Chiamato in causa dalla nota congiunta dei sindaci di Castelsantangelo sul Nera, Visso, Arquata del Tronto, Montegallo e Montemonaco, che avevano individuato nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini l’Ente sovracomunale che avrebbe potuto coordinare “la gestione dello spettacolo naturale della Fioritura di Castelluccio” dopo la sentenza del Commissario agli usi civici che ha stabilito il divieto di realizzare parcheggi per auto, sia pure temporanei, sul Pian Grande di Castelluccio, lo stesso Parco Nazionale interviene con una nota nella quale chiarisce il proprio impegno e le iniziative assunte al riguardo.

Il presidente del Parco, Andrea Spaterna, ha personalmente convocato numerosi incontri di confronto, ai quali sono sempre stati invitati i sindaci dei Comuni di Arquata del Tronto, Castelsantangelo sul Nera e Norcia e i presidenti delle rispettive province – si legge – partecipando in prima persona a tutti gli altri tavoli sul tema convocati dalle Prefetture e non solo. Purtroppo, malgrado l’impegno di tutte le Istituzioni, alle quali va comunque un sentito ringraziamento per l’impegno dimostrato, l’intento non è andato almeno per il momento a buon fine, in quanto non si è riusciti a fare sintesi delle diverse esigenze e aspettative, peraltro tutte più che comprensibili e valide, ma tra loro non convergenti. Ne discende che l’Ente Parco, pur non avendo competenze dirette in materia di viabilità, protezione civile e ordine pubblico, non si è assolutamente sottratto al senso di responsabilità nel cercare una soluzione condivisa che potesse garantire a quante più persone possibili di godere dello straordinario spettacolo della fioritura, purché in un contesto di sicurezza e di sostenibilità ambientale. Appare pertanto del tutto inaccettabile e ingenerosa la critica mossa al Parco di non aver risposto all’invito di portare avanti un’azione di coordinamento tra i vari attori interessati”.

Accuse, dunque, respinte al mittente, con “l’auspicio che tale scenario possa quanto meno contribuire a distribuire più equamente il carico dei flussi turistici su tutti i giorni della fioritura e non concentrarli, come è sempre accaduto negli anni passati, prevalentemente sui fine-settimana. 
Certamente è di tutti la consapevolezza che la fioritura rappresenta un’opportunità straordinaria e attesa per l’economia locale, non solo riferita alla frazione di Castelluccio e dei tre comuni porte di ingresso ai piani (Norcia, Castelsantangelo sul Nera, Arquata del Tronto), ma anche di numerosi altri comuni che ad anelli concentrici beneficiano dell’impennata turistica che si registra in questo periodo. Un richiamo, infine, ai visitatori, perché vivano la fioritura come un’esperienza di connessione con un sistema naturalistico, bellissimo ma altrettanto fragile, che merita e impone attenzione e rispetto.

f.u.
Via libera dal ministero dell’Ambiente alla nomina di Andrea Spaterna a nuovo presidente del Parco nazionale dei Monti Sibillini. Proprio ieri, il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha firmato infatti il decreto di nomina che investe ufficialmente del ruolo il prof. Andrea Spaterna, docente dell’Università di Camerino e prorettore con delega alla Cooperazione territoriale e Terza missione. “ Affronto questo nuovo percorso - afferma il prof. Spaterna-, in primo luogo con l’ ascolto di quelle che mi verranno poste come le criticità più importanti da considerare e per cercare nel più breve tempo possibile di trovare una soluzione. Nulla verrà imposto e tutto dovrà essere condiviso: questo sarà il liet motiv della mia presidenza. La condivisione dovrà avvenire con tutti gli attori istituzionali ma anche con tutti gli attori locali nella direzione di una partecipazione sempre più attiva e in maniera tale che tutti si sentano artefici del processo di valorizzazione del territorio del Parco”.
cc
Approfondimento nel prossimo numero di Appennino Camerte

Il punto del Presidente Olivieri sulla situazione presente e futura del Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Nel luglio 2013 veniva nominato presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, con decreto del Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, il professor Oliviero Olivieri, ordinario di Nutrizione a Alimentazione animale al Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Perugia. Una grande preparazione scientifica alla base pertinente anche alla gestione delle aree protette, ma soprattutto la capacità di intessere un efficace piano di relazioni con il territorio, a cominciare dai Sindaci. Una presidenza, la sua, segnata in particolare dagli eventi sismici che hanno sconvolto i Sibillini e le aree appenniniche del centro Italia a partire da due anni fa, dalla prima scossa del 24 agosto 2016. Di seguito riportiamo una riflessione del Presidente Olivieri alla chiusura del suo mandato che scade proprio oggi, 24 agosto 2018.

“Il Parco, in questi anni, ha fatto la sua parte, cercando di mantenere il ruolo di tutela e valorizzazione del territorio che gli compete, anche in una situazione di emergenza come quella che si è venuta a creare a seguito del terremoto. Pur rimanendo anche noi senza la nostra storica sede, abbiamo cercato in ogni modo di non far mancare il nostro apporto e sostegno alle comunità che, da subito, si sono adoperate per ripartire e scongiurare il rischio dell’immobilismo e dell’abbandono: richieste di pareri, autorizzazioni, sopralluoghi, incentivi come, ad esempio, quelli per le reti elettrificate per la difesa delle greggi, partecipazione ad incontri, dibattiti pubblici ed a iniziative di promozione, ripristino della sentieristica, attivazione di strategie per il rilancio del turismo, nonostante tutto, con il rinnovo della Carta Europea del Turismo Sostenibile, azioni di salvaguardia della fauna come quella custodita nelle aree faunistiche, disponibilità ad interloquire con i mezzi di comunicazione ed anzi a supportare con i propri tecnici e funzionari attività di informazione pubblica sul territorio e sulle emergenze. Poi, certo, il nostro pensiero non può non andare a chi da questa esperienza è stato toccato direttamente, alle vittime, alle migliaia di sfollati tra cui anche molti dipendenti e collaboratori del Parco. Avremmo potuto fare di più e meglio, questo è nelle cose. Penso, ad esempio, all’attuazione del Piano per il Parco che, comunque, è vicino alla sua adozione definitiva. Ma quello che non posso rimproverarmi è l’impegno profuso da tutti noi per portare il nostro contributo ad una comunità sconvolta, che soffre, ha sofferto, continuerà a soffrire ancora, ma con la speranza di un futuro concreto e, auspicabilmente, a portata di mano. Il Parco è amico del territorio. Il Parco, sono certo, giocherà un ruolo fondamentale nella ripartenza, a cominciare dal turismo. E a chi verrà dopo di me spetterà il compito di proseguire su questa strada, consapevole che può contare sul supporto di una struttura preparata e di collaboratori motivati, e su una rete di relazioni, in primis i sindaci, che rappresenta un valore aggiunto per una gestione efficace, razionale, di valorizzazione e tutela di questo straordinario territorio che prende il nome dai Monti Sibillini.”

A fare le veci del Presidente, prima della nuova nomina da parte del Ministero dell’Ambiente, sarà l’attuale vice Presidente del Parco, Alessandro Gentilucci, Sindaco di Pieve Torina, il quale ha espresso, a nome di tutto il territorio del Parco, un sincero ringraziamento al Presidente Olivieri “per il suo operato, per la determinazione che ha sempre dimostrato in questi anni per assicurare un ruolo ed un futuro alle comunità che abitano questi luoghi nel rispetto dello straordinario ecosistema dei Monti Sibillini. Mi impegnerò, in questo periodo di vacatio molto delicato perché è all’ordine del giorno il tema della ricostruzione, per continuare ad operare in un’ottica di piena collaborazione tra istituzioni, nel rispetto dei differenti ruoli.”

Ancora una volta il territorio del Parco è oggetto di un episodio poco rispettoso dei fragili ecosistemi e luoghi simbolo dei Sibillini. Lo scorso 19 luglio, infatti, in località Infernaccio nel Comune di Montefortino, la locale Stazione Carabinieri Parco ha sequestrato ben 400 quintali di legname in seguito ad una sconsiderata operazione di taglio a raso all'interno di un bosco d'alto fusto. Le piante appartenevano a diverse specie tra cui acero montano, faggio e frassino, situati in un'area boschiva di circa 3.000 metri quadri. Occorre sottolineare poi che la violazione è avvenuta nell’ambito di un intervento autorizzato dall’Unione Montana e dal Parco dei Sibillini, al fine di rimuovere del legname accumulatosi nella zona in seguito ad una valanga. “Condanniamo con fermezza tale operazione, che rappresenta un grave danno ambientale nel territorio del Parco e che è avvenuta, inoltre, in un'area appartenente alla Rete Natura 2000” sottolinea il Direttore del Parco, Carlo Bifulco. “Si tratta infatti di un habitat di interesse comunitario prioritario (bosco di faggio), molto vicino alla zona A riserva integrale del Parco, quindi ad elevato livello di tutela. Da parte dell'Ente c'è la massima attenzione alla tutela di una zona che, specialmente in questo periodo, è molto frequentata da turisti e visitatori. La presenza di boschi ad alto fusto è sempre più rara nel territorio appenninico e in moltissimi casi essi sono fortemente sfruttati per usi tradizionali; ci appelliamo dunque al buon senso di tutti - conclude Bifulco - affinché sia scongiurato il ripetersi di situazioni simili, che possono arrecare un danno non solo al delicato equilibrio biologico del Parco ma anche una profonda ferita ambientale per tutto il territorio”.

A denunciare il fatto è stato il sindaco di Montefortino, Domenico Ciaffaroni, che è anche Presidente della Comunità del Parco, il quale, accortosi del taglio boschivo, lo ha immediatamente segnalato ai Carabinieri. “Lo scorso 19 luglio è andato in scena l'ennesimo scempio di natura ambientale nel territorio dei Sibillini - sottolinea Ciaffaroni - commesso da gente che non conosce questa terra e che non può quindi svolgere lavori di estrema delicatezza all'interno di aree protette. Noi siamo per la salvaguardia delle attività tradizionali, a patto però che esse vengano pianificate ed effettuate dagli abitanti del luogo, i quali sono a conoscenza di tutte le procedure per la conservazione di questi splendidi siti. È sconcertante che chi ha il compito di gestire delle aree demaniali così importanti e di tale livello naturalistico, ossia la comunanza agraria di Rubbiano, si avvalga di tali sistemi di lavoro e di soggetti che, evidentemente, non sanno come si amministra l'immenso patrimonio boschivo dei Sibillini. Quanto avvenuto sull'Infernaccio - conclude Ciaffaroni - è una grave ferita per tutto il territorio. Vigileremo con ancor più forza affinché episodi simili non si ripresentino e perché i responsabili vengano perseguiti a norma di legge”.

Il Direttore del Parco ed il Sindaco di Montefortino hanno voluto ringraziare il Reparto Carabinieri del Parco “perché grazie al loro lavoro quotidiano sul territorio oggi è ancora possibile tutelare e salvaguardare il grande patrimonio forestale dei Sibillini”. A tal proposito riportiamo la dichiarazione del Tenente Colonnello Roberto Nardi secondo cui “l'intervento tempestivo della Stazione Carabinieri Parco di Montefortino ha evitato che l’illecito fosse portato ad ulteriori conseguenze con ulteriori danni all’ambiente, in particolare nell'area dell'Infernaccio, di così rilevante interesse naturalistico. I Carabinieri Forestali” ha concluso Nardi “esercitano nel Parco una sorveglianza capillare del territorio che consente di reprimere con sollecitudine gli illeciti ma soprattutto di prevenirli evitando ulteriori danni all’ambiente”.

IMG 20180801 WA0006

 

Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e i Comuni di Castelsantangelo sul Nera, Ussita e Visso, intendono chiarire la propria posizione sulla captazione della sorgente San Chiodo da parte della Società Acquedotto del Nera, anche a seguito del ricorso presentato dall’ATO3 contro la delibera della Regione che non consente di incrementare il prelievo fino a 550 l/s.
L’acqua è un bene prezioso da tutelare e da sempre rappresenta una risorsa vitale per le comunità dei Sibillini. Per i comuni dell’alta Valnerina il fiume Nera e le sorgenti che lo alimentano costituiscono un sistema ambientale su cui si fondano l’identità stessa del territorio e attività economiche essenziali come il turismo, l’allevamento di trote, la produzione di energia idroelettrica e la produzione di acqua minerale.
Il Nera, dalla sua sorgente fino a valle delle gole della Valnerina, attraversa il Parco Nazionale, nonché una Zona Speciale di Conservazione e una Zona di Protezione Speciale, queste ultime istituite in attuazione della direttiva Comunitaria “habitat”.
Consapevole dell’importanza di tale risorsa anche per l’uso idropotabile, il Parco già nel 1999 aveva concesso il nulla osta alla captazione della sorgente San Chiodo per una portata di 150 l/s da parte all’Acquedotto del Nera; tale quantitativo era stato determinato sulla base di approfonditi studi - anche da parte delle Università di Camerino e di Roma - che dimostravano che un prelievo maggiore avrebbe causato degli squilibri sui sistemi idrogeologici ed ecologici, anche in relazione ai numerosi usi già in atto.
Già da quasi vent’anni, quindi, si evidenziava la necessità di individuare risorse alternative, nonché di favorire un uso sostenibile e razionale di questa preziosa risorsa; è noto, infatti, che solo una modesta percentuale di quest’acqua di altissima qualità attinta direttamente dalle viscere della montagna viene effettivamente utilizzata per bere, mentre la restante parte viene utilizzata per altri scopi domestici, per i quali potrebbe essere vantaggiosamente utilizzata acqua meno pregiata ma più disponibile.
La procedura di Valutazione di Impatto Ambientale conclusa di recente ha confermato le problematiche e le criticità che non consentono di incrementare significativamente la portata attualmente derivata e, pertanto, non sorprende il limite di prelievo stabilito dalla Regione Marche. Il ricorso presentato dall’ATO3 appare quindi inopportuno, soprattutto se si considera che proprio i comuni dell’Alto Nera sono stati tra i più colpiti dagli eventi sismici del 2016; l’incremento di prelievo richiesto dall’ATO3, fino a 550 l/s, costringerebbe infatti a ridimensionare le attività economiche presenti lungo il fiume Nera, e in particolare la produzione di energia idroelettrica e gli allevamenti di trote, infierendo pesantemente su un sistema economico e sociale già martoriato dal terremoto.
Ci appelliamo pertanto alla Società Acquedotto del Nera e all’ATO3 affinché, comprendendo le criticità ambientali, sociali ed economiche del territorio dell’Alto Nera, si attivino per trovare soluzioni alternative, come richiesto già da molto tempo, che evitino di sottrarre ulteriore acqua, risorsa vitale per il territorio.

Radioc1inblu

Radio FM e Internet
P.za Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax 0737.633180
Cellulare: 335.5367709

radioc1inblu@gmail.com

L'Appennino Camerte

Settimanale d'informazione dal 1921
Piazza Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax: 0737.633180
Cell: 335.5367709

appenninocamerte@gmail.com

Scopri come abbonarti

Questo sito utilizza i cookie

Puoi accettare e proseguire la navigazione o per maggiori informazioni Per saperne di piu'

Approvo
Clicca per ascolare il testo