Con l’inizio della stagione estiva e del divertimento dei giovani, sempre alla ricerca di feste e attività, soprattutto lungo la costa, torna l’attenzione al problema dell’alcool e delle droghe.

“Alza la testa...non il gomito”, il progetto attuato dalla Cooperativa Sociale PARS “Pio Carosi” Onlus, in collaborazione con il Dipartimento per le Dipendenze patologiche dell’Area Vasta 3 di Civitanova Marche, scende in campo anche quest’anno.

Una idea volta alla prevenzione del disagio giovanile, nei diversi contesti di svago. Si rivolge a tutti i giovani che frequentano discoteche, pub, feste, lungomare della riviera marchigiana per informarli e sensibilizzarli riguardo i vari rischi legati all'uso e abuso di alcool e droghe.

               L’équipe che realizza le diverse iniziative è composta da “operatori di strada” della PARS che si confrontano con i giovani negli eventi estivi della zona e fuori dalle discoteche per spiegare i rischi ed i danni dell’uso ed abuso di alcool e droghe, scegliendo strategie comunicative efficaci e mirate per diffondere una cultura della prevenzione e promozione della salute.

            Negli stand allestiti, gli operatori interagiscono con i giovani somministrando test, offrendo opuscoli informativi, gadgets accattivanti ed originali, allestendo una piccola area relax all'interno dello stand e, soprattutto, offrendo la possibilità di effettuare il test dell’etilometro per esaminare il tasso alcolemico ed eventualmente valutare gli effetti subiti, al fine di dissuadere ad una eventuale guida in condizioni di rischio .

            “La realizzazione del progetto – spiegano - è resa possibile grazie alla sinergia fra operatori pubblici, operatori della Cooperativa Sociale, Amministrazioni Comunali delle località coinvolte e gestori dei locali , che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa”.

GS

Salute, diritti, lavoro e sviluppo. Le Marche che vogliamo” lo slogan della manifestazione regionale ad Ancona, promossa da CGIL CISL UIL Marche, per sostenere le proposte delle sigle sindacali nel confronto con la giunta regionale e per richiamare l’attenzione dei cittadini sulle tante criticità della sanità. 

Massiccia la partecipazione alla giornata di mobilitazione che si è conclusa a piazza del Plebiscito. Sul palco, a rappresentare le esigenze dell'Area Vasta 3 e in particolare le problematiche della sanità dell'entroterra dell'ospedale di Camerino, la relatrice ufficiale Paola Ticani. " Buona salute a tutti noi, ma soprattutto al nostro servizio sanitario pubblico", la frase con la quale ha concluso il suo applaudito intervento, a sottolineare che le condizioni di dignità dei lavoratori della sanità, restituiscono servizi dignitosi ai cittadini.

Paola Ticani

" La mia relazione- riferisce Paola Ticani- ha approfondito le problematiche di tutta l'Area Vasta 3 per la zona montana e, soprattutto, tutta quell'area disastrosamente colpita dal terremoto del 2016. Ho rappresentato i nostri disagi che vanno dalla distruzione del sisma, alle difficoltà di accedere in maniera tempestiva ai nostri pronto soccorso.;Ho tenuto a sottolineare come nel nostro territorio, in rapporto al numero di residenti, la grande equazione determini una differenza di possibilità di accesso, rispetto a chi invece si trova a d abitare in zone più popolose. Quello che abbiamo chiesto alla politica marchigiana- spiega Ticani-  è una maggiore attenzione alle zone disagiate di tutta la regione, e con particolare riferimento alla nostra dell'Area Vasta 3, il cercare  di potenziare  la rete di emergenza -urgenza che dovrebbe essere più capillare ed efficace.  Oltre a questo, la richiesta è stata per il potenziamento della sanità sul territorio, comprensivo di azioni  sulle strutture socio sanitarie residenziali e sull'assistenza domiciliare.  Chiediamo una sanità calibrata sul territorio e che tenga conto delle esigenze e delle difficoltà degli abitanti;  sappiamo tutti quanti problemi si incontrano con le liste di attesa e,molto spesso, per noi della montagna fare una visita specialistica in tempi ragionevoli significa fare lunghi percorsi perché non c'è possibilità della prestazione nei nostri ospedali. Altro punto secondo noi fondamentale è che portando nel territorio la medicina di base, vuol dire riuscire a sgravare i centri di assistenza di secondo livello che pertanto, riuscirebbero a svolgere meglio il loro lavoro.  E poi- prosegue la portavoce dell'Area Vasta 3-  abbiamo rappresentato le difficoltà che riguardano tutto il personale, perché riteniamo che lavorare con dignità e con professionalità sicuramente metterebbe in condizioni migliori i lavoratori, anche nei confronti di chi usufruisce del servizio, tant'è che la frase finale con cui ho salutato i partecipanti alla bellissima manifestazione è stata appunto " buona salute a tutti noi, ma soprattutto al nostro servizio sanitario pubblico".

corteoCisl

Una manifestazione molto partecipata che ha inteso riportare al centro dell’attenzione la situazione della sanità, sostenendo che il diritto alla salute e alle cure, deve essere  garantito su livelli adeguati in ogni territorio.

" E' fondamentale su tutto il territorio- rimarca Paola Ticani-  e, per quel che ci riguarda,  ripartendo dall'entroterra e con dei servizi dedicati. Noi abbiamo bisogno dell'assistenza di supporto, delle lungodegenze, di continuità assistenziale, delle guardie mediche che  negli ultimi anni sono consistentemente diminuite: Abbiamo necessità della  guardia medica pediatrica, di una radiologia funzionante, di centri prelievi dislocati nei vari comuni perché, se numerose sono le persone che sono tornate ad abitare nelle casette dei piccoli centri , poi si trovano a dover raggiungere Camerino per fare un semplice prelievo e allora, c'è qualcosa che non quadra e occorre ripristinare quantomeno i punti di poliambulatori e distretti che c'erano anche prima del terremoto. L'augurio è che quello che abbiamo rappresentato a gran voce- conclude Ticani- possa rientrare nel  Piano sanitario regionale con delle risposte adeguate e, tenendo conto, non solo dei numeri ma anche e soprattutto delle persone perché chi ha scelto di vivere in montagna ha fatto una scelta ben precisa, e ha gli stessi diritti di chi per scelta vive in altre zone della nostra regione!"

C.C.

Unanimità per la mozione proposta dal consigliere regionale Sandro Bisonni. L'obiettivo era impegnare la Regione a chiedere all'Asur di indire un concorso a tempo indeterminato per ricoprire il posto vacante di un radiologo nella struttura ospedaliera di Camerino – San Severino. 

“A dicembre dello scorso anno – spiega Bisonni -  è andato in pensione il primario del reparto di radiologia dell'ospedale di Camerino – San Severino. Si rendeva necessario pertanto andare a coprire tale posto perché la struttura ospedaliera è strategica per tutto l'entroterra maceratese e non può restare sotto organico.”

In passato l'Asur si è avvalsa spesso dello strumento degli avvisi pubblici che però sono andati sistematicamente deserti in quanto non è facile trovare medici disposti a spostarsi in queste strutture dell'entroterra per ruoli a tempo determinato.

La mozione al contrario impegna la Giunta regionale ad indire un concorso per un posto a tempo indeterminato.

“Sono convito - conclude Bisonni – che con un concorso per un posto a tempo indeterminato sarà facile trovare un radiologo disposto a lavorare nella nostra struttura. D'altronde le nostre zone sono tra le più belle delle Marche e pertanto confido che sarà semplice trovare chi vorrà venire a vivere dalle nostre parti.”

La mozione è stata votata all'unanimità, ora non resta che aspettare.
Gaia Gennaretti 

In molti lo ricordavano. In tanti, alla lettura della nota in cui si rendeva noto che la pista di atterraggio per elicotteri dell'ospedale di San Severino era stata adeguata al volo notturno, si sono chiesti: ma non lo era già? Pare proprio che la memoria non li ingannasse, e lo conferma Marco Massei che all'epoca dell'inaugurazione, nel 2009, era assessore ai lavori pubblici nella giunta di Cesare Martini. Una "non notizia" dunque, che per Massei avrebbe solo lo scopo di indorare la pillola mentre si porta avanti il piano di privatizzare la sanità pubblica.

"Qualche giorno fa - racconta - mi è capitato di leggere una notizia che, se fosse vera, rappresenterebbe la prova del nove della privatizzazione delle strutture ospedaliere periferiche: parrebbe che il nostro illuminato Presidente (Luca Ceriscioli, ndr) abbia concesso, per 6 anni, ad una struttura privata di disporre in affitto di una parte dell’ospedale di comunità di Sassocorvaro. Solo di una parte, quella che conviene economicamente di più. Ovviamente, il punto di primo intervento (complesso e pericoloso sotto il profilo dei contenziosi) rimarrà in carico al pubblico, mentre alcuni reparti più vantaggiosi saranno utilizzati dal privato (ad esempio la lungo-degenza)". Se ciò corrispondesse al vero, dice Massei, sarebbe la prova del disegno di privcatizzazione della sanità pubblica marchigiana. La prova del nove.

"Lo strumento per far ciò sarebbe trito e ritrito - sostiene -. Se i servizi pubblici non funzionano, gli utenti si disaffezionano e sono costretti a rivolgersi altrove; a quel punto, la Regione denuncia una riduzione della domanda e la non sostenibilità economica dei servizi, con la conseguenza che molti reparti devono essere chiusi: ecco che, come nelle più antiche tragedie elleniche, compare il deus ex machina (il privato benefattore) che risolve il dilemma e ripristina – a pagamento - i servizi dimostrando maggiore efficienza e rapidità. Il lavoro è servito. Di certo, non lo vedrete proporsi per attivare rianimazione o una chirurgia complessa, si limiterà a vene varicose, cataratte e diagnostica". Contestualmente a ciò, si starebbe anche distogliendo l'attenzione dell'opinione pubblica con manovre rassicuranti, dati che lasciano ben sperare e che fanno credere ad aumenti delle prestazioni. "Ad esempio, ho letto di recente che l'ospedale di San Severino si è dotato di una elisuperficie abilitata al volo notturno: ho sobbalzato sulla sedia - ironizza - poiché sono tornato indietro all’anno 2009, epoca in cui come assessore ai lavori pubblici della Giunta Martini partecipai all’inaugurazione di tale pista con tanto di simulazione di trasporto di ammalato in elicottero del 118. La superficie – così come mi è stato rammentato dal tecnico comunale – era già abilitata al volo notturno - afferma -  e pare che non sia stata funzionante per disservizi di altri organi non comunali. Perché si dà per fresca una notizia ormai così stagionata? Probabilmente, si conta sulla memoria corte dei cittadini".

Elisuperficie8

Massei è anche il vicepresidente del comitato per la difesa dell'ospedale, organo che non si accontenta di promesse ma si basa solo su atti, delibere e determine: "Le promesse fatte sono sempre risultate da marinai - stigmatizza Massei -. Come è successo per altri reparti ospedalieri poi miseramente soppressi, nonostante le chiacchiere, gli atti amministrativi – inesorabilmente predisposti dall’Asur – fecero la differenza e decretarono la fine di eccellenze note di tutta la Regione. A breve - aggiunge - ci aspetta una battaglia campale sui pronti soccorsi, di cui pochi parlano: la legge ci impone di ridurre - a livello regionale - i pronti soccorso. Dovranno passare da 13 a 9: chi saranno i 4 pronti soccorsi che perderanno tale qualifica? Silenzio tombale, o quasi, non bisogna disturbare 'i manovratori' ". Il comitato, dice Massei, non ci sta e annuncia che indirà assemblee e convegno affinché i cittadini siano a conoscenza di ciò che starebbe avvenendo. "D’altronde - conclude - mica siamo sudditi, siamo cittadini, o no?".

g.g.

Ricorre oggi la Giornata regionale contro il gioco d’azzardo patologico (Gap). Un problema in crescita che riguarda la fascia di età giovanile come quella più avanti negli anni e, nei confronti del quale, la migliore arma è sempre quella della prevenzione per evitare rischi e danni alla salute. Secondo gli studi, a rischiare più delle altre di cadere nel gioco d’azzardo patologico, sono le persone che per qualunque motivo stiano vivendo un momento di difficoltà e di vulnerabilità. Minori, anziani, stranieri, le categorie che possono essere maggiormente portate a sottovalutare i rischi. In Italia negli ultimi 10 anni il gioco d’azzardo ha avuto una notevole espansione; nel 2016 il movimento del settore ha raggiunto 97 miliardi di euro ( nel 2006 era stato di 34 miliardi).

I giochi più praticati sono le slot machines che rappresentano oltre il 50 % del mercato, seguite da gratta&vinci, lotterie e scommesse sportive. In espansione anche il gioco online, pur se rappresenta solo un quarto del mercato.

Nella Regione Marche, secondo i dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nel 2016 sono stati giocati quasi 2 miliardi di euro, escluso lo online. La raccolta procapite media riferita ai maggiorenni è stata pari a 1.477 euro, con perdite medie pari a 361 euro , dati che sono lievemente superiori alla media nazionale. Ancora più allarmante, il dato della Provincia di Macerata dove la spesa complessiva nel 2016 è stata di oltre 107 milioni di euro, con una spesa media per maggiorenne paria 398 euro procapite. Cifra che pone la provincia di Macerata al 27° posto tra le 107 province italiane interessate.

Tra i progetti di Area Vasta 3 e del Dipartimento delle Dipendenze che vedono la partecipazione degli Ambiti Territoriali Sociali 16-17 e18 c’è “Hazzard- Il gioco d’azzardo ha invaso la contea”, progetto di rete per la prevenzione del gioco d’azzardo patologico, finanziato dalla Regione Marche .

“ Hazzard –spiega il coordinatore degli ATS Valerio Valeriani- è un progetto volto a contrastare tutte le forme di ludopatia e a stimolare invece il gioco sano, a partire soprattutto dai ragazzi ma rivolgendoci comunque a tutte le fasce dì età, comprese le persone anziane. La quantità di denaro che se ne va in gioco d’azzardo è infatti molto consistente, come incredibile è anche il giro d’affari illecito che c’è intorno. Il progetto- continua il dott. Valeriani- è fatto di molte caselle; vi sono interventi che riguardano in primo luogo le scuole ei ragazzi, come pure le associazioni sportive in base ad uno specifico accordo siglato col CONI. Altra forma quella degli sportelli “Family Point” che sono dei punti d’ascolto gratuiti aperti a tutti come quello di Camerino e attivi anche a Castelraimondo, Matelica e San Severino Marche. Questi punti di ascolto ci consentono la presa in carico precoce delle situazioni di dipendenza e quindi di poter intervenire. Quello che noi dobbiamo fare- dice Valeriani- è intervenire in maniera immediata e specialistica quando il problema è serio e conclamato e, non sono pochi i casi dei quali siamo a conoscenza di persone, cadute vittime del gioco d’azzardo e che hanno perso davvero tutto, compresi i rapporti con i propri cari se non addirittura la vita. E’ importante soprattutto non aver paura di leggere queste situazioni  Sul gioco d’azzardo infatti passa ancora un’idea di una sorta di normalità e – evidenzia Valeriani  - se nel caso delle dipendenze da sostanze individuare il problema è più facile, sull’azzardo spesso questo non avviene. Dobbiamo pertanto aiutare le persone a misurare e a capire se effettivamente si tratti di un problema di dipendenza e, dovessero esserci dei segnali, dobbiamo intervenire in maniera precoce e professionale, aiutando ad uscire fuori dalla dipendenza da gioco e, soprattutto, dobbiamo favorire i fattori protettivi, aiutare le persone a comprendere quanto sia assurdo ‘mettere la propria vita in gioco” in tantissimi casi e, quanto sia assurdo giocare anche da un punto di vista logico e matematico di probabilità. In parallelo -conclude il coordinatore ATS – il lavoro grande e complesso è quello di stimolare al recupero del gioco sano e del gioco vero, che non è per vincere ma davvero per partecipare, perché giocare fa bene”.

C.C.

“Non c’è stata alcuna riduzione di servizi che, al contrario, stanno progressivamente potenziandosi in particolare a San Severino”. Sono queste le parole del direttore dell’Area Vasta 3 Alessandro Maccioni che hanno fatto infuriare il consigliere settempedano Mauro Bompadre.

Il direttore rispondeva ad alcune carenze sollevate nel corso dell’ultima riunione del comitato per la difesa dell’ospedale, nei servizi di radiologia col pensionamento di Pietro Cruciani, e nelle vaccinazioni e controlli sanitari con il pensionamento di Giuseppe Moretti. C’era preoccupazione anche per la week surgery di ginecologia visto che non è più in servizio anche l’ultimo ginecologo della vecchia guardia, Vincenzo Felicioli. Tuttavia, secondo Maccioni nulla di tutto questo sarebbe vero: le sedute di vaccinazione sono calibrate in base alla richiesta, si sta cercando un sostituto per Cruciani ma nel frattempo non ci sono state interruzioni per la radiologia, quello che faceva Felicioli viene ora garantito dall’equipe di Area Vasta e così via. 

“Fossi un marziano appena sceso in terra - replica Bompadre - penserei di trovarmi in un mondo pressoché perfetto con una sanità pubblica efficiente e vicina ai cittadini, anche a quelli che vivono nei territori più svantaggiati. Purtroppo per lui però nessuno lo è, e chi ha letto le sue incredibili parole se creda a quello che dice, e allora dubiteremmo della sua appartenenza al pianeta terra. Se non ci crede, sarebbe solo un bugiardo. Io propendo più per la seconda ipotesi”. I depotenziamenti, secondo Bompadre, sarebbero sotto gli occhi di tutti, e riguarderebbero persino i servizi essenziali. Ma Maccioni non sarebbe certo l’unico responsabile di questo: “Lui è solo un esecutore testamentario della sanità pubblica del nostro territorio, uno strumento operativo che risponde ad un disegno politico che è chiaro ormai da anni e che viene portato avanti con feroce pervicacia soprattutto, ma non solo, dal PD e quindi dai vari Ceriscioli, Sciapichetti e compagnia cantante”. Un disegno politico, secondo Bompadre, volto allo smantellamento progressivo della sanità pubblica e favore di quella privata a partire dalle zone dell'entroterra che hanno un peso elettorale inferiore a quello delle realtà costiere più popolose, “il tutto condito dalla prospettiva di ulteriore sperpero di denaro pubblico grazie allo scellerato progetto dell’ospedale unico. In pratica si chiudono strutture efficienti e funzionanti per aprirne una nuova e costosissima. Geniale no? Per capire il perché di tutto questo - conclude - basta vedere chi ha finanziato la campagna elettorale del governatore Luca Ceriscioli”.

g.g.

“L’organizzazione dei servizi dell’Area Vasta 3 non è ottimale. Sono sempre di più le persone che chiedono aiuto per situazioni di malattia”. 

La Caritas di San Severino lancia un sos sul funzionamento del servizio sanitario pubblico, specie quello del maceratese che, sempre di più, starebbe venendo a mancare. Vuoi per questioni burocratiche, vuoi per problemi legati alla gestione o all’organizzazione, anche i servizi più semplici, quelli di ordinaria amministrazione, stanno diventando inaccessibili per anziani e persone in difficoltà.

“Spinti dai nostri principi statutari - scrive la Caritas di San Severino in una nota - ci sentiamo quasi in obbligo di fare alcune considerazioni anche per dar voce ai più svantaggiati. Vediamo come tutti i governi cerchino di adoperarsi per contrastare la povertà che però non è solo un problema economico”. Si parla poco delle persone, dei disagi, delle cause e conseguenze di questi disagi, della solitudine e di quei fenomeni come la ludopatia e le dipendenze o dei problemi di integrazione.

povertà

Ma quello che più interessa la Caritas in questo momento sono le difficoltà legate alla sanità, che riveste  una forte incidenza nei contesti familiari, specie se in stato di indigenza: “Vediamo come man mano si stia rodendo il diritto alla salute, con un numero sempre più consistente di richieste di aiuto per situazioni di malattia. Quello che lascia di più l’amaro in bocca è poi constatare come magari certi servizi siano attivi ma per varie ragioni non arrivino con le forme e modalità necessarie a chi ne ha bisogno. Di conseguenza, per aspetti burocratici discutibili, gestione, organizzazione e quant’altro poco funzionali sempre più spesso il cittadino è costretto a provvedere con risorse proprie, quando è nella possibilità di farlo”. Diversamente, ci si rivolge alla Caritas o ai Servizi Sociali. E in questo contesto però, continuano a proliferare strutture private non convenzionato con il servizio sanitario nazionale, che dunque offrono servizi a pagamento. “Svolgono una notevole mole di lavoro - tornano a dire - ma, pur con gratitudine verso coloro che le hanno create ampliando l’offerta di servizi, ci sembra però che ciò sia indice di come la situazione stia evolvendo verso una direzione assolutamente non auspicabile. Un’altra considerazione - aggiungono - riguarda il fenomeno derivante da un’applicazione nostro giudizio storta del concetto di Area Vasta, che dirotta pazienti che hanno necessità di prestazioni sanitarie oggettivamente di ordinaria amministrazione, verso strutture sanitarie distanti da quelle più vicine al Comune di residenza, non considerando fatto le conseguenti difficoltà logistiche ed economiche delle persone anziane o svantaggiate. L’integrazione avviata nell’alto maceratese dall’Area Vasta 3 non è di certo ottimale”.

(Alessandro Maccioni, direttore Area Vasta 3)

Alessandro MAccioni

Ovvio che non si può pretendere un servizio sanitario come quello degli anni passati, ma è pur vero anche che i cambiamenti vanno orientati in maniera efficiente. Va tenuto conto ad esempio del sempre maggior numero di anziani, vera futura emergenza secondo la Caritas, andrebbero rese realmente fruibili a tutti le prestazioni specialistiche, la diagnostica, la riabilitazione e soprattutto le prestazioni domiciliari, tutte da sviluppare. “Altrimenti in futuro sempre più persone dovranno ricorrere a prestazioni a pagamento non solo presso strutture private ma anche all’interno di strutture pubbliche, che rappresenta sicuramente uno dei nodi della sanità pubblica da rivedere radicalmente. In buona sostanza, senza campanilismi giudizi di tipo politico, si chiede semplicemente, almeno, servizi ordinari più funzionali ed utili. Qualora ci fosse data la possibilità dagli enti preposti - concludono - potremmo supportare le nostre osservazioni con situazioni specifiche che ben conosciamo, per dare contributi che derivano dalle esperienze concrete che viviamo quotidianamente, rappresentando la Caritas anche osservatorio sociale privilegiato”.

Gaia Gennaretti

Una compattezza straordinaria quella dimostrata ieri sera dal consiglio comunale di San Severino. Maggioranza e opposizione hanno approvato all’unanimità una mozione (presentata dai consiglieri Massimo Panicari, Mauro Bompadre e Gabriela Lampa) riguardante il punto nascite di San Severino ma non solo. Il sindaco Rosa Piermattei ha proposto un emendamento al documento: in origine avrebbe impegnato il primo cittadino a chiedere il ripristino del reparto completo in ogni sede e a mettere al corrente l’attuale Ministro Grillo della condotta della Regione Marche, ritenuta limitante per il diritto alla salute, nei confronti del punto nascite di San Severino. Con la proposta della maggioranza, si riproporrà che il Bartolomeo Eustachio diventi ospedale unico provinciale per la sua posizione baricentrica. 

D’accordo sulla mozione, sebbene con qualche dubbio, il consigliere Pietro Cruciani secondo cui “ogni punto nascite vale 1,2 milioni di euro, la Regione ne ha tagliati tre per ricavarne il denaro da dedicare ad altri settori, come ad esempio il sociale. Forse l’ex sindaco Cesare Martini avrebbe dovuto essere più risoluto. Sono favorevole alla mozione ma quale possibilità di riuscita? Servono sette medici, il ripristino delle guardie pediatrica, ostetrico-ginecologica e anestesiologia, nonché la rianimazione o terapia intensiva neonatale”.

Da tutti gli altri, l’invito rivolto al sindaco  a disturbare, almeno, la rotta della politica di Ceriscioli visto che, stando agli esiti delle elezioni parlamentari, il suo partito (il Pd) non rappresenta più che una piccola minoranza di cittadini:

“Abbiamo avuto due sciagure - ha detto Panicari - una creata dalla politica con la chiusura del reparto nascite, e l’altra dal terremoto. Su quest’ultima non possiamo far nulla se non costruire meglio, ma quell’altra abbiamo l’obbligo di contrastarla. Ci sono importanti responsabilità politiche anche da parte della passata amministrazione che si limitò ad appendere solo uno striscione. È stata una politica cieca che non ha capito i bisogni di questi territori. Qui ci si veniva per nascere, oggi ci si viene per morire all’hospice. Se non battiamo i pugni, anche se in ritardo, saremo destinati al declino”.

Per il grillino Bompadre è necessario contrastare il disegno che secondo il suo punto di vista viene perpetrato da qualche anno sui territori montani, ovvero quello dello svuotamento: “Il nostro dovere è almeno quello di disturbare questa rotta. Ceriscioli e suoi sodali sono nostri nemici ed è il momento di non essere timidi sulla sanità, anche perché queste persone sono politicamente dei morti che camminano. Fra due anni ci saranno le lezioni e già ora non rappresentano se non una piccolissima percentuale di cittadini. Le amministrazioni locali devono stoppare la politica regionale. Vorremmo che lei, sindaco, non fosse un Cesare Martini qualunque ma la nostra paladina. Ci stanno prendendo in giro - ha concluso - bisogna dichiarare guerra politica in nome di tutto il territorio, non solo di San Severino. Ci faccia sentire orgogliosi”.

Da parte sua il sindaco, in qualità di assessore alla sanità, non solo ha accolto la mozione ma ha voluto aggiungere un emendamento: “Tutti insieme possiamo fare grandi cose. San Severino è il centro di un vastissimo territorio. Nel nostro punto nascite si rivolgevano partorienti da ben 21 comuni, almeno, compreso purtroppo proprio Fabriano, per cui oggi Ceriscioli tanto si batte. Ci impegniamo dunque - ha sottolineato - a sostenere e promuovere, in tutte le opportune sedi istituzionali, tutte le attività necessarie ed opportune per avviare un’azione politica che consenta all’ospedale di San Severino di avere un reparto completo per le nuove nascite, che comprenda la specializzazione di neonatologia, compresa una unità di cura intensiva neonatale, evidenziando che tale struttura, per la sua posizione baricentrica, si pone come punto di riferimento per la sanità dell’intero territorio maceratese e non solo come avamposto dell’entroterra.

Vogliamo poi dare un respiro ancora più ampio alla sanità del nostro territorio certificando con maggiore peso istituzionale la candidatura del nosocomio a ospedale unico della provincia di Macerata”.

g.g.

“Quale futuro aspetta l’ambulatorio e la week surgery ostetrico-ginecologici?”. È la domanda che l’associazione di San Severino Help Sos Salute e Famiglia, presieduta da Cristina Marcucci, ha rivolto tramite raccomandata al presidente della Regione Luca Ceriscioli in qualità di assessore alla sanità. Il problema è presto detto: l’unico ginecologo operante all’ospedale settempedano, dei quattro che erano in servizio due anni fa quando è stato chiuso il punto nascite, è Vincenzo Felicioli, in collaborazione con l’equipe del reparto maceratese di Mauro Pelagalli. Felicioli tuttavia andrà in pensione con la fine dell’anno e dunque c’è il timore che non venga rimpiazzato e che vengano interrotti non solo i servizi rivolti alle donne in gravidanza fino alla 36esima settimana, ma anche le attività della week surgery.

“Ci teniamo a ricordare - scrivono - che la determina 913 della vigilia di Natale del 2015 sulla chiusura del punto nascite, prevedeva che in tutte le sedi destinate all’applicazione del ‘Percorso di presa in carico della gravidanza’ (come il caso di San Severino, ndr), si prevedeva il mantenimento delle attività ambulatoriali di ostetricia e ginecologia, con visite, ecografie, prelievi, corsi preparto, oltre ad attività medica e chirurgia ginecologia. Dal momento che Felicioli è prossimo alla pensione - chiedono - quale futuro aspetta il reparto?”.

L’associazione chiede al governatore una risposta “congrua ai bisogni delle donne in gravidanza dell’entroterra marchigiano”.

g.g.

Felicioli 1

Via ai lavori per il terzo piano dell’ospedale di San Severino. Ospiterà la lungodegenza e le cure intermedie. Lo si evince da una determina a firma del direttore generale dell’Asur, Alessandro Marini, con la quale viene aggiudicata definitivamente la gara d’appalto per i lavori di ristrutturazione al Bartolomeo Eustachio. I lavori saranno a cura della ditta Elettro Stella srl di Monsampaolo del Tronto che si è aggiudicata l’appalto con un ribasso del 21,63% su un importo a base d’asta di 651.656 euro + iva.

I lavori saranno pertanto realizzati ad un costo di 565.027 euro iva inclusa.

Un altro investimento dunque, dopo la recente attivazione dell’ambulanza medicalizzata 12 ore al giorno e dell’inaugurazione di un nuovissimo mammografo digitale di ultima generazione al costo di 179mila euro. 

g.g.

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