Il quesito lo pone alla giunta regionale il consigliere capogruppo dei Verdi, Sandro Bisonni, per mettere fine alla polemica che si è scatenata fra il Movimento 5 Stelle di San Severino e Tolentino, e il consigliere regionale Luigi Zura-Puntaroni con l’ingegnere Michele Cruciani. L’intervalliva è il tema sul ‘banco degli imputati’ e soprattutto il finanziamento ottenuto dal Cipe per 98 milioni. Secondo Cruciani, il finanziamento sarebbe vincolato allo studio di fattibilità realizzato da lui su impulso di Zura. Secondo i 5 Stelle invece, sarebbe stato finanziato l’asse viario tra San Severino e Tolentino e non uno specifico progetto. Secondo questo principio, sarebbe lecito e non comporterebbe alcun rischio per la realizzazione dell’opera, un progetto alternativo. Quello che hanno presentato i grillini.

Per fare chiarezza, il capogruppo Bisonni ha presentato una interrogazione per avere conferma da parte della Regione “che un tracciato diverso è finanziabile senza problemi. Dopo un'analisi piuttosto dettagliata dei fatti - si legge in una nota di Bisonni - chiedo alla Giunta se le somme assegnate per la realizzazione dell'opera possano o meno essere destinate ad un tracciato alternativo a quello attualmente approvato. In questo modo avremo o meno certezza del fatto che un tracciato alternativo non solo è possibile ma anche finanziabile senza rischio alcuno e senza perdite di tempo”.

Bisonni, nell'interrogazione pone altre domande per sapere quali siano le valutazioni della Regione sulla questione.

Come ho denunciato per primo - prosegue – dobbiamo scongiurare che l'opera subisca ritardi o che peggio diventi la solita incompiuta. Per evitare questo, occorre partire con il piede giusto, evitando l'attuale tracciato che, come ho già avuto modo di dire in più occasioni, rischia di fermarsi al primo metro di tunnel. Esistono varie soluzioni tutte meno impattanti e problematiche, più funzionali ed economiche e che ci darebbero la tranquillità di una più rapida esecuzione”.

Infine Bisonni chiede alla Giunta quali opere potrebbero essere finanziate con le eventuali economie realizzate grazie ad un tracciato meno costoso.

Chi amministra soldi pubblici – conclude – deve sempre fare scelte con la massima oculatezza. Sono convinto che i 10 milioni con i quali la Regione Marche finanzia l'opera possano essere risparmiati e impiegati per altre infrastrutture parimenti importanti. Oltre al ponte dell'addolorata a Tolentino, già previsto, si potrebbe ad esempio realizzare il ponte dell'intagliata a San Severino e finanziare almeno un edificio pubblico danneggiato dal terremoto, oppure spostare queste somme investendole in sanità. Chi non vuole questo per realizzare un'opera a rischio incompiuta, impattante e costosissima, lo dovrebbe quanto meno giustificare dettagliatamente”.

Gaia Gennaretti
L’ingegnere Michele Cruciani chiede un confronto sull’intervalliva. Il Movimento 5 Stelle di San Severino risponde: “E’ un’assemblea pubblica, nessuno gli impedisce di intervenire”.

Prosegue la querelle fra i grillini di San Severino e Tolentino da una parte, e l’ingegnere Michele Cruciani con il consigliere regionale Luigi Zura-Puntaroni dall’altra. Il tema del contendere è la bretella San Severino-Tolentino: da anni ormai si parla del progetto “che non è di Zura e Cruciani ma di una comunità che lo ha condiviso” (come specifica l’ingegnere Cruciani), il quale ha ottenuto un finanziamento dal Cipe pari a 98 milioni con ratifica della Corte dei Conti. 

Quando ormai la strada sembrava spianata, i 5 Stelle (sostenuti dal presidente della commissione Lavori Pubblici al Senato, Mauro Coltorti, e dal professore di Univpm, Maurizio Bocci) hanno presentato un progetto alternativo. Questo è avvenuto ormai un paio di settimane fa, ma vi stavano lavorando da oltre un anno. La loro proposta si basa su un vecchio progetto del ’90 rivisitato con l’ausilio dell’architetto Ballini di San Severino. Il progetto originale era stato bocciato, all’epoca, da Anas perché non condiviso dal comune di Tolentino. 

“I 5 Stelle - sostiene Cruciani - affermano che si possa raggiungere una sintesi. Se ciò è vero, dovrebbero consentire, nell’incontro pubblico promosso per il 22 febbraio a San Severino, la partecipazione di chi è stato il promotore tecnico dell’intervento finanziato dal CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica). Nell’auspicio di una maturità democratica al confronto, dichiaro pubblicamente la mia disponibilità a partecipare all’incontro in buona fede. Tenuto conto che non sarà affatto scontata la disponibilità del Movimento al dibattito pubblico con il sottoscritto, ritengo opportuno che i cittadini interessati possano conoscere meglio l’argomento”. Cruciani peraltro critica l’etichetta personalistica data al tracciato fin ora portato sui tavoli istituzionali per il finanziamento visto che, a suo avviso, si tratta di una soluzione tecnica “diffusamente condivisa da tutti gli enti, risalendo tutta la scala gerarchica delle istituzioni”. Poi ha ricordato il finanziamento del Cipe, con 10 milioni per gli svincoli e 88 per il tracciato, e l’approvazione del progetto in Cabina di Regia del Governo avvenuta lo scorso 11 luglio. “Il progetto - ricorda - è stato affidato alla Quadrilatero ed è in avanzata fase di definizione. È stato approvato dal Ministero perché è stato il frutto di un lungo processo di condivisione, partito 10 anni fa e ora, dopo tutti questi anni di dibattito e dopo tutti questi atti pubblici di condivisione, nei quali il M5S nulla ha eccepito su quest’opera, resta difficile capire come si possa non tenerne conto, prospettando altre soluzioni non condivise dal Comune di Tolentino”. Cruciani torna a ribadire la sua convinzione nel fatto che mettere tutto in discussione con soluzioni che non sarebbero condivise da tutti, rappresenta un pericolo per la realizzazione dell’opera. “Non vorrei che una componente del M5S stia cinicamente utilizzando i buoni propositi per impedire la realizzazione dell’opera.Invito i cittadini interessati all’argomento - conclude - ad interrogarsi sulle difficoltà di mettere in atto le condivisioni istituzionali e tutti i passaggi che sono necessari per arrivare alla modifica delle Delibere del CIPE”.

La risposta dei grillini non si è fatta attendere, fortemente critici verso l’atteggiamento e alcune affermazioni dell’ingegnere: “Crediamo che chi si rivolge ai suoi interlocutori usando appellativi come ‘una tragica alchimia distruttiva composta da dilettanti allo sbaraglio e da cinici sostenitori della decrescita felice’ come ha fatto l’ingegnere non denoti certamente una predisposizione al confronto. Malgrado la mancanza di rispetto da lui ostentata più volte - affermano - non ci risulta di aver posto alcun veto alla partecipazione di nessuno. La richiesta di intervenire all'incontro del 22 è solo una scusa per avere visibilità. Nessuno glielo impedisce, essendo un convegno pubblico a porte aperte. Stiamo anche lavorando affinché il tutto possa essere trasmesso in streaming per chi non potrà essere presente”. Poi, prima di concludere, i 5 Stelle precisano: Il tracciato di cui Cruciani ha realizzato lo studio di fattibilità, non è stato finanziato. Ad essere finanziato dal Cipe è il nuovo asse viario tra Tolentino e San Severino che può, e secondo noi deve, essere il migliore possibile. L’opera - concludono - deve essere realizzata nel rispetto dei principi di economicità ed eco-compatibilità”.

Gaia Gennaretti

Intervalliva. Zura e Cruciani illustrano i passaggi che hanno portato al finanziamento di 98milioni di euro. I 5 Stelle di San Severino e Tolentino, con in testa Mauro Coltorti, rispondo: "Venerdì sera, nella riunione per discutere il progetto, sapendo che il progetto alternativo proposto dal Movimento costa molto di meno ed è tecnicamente inappuntabile, il sindaco Pezzanesi ha ribadito la necessità che i costi non lievitino, preoccupato che all’imbocco Nord della galleria c’è una frana (nel progetto presentato da Zura e Cruciani, ndr)". Per i grillini questo è un coup de téathre visto che fin ora il sindaco tolentinate si era detto assolutamente contrario al progetto alternativo. Poi una critica a quanto affermato nel corso della conferenza dall'ingegnere Cruciani: "Abbiamo appreso che se in Italia si dovesse stare attenti ai rischi idrogeologici non si costruirebbe più nulla. Capito? Il messaggio è chiaro: tanti saluti alla sicurezza, l’importante è che si costruisca dove, come e quando lo dice lui. In pieno stile centrodestra italiano. E invece no - incalza Coltorti -. Qui c’è un progetto più sicuro e meno costoso che potrebbe essere preso in considerazione, ma che per mere questioni di tifoseria politica e di chissà quali interessi economici non lo è". Secondo Coltorti il progetto attualmente finanziato non prevederebbe gli interventi di bonifica della grande frana sopracitata, che farebbe comunque lievitare i costi oltre la disponibilità finanziaria.
"Il progetto messo in campo da noi costa la metà - dice - anche prevedendo un aumento dei costi di progetto si rimarrebbe comunque all'interno del budget a disposizione. Inoltre per la procedura di Valutazione di impatto ambientale si devono individuare eventuali soluzioni alternative, che se sono già note, andrebbero certamente valutate fin da subito. Se il nuovo progetto è migliore credo il CIPE non avrà alcun problema ad approvarlo, al contrario di quanto va sostenendo Zura Puntaroni della Lega. D’altra parte, se la Corte dei Conti comprende che c'è una soluzione tecnica che costa la metà, difficilmente si girerebbe dall’altra parte. Infine, da presidente della commissione Lavori Pubblici del Senato è mio dovere guardare a qualsiasi opera infrastrutturale che riguardi l’Italia, da Ragusa salendo fino a Bolzano. L’intervalliva serve - conclude - e lavoreremo perché prevalga un progetto che è indubbiamente migliore di quello pensato in origine”.

g.g.

Intervalliva San Severino-Tolentino: ieri sera l'assemblea per illustrare il finanziamento e i relativi passaggi che negli anni si sono succeduti con l'ingegnere Michele Cruciani e il consigliere regionale Luigi Zura-Puntaroni. L'incontro è stato una sorta di risposta alla proposta alternativa che nei giorni scorsi hanno presentato i gruppi del Movimento 5 Stelle di San Severino e Tolentino con l'appoggio del senatore Mauro Coltorti e del professore dell'Università Politecnica delle Marche Maurizio Boccia. 
L'idea dei grillini, va ricordato, ricalca di fatto un progetto degli anni '90, con alcune accortezze curate dall'architetto comunale Ballini, fatto realizzare all'epoca dalla Provincia di Macerata e bocciato da Anas.
"Questo è autolesionismo - ha commentato Michele Cruciani -. Calare così, dall'alto, una proposta, per quanto ragionevole o tecnicamente congrua, non è mai opportuno. Qui non c’è un progetto 'nostro', mio e di Zura-Puntaroni, ma di una comunità che negli anni ha condiviso un’opera affrontando tutta la scala gerarchica, dalle comunità locali, agli enti, alla Regione per arrivare poi al finanziamento del CIPE. Rimettere in discussione tutto questo percorso non è che sia impossibile ma bisogna farlo da principio, quindi mi domando che senso abbia, oggi, ridiscutere di tutto, su un progetto (quello degli anni '90) che tra l’altro il comune di Tolentino non condivide e non ha mai condiviso. O è una scusa per bloccare l’opera oppure è dilettantismo allo stato puro oltre che autolesionismo. Altro non vedo".
Nel corso dell'assemblea, a cui ha preso parte l'amministrazione di San Severino con diversi assessori, patrocinata dal Comune di Tolentino e con la presenza anche degli onorevoli Tullio Patassini e Giuliano Pazzaglini, della Lega, sono stati illustrati i passaggi fondamentali e le date principali che hanno poi portato al finanziamento. Agli astanti è stata consegnata anche una cartellina con all'interno una lunga 'memoria' del consigliere regionale Zura-Puntaroni in cui si ripercorre pedissequamente, data per data, anno dopo anno, la storia per intero: incontri, ministri che si sono succeduti, sottosegretari, dirigenti di Anas e Quadrilatero. 
"Le date simboliche - ha spiegato Cruciani - sono cinque: la prima è il 18 giugno 2010 che coincide con un convegno pubblico dell'associazione di San Severino 'I Borghi' che denunciò lo stato di abbandono del progetto della bretella (di cui si parlava da circa 20 anni, ndr). Da lì sono trascorsi 5 anni di duro lavoro solo per creare una condizione che consentisse di realizzare questo collegamento. La seconda data è il 31 luglio 2015: 'una giornata storica per il nostro territorio'.  Queste furono le parole del sindaco Cesare Martini con cui presentò il protocollo d’intesa tra i Comuni di Tolentino e San Severino, la Camera di Commercio e Unicam, per lavorare su un percorso condiviso". Da quel giorno sono trascorsi altri due anni, i cui passaggi precisi sono raccontati nello scritto di Zura-Puntaroni, fino ad arrivare al 7 luglio 2017. Il sisma aveva distrutto i territori, compreso San Severino, e quindi era stata percepita la necessità di spingere ancora di più sul progetto per far rinascere una zona abbandonata da anni: "Quel giorno la Regione recepì e promosse, tramite delibera - ha raccontato ancora l'ingegnere - la sottoscrizione di un nuovo protocollo d'intesa tra la Regione, la Provincia e i due Comuni per condividere il valore strategico dell’opera, il corridoio di intervento e le modalità di sviluppo della progettazione dell’opera. Aver costruito questa condivisione e presentarsi con i relativi documenti al Governo ci ha consentito di poter accedere al finanziamento: il 22 dicembre 2017, il Cipe inserì l’opera nell’elenco delle infrastrutture da finanziare con il Fondo Sviluppo e Coesione, disponendo il primo finanziamento di 10 milioni di euro per la realizzazione degli svincoli; il 24 luglio 2019, nell’aggiornamento del contratto di programma di Anas, l’opera venne finanziata dal Cipe per altri 88.3 milioni per il tracciato intero". Secondo i dati illustrati da Cruciani, la mancanza di questo importante collegamento, ha fatto sì che San Severino perdesse un terzo della propria popolazione, passando da 18mila abitanti nel 1921, a circa 12mila nel 2020. Dall'altra parte, Tolentino che è servita da collegamenti infrastrutturali, ha quasi raddoppiato la popolazione. "
La viabilità determina lo sviluppo del territorio quindi è un’urgenza. Lo studio del ’90, promosso all'epoca dalla Provincia e sviluppato da tecnici locali propone il collegamento più vicino alla superstrada, arrivando a Tolentino ovest (Le Grazie). L’Anas lo rigettò perché non c’era stata condivisione e se per San Severino era fondamentale, a Tolentino non interessava". Poi la Quadrilatero realizzò un altro progetto che però non passava per il territorio di San Severino ma per Pollenza, che non voleva la strada, per sbucare a Passo di Treia: "La logica - ha precisato Cruciani - teneva in considerazione una futura estensione della zone industriale di Taccoli. Ma non era nel territorio di San Severino, a Tolentino non interessava perché aveva il suo collegamento con la SS77, quindi anche questa finì nel dimenticatoio benché già progettata. Noi - ha proseguito - abbiamo quindi cercato di capire quale tipo di opera potesse essere condivisa, trovando un corridoio fra i due Comuni: l’unico che anche Tolentino condivideva era quello che usavano già le infrastrutture esistenti, cioè la ferrovia e la strada attuale. Tra l’altro se in quello stesso corridoio ci sono passati 100 anni fa, penso che possiamo farlo anche ora. Quando sento parlare di cose alternative, vorrei sapere dove erano tutti quando si è discusso di questo. Non lo abbiamo fatto sotto traccia, è stato fatto con atti pubblici divulgati anche sulla stampa. Oggi il Cipe ha finanziato l'opera vincolando 10 milioni alla realizzazione degli svincoli lato Tolentino e lato San Severino e i restanti per quella strada condivisa da tutti".
g.g. 


La tensione si taglia col cortello. Il Movimento 5 Stelle propone al fotofinish un progetto alternativo a quello di Luigi Zura-Puntaroni e Michele Cruciani e questi ultimi rispondono organizzando una assemblea pubblica per presentare il finanziamento di quasi 100 milioni già ottenuto. L'incontro è previsto per stasera alle 20:30 nella sala convegni del chiostro di San Domenico. I grillini, nel presentare la loro proposta, asseritamente meno costosa e meno impattante, garantiscono di non voler ritardare i lavori né di voler mandare all'aria il lavoro fatto. Per Cruciani e Zura-Puntaroni invece "il M5S non sa (o lucidamente non vuole spiegare ai cittadini) che cos’è una Delibera del CIPE, e non sa (o non vuole spiegare ai cittadini) che i soldi stanziati dal CIPE sono vincolati ad una specifica opera. Il progetto è stato approvato dalla Cabina di Regia del Governo l'11 luglio lo scorso ed è stato inserito nell’elenco delle opere pubbliche appaltabili entro quest’anno con uno specifico codice di progetto. Il progetto - scrive Cruciani in una nota - affidato alla Quadrilatero è in avanzata fase di definizione". Secondo l'ingegnere il tentativo dei grillini sarebbe quello di vanificare un lungo processo di condivisione "partito dal territorio e arrivato al Governo dopo aver risalito tutta la scala gerarchica. Ora il senatore Mauro Coltorti entra a gamba tesa su un tavolo tecnico decisionale per proporre una vecchia soluzione mai condivisa dal Comune di Tolentino. Appare evidente il tentativo di alcuni attivisti del M5S di bloccare la realizzazione dell’intervalliva. Rimettere in discussione questi processi decisionali - incalza - significa di fatto impedire la realizzazione dell’opera". Mettendo in dubbio l'interesse che i 5 Stelle nutrono per la collettività, Cruciani definisce la proposta portata all'attenzione degli enti proposti il frutto di "una tragica alchimia distruttiva composta da dilettanti allo sbaraglio e da cinici sostenitori della decrescita felice".

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(il consigliere regionale Luigi Zura-Puntaroni)

g.g.




































“Luigi Zura-Puntaroni, Pilato o San Paolo?”. A chiederselo è il consigliere comunale di San Severino, pentastellato, Mauro Bompadre dopo aver appreso che il consigliere regionale Luigi Zura-Puntaroni, anche lui settempedano, si è astenuto durante la votazione della mozione di Sandro Bisonni che chiedeva la riapertura del punto nascite del Bartolomeo Eustachio.

Bompadre non si stupisce dell’esito della votazione in generale, infatti dice, “era destinata a essere bocciata dalla maggioranza che sostiene Ceriscioli tuttavia si trattava di una formidabile occasione per testimoniare da parte di tutti i Consiglieri Regionali che hanno a cuore il destino del nostro entroterra e dei nostri territori, la loro volontà di adoperarsi per il ripristino e per la salvaguardia di una sanità pubblica davvero alla portata dei cittadini, fatta di ospedali di prossimità atti a prestare tutti quei servizi essenziali necessari a tutelarne la salute e spesso la vita stessa”.

 

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I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, insieme a quelli di FdI, hanno votato a favore ma “con mio estremo stupore ho appreso che la Lega compreso il nostro esimio concittadino Luigi Zura-Puntaroni si sono pilatescamente astenuti. Mi chiedo perché - prosegue - non si sia voluta esplicitare attraverso un voto favorevole la volontà politica che dovrebbe essere quella di pretendere che un servizio così essenziale alla nostra città come il Punto Nascite venga ripristinato, servizio che in maniera oserei dire criminale ci è stato tolto solo poco tempo fa. Forse Zura non ci crede più? Forse è stato anche lui come San Paolo fulminato sulla via di Damasco dal nuovo Dio chiamato Ospedale Unico? O forse - prosegue - anche lui come altri magari pensa che non rompendo più le scatole si abbia qualche chance in più con la bretella Tolentino-San Severino? A questo progetto ci si sta lavorando in ben altre sedi e seriamente ma non sarà mai oggetto di scambio con un altro servizio essenziale come il nostro Ospedale”.

g.g.

Un’opera di cui si parla da decenni. Un’opera fondamentale per collegare le vallate del Chienti e del Potenza. Un’opera per cui, se tutto va secondo le previsioni, potrà non essere più un miraggio. Stiamo parlando della bretella San Severino-Tolentino, quel tratto di strada di 5,7 chilometri il cui progetto è stato fermo per oltre 5 anni e che a breve potrebbe essere completamente finanziato. Ben 80 milioni di euro, di cui 10 già stanziati la scorsa primavera.

Di recente gli onorevoli Elena Lucchini e Tullio Patassini della Lega, hanno presentato al Ministro delle Infrastrutture un’interrogazione relativa proprio all’opera e, se vogliamo, alle intenzioni del Governo. Si chiedeva infatti se il Ministro sarebbe intervenuto affinché l’Anas destinasse dei fondi per il completamento della strada.

Al question time ha risposto il viceministro Edoardo Rixi che ha ricordato l’iter fino a ora, compresi i 10 milioni di euro già previsti per la realizzazione del tratto: “Serve chiaramente l’approvazione del Cipe ma Anas sta portando avanti la questione con l’intesa del Ministero”. Una risposta che non lascerebbe spazio a interpretazioni. La volontà politica ci sarebbe, si tratterebbe solo di attendere i tempi tecnici. A chiarirceli è Luigi Zura-Puntaroni, consigliere regionale che dopo un decennio spera di raggiungere quel traguardo per cui tanto ha lavorato: “La terza settimana di ottobre l’Anas riunirà una conferenza dei servizi a cui saranno invitate Regione, Quadrilatero e Provincia. Si formalizzerà la richiesta definitiva di finanziamento che poi passerà al Cipe. Quest’ultimo si riunisce ogni due mesi circa e in caso di parere favorevole, come già avvenuto con i primi 10 milioni stanziati, la Corte dei Conti dovrà certificare l’utilità e la congruità della spesa”. 

Secondo i tempi stimati da Zura-Puntaroni, se le cose andranno per il verso giusto, per la prossima primavera l’opera avrà il suo finanziamento completo e fra qualche anno, una volta realizzata, il percorso fra Tolentino e San Severino sarà percorribile in circa 3 o 4 minuti.

Sarà un tratto di strada di 5,7 chilometri con gallerie e viadotti in una zona complessa a livello morfologico.

“Ci sono voluti tanti anni - conclude - perché si è perso tempo a mettere d’accordo comuni, provincia e regione. Questa fase invece è molto veloce, sono solo tempi tecnici. La parte politica si è espressa”.

g.g.

“Finalmente dopo anni di letargo, passati a tergiversare, a riflettere, è uscito un primo documento alquanto significativo. In pratica una svolta epocale, l'inizio della resa dei conti, di un processo di cambiamento irreversibile”. Sono le parole del consigliere regionale Luigi Zura-Puntaroni che fanno seguito ad una comunicazione molto importante che la Regione ha inviato alla Cementir di Caltagirone. Si tratta di un vero e proprio ultimatum e, se verrà disatteso, ne conseguirà la conclusione definitiva del procedimento di riesame dell’autorizzazione impatto ambientale (Aia), per la riapertura dello stabilimento. 

Secondo la Regione, avrebbe in realtà dovuto porre fine al procedimento lo sportello unico per le attività produttive di Castelraimondo. Il Comune però non ha voluto procedere in tal senso facendo ricorso al Tar nei confronti della Regione, ritenendo che fosse quest’ultima a dover mettere la parola fine su questa vicenda. Alla fine, il 1 giugno la Regione stessa ha deciso di prendere in mano la situazione come autorità competente e di inviare un’ultima comunicazione alla Cementir in seguito alla quale la ditta avrà 10 giorni per inviare tutta la documentazione richiesta e mancante. Altrimenti si chiuderà definitivamente il capitolo del cementificio di Castelraimondo. 

cementificio ok

È numerosissima la documentazione ritenuta non adeguata o totalmente assente, a partire da quella relativa ad alcune direttive europee: “La documentazione sull’adeguamento alla direttiva Ied (emissioni industriali) presentata in allegato alla domanda di riesame è carente e non omogenea in quanto è pressoché la stessa di quella già presentata nel 2010 per l’Aia come impianto esistente senza adeguarla alle nuova normativa. Le Bat Conclusions (migliori tecniche disponibili) per il relativo settore di attività - si legge - dovevano essere applicate all’installazione entro il 7 aprile 2017, risulta pertanto decorso tale termine senza che la ditta abbia adempiuto agli obblighi di applicazione o abbia chiesto deroghe”. Sono anche altre le normative europee per cui non è stata presentata pertinente documentazione e mancano addirittura il quadro programmatico, progettuale e ambientale: “In relazione ai cicli produttivi, non è stato presentato lo schema a blocchi dettagliato dell’impianto e/o di ciascuna attività né descritte tutte le fasi e le operazioni che vengono effettuate per passare dalle materie in ingresso ai prodotti in uscita. È carente - prosegue la Regione - la descrizione delle linee produttive e delle apparecchiature […]”. Anche in merito all’inquinamento delle acque e dell’aria la Regione contesta la mancanza o l’inadeguatezza della documentazione presentata per poi arrivare ad un tasto estremamente “dolente”, quello dei rifiuti utilizzati come combustibile, il Css: "non sono state descritte dettagliatamente le operazioni di normale pratica industriale finalizzate all’utilizzo dei rifiuti non pericolosi nel processo produttivo”.

Non è stato adeguato nemmeno il piano di monitoraggio e controllo né è stato inviato il manuale delle procedure per le emergenze ambientali del sito e né, ancora, ci sono elementi oggettivi che provano la non contaminazione di suolo e acqua. 

Il 26 ottobre scorso la Regione ha trasmesso allo Sportello Unico Attività Produttive di Castelraimondo la richiesta di porre fine alla procedura come unico soggetto di riferimento per i procedimenti che abbiano ad oggetto attività produttive. Ma, visto il ricorso al Tar del Comune, la svolta arriva dalla Regione che scrive in ultimo: “I richiedenti hanno il diritto di presentare le loro osservazioni, corredate da documenti utili e pertinenti al superamento dei motivi ostativi all’accoglimento della domanda, entro il termine perentorio di 10 giorni dal ricevimento della presente comunicazione. In caso contrario - conclude - sarà emesso il provvedimento definitivo di diniego”.

luigi zura puntaroni ok

Soddisfatto il consigliere regionale Luigi Zura-Puntaroni, da sempre attivo per scongiurare la riapertura dell’impianto in nome della salute dei cittadini: “Finalmente gli uffici della regione Marche si sono mossi. Dopo anni di letargo, lunghissimo tempo dedicato a tergiversare, a riflettere (in realtà a pensare come venirne fuori senza farsi male) è uscito un primo documento alquanto significativo. In pratica una svolta epocale, l'inizio della resa dei conti, l'inizio di un processo di cambiamento irreversibile. Se tutti gli enti - sottolinea in conclusione - fino a oggi preposti alla salvaguardia dell'ambiente e della salute dei propri cittadini sapranno essere compatti si potrà ipotizzare addirittura una bonifica del sito”.
Gaia Gennaretti

Proposta di legge regionale 145. Al via il dibattito. Si è svolto ieri sera al Palazzo Servanzi Confidati l’incontro organizzato dal comitato per la difesa dell’ospedale di San Severino per parlare della proposta di legge 145 della giunta regionale. L’obiettivo della manovra sarebbe avviare una sperimentazione di gestione congiunta tra pubblico e privato in ambito sanitario. Più nello specifico, consentirebbe al privato di gestire alcune strutture ospedalieri o servizi specifici del pubblico.

All’assemblea hanno preso parte i tre neoletti alla Camera e al Senato del territorio: Giuliano Pazzaglini, Tullio Patassini e Francesco Acquaroli. Presenti anche i consiglieri regionali Elena Leonardi e Luigi Zura-Puntaroni nonché i consiglieri comunali di minoranza Pietro Cruciani, Massimo Panicari, Gabriela Lampa e Mauro Bompadre.

Non erano presenti tuttavia né il sindaco Rosa Piermattei né qualcuno che facesse le sue veci e rappresentasse l’amministrazione. Quest’assenza ha peraltro destato parecchio dissenso ed è stata definita uno “sgarbo istituzionale”, proprio nei confronti dei tre onorevoli e dell’importanza che rappresenta la loro presenza a Roma per il territorio. 

 

comitato ospedale

 

Il consigliere Leonardi, vice presidente della commissione sanità, ha spiegato in cosa consiste la proposta di legge riflettendo sulla poca chiarezza in merito agli obiettivi che si vorrebbero perseguire: “Le sperimentazioni gestionali sono già normate con un decreto ministeriale del 1992. Lo scorso anno la giunta regionale ha presentato la proposta di legge 145 che recentemente è arrivata in Commissione Sanità. Personalmente ho votato contro, perché non è chiara la sua finalità”.

C’è già stata una sperimentazione di questo tipo nelle Marche, racconta Leonardi, all’ospedale di Sassocorvaro, ma la definisce un fallimento: “Da tempo in commissione ne chiedevamo i dati ma ce li hanno forniti su un foglio volante all’ultima riunione in cui avremmo dovuto esprimere il nostro voto. Se è andata male, perché vogliono riproporla?”. Ad aggravare il quadro, secondo il consigliere, il fatto che la Regione non abbia elaborato un piano sociosanitario, che dovrebbe essere la base di qualsiasi programmazione: “Quello delle Marche è scaduto nel 2014 e Ceriscioli disse che era uno strumento vecchio e non più idoneo, ritenendo che fosse meglio adeguarsi direttamente alle imposizioni del Governo. Questo è sbagliatissimo perché i dati e i numeri su cui si basano le normative nazionali sono parametri che non tengono conto delle esigenze che variano da territorio a territorio”.

Secondo Pazzaglini, gestione pubblica non è sinonimo di efficienza ma prima di affrontare qualsiasi proposta di legge, andrebbe fatta una riflessione sul funzionamento della sanità e su come gestirla al meglio: “Cosa funziona? Cosa non funziona? Prima avrei individuato delle priorità, e poi i modus operandi per gestirle. Interromperei l’iter di questa proposta di legge e mi confronterei con le amministrazioni comunali per cercare di capire in cosa concentrarsi. Spero in un atto di responsabilità della giunta”.

Il consigliere regionale Zura-Puntaroni ha fatto sapere, da parte sua, di aver già chiesto alla Regione Lombardia (dove c’è già questa gestione congiunta tra pubblico e privato) di mettere a disposizione un esperto che “possa venire da noi a illuminarci sulla declinazione della sanità nella loro Regione”.

Anche per Acquaroli è necessario uno stop dell’iter e una riflessione sugli obiettivi che si vogliono raggiungere in futuro: “Negli ultimi 10 anni abbiamo assistito ad una politica regionale sanitaria volta allo smantellamento del sistema sanitario vigente e nessuno ad oggi riesce a comprendere dove si voglia realmente arrivare. Bisogna avere le idee chiare - ha aggiunto - perché il rischio è che si facciano dei danni per poi dover tornare indietro con un grande sperpero di denaro. A mio avviso il dibattito sulla 145 in questo momento è politicamente inopportuno e oltretutto bisognerebbe prima farsi una domanda: dove vogliamo arrivare da qui a 15 anni? Quale modello infrastrutturale possiamo garantire accanto a quello sanitario? Come vogliamo raggiungerlo? Credo che la Regione debba interrompere la discussione sulla 145 e su tutta la riforma sanitaria”.

 

Pazzaglini Acquaroliok

Pazzaglini Acquaroliok

 

Patassini, dal canto suo, si è soffermato sui danni che alcune politiche regionali hanno provocato in materia sanitaria e sul discorso dell’ospedale unico: “L’accentramento - ha detto - non sempre è sinonimo di qualità e risparmio. Teniamo le strutture che abbiamo e investiamo piuttosto sulle infrastrutture, anche tecnologiche. Per i servizi essenziali non c’è bisogno di allontanarsi dai territori e di accentrare. Qui c’erano delle eccellenze che sono state distrutte, come il punto nascite e credo che, quando i dati disegnano una Regione che sta invecchiando, che fa difficoltà a far crescere il tasso di natalità, decidere di chiudere i punti nascita sia una follia. Le scelte vanno fatte con la logica del territorio e l’amore per i cittadini. E senza l’attenzione dei consiglieri regionali questa proposta di legge sarebbe passata in sordina. Facciamo attenzione alle persone - ha concluso - gli algoritmi lasciamoli ad altri”.

A concludere è stato Marco Massei, vice presidente del comitato settempedano che ha esternato il timore per un disegno volto proprio a favorire l’intervento dei privati: “La mia paura è che l’ospedale unico sia un diversivo. Nel frattempo la Regione taglia i servizi e spoglia le piccole strutture. Un giorno si accorgeranno che non ci saranno i soldi per realizzare il presidio unico e il progetto naufragherà. In tutto questo la 145 non sarebbe casuale ma l’ultimo tassello di un disegno pensato a monte, per far intervenire il privato senza alcun limite. La proposta è ancor più grave dato che non c’è dietro una progettualità. Se fosse così - ha concluso - bisogna stoppare l’iter di questa proposta, mettersi a tavolino e capire qual’è il progetto, quali sono gli obiettivi”.

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