Intera famiglia denunciata per la coltivazione di marijuana. È accaduto a Pieve Torina dove i carabinieri della stazione di Camerino hanno scoperto l'attività illecita di una famiglia di origine romana: genitori classe '64 e i due figli uno di 27 e l'altro di 26 anni, tutti incensurati e residenti nella capitale.
Durante le indagini dei militari dell'Arma, la famiglia era stata notata più volte metre si recava in una frazione montana di Pieve Torina dove avevano allestito una vera e propria serra artigianale per la produzione di marijuana.

Diverse le piante sequestrate dai carabinieri, ciascuna alta più di un metro e del peso complessivo di oltre 3 kg.

La sostanza era stata piantata in vasi dedicati, nascosti su un terreno recitanto.

I militari hanno prima svolto la perquisizione personale e domiciliare da cui sono stati trovati ulteriori 15 grammi di marijuana e hashish già pronti all'uso.

I quattro sono stati denunciati in stato di libertà.

GS

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Il Capitano Roberto Nicola Cara si appresta a partire per il Kuwait  e a lasciare per un periodo di tempo la guida della Compagnia dei Carabinieri di Camerino. Il suo ruolo per  circa 6 mesi estendibili fino ad un massimo di 9, sarà ricoperto pro tempore dal Sottotenente Paolo Rinaldi. Da due anni e mezzo al Comando della Compagnia camerte dell'Arma, il Capitano Cara prenderà parte in Kuwait all'Operazione  "Prima Parthica"/ Inherent Resolve ,condotta dalla Coalizione Internazionale guidata dagli Stati Uniti, al fine di contrastare l'organizzazione terroristica del DAESH, anche nota come ISIS.
cc





Un altro colpo alla rete di spaccio del territorio messo a segno dai carabinieri della Compagnia di Camerino. L’indagine, denominata operazione “Vespri“, ha smantellato una nuova piazza di spaccio. Tre le persone arrestate nella serata di ieri a Matelica, uno dei quali recidivo in quanto era già finito in manette lo scorso 13 marzo. Sequestrato un chilo di sostanze stupefacenti.  Oltre 20 i carabinieri del comando chiano eseguito diverse perquisizioni personali e domiciliari. Le indagini hanno preso le mosse dalle segnalazioni di alcune mamme preoccupate della possibilità da parte di giovani di potersi procurare la droga che veniva spacciata anche nei pressi degli istituti scolastici. Non soltanto Matelica, ma anche Castelraimondo e Camerino le piazze dello spaccio.

 L’indagine, già avviato a partire dal mese di febbraio 2019, si è sviluppato a seguito dell’arresto in flagranza di reato, il 13 marzo, di un ventenne di origine macedone, Zudie Jasharovsky,  Che nel corso di una perquisizione nella propria abitazione era stato trovato in possesso di un etto di marijuana e oltre 1500 € in contanti.  Dalle attività che si sono sviluppate emerso fin da subito che l’ingente quantitativo di stupefacente, da cui si sarebbero potute ricavare un centinaio di dosi per un valore stimato in oltre 1000 €, non era altro che una piccola parte di un ben più vasto florido mercato alimentato dalle inesauribile richieste dei numerosi giovani tossicodipendenti. 

 Dopo il primo arresto Jasharovsky,  Che aveva patteggiato una condanna ad un anno e 10 mesi di reclusione con sospensione della condizionale della pena,  aveva proseguito nel proprio disegno criminoso continuando a gestire la florida rete di spaccio alzando però la soglia dell’attenzione e mettendo in atto una scaltra strategia finalizzata ora ad eludere le attività investigative che inesorabilmente si sarebbero focalizzate sulla sua persona.  Dopo il primo arresto, il soggetto era solito muoversi in taxi e mai con una autovettura lui riconducibile per effettuare le consegne dello stupefacente alla clientela ed occultarlo  in località sempre differenti. I militari hanno quindi dovuto ricorrere a metodi tradizionali di investigazione,  quali osservazioni e pedinamenti, per individuare di volta in volta i nuovi imboschi. 

 Ieri pomeriggio così, al termine di diversi giorni di attività,  I carabinieri sono riusciti ad individuare la località dove sarebbe stato presumibilmente occultato il narcotico e hanno predisposto un apposito servizio di appiattamento nel bosco di Canfaito  Dove la notte precedente era stata osservata la presenza del soggetto interessato. Gli appostamenti sono iniziati alle prime ore del mattino e sono per durate fino al tardo pomeriggio quando Jasharovsky è  arrivato accompagnato da un taxi e da un altro soggetto, Giovanni d’Antonio, ventenne con precedenti specifici e residente a Matelica, anche lui arrestato per concorso nell’illecita  attività di spaccio. 

 Le successive indagini hanno permesso di individuare un terzo soggetto riconducibile ai primi due arresti. Quindi si è proceduto ad una nuova perquisizione domiciliare in seguito alla quale S.E. insospettabile 20enne albanese incensurato, è  stato trovato in possesso di mezzo chilo di marijuana nascosta in una cantina e pertanto arrestato in flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio.

“Questi soggetti - ha spiegato il Capitano Roberto Nicola Cara - frequentavano i posti più vissuti dai giovani, quali vicoli del centro storico di Matelica, piazze e nei pressi delle scuole. Questa operazione è un ulteriore segnale dopo le due precedenti, “Rosa dei Venti” e “Diadema”. Il problema è persistente, una volta disarticolata una rete di spaccio se ne crea immediatamente un‘altra. La nota da sottolineare peraltro, è che Jasharovsky in occasione del suo primo arresto e del suo successivo rilascio aveva festeggiato in un locale e aveva commentato in maniera ironica un articolo su di lui apparso sui social. Tuttavia, tutti i nodi sono venuti al pettine”. Soddisfazione è stata espressa anche dal colonnello Michele Roberti, comandante provinciale dell’Arma: “I militari hanno lavorato per giorni in territori anche isolati e impervi. L’operazione in questione è particolarmente importante poiché la marjiuana è una sostanza che di solito viene ceduta a giovanissimi che vengono così avviati al mondo della droga. C’è tutta una filiera che parte dall’Albania e arriva sui nostri territori e stiamo cercando di ricostruire questa rete. La cosa non è semplice - ha concluso - ma è una lotta continua che ogni giorno porta a sequestri, arresti e denunce”.

Gaia Gennaretti  

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Capitano Cara, Colonnello Roberti, Sottotenente Paolo Rinaldi Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile di Camerino
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 Incidente sulla strada provinciale Varanese, in località Rio a Camerino. Due i mezzi coinvolti, una Fiat 500  e una Mercedes. Lo scontro, per cause in corso d'accertamento da parte dei Carabinieri e della polizia municipale intervenuti per i rilievi,  è avvenuto all'altezza dell'incrocio che immette nell'area commerciale.  Sembra che il conducente della Mercedes abbia tamponato l'utilitaria alla cui guida era il titolare dell'Autofficina Fiat locale, forse in procinto di immettersi sulla provinciale. L'urto ha provocato il ribaltamento  di entrambi i mezzi nel sottostante piazzale; divelti i segnali stradali sulla viabilità. Sul posto si sono subito portati i soccorsi sanitari con l'intervento di un'auto medicalizzata della postazione di CRI dell'ospedale locale. Ad avere la peggio il conducente della Fiat 500, trasportato per accertamenti all'ospedale di Camerino. 

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 la Fiat 500

Il lato distrutto della Fiat 500

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 luogo incidente

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“Diadema”: conclusa l’indagine così denominata con un denunciato e tre uomini in manette. Gestivano un’attività di spaccio nell’entroterra maceratese. Protagonisti dell’operazione sono di nuovo i carabinieri della compagnia di Camerino guidati dal capitano Roberto Nicola Cara più di 600 le cessioni  di spaccio per un volume d’affari di 70.000 €. I territori interessati erano quelli di Camerino, Matelica e Fiuminata. 

L’importante attività si è chiusa alle prime ore di questa mattina ed è stata denominata “Diadema” poiché posta in continuità con il progetto investigativo condotto dalla compagnia nell’ambito della lotta allo spaccio di sostanza stupefacente nei territori dell’entroterra maceratese. L’attività di indagine si è conclusa con l’esecuzione di tre ordinanze cautelari (arresti domiciliari) emesse dal giudice per le indagini preliminari e con una denuncia a piede libero. Contestualmente sono state anche eseguite  quattro perquisizioni personali e domiciliari. Grazie alla raccolta e all’analisi sistematica degli indicatori di rischio generati dal fenomeno dello spaccio, sin dal mese di marzo dello scorso anno, è stata avviata un’efficace attività informativa a seguito della quale è stato poi possibile identificare in Ciro Pianese di origini napoletane e residente a Matelica (150 cessioni per un valore di 20.000 €), Libero Campana nato a Fabriano e di origini pugliesi  (quasi 300 cessioni per un valore di 31 mila euro) e Alessandro Campoli, napoletano e residente a Matelica (120 cessioni per un valore di 14.000 €) i principali attori del fenomeno criminogeno sulle piazze di Matelica Castelraimondo e Camerino. Alle prime attività di indagine di carattere tradizionale sono seguite, a partire da luglio, ulteriori iniziative investigative anche di tipo tecnico come ad esempio l’analisi del traffico telefonico e delle celle. Queste hanno consentito di rafforzare il quadro indiziario sul conto dei predetti soggetti e fornire anche ulteriori elementi di reità a carico di altri. Trenta gli uomini dell'Arma e oltre 10  mezzi  impiegati dalle due di notte fino alla mattinata odierna per concludere l'operazione Diadema. 

È stato accertato un volume d’affari pari a circa 70.000 € nell’arco di un anno e mezzo e uno dei soggetti arrestati è stato trovato questa mattina in possesso di 61 g di marijuana e materiale utile al confezionamento dello stesso. Nel corso delle operazioni sono stati anche denunciati  S.M. per aver avuto un ruolo marginale nell’attività di spaccio investigata e, diversi soggetti del maceratese verranno segnalati all’autorità amministrativa come assuntori di sostanze stupefacenti. Un sodalizio scaltro e molto ben organizzato, a detta del maresciallo Nicola Pagano comandante Carabinieri Fiuminata, che si è riusciti a sradicare e che probabilmente si stava anche allargando e sul quale verranno svolti anche ulteriori sviluppi investigativi che potrebbero portare a collegamenti con la regione campana. Approfittavano anche di un esercizio commerciale che recapita alimenti a domicilio per poter raggiungere facilmente i loro clienti.  Lo ha definito un forte segnale per il territorio di riferimento, costituito da piccoli centri, il capitano Roberto Nicola Cara.

" Quello della droga è un problema sociale che c'è sempre stato - ha detto- ; è un fenomeno economico e continuerà ad esserci finchè ci sarà domanda ma, se in due settimane siamo riusciti a togliere dalla piazza 6 spacciatori tra Matelica e Castelraimondo, possiamo dire che è sicuramente un segnale forte per tutto il territorio".  

 

Nella foto il capitano Roberto Cara e  il comandante Carabinieri Fiuminata Nicola Paganoaf28c107 6351 402c a1e5 36559c5c8877

Due attività sospese per ricorso al lavoro sommerso: un cantiere edile sequestrato e cinque lavoratori in nero, di cui due clandestini.

Dopo la denuncia pubblica, avvenuta ieri, da parte dei sindacati di Cgil-Filea di Macerata sulle irregolarità nel cantiere del Campus Unicam, notizia di oggi è che lo scorso 26 settembre l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Macerata e il Nucleo Carabinieri Ispettorato Lavoro hanno condotto un’importante attività di contrasto al lavoro sommerso e irregolare e allo sfruttamento della manodopera clandestina, con l’ausilio del Comando Carabinieri di Camerino.

In particolare sono stati ispezionati il lotto 5 e 6 del cantiere edile situato all’interno del Campus Universitario dell’Università di Camerino, denominato “Nuovo Studentato Unicam”, inaugurato lo scorso 6 agosto.

L’operazione ha avuto esiti rilevanti e fornisce un chiaro segnale nell’ottica delle mirate azioni di contrasto al lavoro nero ed allo sfruttamento della manodopera clandestina sui cantieri edili delle zone terremotate.

Sono state rinvenute cinque aziende e si è proceduto alla sospensione dell’attività per due di esse, entrambi operanti nel settore edile, con provvedimento di sospensione per utilizzo di personale irregolarmente occupato.

Sette soggetti sono stati denunciati per reati inerenti la normativa del lavoro, la sicurezza nei luoghi di lavoro e lo sfruttamento di manodopera clandestina.

In particolare, durante l’accesso ispettivo sono stati identificati, dopo aver tentato di fuggire e di nascondersi, cinque lavoratori in nero di etnia russa e marocchina, costretti a lavorare senza le protezioni individuali. Due di essi avevano addirittura ricevuto un decreto di espulsione dall’Italia.

Al termine dell’ispezione, la Procura di Macerata ha disposto il sequestro preventivo del lotto 5-6 del cantiere di Camerino per gravi violazioni in materia di sicurezza e per utilizzo di manodopera clandestina.

Sono state contestate violazioni sulla sorveglianza sanitaria obbligatoria, sull’assenza di coordinamento per la sicurezza in esecuzione e sulla mancata informazione e formazione.

Complessivamente sono state fatte sanzioni per un totale di 21.213 euro e sanzioni amministrative per ulteriori 18.926 euro.

g.g.

Denunciati 20 “falsi residenti” a Pieve Torina. Avrebbero percepito indebitamente circa 100mila euro di contributo per l’autonomia sistemazione. L’inchiesta, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Camerino, va avanti da diversi mesi ormai è le prime 20 denunce potrebbero rappresentare solo l’inizio di una lunga serie. Ovviamente i controlli non riguarderanno solo il comune di Pieve Torina. 

L’accusa per loro è di falso ideologico, poiché tutti avevano presentato falsa documentazione dichiarando di risiedere nel comune gravemente colpito dal sisma, e percezione indebita di denaro pubblico. Per l’esattezza, la cifra si aggirerebbe poco oltre i 100mila euro. 
g.g.

Deteneva marijuana in camera da letto, denunciato un 32enne di Matelica. I Carabinieri della Compagnia di Camerino, diretti dal Capitano Vincenzo Orlando, hanno fatto irruzione in un’abitazione di Esanatoglia abitata dal giovane sul quale si erano concentrati gravi sospetti circa il possesso di droga. I militari già da qualche tempo tenevano d’occhio l'uomo e, dopo averlo intercettato nel centro cittadino, lo hanno condotto a casa procedendo ad una perquisizione dell’appartamento. Nella camera da letto, all’interno di un armadio, il giovane aveva messo ad essiccare dei rametti di marjuana, provenienti da una piccola coltivazione all'interno dell'appartamento stesso. Infatti, i Carabinieri hanno rinvenuto anche altre foglie di marjuana già essiccata nonché i vasi utilizzati per la coltivazione. Complessivamente sono stati sequestrati circa 250 grammi di marijuana pronta per essere utilizzata e, di conseguenza, per il disoccupato 32enne è scattata la denuncia alla Procura della Repubblica di Macerata per produzione e detenzione di stupefacenti. Sono in corso accertamenti finalizzati a verificare se la droga fosse destinata alla cessione a terzi.

 

Vincenzo Orlando 1

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