Hanno percepito il Contributo di Autonoma Sistemazione fino ad oggi, ma il nuovo decreto prevede che gli venga tolto per via del loro trasferimento nel Lazio, nonostante la residenza resti a Castelsantangelo sul Nera.
Quella di Maria Cristina Belmonte e di suo marito Antonio Cristiani, rispettivamente 73 e 76 anni, è l'ennesima storia del sisma che sa di rabbia e contraddizione.
E' la storia di una coppia di anziani che fino al 2016 ha vissuto nella propria casa di Castelsantangelo sul Nera e che dopo la distruzione causata dal sisma è stata costretta a trovarsi un'altra sistemazione. Una scelta che allo Stato è andata bene, fino al nuovo decreto, che oggi rimescola le carte in tavola e trascina nella disperazione Maria Cristina e Antonio.
"Dopo la scossa del 24 agosto - racconta la 73enne con la voce commossa - , pur di rimanere nella nostra terra, avevamo trovato una casa in affitto a Visso, spostandoci dalla nostra abitazione di Castelsantangelo sul Nera, che dovrà essere demolita e per la quale sono quattro anni che attendiamo la chiamata per l'abbattimento.
Dopo il dramma di ottobre 2016, invece, abbiamo deciso di non sistemarci negli alberghi, né di richiedere una Sae, (anche perchè nel periodo dell'emergenza erano le istituzioni stesse a spingerci di fare richiesta per il Cas così da pesare di meno sulle casse dello Stato rispetto a chi aveva bisogno delle case in legno) e, vista la nostra età, abbiamo deciso di avvicinarci a nostro figlio che vive nel Lazio. Una scelta che avrebbe comunque previsto il Contributo di Autonoma Sistemazione, ma che ci ha permesso anche di stare vicini ai nostri figli".

Casa distrutta a Castelsantangelo

Ora la doccia gelata del nuovo decreto che ridefinisce i requisiti per il diritto del CAS: "Dal momento che non siamo rimasti nella regione dove avevamo la residenza - prosegue Maria Cristina - il nuovo decreto prevede che il CAS non ci spetti più. Non capisco con quale criterio sia stata fatta questa scelta - denuncia la donna - anche perchè siamo comunque rimasti in una regione, il Lazio, che rientra in quelle del cratere. Addirittura ci viene detto che per continuare a prendere il Contributo potremmo acquistare una nuova casa, ma sempre nelle Marche. Come possiamo - si chiede - alla nostra età, scegliere di acquistare una casa? Sarebbe stata una decisione condivisibile - aggiunge - se avessimo avuto l'obbligo di tornare nel nostro paese con l'obiettivo di ripopolare quei centri ormai vuoti. Ma che senso ha chiederci di tornare in qualsiasi luogo della regione?".
La coppia si è rivolta anche ad un legale per cercare di sbrogliare la matassa di una burocrazia senza fine: "Ci è stato detto che è possibile fare ricorso al Tar - spiega - ma oltre ad avere costi elevati, la questione avrebbe tempi lunghissimi che non avrebbero senso per due persone della nostra età. Noi siamo due pensionati - conclude il suo grido accorato Maria Cristina - , percepiamo la pensione minima. Abbiamo cercato di sistemarci al meglio senza pesare su nessuno e questa è la risposta che abbiamo ricevuto dallo Stato".
La storia di Maria Cristina e suo marito è la stessa di altri otto cittadini di Castelsantangelo sul Nera. Storie di chi, oltre a veder crollare la propria casa, hanno visto cadere anche quelle poche certezze messe in campo da coloro che, non sapendo ancora come uscire fuori dal problema della ricostruzione, si contraddicono pensando di risparmiare sulle spalle dei cittadini.

Giulia Sancricca


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La casa di Maria Cristina Belmonte a Castelsantangelo sul Nera

"A poche ore dall'approvazione del nuovo Decreto Terremoto da parte del Consiglio dei Ministri, la sensazione è che davvero nulla sia cambiato". Critico sulle "nuove misure" il sindaco di Castelsantangelo sul Nera, uno dei comuni dell'entroterra piàù pesantemente colpiti. Popolazioni, comuni e regioni, visto l'ampio dibattito su tante questioni e i molteplici aspetti da sanare più e più volte ripetuti. auspicavano risposte diverse, risolutive e più puntuali. 
"Con l'emanazione del nuovo decreto- dice il sindaco Mauro Falcucci- il Presidente Conte ha  solo onorato l'impegno che si era assunto nei confronti  del Parlamento e dell'Italia.  Sotto il profilo formale sicuramente ha ottemperato, ma sotto il profilo sostanziale per quello che è il mio pensiero la delusione è totale. Di quello che noi abbiamo chiesto - continua Falcucci- non leggo nulla e peraltro, se non ho letto e ho ascoltato male,  credo che anche lo stesso Presidente abbia detto che la tematica dovrà essere approfondita, essendo stata appena toccata.  Io non credo che le misure che sono riportate nel decreto servano per la ricostruzione: al di là di un accogliere le istanze dei cittadini per la "busta pesante", di concreto non vedo nulla. Quanto all'autocertificazione, non voglio azzardare alcuna ipotesi e ce lo diranno i tecnici, ma credo che  il discorso sia molto da approfondire perchè secondo me  rischia ulteriormente di penalizzare la ricostruzione.  Per il resto, nulla è stato toccato, come  l'importantissimo aspetto del personale tecnico da assumere a tempo determinato nei comuni e negli uffici USR  e nulla si legge anche su molti altri argomenti che a noi interessano come la parte pubblica e la sburocratizzazione. Non è questione di vedere il bicchiere mezzo vuoto - prosegue Falcucci-  è che non c'è nulla veramente e che tutto quello che già conoscono ampiamente, dovrà essere affrontato con la trasformazione del decreto.
Siamo alla solita fase dei 60 giorni in cui tutti dovranno riscrivere quanto è noto a tutti, perché ci sono migliaia di righe e di fiumi di inchiostro che hanno fatto notare ampiamente quali sono i problemi.  Lo scorso 13 settembre a Castelsantangelo, il Presidente del Consiglio accennò che c'era una possibilità di vedere una zona franca e un'area di tutela fiscale, qui invece mi sembra che la misura sia stata estesa e calato il progetto di "Resto al Sud" che  è importante ma non è quello che salvaguarda  tutto quanto il territorio; la misura mi sembra che sia stata allargata comprendendo anche l'Aquila, quindi non è più misura per il Centro Italia ma è del sisma in generale, per cui, credo vi siano aspetti che vadano immediatamente corretti se vogliamo che ci sia una risposta; diversamente, mi sembra che proprio nulla sia cambiato, e. lo dico con amarezza perchè c'erano le nostre speranze: è stato soltanto ottemperato al decreto e, a questo punto, confidiamo che le forze politiche tutte intervengano perchè ormai c'è poco da scrivere: abbiamo già scritto tutto e tutti, tra l'altro mi sembra che anche il presidente della Regione non abbia manifestato una soddisfazione nonostante magari in questo momento il Governo sia vicino a qualche colore partitico. Sul terremoto ormai sono passati tutti i colori dei partiti e nulla si è visto anche per quel che riguarda una legge nazionale sull' emergenza, questione pur dibattuta ampiamente e peraltro condivisa dal Presidente Conte anche nel corso della riunione di Castelsantangelo. Quando si parla di ricostruzione  purtroppo questa Italia è costretta ad affrontare le stesse  emergenze, da qui la necessità  di un testo unico o comunque una legge nazionale  che tratti il sisma e quant'altro di calamità possano accadere con procedure speditive, con conoscenza dei tecnici e, più che altro, che tratti gli aspetti socio-economici perché se non tocchiamo l'aspetto socio-economico della montagna italiana  se non si dà una forma di occupazione e una certezza per il futuro, almeno per alcune aree e in particolare quelle dell' entroterra, ho la sensazione che il rischio concreto è che non venga più ricostruito. La sensazione è che la desertificazione sia partita e purtroppo già esiste. Questa è la verità che tutti condividono, eppure paradossalmente si continua ancora a praticare terapie per tutto l'ospedale. Ebbene- conclude il sindaco Falcucci- l'ospedale è fatto di più piani: al primo piano troviamo le malattie leggere e poi a salire tutte quelle più gravi e, converrete con me che, per alcuni dei malati c'è bisogno di un trapianto e non si può intervenire con  un'aspirina. Allora, evitando di parlare  ancora di distinzioni di cratere o di perimetro, o applichiamo  terapie e medicine idonee per tutti, perchè siamo malati in ospedale, oppure, per qualcuno è  già segnato il destino".
cc

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