Con un post su Facebook, Guido Bertolaso ha annunciato di essere positivo al Coronavirus e subito nelle Marche è scattata la preoccupazione per l'incontro avvenuto ieri con i vertici regionali che aveva l'obiettivo di trovare una sede per ulteriori 100 posti letto di terapia intensiva.
"Sono positivo al Covid-19 - ha scritto Bertolaso su facebook - . Quando ho accettato questo incarico sapevo quali fossero i rischi a cui andavo incontro, ma non potevo non rispondere alla chiamata per il mio Paese. Ho qualche linea di febbre, nessun altro sintomo al momento. Sia io che i miei collaboratori più stretti siamo in isolamento e rispetteremo il periodo di quarantena. Continuerò a seguire i lavori dell’ospedale Fiera e coordinerò i lavori nelle Marche - ha tenuto a precisare - .
Vincerò anche questa battaglia".
Dall'annuncio di Bertolaso sono partite le precauzioni per il governatore delle Marche, Luca Ceriscioli, che sarebbe stato in auto con l'ex capo della protezione civile nazionale. Il presidente delle Marche si trova quindi in quarantena fiduciaria, nonostante comunque siano state utilizzati, per l'incontro di ieri, mascherine e guanti.
In quarantena anche il presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovicenzo che pare, però non abbia avuto incontri ravvicinati con Bertolaso.
Intanto il governatore ha pubblicato un video messaggio sulla sua pagina Facebook per rassicurare sulla prosecuzione del suo lavoro: "Dopo la notizia della positività di Bertolaso sono a casa in quarantena, ma questo non mi impedisce di continuare a lavorare, anzi proseguirò da qui con il grande impegno che tutti si aspettano, e che è necessario in un momento come questo.
Con Bertolaso ci siamo sentiti, e sulla nuova struttura per i 100 posti di terapia intensiva, che potranno salvare la vita a molte persone, il messaggio è chiaro: il progetto va avanti.
Abbiamo già avuto i primi contatti buoni con gli imprenditori marchigiani. Anche molti cittadini ci hanno scritto per dare il loro contributo. Ringrazio tutti coloro che hanno già manifestato la loro disponibilità e anche chi lo farà in futuro.
Non si arresta il lavoro condotto fino a oggi nei confronti di chi ha più bisogno, l'impegno a limitare il contagio. Anche la quarantena è uno strumento per farlo.
Continuiamo a lavorare, senza battute di arresto e non ci ferma certo una quarantena".

GS

Si avvia a chiusura la campagna elettorale della squadra "Radici al futuro"con la quale si ricandida a Camerino Gianluca Pasqui.  Ultimo atto sarà l'appuntamento di venerdì 24 maggio all'Etoile , intanto , questo pomeriggio la campagna della lista ha ricevuto di persona il sostegno dell'ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso. Molto partecipato l'incontro tenutosi nella Geo Tenda del City Park, nel corso del quale con un esordio dedicato alla ricandidatura di continuità della lista, il sindaco uscente Gianluca Pasqui ha avuto occasione di accogliere l'illustre ospite dichiaratosi disponibile per un lavoro di squadra nel quale influire con la sua esperienza " Nel corso degli anni e in tante situazioni diverse, ho lavorato con 1250 sindaci in tutta Italia  Spero di vedervi tra qualche mese per mettere insieme un meccanismo rivoluzionario che ci veda tutti insieme, uniti con gli altri comuni, per rimettere in piedi tutti i territori dell'Appennino". 

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Esaltandone  i meriti e la grande preparazione, Pasqui ha spiegato le motivazioni dell'aiuto chiesto a Guido Bertolaso " "Subito dopo la gestione dell'emergenza, affrontata senza che nella città si sia fermato nulla, è il momento di iniziare a ragionare in maniera più forte; ho pensato di rivolgermii ad una persona che, con la sua competenza e professionalità, potrà dare il suo contributo di guida". Presentati al pubblico i suoi compagni di corsa, ha quindi ceduto la parola al dott. Bertolaso. Ripercorrendo il grande lavoro di squadra che, nel 2009, lo ha legato alla drammatica esperienza del terremoto dell'Aquila, l'ex capo della Protezione civile ha tracciato il ricordo dello straordinario lavoro all'epoca svolto per un anno intero e per 24 ore al giorno, a livello di struttura di protezione civile e di tutte le forze coinvolte: la difficile gestione di quei tragici momenti, la costruzione delle casette di legno, delle scuole e di altre strutture " Alle 3 di notte, personale dell'ammnistrazione della protezione civile era al tavolo a scrivere contratti, procedure di gara; dietro le quinte ,a gestire i contabili e a fare andare avanti le carte, c'era Angelo Borrelli. Nell'arco di 12 mesi a l'Aquila è stato fatto un lavoro incredibile".  Anche a non far confronti con le sciagure che si sono succedute negli anni, fino ad arrivare allla devastazione di 4 regioni in seguito al sisma del 2016,  Bertolaso non ha potuto negare e, anzi prender atto, che tutta la gestione del post sisma ha mostrato quasi una perversa volontà a rendere tutto più complicato e quasi irraggiungibile. "A l'Aquila avevo creato una piccola unità tecnica, con il compito di registrare puntualmente tutto quello che succedeva; il risultato è che è stato approntato un protocollo utile ad indicare ogni operazione fondamentale, in situazioni di emergenza, nel ripristino della normalità, nella ricostruzione. Tutto quel lavoro è stato buttato via e si è dovuto ogni volta ricominciare daccapo. E' accaduto in Emilia, ad Amatrice e poi sulle 4 regioni dopo l'ottobre 2016. Si sono create norme su norme, ordinanze su ordinanze, sono cambiati 3 commissari e l'esercizio preferito è diventato lo scaricabarile" Come se ne esce? Secondo Bertolaso , con un cambiamento di passo che presuppone unità e fronte comune tra tutte le aree colpite. " E' in questo modo che possono cambiare le cose". 

C.C.

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