Sbloccato il piano per la ricostruzione delle 228 scuole che hanno aderito agli accordi quadro del Piano straordinario di ricostruzione degli edifici scolastici danneggiati dal terremoto del 2016.

 Ne dà notizia  la Struttura commissariale che fa capo al commissario Guido Castell,i al termine della videoconferenza con i 72 soggetti attuatori.

 Gli interventi su edifici soggetti a tutela sono 47, quelli non vincolati sono 181. In totale il valore degli interventi è pari a 899 milioni di euro, di cui 643 milioni per i lavori, così ripartiti a livello regionale: 201 milioni in Abruzzo per 48 scuole; 93 milioni nel Lazio per 31 scuole; 319 milioni nelle Marche per 91 scuole; 284 milioni in Umbria per 58 scuole.
    Imprese e professionisti che avevano risposto alla gara, gestita dalla centrale di committenza Invitalia, per la formazione degli elenchi ora potranno essere reclutati dai soggetti attuatori (Comuni e altri enti proprietari delle scuole) per le diverse fasi della ricostruzione: dalla progettazione al collaudo.

   «Le scuole e il grande servizio che garantiscono per le famiglie e le comunità locali svolgono una funzione fondamentale anche per contrastare il fenomeno dello spopolamento, che contraddistingue le aree interne e in particolare i territori dell'Appennino centrale", ha detto Castelli. "L'obiettivo di tutti noi è fare presto e bene e questo significa anche assistere al meglio i Comuni e gli enti proprietari delle scuole nel delicato passaggio dai progetti ai cantieri veri e propri - ha aggiunto - Grazie al supporto di Invitalia, anche in fase di attuazione, sarà possibile la migliore e più veloce realizzazione degli interventi».

 Per le scuole si rende possibile ora la partenza delle progettazioni mentre, per quelle che erano già dotate di progetto, potranno partire gli affidamenti dei lavori.
 Gli accordi quadro aggiudicati sono due, su 43 aree territoriali e articolati in 4 sub lotti prestazionali: servizi tecnici, verifica, lavori e collaudo.
Gli operatori economici che hanno partecipato alla gara sono stati 533, per un totale di 165 offerte economiche.
   
Nel corso dell’incontro sono state illustrate le procedure e i prossimi interventi, che consentiranno di passare dagli accordi quadro ai contratti specifici per ciascun edificio scolastico. I soggetti attuatori avranno a disposizione il supporto della Struttura commissariale in tutte le fasi della procedura.




Ricostruzione e riparazione si saldano, diventando le due direttrici principali di azione per gli interventi nell’area del Cratere del sisma 2016, con l’obiettivo di fare dei territori dell’Appennino centrale colpiti dal terremoto un nuovo modello di sviluppo.

L'avvio di questo nuovo percorso è stato reso possibile dall'approvazione in via definitiva il 7 marzo, da parte della Camera dei deputati, del Decreto ricostruzione. Un provvedimento indispensabile per le zone terremotate, che contiene norme a lungo attese da amministrazioni locali e operatori economici, la cui finalità è stata anche quella di formalizzare la doppia funzione del Commissario: oltre a essere il promotore della ricostruzione fisica, diventa anche il soggetto delegato alla riparazione (intesa come rigenerazione socio-economica) dei territori colpiti dal sisma del 2016.

Nel Decreto ricostruzione sono state varate misure particolarmente importanti, a lungo attese, come quella relativa alla stabilizzazione del personale a tempo determinato impiegato nella ricostruzione e altre azioni, volte alla semplificazione amministrativa. Inoltre, al fine di rafforzare l’aggregazione delle comunità locali, è stata introdotta la norma che deroga stabilmente al numero minimo degli alunni che sono richiesti per la formazione delle classi fino all'anno 2028-2029. Infine, il Decreto è intervenuto su alcuni meccanismi della ricostruzione delle attività economiche, come l’anticipazione dell’IVA per gli immobili destinati alle attività produttive.

"Si parte a spron battuto nell’opera di ricostruzione post sisma 2016 del Centro Italia. Al Commissario Guido Castelli spetterà anche l'opera di risanamento, in termini socioeconomici. Abbiamo concordato che entro un decennio - spiega il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci - possa esaurirsi l'opera di ricostruzione con fondi pubblici, anche perché una attività celere e concreta scongiura il pericolo della sfiducia degli abitanti dei centri colpiti e quindi dello spopolamento e dell'abbandono dei territori. Al tempo stesso stiamo lavorando per predisporre un disegno di legge più articolato sulla ricostruzione post calamità che prevederà, fra le altre cose, un termine ultimo di nove anni per il completamento dei lavori. Non è possibile - conclude il ministro - che in Italia le macerie debbano restare al loro posto anche per cinquant'anni."

Il Commissario Castelli ha sottolineato: “Con il Decreto ricostruzione il Governo, in sinergia con la Struttura commissariale e il Parlamento, è andato a risolvere problemi di cui da tempo i territori colpiti dal sisma del 2016 chiedevano la soluzione. Un provvedimento inequivocabilmente dalla parte dei cittadini colpiti dal terremoto e dell’Appennino centrale. Il doppio ruolo del Commissario, incaricato sia della ricostruzione che della riparazione, è una intuizione del Governo Meloni che ha guidato la stesura degli emendamenti e i vari interventi migliorativi, componendo un provvedimento organico. Il DL è stato un passaggio indispensabile per avviare un sistema di interventi tesi a garantire la ripresa dell’Appennino centrale. Lavorando insieme al ministro Musumeci - ha concluso Castelli - sono certo che riusciremo a realizzare quella fase attuativa della ricostruzione che ci consentirà di passare dalle norme ai cantieri”.

L’Agenzia del Demanio, con il coordinamento del Ministero dell’Economia e delle Finanze, in stretta sinergia con il Commissario Straordinario alla Ricostruzione Guido Castelli ed il Sottosegretario Lucia Albano, delegata al MEF per la ricostruzione post sisma, ha presentato in Prefettura di Macerata il piano degli interventi edilizi di ricostruzione e adeguamento sismico ed energetico degli edifici in uso al Ministero dell’Interno nella provincia di Macerata.

Sotto la supervisione del Prefetto Flavio Ferdani, sono stati avviati dall’Agenzia 15 interventi, di cui 2 a favore dei Vigili del Fuoco e 13 dell’Arma dei Carabinieri. Le opere sono finanziate in parte con fondi del Commissario Straordinario alla Ricostruzione, circa 47 milioni di euro, e circa 5 milioni di euro dall’Agenzia del Demanio. Obiettivo comune è quello di garantire il completamento della maggior parte delle opere entro 3 anni. Nel corso del 2023 verranno aperti il 60% dei cantieri ed il restante nei primi mesi del 2024.

I primi interventi sono previsti ad aprile a Castelsantangelo sul Nera, a maggio a Pieve Torina, nel mese successivo Fiastra e a seguire gli altri a Camerino, Castelraimondo, Serravalle del Chienti, Tolentino, San Severino, Visso, Ussita.
I problemi legati alla cessione dei crediti 110%, che impattano pesantemente sulla ricostruzione, l’esigenza di ampliare il numero di imprese che operano nel cratere, i protocolli di legalità ed i controlli sui cantieri, la nuova piattaforma digitale per la gestione delle pratiche sisma. Questi i temi affrontati oggi nel corso di un incontro tra il nuovo Commissario Straordinario per la ricostruzione, Sen. Guido Castelli, ed una delegazione dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili, composta dal vice presidente Piero Petrucco, delegato alla ricostruzione, dal coordinatore dell’area sisma, Carlo Resparambia, dal direttore dell’Ufficio Studi, Flavio Monosilio.

“Abbiamo avuto un primo confronto, ampio e costruttivo, durante il quale ho ricordato il prezioso contributo dato finora dall’Ance alla messa a punto di una normativa sulla ricostruzione sempre più adeguata - ha detto il Commissario Castelli - I temi affrontati, che dovranno naturalmente essere approfonditi, sono importanti e delicati, a cominciare dalla difficoltà di cessione dei crediti legati al 110%, utilizzato per coprire la spesa eccedente il contributo sisma che resterebbe in accollo ai proprietari, un problema che rischia di rallentare, se non di compromettere la ricostruzione privata. Con l’Ance condividiamo l’esigenza di aumentare il numero di imprese attive nella ricostruzione, e l’opportunità di sfruttare la nuova piattaforma digitale Gedisi per accelerare i tempi di pagamento dei lavori alle imprese esecutrici. Sempre per quanto riguarda la piattaforma ho chiesto ai rappresentanti di Ance di cooperare per valutare eventuali esigenze di miglioramento della stessa” ha aggiunto Castelli.

Altro argomento affrontato dal Commissario e dall’Ance sono i protocolli di legalità ed i controlli nei cantieri del sisma con il badge elettronico. “Ci siamo ripromessi di approfondire alcuni temi che sono già stati impostati – ha detto Castelli -, ma che necessitano di un’attuazione compiuta e ragionevolmente applicabile in concreto”
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