Due giornate di judo per migliorare e crescere insieme nell'ambito del progetto “Spazio giovani” promosso dall'associazione “Help Sos Salute e famiglia” di San Severino.
La prima ospitata dal centro giovanile Asd Judo Samurai di Jesi e Chiaravalle; la seconda dalla palestra J-Etic di San Severino.
Lo scopo del doppio meeting: agevolare l'integrazione e la socializzazione tra i giovani di diverse fasce d'età e di differenti culture attraverso una disciplina sportiva come il judo che punta molto su   concentrazione, autostima e capacità di confrontarsi con gli altri.
WhatsApp Image 2021 06 07 at 08.06.33 3
Ai due stage - denominati “Manifestazione giovanile”- hanno partecipato parecchi ragazzi e ragazze (dai 16 anni in su) provenienti dalle province di Ancona, Macerata, Fermo e Ascoli Piceno; tutti rigorosamente ammessi solo dopo il test anti-Covid negativo e nel rispetto dei protocolli in vigore per contrastare l'emergenza sanitaria.

Hanno diretto gli allenamenti, validi anche per la preparazione al campionato nazionale che si terrà in autunno, il maestro Claudio Coppari a Jesi e il maestro Boris Giachetta a San Severino.
WhatsApp Image 2021 06 07 at 08.32.13
“Dopo la parte fisica e tecnica ci siamo messi in cerchio per un colloquio maestro-allievo – spiega Boris Giachetta, responsabile della palestra J-Etic – aprendo una serie di discussioni, in particolare sulle dipendenze, a cominciare da quelle legate ai giochi elettronici. Il judo è pure questo: siamo nel segmento che noi definiamo con il termine “Mondö”, che in giapponese significa insegnamento verbale o argomento di discussione sul judo e non. Questo aspetto viene seguito dal maestro in modo diretto oppure approfondito attraverso uno scambio di osservazioni con gli allievi. “Mondö” fa parte dell'insegnamento morale e intellettuale di questo sport, è uno dei quattro pilastri su cui poggia la pratica del Judo Kodokan così come definita dal maestro Jigoro Kano”.
Dunque, un'altra interessante iniziativa del progetto “Spazio giovani” che l'associazione Help di San Severino sta portando avanti con grande impegno, grazie a fondi regionali e del Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale, allo scopo di valorizzare la dimensione creativa dei giovani, la loro capacità di ricerca e di crescere insieme. Tanti i partner coinvolti: Itts “Divini”, Asur, Unione montana del Potenza, Esino e Musone, Ambito sociale 17 di San Severino, associazioni culturali e sportive come il Centro culturale Andrej Tarkovskij di San Severino, l'associazione giovanile Judo Samurai di Jesi-Chiaravalle, l'Age Marche, l'Uisp di Jesi, il centro JEtic
di San Severino e l'associazione “Equilibri”.

WhatsApp Image 2021 06 07 at 08.06.33
L’associazione HELP S.O.S. Salute e Famiglia Onlus ha donato due televisori e due termoscanner agli ospedali di Macerata e San Severino. Una donazione che vuole contrastare situazioni di disagio familiare, sociale e sanitario. “L’associazione nasce dopo la chiusura del punto nascite e della pediatria dell’ospedale di San Severino – dice la presidente dell’associazione Cristina Marcucci – Per noi, che siamo un’associazione di mamme, i reparti di pediatria e neonatologia sono fondamentali, quindi abbiamo deciso di donare, grazie ai fondi raccolti con il 5x1000, i termoscanner e i televisori”.

Le TV saranno destinate alle camere di degenza dei bambini che ne sono sprovviste: ”Mancherebbero ancora altri televisori, quindi questo è anche un appello che faccio a chi vorrà aiutarci. Gli scanner sono invece per l’ambulatorio pediatrico e per il consultorio. Un grazie va al dottor Castellini che, nonostante la chiusura del reparto, ha sempre dato grande disponibilità”.

Red.

“Quale futuro aspetta l’ambulatorio e la week surgery ostetrico-ginecologici?”. È la domanda che l’associazione di San Severino Help Sos Salute e Famiglia, presieduta da Cristina Marcucci, ha rivolto tramite raccomandata al presidente della Regione Luca Ceriscioli in qualità di assessore alla sanità. Il problema è presto detto: l’unico ginecologo operante all’ospedale settempedano, dei quattro che erano in servizio due anni fa quando è stato chiuso il punto nascite, è Vincenzo Felicioli, in collaborazione con l’equipe del reparto maceratese di Mauro Pelagalli. Felicioli tuttavia andrà in pensione con la fine dell’anno e dunque c’è il timore che non venga rimpiazzato e che vengano interrotti non solo i servizi rivolti alle donne in gravidanza fino alla 36esima settimana, ma anche le attività della week surgery.

“Ci teniamo a ricordare - scrivono - che la determina 913 della vigilia di Natale del 2015 sulla chiusura del punto nascite, prevedeva che in tutte le sedi destinate all’applicazione del ‘Percorso di presa in carico della gravidanza’ (come il caso di San Severino, ndr), si prevedeva il mantenimento delle attività ambulatoriali di ostetricia e ginecologia, con visite, ecografie, prelievi, corsi preparto, oltre ad attività medica e chirurgia ginecologia. Dal momento che Felicioli è prossimo alla pensione - chiedono - quale futuro aspetta il reparto?”.

L’associazione chiede al governatore una risposta “congrua ai bisogni delle donne in gravidanza dell’entroterra marchigiano”.

g.g.

Felicioli 1

Ha appena concluso la sua esperienza al Cet, la rinomata scuola del maestro Mogol, il giovane settempedano Riccardo Brandi, 21 anni e studente alla facoltà di giurisprudenza e al conservatorio di Fermo, dove prende lezioni di clarinetto. “Un’esperienza fortissima - dice - quella del Cet”, una scuola che vanta molti docenti di fama e spessore. 

 

Riccardo Brandi, come è nata la possibilità di vivere l’esperienza alla scuola del maestro Mogol?

 

A gennaio scorso ho partecipato ad un bando di concorso dell’associazione di San Severino Help Sos Salute e Famiglia, in collaborazione con la Fondazione Claudi e il Centro culturale Tarkovsky. L’ho vinta e il 28 gennaio sono partito. 

 

riccardo brandi

 

Come si sono svolti i corsi?

 

Io ho frequentato il corso per interpreti di musica leggera, 15 lezioni suddivise in tre fasi. La prima, di conoscenza fra noi allievi e i docenti. Abbiamo cantato dei pezzi del nostro repertorio ed avuto un primo giudizio. Poi i docenti ci hanno affidato dei compiti da svolgere a casa e da preparare per la seconda fase. Questa è durata quattro giorni, abbiamo presentato i due brani che ci avevano assegnato, e poi siamo partiti con i laboratori, sopratutto riguardanti l’interpretazione. Dopo la seconda fase, ci sono stati assegnati altri due brani da studiare e, dopo i laboratori sull’interpretazione, ciascuna di noi allievi ha scelto quello da interpretare durante il saggio finale che c’è stato domenica scorsa. Abbiamo sostenuto anche una prova d’esame che consisteva nell’imparare un pezzo di Mogol in un giorno e registrarlo in studio in circa 40 minuti di tempo. Io avevo “L’Aquila”, di Mogol-Battisti.

  

Che sensazioni hai provato?

 

È stata sicuramente una fortissima esperienza. Fin dall’inizio le docenti ci hanno spronato a far nostro il motto di Mogol e della scuola “disarmati per disarmare”. Ho imparato a liberarmi di tutte le maschere e le costruzioni che solitamente impediscono ad un interprete di trasmettere emozioni. In questo senso, andando avanti, nel cantare sono arrivato anche alle lacrime. 

 

Quindi ti sei emozionato mentre cantavi? 

 

È successo sì. Dal punto di vista emotivo è stata un’esperienza importante, anche perché mi ha permesso di conoscere tante persone. Essere immersi per alcuni giorni nella musica, 24 ore su 24 è stato fantastico. Eravamo ospiti della struttura alberghiera di Mogol e quindi una volta terminate le lezioni (dalle 9 alle 19) ci ritrovavamo insieme per creare musica e cantare insieme intorno ad un pianoforte o una chitarra. È successo anche che il cantante Giovanni Caccamo ci abbia raggiunto e si sia esibito con i suoi brani più belli. 

 

E il ritorno a casa?

 

Traumatico. Si avverte un gran senso di vuoto. Già alla fine delle prime due fasi mi sentivo strano, ma al rientro dall’ultima fase è stato un misto di tanti stati d’animo. 

 

C’è nel tuo futuro il canto?

 

Io coltivo la passione del canto da quando avevo 10 anni. Studiavo musica nella scuola della banda di San Severino già da sei anni e mi fu regalato il famoso ‘Canta Tu’. Ho iniziato così ma non ho mai frequentato corsi di canto, adesso spero di iniziarne uno il prima possibile.
Gaia Gennaretti

Radioc1inblu

Radio FM e Internet
P.za Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax 0737.633180
Cellulare: 335.5367709

radioc1inblu@gmail.com

L'Appennino Camerte

Settimanale d'informazione dal 1921
Piazza Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax: 0737.633180
Cell: 335.5367709

appenninocamerte@gmail.com

Scopri come abbonarti

Questo sito utilizza i cookie

Puoi accettare e proseguire la navigazione o per maggiori informazioni Per saperne di piu'

Approvo
Clicca per ascolare il testo