Istituire una Zona Economica Speciale per risolvere le problematiche nate a seguito della vertenza Elica. È questa la proposta avanzata tra i banchi della maggioranza nell’ultimo consiglio comunale della città di Jesi. L’assise si è anche espressa favorevolmente sull’intenzione di interagire con il Comune di Fabriano, affiancando l’amministrazione Santarelli al tavolo permanente istituito a seguito della crisi che ha colpito le industrie del settore bianco, distintive del fabrianese, e di favorire il dialogo tra i vertici aziendali e le istituzioni.

Il dialogo è anche la direzione indicata dal viceministro Todde, ma nonostante questo le posizioni tra le due parti continuano a essere distanti: i vertici Elica sottolineano la necessità assoluta di rispettare il piano industriale che prevede la riduzione dei volumi produttivi per più dei due terzi (da 1 milione e 400 mila a meno di 400 mila), la chiusura di alcuni reparti a Mergo e la chiusura dello stabilimento di Cerreto d’Esi, con la successiva delocalizzazione delle linee produttive in Polonia. Le motivazioni sarebbero riconducibili alla salvaguardia della capacità competitiva e al superamento della crisi che da anni investe il settore. Decisamente contrario il punto del Movimento 5Stelle Marche, con la consigliera Simona Lupini che già nelle scorse settimane aveva sottolineato come fosse impensabile sacrificare la comunità fabrianese e limitrofa in nome dei profitti per gli azionisti.

La posizione a Fabriano, espressa dal sindaco Gabriele Santarelli, è allineata a quella della consigliera Lupini. Restano però delle perplessità legate alla fattiva utilità dell’istituzione della ZES: secondo Santarelli le strategie di contrasto alla crisi economica che ha investito il distretto in esame devono inquadrarsi in una logica di prevenzione e di incentivo per le aziende, mentre i provvedimenti attivati, o che lo saranno in queste settimane, sono tardivi: “La situazione del caso Elica è in stallo: i vertici dell’azienda hanno ribadito al Ministero l’intenzione di procedere con il piano senza lasciare spazio al dialogo, se non per la questione del sostegno alle persone che perderanno il posto. Il tavolo d’incontro ha decisamente rigettato questa posizione. La proposta arrivata da Jesi sarà senz’altro oggetto di discussione – ha commentato Santarelli –, e dobbiamo, vista l’attenzione mediatica che il caso ha suscitato, iniziare a ragionare sulle strategie da mettere in atto in appoggio alle aziende che operano sul territorio e che hanno intenzione di restarci e di continuare a investire. È molto più probabile avere successo agendo in questa direzione, piuttosto che tentare di fermare un piano su cui Elica sembra non avere alcuna intenzione di fare dietrofront e che per altro è già stato avviato. Purtroppo questo non sembra un provvedimento che possa avere margini di discussione: va bene tentare un dialogo, così come fatto per altre situazioni simili in passato, ma il modus operandi in futuro dovrà essere quello di sollecitare Ministero e Regione, due organi che hanno la capacità finanziaria di fare opposizione a questi processi, per far sì che possano intervenire per sostenere le aziende e prevenire queste logiche di delocalizzazione. Un’altra proposta al tavolo – conclude il sindaco di Fabriano – è stata quella di incentivare le aziende a investire sul territorio e creare una filiera: la componentistica viene spesso acquistata all’estero, sarebbe invece opportuno creare un distretto che sappia esaudire tutte le esigenze del comparto. Chiediamo di essere ascoltati e di agire con progettualità piuttosto che trovarsi a dover ragionare sulle crisi”.

l.c.
Hanno consegnato le chiavi dei loro locali al sindaco del Comune di San Ginesio, Giuliano Ciabocco, in protesta al decreto che, anziché far ripartire l’economia, dimostra, secondo loro, ancora una volta un’azione del Governo tardiva e insufficiente.

Ugo Tesei, titolare del Bar Ristorante Pizzeria “Paracallà” esprime la drammaticità della situazione dei operatori commerciali del territorio, già fortemente provati dal sisma del 2016, con particolare riferimento alle attività come Bar, Pub, Ristornati e Pizzerie: “Abbiamo dovuto chiudere le nostre attività per decreto, abbiamo assistito all’azzeramento dei ricavi e siamo stati privati del nostro lavoro e delle nostre libertà, ma consapevoli del dramma sanitario siamo stati capaci di accettare questi enormi sacrifici. Oggi però vogliamo manifestare la nostra delusione di chi è stato lasciato solo con le proprie spese, i dipendenti, gli impegni economici pregressi e troppe incertezze per il futuro. Si parla infatti di una riapertura con una bassissima percentuale di ricavi e il 100% dei costi. Per i locali di pubblico spettacolo la data della riapertura non è nemmeno al orizzonte”.

Dal sindaco Ciabocco, accanto a Tesei, sono intervenuti molti altri ristoratori del territorio comunale: Raffaela Zecchini del ristorante “La Cantinella”, i fratelli Giancarlo e Gianluca Rafanelli del ristorante “Isolina”, Luciano Caponi titolare della pizzeria “La fornarina, Luca Incicco del Bar Centrale, Oreste Costantini titolare del disco-pub pizzeria Mirage e Anna Porfiri dell’Agriturismo Sottovento che con il loro gesto simbolico hanno voluto esprimere la voglia di tornare in piena attività in linea con quanto sta accadendo in tutti Italia con la manifestazione di protesta Risorgiamo Italia,  organizzata dai movimenti di imprenditori del mondo HO.RE.CA e dei Locali di Pubblico Spettacolo.
Dal canto suo, il primo cittadino ha annunciato che metterà in campo iniziative a favore di queste attività per dare loro il massimo sostegno.

“Nei prossimi giorni – ha dichiarato Ciabocco - elaboreremo un protocollo che sarà necessario applicare per poter riaprire ogni singolo locale. L’amministrazione comunale sta valutando l’adozione di alcuni provvedimenti utili a chi si ritroverà a dover ridurre gli spazi all’interno del locale, garantendo loro, in via del tutto eccezionale, l’utilizzo di parti esterne come piazze, strade, parchi e giardini pubblici senza nessun tipo di costo aggiuntivo. Saranno sospesi la riscossione degli affitti dei locali di proprietà dell’ente”.

GS
Quella che si sta vivendo in questi giorni non è una crisi soltanto sanitaria ma anche economica, con lavoratori autonomi ed artigiani che versano in difficoltà ogni giorno di più; tra questi Marco Baldini, tatuatore matelicese che sulla pagina del proprio studio (Leftorium Tattoo Studio) ha pubblicato un doloroso annuncio: “Nei giorni scorsi ho atteso molto tempo per parlare - scrive Marco - ma ormai è giunto il momento: dopo nove anni, nonostante ami quello che faccio, non ho altra scelta, ho deciso di chiudere lo studio; sono stanco di non avere nessun tipo di tutela dalla Regione, dallo Stato, da nessuno, mi hanno sfinito, quindi chiudo! Ovviamente saranno fatte due cose per tutelare i clienti: chiudere tutti i lavori in corso e ricontattare il prima possibile chiunque avesse fatto un buono regalo sarà contattato da me prima possibile. Ringrazio tutti quelli che mi hanno supportato, anche chi non l'ha fatto - conclude - perché indirettamente mi ha dato uno stimolo per migliorare”.
Non stanno ovviamente mancando i messaggi di affetto da parte dei suoi numerosi clienti per indurlo al ripensamento.
Sono questi, dunque, i primi sintomi di una situazione economica molto difficile in un territorio già colpito dal sisma.

Alessio Botticelli
In epoca di crisi da coronavirus un’integrazione al reddito dell’attività agricola arriva dalla decisione del sindaco di Recanati, Antonio Bravi che ha istituito un bando per stipulare convenzioni dirette con i singoli agricoltori per la sistemazione e la manutenzione del verde pubblico nelle strade extraurbane.
Avere cura e proteggere il proprio territorio è, infatti, un’arte antica e gli agricoltori, per vocazione, sono i primi custodi del paesaggio agrario, chi meglio di loro può prendersi cura delle aree verdi pubbliche extraurbane limitrofe alle rispettive aziende agricole?
Nei gravi tempi di crisi è anche un modo per supportare l’attività agricola nell’ottica del perseguimento delle finalità di promozione e sostegno dell’agricoltura, può essere un piccolo reddito integrativo per gli agricoltori, un lavoro parallelo d’interesse collettivo.

Antonio Bravi Sindaco Recanati 2
Antonio Bravi


“E’ una norma di facile applicazione e di immediata esecutività – dice Antonio Bravi -  che permette alla nostra amministrazione di stipulare convenzioni dirette con i singoli agricoltori grazie ai quali possiamo proteggere insieme il grande patrimonio di bellezza delle nostre campagne”

Il bando promosso dal consigliere con delega all’Agricoltura, Stefano Miccini, in collaborazione con gli assessorati competenti e l’ufficio tecnico,  prevede la stipula di “convenzioni per lo svolgimento di attività funzionali alla sistemazione e manutenzione del territorio con singoli imprenditori agricoli” e promuove forme di cooperazione con i cittadini, singoli o associati, per lo svolgimento di attività di pubblica utilità, dando seguito, nell’interesse dell’intera collettività e in modo concreto, al principio di sussidiarietà orizzontale.

“Per partecipare al bando basta essere imprenditore agricolo o coltivatore diretto, avere la sede legale nel Comune di Recanati o i nei Comuni vicini. - spiega Stefano Miccini -  L’attività consiste nella manutenzione delle strade prese in custodia con l’esecuzione di due tagli e sfalci della vegetazione per un quadrimestre l’anno nelle aree di competenza”.

GS
"Sempre più tagli alla sanità con una popolazione che si impoverisce".
E' questo il grido di allarme del capogruppo in Consiglio Regionale per i Popolari Marche – UdC, Luca Marconi, al quale affianca una proposta per cercare soluzioni.
"Non possiamo non vedere - dice -  le difficoltà di un Servizio sanitario boccheggiante tra tagli, inadeguatezza gestionale e impossibilità, a volte, di garantire servizi, anche quelli essenziali. Infatti, sembra ormai inevitabile un inesorabile declino del nostro Servizio sanitario nazionale che, nonostante importanti aree di eccellenza sia professionale sia tecnologica, comincia ad abbandonare al proprio destino milioni di cittadini che non riescono più ad accedere a servizi, sia preventivi sia diagnostici, assistenziali e riabilitativi. Questo - continua Marconi - per la mancanza di risorse adeguate a fronte dell’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle malattie croniche. Ad esempio, secondo i dati statistici, nel 2024 ci saranno almeno 13 milioni di persone che soffriranno di almeno tre malattie croniche, e oltre 14 milioni nel 2034, pari rispettivamente al 20,2% e 22,6% della popolazione. Particolarmente rilevante il fenomeno tra gli anziani: nel 2024, infatti, a livello nazionale tale condizione interesserà circa 9 milioni di individui ultrasessantacinquenni, numero che salirà nel 2034 a circa 11 milioni. Lo scenario, quindi, ci mostra per il futuro una situazione di crescenti bisogni da parte di una popolazione sempre più anziana e disabile".

Poi un focus sulla povertà: "In Italia la crisi ha aumentato anche la povertà assoluta - dice - : tra il 2011 e il 2012 si è registrato un vero e proprio balzo nel numero delle famiglie e degli individui in condizione di povertà, salito rispettivamente del 33% e del 41%, con un ulteriore peggioramento nel 2013 e nel 2018. Molti studi hanno dimostrato che il livello di salute di una popolazione è fortemente correlato con la sua condizione economica".
Per questi motivi il consigliere Marconi propone che "vengano rimodulate le prestazioni erogate gratuitamente a tutti i cittadini, i cosiddetti Lea, Livelli essenziali di assistenza, in base a rigorosi criteri scientifici, destinando alla spesa privata quelli a basso valore; siano ridefiniti i criteri della compartecipazione alla spesa sanitaria e le detrazioni per spese sanitarie, tenendo conto anche del valore delle prestazioni e attuando al più presto un riordino legislativo della sanità integrativa e sia realizzato concretamente un piano nazionale della prevenzione".

GS

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