Sul nuovo dpcm è controcorrente la posizione del sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, che chiede maggiori poteri e maggiori responsabilità per gli amministratori locali. Una posizione che il primo cittadino tolentinate non aveva mancato di esprimere già ai tempi del sisma e che ora è rinnovata con una chiara richiesta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Un’idea di amministrazione di fatto opposta a quella espressa da tanti sindaci e dall’Anci nel corso della scorsa settimana, quando in occasione del precedente decreto era stato consentito un ampio spazio di manovra ai primi cittadini. Quello che per molti era stato uno “scaricabarile” per Pezzanesi è invece il modo corretto di gestire la pandemia, dando la possibilità a chi conosce il territorio di poterlo amministrare appieno.

“Una grande responsabilità, certo, ma siamo stati eletti per questo e non per sedere in poltrona – dice il sindaco ai microfoni di Radio C1 inBlu –. In giunta abbiamo partorito questa delibera, che riguarda da vicino tutte le attività commerciali già vessate dal lockdown e di nuovo da questo nuovo provvedimento. Oggi insistere ancora su queste strutture significa decretarne la morte, noi non lo accettiamo. Riteniamo che da Roma emanare provvedimenti non mirati ai singoli territori ma generali non sia il modo corretto di agire. Chiediamo appunto alla Presidenza del Consiglio maggiore spazio di manovra per amministrare il nostro territorio. Noi a Tolentino abbiamo 57 casi di Covid, ma in una città di quasi 20mila abitanti e in un momento di picco pensiamo che la situazione si possa definire sotto controllo. Per quanto non si possa prevedere il futuro, crediamo che in questo modo sia segnato a prescindere, se non per la pandemia, per le restrizioni alle attività. Già al tempo del sisma chiesi maggiori poteri. Molti sindaci si sono lamentati attraverso l’Anci per le eccessive responsabilità, ma la questione non mi vede d’accordo: chi meglio di noi può gestire il territorio che conosciamo? Dobbiamo assumerci questa responsabilità”.

Red.
Sono buone le condizioni di salute del sindaco di Treia Franco Capponi, che nella scorsa settimana aveva contratto il Covid. Lo ha fatto sapere proprio il primo cittadino treiese, che in una nota inviata alla cittadinanza ha rassicurato tutti sulle sue condizioni di salute e ha rinnovato le sue raccomandazioni a tenere un comportamento responsabile, vista la nuova ondata di contagi e le nuove misure restrittive varate dal Governo, contenute nell’ultimo discusso dpcm siglato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

La mia salute è abbastanza buona e spero che il tampone di giovedì possa testimoniare la mia uscita dall’infezione - queste le parole di Capponi -. La cosa che comunque mi preme di più è quella di mettervi al corrente che nelle Marche il numero dei contagiati stia salendo in maniera vertiginosa, con l’ondata che sta investendo la nostra provincia e anche il nostro comune. A Treia abbiamo più di quaranta positivi e ottantadue persone in quarantena: questi numeri devono farci riflettere sul fatto che le decisioni del governo, anche se dure, sono dovute alla nuova impennata del numero di infetti; limitate il più possibile i contatti, cerchiamo di essere tutti responsabili e attenti”.

red.
Il nuovo DPCM ha suscitato, nei giorni scorsi, grande trambusto tra le amministrazioni locali: stando alle bozze, ai sindaci sembrava essere stata deputata la competenza di inasprire le misure di sicurezza varate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, fino ad arrivare a concedere loro la possibilità di prendere provvedimenti che potessero disporre la chiusura di strade e piazze delle città. L’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) aveva parlato di “scaricabarile” da parte del governo, vista la forte responsabilità che avrebbe gravato sulle spalle degli amministratori, e di un provvedimento che sembrava decentrare eccessivamente la responsabilità del controllo della diffusione del contagio da Coronavirus. Il Viminale ha poi specificato come le decisioni in merito non spettino ai sindaci: l’articolo 1 del DPCM è stato “smussato”, come ha comunicato il Ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia e la palla è stata passata ai prefetti e ai comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Ne ha parlato, ai microfoni di Radio C1 inBlu, anche il sindaco di Camerino Sandro Sborgia: “In situazioni di potenziale pericolo per la cittadinanza, con assembramenti o episodi che possano favorire la diffusione del contagio, il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica avrà la possibilità di inasprire le misure fino ad arrivare alla chiusura di piazze e strade. Sono argomenti che saranno trattati in seno al comitato, che avrà quindi il compito di adeguare le misure alle specifiche situazioni che avvengono in quei momenti e in quei luoghi. È chiaro che per i sindaci sarebbe stata una grande responsabilità, ma non avremmo parlato solo di prendere una decisione grave, ma di avere poi la forza di renderla efficace e di farla rispettare: non è detto che i comuni abbiano a disposizione gli strumenti per farlo. Se non li hanno il provvedimento diventa fine a sé stesso. Il problema sull’osservanza della misura sarà garantito in questo modo non soltanto dalle forze del comune, ma anche da quelle della provincia”.

Red.
Nuove norme per la celebrazione dei funerali a seguito del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri accolto dalla Conferenza Episcopale Italiana che, in conformità alla normativa sanitaria di contenimento del Coronavirus, ha specificato le misure da osservare nel dare l’ultimo saluti ai propri congiunti. Così la partecipazione alle esequie è limitata ai parenti stretti del defunto, massimo di 15, che dovranno sempre mantenere le distanze di sicurezza indossando la mascherina e, possibilmente, i guanti. Resta fermo il divieto di partecipazione al rito per coloro che abbiamo una temperatura corporea superiore ai 37,5 °C, presentino altri sintomi influenzali o abbiano avuto contatto con persone positive nei giorni precedenti. Inoltre, in caso di celebrazione delle esequie con la messa, al momento della distribuzione della Comunione dovranno essere evitati gli spostamenti e sarà il celebrante, munito mascherina, a recarsi ai posti dove i fedeli che vorranno ricevere l’Eucaristia attenderanno in piedi. Al termine del rito non sono consentiti cortei e assembramenti e il luogo della celebrazione, la chiesa, sarà regolarmente igienizzata e areata. “Queste procedure – dichiara l’arcivescovo Francesco Massara – sono già state comunicate ai sacerdoti e rese note ai fedeli mediante avviso affisso alle porte delle chiese. Ritengo sia una forma per essere più vicini alle persone nel momento tragico della morte di un proprio caro, nella speranza che a breve si possano riaprire le chiese, con tutte le accortezza necessarie, per le celebrazioni comunitarie sempre nel massimo rispetto e tutela della salute”.

f.u.
Uno stop, quello fino al primo giugno per parrucchieri ed estetiste, che mette in ginocchio due settori che, sebbene non vengano considerati beni primari, lo sono per chi svolge quel tipo di impiego.
Questa mattina l'incontro in Comune, a Tolentino, di una delegazione di parrucchieri (Michela Farabolini, Igor Galassi, Giuseppe Ruggeri e Daniela Ciccarelli) con il sindaco Giuseppe Pezzanesi.
Al centro del dibattito una richiesta da inviare al governatore regionale, Luca Ceriscioli, affinchè faccia da tramite con il Governo centrale per anticipare la riapertura.
Dopo le date annunciate dal Premier Conte era stata la parrucchiera Michela Farabolini, con un videomessaggio pubblicato sui social, a riassumere lo stesso smarrimento dei suoi colleghi.
"Mi devono spiegare il motivo per cui siamo gli ultimi a riaprire - dice - . Mi devono spiegare se si tratta di una questione di sicurezza, dal momento che in chiesa, per i funerali, sono ammesse 15 persone, gli autobus possono essere utilizzati e gli allenamenti sportivi saranno consentiti. Capisco che il nostro non sia un servizio primario, ma non lo sono nemmeno le tabaccherie. 
Noi eravamo pronti: avevamo acquistato mascherine, guanti, asciugamani di carta". 

Schermata 2020 04 28 alle 10.20.09
Michela Farabolini

La parrucchiera tolentinate, che dopo il sisma era stata costretta a delocalizzare e ricominciare da capo, punta il dito contro il Governo: "Noi terremotati iniziavamo a risollevarci ora - dice - . Adesso non abbiamo più la forza
Una scelta, quella del Governo, che ci sta rovinando. Cosa dirò ai miei dipendenti a cui scade la cassa integrazione a fine maggio - si chiede - ? Ho tre collaboratori e non credo che quando ci sarà permesso di riaprire ci sarà consentito di lavorare tutte contemporaneamente".
Poi la questione del lavoro nero, in casa: "Alla questione finanziaria ci penseranno le forze dell'ordine preposte - dice - . Il mio è un appello ai cittadini affinchè non si rivolgano ai nostri colleghi che, con leggerezza, vanno nelle case per svolgere il nostro lavoro. In questo modo i contagi aumenteranno e a rimetterci saremo sempre noi che non potremo riaprire.
Siamo rimasti in silenzio perchè, per più di un mese, abbiamo compreso il problema. Ora basta. 
Non possono chiederci di restare fermi un altro mese mentre le scadenze dei pagamenti continuano ad arrivare. Se non ci ha ammazzato il virus - conclude - ci ammazza lo Stato". 

Giulia Sancricca
Artigiano con 4 dosi di eroina e droga in casa. Deunciato e multato per il mancato rispetto del decreto sull'emergenza saitaria.
È l'esito dell'operazione dei Carabinieri di Cingoli che ieri, durante i controlli svolti in località Tremoline per contrastare il diffondersi dell’epidemia in atto, hanno fermato un artigiano del posto in transito alla guida del proprio autocarro, in possesso di 4 dosi di eroina, acquistate, a suo dire, poco prima a Macerata.

Successivamente è stata perquisita anche l'abitazione e, nel garage, all’interno di un armadietto, sono stati trovati altri 4 involucri di cellophane del peso di 0.6 grammi ciascuno, uno dei quali aperto e parzialmente consumato, per un totale di altri 2,2 grammi di eroina, oltre ad un bilancino elettronico di precisione.

L'artigiano è stato denunciato all’autorità giudiziaria per la detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, nonché multato per l’inosservanza del divieto di movimento senza giustificato motivo.

GS
"Voglio prendere aria buona". Questa la risposta di un uomo di 46 anni, disoccupato di Mogliano, che è stato fermato ed identificato oggi, verso l’ora di pranzo, dagli agenti della Polizia locale di San Ginesio.
L’uomo passeggiava tranquillamente per le vie del paese senza indossare nessun dispositivo di protezione, quasi fosse ignaro della grave emergenza del periodo.

Una volta fermato, gli agenti hanno provveduto a richiedere all’uomo se fosse in possesso dell’autocertificazione o se comunque il suo “peregrinare” fosse eventualmente legato a questioni strettamente necessarie ma l’uomo ne ha data una sua: “Sono venuto a San Ginesio per prendere aria buona”.

Da quanto è emerso, l’uomo ha dichiarato di essere arrivato questa mattina con il suo camper in sosta nell’area riservata.

Il 46enne è stato denunciato per l’inosservanza delle disposizioni contenute dei Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri relative alle misure di sicurezza per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid 19.

GS
C'è anche Pesaro Urbino tra le 11 province a cui il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri obbliga di evitare ogni spostamento in entrata e in uscita.
La Bozza di Decreto parla, infatti di ulteriori misure urgenti di contenimento del contagio nella regione Lombardia e in alcune province italiane tra cui quella marchigiana più colpita.

"Nello specifico - dice il governatore Luca Ceriscioli - si prevede l’obbligo di evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita, dal territorio e all’interno del territorio, salvo che per gli spostamenti motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza.   

Riteniamo corretto intensificare le misure di contenimento vista la forte diffusione del contagio. Abbiamo tuttavia avuto poco tempo a disposizione per elaborare un giudizio su un provvedimento di tale portata. 

Come prima istanza chiediamo particolare attenzione soprattutto su tre punti - precisa Ceriscioli -  è necessario aggiungere una previsione che consenta l’attività delle imprese di qualunque natura e qualsiasi in forma costituite, aventi sede legale e/o operativa nel territorio della Provincia; occorre consentire alle persone almeno il rientro presso il proprio domicilio/abitazione o residenza situato nel territorio della Provincia; è necessario consentire spostamenti per motivi di salute".

GS


Inviato da iPhone
Pagina 2 di 2

Radioc1inblu

Radio FM e Internet
P.za Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax 0737.633180
Cellulare: 335.5367709

radioc1inblu@gmail.com

L'Appennino Camerte

Settimanale d'informazione dal 1921
Piazza Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax: 0737.633180
Cell: 335.5367709

appenninocamerte@gmail.com

Scopri come abbonarti

Questo sito utilizza i cookie

Puoi accettare e proseguire la navigazione o per maggiori informazioni Per saperne di piu'

Approvo
Clicca per ascolare il testo