Vendita online di capi firmati contraffatti: la Guardia di Finanza di Macerata ha oscurato 5 siti web.

L’attività dei finanzieri prende seguito dall’analoga indagine di fine 2019 che aveva portato alla chiusura di 98 siti internet. A destare l’attenzione degli inquirenti è stato in particolare un sito con il dominio “www.tribunalemarsala.it”, nome che secondo gli inquirenti aveva lo scopo di convincere i potenziali acquirenti che potesse trattarsi di merce proveniente da fallimenti.

L’indagine è proseguita con una serie di approfondimenti, tesi a verificare l’autenticità dei prodotti commercializzati, anche grazie all’interessamento dei titolari dei marchi, delle società che li tutelano e di consulenti.

Gli accertamenti si sono rivelati complessi anche per l’allocazione degli indirizzi I.P. all’estero nell’intento di sviare e rendere maggiormente difficoltosa l’indagine. Inoltre venivano utilizzate immagini riprese dai siti ufficiali di alcuni famosi brand nazionali ed esteri mentre gli articoli erano posti in vendita a prezzi non eccessivamente inferiori a quelli ufficiali di mercato, in modo da non insospettire i potenziali acquirenti.

Enorme l’illecito giro d’affari stroncato, visto che ogni sito, al suo interno, proponeva la vendita di prodotti di ogni tipo, acquistabili per diverse taglie e quantità.

l.c.
Gucci, Fendi, Louis Vuitton, ma sono falsi: la Guardia di Finanza, nello scorso fine settimana, ha sequestrato circa duecento paia di scarpe contraffatte, oltre a materiali per produrne altre.

Sabato, durante il mercato settimanale a Civitanova, i militari hanno notato molte calzature di marca, ma in materiale sembrato scadente e in vendita a prezzi non in linea con quanto ci si aspetterebbe da merce firmata. I controlli hanno portato al sequestro sul posto di più di 150 paia di scarpe. Controlli poi approfonditi dalla Finanza, che hanno portato a scoprire l’origine delle scarpe: una fabbrica di Civitanova al cui interno sono state sequestrate altre calzature e pellami con i marchi contraffatti.

I due responsabili sono stati denunciati, a piede libero, alla Procura della Repubblica per ricettazione, contraffazione di marchio e introduzione e commercio di prodotti con segni falsi.

La Guardia di Finanza sottolinea come il fenomeno della contraffazione sia un moltiplicatore di illegalità, alimentando il lavoro nero, l’immigrazione clandestina, l’evasione fiscale e contributiva, il commercio abusivo e il riciclaggio. Chi compra merce contraffatta, peraltro, oltre a commettere un illecito, mette a rischio la propria salute, poiché tali prodotti spesso non rispettano gli standard di sicurezza richiesti dalle normative.

Red.

Prodotti contraffatti di abbigliamento e accessori di noti marchi nazionali e internazionali. E' quanto commercializzavano 98 siti Web scoperti e oscurati dalle Fiamme Gialle di Macerata, sotto la direzione del Procuratore della Repubblica Giovanni Giorgio. Le indagini hanno accertato che i gestori dei siti, per sviare e rendere difficile l'attività di polizia giudiziaria, avevano collocato all'estero i siti: Germania, Francia, Danimarca, Stati Uniti, Panama, Cina, Gran Bretagna. Enorme l'illecito giro d'affari stroncato.
Tutto è partito da una denuncia di un cittadino italiano che, dopo aver acquistato un giubbetto spacciato come Moncler, è un paio di scarpe Golden Goose, ha avuto il sospetto che si trattasse di merce contraffatta. "Abbiamo innanzitutto chiesto alle case madri se quei due prodotti fossero originali - ha spiegato il comandante di Compagnia di Macerata, capitano Emilio Fuscellaro - e poi abbiamo inviato l'informativa alla procura della Repubblica di Macerata. Il procuratore Giovanni Giorgio ha deciso poi di estendere l'attività per tentare di ricostruire la filiera del falso. abbiamo monitorato circa 200 siti, e alle case madri di quattro principali marchi (Golden Goose, Stone Island, Pinko e Moncler) se i siti fossero legittimati a commercializzare i loro prodotti e se quelli fossero contraffatti. Prezioso è stato il contributo del perito esperto in contraffazione, Pietro Dal Ben". La guardia di finanza è riuscita ad evidenziare come i siti fossero fuori legge e come, soprattutto, il materiale fosse contraffatto. È emerso anche che in alcuni di questi siti era possibile effettuare ordini all'ingrosso, per ingenti quantità. Evidente, dunque, l'imponenza del giro d'affari. "Tra l'altro - ha sottol il capitano - tutti questi siti traevano facilmente in inganno poiché presentavano immagini originali prese dei siti delle case madri, violando anche la legge sul copyright ". A illustrare nello specifico le modalità per riconoscere quando un sito vende merce contraffatta è stato Dal Ben: "Alcuni siti avevano copiato non solo le immagini della merce ma anche anche una parte della pagina ufficiale delle case madri, e avevano un dominio molto simile all'originale. Questi siti erano particolarmente idonei a ingannare le persone". Va ricordato anche che chi acquista merce contraffatta, seppur online e inconsciamente (diverso il caso ad esempio di chi compra prodotti in spiaggia che lo fa consapevolmente), incorre comunque in una multa di non meno di 250€. "Un altro modo per capire se il sito non è affidabile - aggiunge - è di provare modalità di pagamento sicuro come PayPal o American Express che ridanno indietro i soldi. Mettono il logo ma poi quando all'atto di pagare non ti permettono di concludere se non con Visa". 
Da parte sua il procuratore Giorgio ha fatto un riepilogo di alcuni dati sull'e-commerce e la contraffazione: "I consumatori che comprano online sono 19milioni per un giro di affari smisurato e in questo contesto la contraffazione cresce del 15,6% a livello mondiale. I prodotti italiani sono fra i più contraffatti. Le indagini su questo caso sono state particolarmente complicate anche perché i titolari dei siti e i server non erano in Italia (ma in Cina, Gran Bretagna, Germania, Francia, Danimarca e Panama). 

g.g.





Sequestrati mille articoli contraffatti tra scarpe, occhiali da sole, borse e bigiotteria. Segnalata una persona sotto il profilo amministrativo.

I finanzieri della Tenenza di Porto Recanati, nell’ambito dei servizi di controllo economico del territorio, hanno effettuato diversi interventi al fine di contrastare efficacemente i fenomeni illeciti della vendita di prodotti contraffatti e dell’abusivismo commerciale. 

Il dispositivo di controllo ha visto impegnate diverse pattuglie che hanno setacciato il lungomare ed i punti più sensibili della città balneare. 

Una persona è stata segnalata per i provvedimenti di competenza sotto il profilo amministrativo in quanto aveva posto in vendita merce senza essere in possesso della licenza per il commercio ambulante, altri improvvisati commercianti extracomunitari hanno preferito darsi alla fuga ed abbandonare le mercanzie per strada.  

g.g. 

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