimentazione del badge per garantire un maggiore controllo circa l’accesso del personale e un sistema avanzato di sicurezza sul lavoro".

GS

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Ri-abitare l'Appennino si deve e soprattutto si può.
Il messaggio forte e chiaro arriva da Campi di Norcia, uno dei paesi più colpiti dalle scosse sismiche del 2016, dove per iniziativa della Fillea Cgil e associazione Nuove Ri-Generazioni si sono riunite, ospiti della locale Pro Loco, istituzioni e addetti ai lavori, con in testa il Commissario alla Ricostruzione Giovanni Legnini, in occasione della presentazione di uno specifico progetto che sintetizza idee e proposte per le aree colpite dal sisma.
Un incontro che, anche se avvenuto nel cuore dell'Umbria, coinvolge direttamente anche le Marche e l'entroterra ferito dal sisma che condivide con la regione confinante le stesse problematiche, in attesa non solo che parta la ricostruzione, ma che vengano attuate strategie per rendere 'abitabili' le aree interne.

"Un laboratorio di innovazione per agevolare la rigenerazione di insediamenti e comunità, basato sulla positiva esperienza di resilienza attuata dalle popolazioni locali, che necessitano tanto di collegamenti materiali che immateriali, come l'associazionismo e la solidarietà - hanno spiegato Elisabetta Masciarri e Mario Margasini, rispettivamente presidente  e responsabile del Comitato scientifico di Nuove Ri-Generazioni Umbria - . Un laboratorio che ha l'obiettivo attraverso le idee chiave di “ri-abitazione”, “ri-generazione” e “riappropriazione” di sviluppare utilizzando le risorse a disposizione e il supporto degli enti prepostii vari canali di potenzialità economica e sociale del territorio, quali le filiere produttive, il turismo naturalistico, culturale e sportivo, la socialità". Ma anche costituire un punto di riferimento per sottolineare a Governo e parti sociali la necessità di rendere concrete le normative vigenti e porre un freno, a livello occupazionale, alla precarietà e alla fuga di quelle figure professionali che, dopo aver contribuito a uno spiraglio di rinascita, ora in tempi brevi vedranno scadere i propri contratti e abbandonare tanto il territorio, quanto il proprio lavoro". 

Panoramica pubblico

"Per questo - ha detto il Commissario Legnini - è necessario che tutti gli attori coinvolti attuino quelle dinamiche di nuovo sviluppo territoriale che i mezzi a disposizione oggi consentono, per poter fronteggiare una permanente doppia emergenza, strutturale e sociale. Da qui la necessità di rendere i territori sicuri, sostenibili, connessi con le infrastrutture anche digitali, anche attraverso il ripopolamento". 

Il progetto prende in esame in particolare l’esperienza della comunità di Campi, frazione di Norcia situata nella Val Castoriana e compresa all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. "La popolazione di Campi - si legge nel progetto - si distingue per aver vissuto un’esperienza sui generis nell’affrontare l’emergenza 'Sisma Centro Italia': in seguito alle scosse di ottobre 2016, che hanno reso inagibile circa il 90% del patrimonio abitativo della frazione, la comunità ha gestito risposta eccezionalmente resiliente ed autonoma rispetto all’azione della Protezione Civile e delle istituzioni locali, gestendo una co-abitazione di circa 70 persone, che si è protratta per vari mesi all’interno della sede della Pro Loco locale, un edificio anti-sismico interamente progettato, finanziato e costruito dalla comunità. Oltre ad aver mantenuto gran parte della propria popolazione residente in loco, Campi ha mantenuto viva l’attenzione sulla situazione in cui si trovano le terre appenniniche colpite e ha saputo indirizzare la solidarietà delle decine di persone ed associazioni che hanno abbracciato il suo progetto di rinascita “Back to Campi”, che si articola intorno alla creazione di un agri-campeggio di comunità in grado di offrire ospitalità turistica e che possa essere riconvertito in alloggi di emergenza nel caso in cui il terremoto tornasse a far tremare gli Appennini".

GS

“Ci sentiamo abbandonati, ma non vogliamo assolutamente arrenderci”. Così il Coordinamento dei Comitati Terremotati del centro Italia ha commentato il mancato inserimento del cosiddetto “pacchetto sisma” nel decreto rilancio oggetto del mancato esame da parte della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati. Una questione che i rappresentanti dei terremotati non intendono far passare sotto silenzio al punto da predisporre una lettera aperta inviata al Premier Conte e ai Presidenti di Camera e Senato per chiedere un incontro anche con tutti i capigruppo dei partiti presenti in parlamento.
“Siamo sconcertati e indignati per quanto accaduto – a parlare è l’avvocato Noemi Paola Riccardi – Il pacchetto di emendamenti presentato in Commissione era frutto di concertazione tra il Commissario Legnini e i soggetti interessati, sindaci, tecnici, rappresentanti dei Comitati, ed erano strumenti necessari per rendere concreta ed effettiva l’accelerazione delle recenti ordinanze emanate dal Commissario. Uno stop, dovuto al mancato accoglimento del pacchetto sisma, che rappresenta un segnale negativo, sinonimo di scarsa attenzione verso questi nostri territori, e che rallenta ulteriormente, se non addirittura paralizza il processo della ricostruzione. Abbiamo chiesto questo incontro – conclude l’avvocato Riccardi – proprio per capire le ragioni di questa mancata approvazione e per sollecitare l’adozione di una normativa ad hoc. Dopo 4 anni dal sisma non abbiamo alcuna intenzione di arrenderci e siamo pronti anche a forme di protesta più eclatanti”.

f.u.
“Non vi lasceremo soli” dissero tre anni fa, dopo il forte terremoto che distrusse il Centro Italia. Ma che il Governo non avrebbe mantenute le tante promesse fatte era stato chiaro fin da subito. Poi arrivò il Governo del cambiamento ma la vicinanza alle popolazioni colpite dal sisma è rimasta sempre la stessa: a parole.

Ed è per questo che il vicesindaco di Cingoli, Filippo Saltamartini, torna ad alzare la voce. Quando era sindaco, è stato il simbolo delle battaglie contro i tagli alla sanità e ora rileva un altro comportamento penalizzante verso le aree colpite dal terremoto: il Ministero dell’Economia non permette ai Comuni del cratere di rinegoziare i mutui contratti con la Cassa Depositi e Prestiti, possibilità che invece è concessa a tutti gli altri Enti territoriali.

“Una legge ha previsto la possibilità per i Comuni italiani di rinegoziare il saggio di interesse dei mutui contratti - spiega Saltamartini - perché da parte della BCE, che presta i soldi a tutte le banche dell’Unione Europea, c’è una politica di favore nell’abbassamento dei tassi di interesse per favorire gli investimenti. Quindi la BCE presta questi soldi alle banche italiane con un tasso molto basso e questo ha determinato la possibilità, per i Comuni, di rinegoziare gli interessi sui mutui. Paradossalmente, questa possibilità è stata negata ai Comuni del cratere. Invece di aiutarci ad abbassare gli interessi perché siamo in una condizione di disagio, a noi è stato negato”. Un Comune come Cingoli ad esempio, ha mutui per 11 milioni con una rata all’anno di 600mila euro e con un tasso del 5 per cento. “Con il saggio di mercato al 2 per cento - torna a dire - noi potremo risparmiare ben 400mila euro. Però questa possibilità ci è stata negata da alcuni recenti provvedimenti. Questo tema è stato sollevato anche nell’incontro con il commissario Piero Farabollini e con una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte ma nella nota di aggiornamento del Def, il documento che anticipa la legge di bilancio, non c’è nessuna traccia di questo. È un atteggiamento clamoroso, ingiustificato, illegittimo dal punto di vista costituzionale perché c’è una discriminazione tra Comuni addirittura”.

Saltamartini non esclude che, se non ci saranno cambiamenti in merito, i rappresentanti dei Comuni possano scendere in piazza a Montecitorio per protestare in occasione della presentazione della legge di bilancio.

Ma non è tutto, un altro non piccolo dettaglio si va ad aggiungere: “Questo atteggiamento del Governo nei confronti del cratere si è manifestato anche verso quei Comuni ‘saggi’ che avevano adottato la copertura assicurativa sul rischio sismico. Cingoli aveva fatto la copertura sui danni del terremoto, avevamo incassato un milione e 200mila euro e lo Stato ci ha espropriato di questi fondi. Siamo stati costretti a ricorrere al Tar - racconta - a spendere soldi per gli avvocati, per far valere il nostro diritto”. E dulcis in fundo, dopo dieci anni dall’approvazione della legge sul federalismo fiscale, i trasferimenti dello Stato nei confronti del Comune del cratere si basano sull’elemento del trasferimento storico: “Quindi cosa succede? Questi Comuni, essendo stati danneggiati dal sisma e avendo subito un calo verticale dell’attività economica e quindi che non possono essere tassate, sono i più poveri d’Italia che possono finanziare i servizi erogati. Non solo non c’è una politica che vada a nostro vantaggio ma nemmeno di parità né sulla rinegoziazione dei mutui né sui trasferimenti statali. Per comprendere come siamo discriminati - conclude - penso che questo possa bastare, per non parlare poi delle leggi che impediscono o ritardano la ricostruzione”.

Gaia Gennaretti

Un boato e una scossa ben percepibile. Alle 4:20 di questa mattina il terremoto ha dato il bungiorno all'entroterra maceratese con una scossa prima classificata 4.3 dall'Ingv poi declassata a 3.9 e infine definita di magnitudo 4, con una profondità di 9 chilometri. Questa variazione ha destato polemiche ma il geologo Emanuele Tondi ha spiegato che si tratta di una cosa del tutto normale: “Il terremoto viene immediatamente registrato e la magnitudo immediata è quella automatica. Dopo un determinato periodo di tempo – ha aggiunto – vengono rielaborati i dati e quindi la magnitudo e anche altri parametri vengono corretti.

L'epicentro è stato nel territorio di Muccia, nei pressi della chiesa di Maria SS di Col De Venti. La tradizione popolare vorrebbe che da Muccia a Camerino ci sia una piccola faglia, ma Tondi lo esclude: “Questi terremoti ricadono nella terminazione settentrionale della sequenza sismica che ben conosciamo quindi vengono considerati degli aftershock. È una sequenza lunga, la crisi sismica è stata importante quindi ogni tanto queste riprese ci sono. Possono esserci altri terremoti – ha sottolineato – non forti come quelli del 2016 ma è chiaro che ogni tanto ci siano. Tra Muccia a Camerino non ci risulta alcuna faglia attiva. La zona di Camerino nel 1799 fu interessata da un importante terremoto anche se più piccolo di quelli del 2016 ma una faglia di questo genere non ci è nota”.
g.g.

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