A dare l'allarme è Carlo Morosi, responsabile dell'ufficio ricostruzione ed edilizia della Diocesi di Camerino - San severino Marche che ha denunciato il fatto ai carabinieri.
"Lo abbiamo scoperto ieri - spiega Morosi - durante uno dei sopralluoghi che facciamo periodicamente nelle chiese danneggiate dal sisma per controllare le messe in sicurezza.
Ho visto che la messa in sicurezza della chiesa di Valfornace, che comprendeva, oltre a delle travi in legno, alcune tirantature in acciaio, era stata modificata.
Due di questi tiranti, infatti, i più bassi, sono stati rimossi, mettendo a repentaglio la sicurezza della chiesa".
L'ingegnere accende così i riflettori su un problema che potrebbe aumentare in vista dell'inizio di nuovi cantieri e lancia un appello ai cittadini: "Questo è un problema che riguarderà, purtroppo, gli immobili sacri che sono posti in località piuttosto isolate e difficilmente controllabili costantemente sia da noi che dalle forze dell'ordine - prosegue Morosi - . L'appello è ai cittadini affinchè controllino periodicamente l'avvicendarsi di auto o persone che potrebbero aggirarsi furtivamente intorno a questi immobili e di avvisarci quanto prima per scongiurare, insieme alle forze dell'ordine, che queste messe in sicurezza possano essere rimosse per essere riutilizzate da imprese poco affidabili nei loro cantieri".
GS
Interviene sulla asserita "lentezza" delle messe in sicurezza nel centro storico di Camerino il sindaco Gianluca Pasqui: "Non faccio polemiche e non rispondo a polemiche, ma voglio solo riportare due numeri: 5 persone per 248000 metri cubi di zona rossa. Praticamente 50000 metri cubi a testa e in una normativa incompleta, fumosa e spesso paralizzante.
Il Comune di Camerino, grazie al lavoro delle cinque persone in forza all’Ufficio tecnico- continua il sindaco- ha effettuato ad oggi 92 interventi di messa in sicurezza. Sono tutti interventi fatti partire in deroga alla legge ordinaria, così come consentito dalla Protezione Civile. Ma se da un lato è vero che i lavori si possono far partire in deroga, dall’altro non si può non ricordare che tutta la parte amministrativa di controllo e di rendicontazione segue le procedure ordinarie. Richiedendo, quindi, tempo, impegno e risorse. Anche perché, non completare la parte amministrativa, significa non pagare le ditte che effettuano i lavori e, soprattutto, significa non rispettare i tempi prescritti, oltre a paralizzare definitivamente una macchina che non andrà velocissima, ma procede.
Non capisco, quindi, quando si afferma che “a Camerino si va piano” soprattutto perché non ci sono riferimenti adeguati per stabilire quale dovrebbe essere la fantomatica “velocità giusta”. Almeno in questo quadro normativo dentro cui ci troviamo a muoverci. Se a questo aggiungiamo che dopo il 10 aprile in molti casi si è dovuto ricominciare tutto da capo perché le nuove scosse avevano provocato nuovi e ulteriori danni, come sindaco di Camerino sento solo di poter dire “bravi” e “grazie” a quei dipendenti che tutti i giorni, anche ben oltre quanto richiesto dai loro contratti, si rimboccano le maniche per fare quello che si riesce a fare.
Il mio invito a chi sostiene che a Camerino si deve andare più veloci e che l’eventuale lentezza è determinata da incapacità politica o inadeguatezza locale- conclude Pasqui- è quello di passare qualche giorno a fianco ai nostri tecnici, dentro il nostro ufficio tecnico. Sono convinto che i 92 interventi effettuati e i 20 in via di completamente non sarebbero affatto considerati lentezza".