Erano le 16.37 di un pomeriggio milanese. Il cielo, carico di pioggia, aveva spinto più gente del solito ad entrare nel salone centrale della Banca nazionale dell’agricoltura di piazza Fontana. La deflagrazione di un ordigno di "elevata potenza", come si legge negli atti del processo, uccide sul colpo 14 persone; due moriranno dopo qualche giorno e una terza quasi un anno dopo.
17, in tutto, le vittime e 88 i feriti di una strage che ancora oggi ferisce il cuore di Milano, e quelli di tutta Italia, al solo ricordo.
Tutta Italia perchè in poco meno di un'ora furono cinque gli attentati di quella giornata tra Milano e Roma. Ma quello di piazza Fontana si trasformò in una vera e propria strage.
Un ordigno inesploso fu trovato nella Banca Commerciale Italiana in piazza della Scala, mentre altri tre interessarono la capitale: uno nella Banca del Lavoro in via Veneto; un altro sull’Altare della Patria ed il terzo sui gradini del Museo del Risorgimento.
Una giornata che apre il libro di storia sugli anni della strategia della tensione e del terrorismo neofascista in Italia.
"E' per non dimenticare e per imparare dal passato - spiega Giorgio Roselli dell'Anpi dei 5 Comuni - che abbiamo pensato ad un pomeriggio di riflessione in porgramma per sabato prossimo alle 16.30 alla biblioteca Mario Ciocchetti di Belforte del Chienti e, a seguire, al circolo Arci Radeche Fonne di Villa Pianiglioli".
"Piazza Fontana 50 anni dopo. Tra storia e memoria" è il titolo del convegno a cui interverranno lo storico Davide Conti, l'avvocato Bruno Pettinari e il presidente dell'Anpi Porvinciale Lorenzo Marconi.
"In occasione del 50esimo anniversario - spiega Roselli - non potevamo non parlare di questa strage. E' una data che sembra lontanissima ma è molto vicina perchè ha segnato per gli anni a seguire la storia dell'Italia. Fu la prima strage del dopoguerra. Da quel giorno si sono susseguite stragi e trame nere per un processo che è arrivato fino a metà del 2015, con l'ultima sentenza, in cui nessuno è ancora stato condannato, come per tutte le stragi di quegli anni. Bisogna ricordare le vittime - conclude - , bisogna conoscere la sotira e conoscere i fatti accaduti per affrontare il futuro".

GS


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