"E' stato creato un allarme inutile e oggi possiamo dimostrarlo con i fatti". Sono le parole del governatore Luca Ceriscioli dopo che ieri il Comitato etico ha dato il proprio parere favorevole alla sperimentazione della cura del Covid 19 con il plasma. Come si procederà è stato illustrato oggi in una videoconferenza a cui hanno preso parte la dirigente del servizio Sanità Lucia Di Furia, il direttore del Dipartimento interaziendale regionale di medicina trasfusionale Daniela Spadini, il direttore della Clinica universitaria di Malattie infettive Andrea Giacometti e il presidente Ceriscioli. Potrà donare il plasma il donatore abituale che abbia avuto e superato il Coronavirus e anche il donatore non abituale.
"Quest'ultima tipologia di donatore - ha spiegato Spadini - dovrà rivolgersi ai centri trasfusionali e essere ovviamente sottoposto ai test sierologi per evitare la trasmissione di eventuali malattie come hiv, aids, epatite e dovrà avviare tutta una serie di controlli per appurare l'idoneità. Una volta fatto questo, il donatore dovrà attendere 15 giorni per donare il plasma. Il donatore abituale invece potrà rivolgersi al centro Avis più vicino".
I donatori dovranno avere età compresa tra i 18 e i 60 anni. Sono stati individuati tre poli per la donazione: per il nord delle Marche, a Pesaro, per il centro ad Ancona e per il sud a Fermo. "Non ci sono dei donatori già arruolati e proprio oggi ci siamo attivati per reperire tutta la strumentazione che servirà. Ci sono già state però tante espressioni di intenti e per la prossima settimana saremo pronti a partire con la sperimentazione che durerà sei mesi". Ci è voluto qualche giorno per approvare il protocollo ma Giacometti lo ha definito "inattacabile. Noi delle malattie infettive ci occuperemo dell'arruolamento delle persone che riceveranno il plasma: devono essere positivi al Covid19 ma essere in fase precoce di infezione. Il plasma, se non utilizzato, potrà restare congelato per un anno. Ad oggi non sappiamo quanti pazienti potranno giovare di questa terapia - ha aggiunto - e va anche detto che il nostro tasso di mortalità è basso. Se il San Matteo di Pavia con questa terapia è passato da un tasso del 15 per cento al 6 per cento, noi potremmo anche far meglio visto che partiamo da un tasso del 14 per cento".
A chiudere gli interventi, il governatore Ceriscioli che è voluto tornare sulla polemica generata dalla notizia secondo cui la Regione aveva rifiutato o bloccato la terapia. Nulla di più falso, ma solo la volontà di "fare le cose per bene. Non abbiamo sbandierato soluzioni miracolose né sminuito il lavoro di qualcuno. Il nostro atteggiamento è sempre stato quello di aprirci a qualunque opportunità e se oggi siamo la miglior Regione come dato epidemiologico - quando all'inizio eravamo fra i peggiori, ma non per nostra responsabilità - è la dimostrazione che le cose fatte bene pagano. Non abbassiamo la guardia, non ci interessano le polemiche - ha concluso - ma ci interessa che le fake news non generino ansie e disperazione".

Gaia Gennaretti
Via libera dell’Assemblea Legislativa Marche a tamponi e test alle forze dell’ordine e operatori del soccorso che prestano servizio nel territorio regionale al fine di certificarne la negatività al Covid-19, avviando contestualmente una campagna di prevenzione per tutta la popolazione interessata.
Approvata la richiesta dei consiglieri regionali Gianni Maggi e Romina Pergolesi che hanno presentato la mozione divenuta risoluzione, grazie all'appoggio di altre forze politiche e che l'Assemblea Legislativa Marche ha approvato oggi .

In considerazione della situazione emergenziale causata dal Coronavirus e del relativo coinvolgimento diretto delle forze dell’ordine e degli operatori del pubblico soccorso, Maggi e Pergolesi hanno proprio evidenziato l'esigenza di preservare tali lavoratori «onde evitare di dover mettere in “quarantena” intere articolazioni del servizio», chiedendo l'avvio di un monitoraggio costante.

"Gli operatori di polizia e del soccorso, proprio per la particolare funzione che sono chiamati ad assicurare al nostro paese, hanno numerosi contatti con i cittadini oltre che ovviamente con i colleghi stessi – rimarcano Maggi e Pergolesi -. Al momento, si sono già verificati casi di contagio proprio tra questi lavoratori, che operano spesso in squadra. I test sierologici permettono di verificare attraverso un prelievo del sangue, in tempi molto rapidi, la presenza e il tipo di anticorpi nell’organismo, e quindi di stabilire se la persona analizzata è venuta in contatto con il virus. Questa modalità diagnostica si affianca agli esami virologici di biologia molecolare (tamponi), che rimangono l’esame elettivo di seconda fase alla quale rivolgersi comunque nel caso di positività riscontrata nell’esame sierologico, il quale ha il vantaggio di una notevole velocità dei tempi di risposta».

Nella risoluzione si impegna pertanto la regione "ad adoperarsi, anche nei confronti del Governo, per istituire un protocollo unanime con gli enti interessati che preveda test sierologici e tamponi agli appartenenti alle Forze dell'Ordine, Soccorso Pubblico, assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale qualora si verificassero ulteriori emergenze sanitarie; ad avviare una adeguata campagna di prevenzione tramite attivazione del relativo protocollo sanitario su menzionato, per garantire il test sierologico ed i tamponi agli appartenenti delle Forze dell’Ordine, Forze di Polizia in servizio del territorio regionale, e membri della Protezione Civile impegnati nell’emergenza, anche asintomatici; ad avviare una adeguata campagna di prevenzione anche alla popolazione interessata della Regione Marche".
C.C.
Mentre i Covid Hospital si preparano a tornare alle attività ordinarie, è scontro in consiglio regionale tra minoranza e maggioranza.
In particolare la risposta ai consiglieri della Lega in merito all'ospedale di Camerino arriva dall'assessore regionale, Angelo Sciapichetti, che in una nota replica ai rappresentanti del Carroccio: "Nell’emergenza Coronavirus la Lega e suoi rappresentanti, non avendo avuto modo, per dirla in termini calcistici di “toccare palla”, si affannano ogni giorno a fare comunicati stampa tesi a valorizzare il loro contributo in realtà inesistente o ininfluente se non per fini propagandistici ed elettorali".
Scende quindi nel particolare della mozione che chiede alla Giunta di ripristinare i servizi a Camerino e potenziare il nosocomio: "Nei giorni scorsi - precisa Sciapichetti - , la Lega si è affrettata a far sapere “urbi et orbi” che l’ospedale di Camerino verrà presto restituito alle sue importanti funzioni di presidio sanitario del territorio dell’Alto Maceratese. Peccato - commenta sarcastico Sciapichetti - che fosse già previsto al momento della conversione del locale nosocomio in ospedale Covid nella delibera di Giunta del 9 marzo scorso dove c’è scritto testualmente: al termine della fase straordinaria, l’assetto strutturale del servizio sanitario regionale sarà ripristinato come era precedentemente; eventuali tecnologie (e qui c’è il potenziamento) acquisite durante il periodo emergenziale, rimarranno patrimonio delle strutture che se ne avvalgono. Dunque, la mozione tanto sbandierata dai leghisti arriva quasi due mesi dopo e a nulla serve se non a fare propaganda elettorale".

GS
È stato il tema principale dei dibattiti degli ultimi giorni, spaccando l'opinione pubblica e diventando spesso protagonista anche di fake news.
Si tratta dell'utilizzo del plasma dei soggetti guariti da Covid 19 anche nella Regione Marche.
Ad annunciare il percorso avviato nelle Marche era stato l'assessore regionale Angelo Sciapichetti: "C'è una sperimentazione in altri ospedali - ha detto - . Ora si farà anche nella nostra regione. Il problema è che bisogna essere molto cauti, si parla di una sperimentazione. Ci sono casi in cui i medici hanno detto che grazie al plasma ci sono stati dei miglioramenti, ma come per tutte le cose bisogna essere consapevoli che si tratta di una sperimentazione. Saranno le autorità sanitarie a validarne il percorso e l'efficacia".

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Angelo Sciapichetti

Sciapichetti è tornato sull'argomento anche dopo che la Lega ha chiesto di accelerare i tempi attraverso una mozione: "Il comitato etico regionale - ha risposto l'assessore - si è già riunito mercoledì scorso e ha già deciso che la sperimentazione negli ospedali marchigiani avrà inizio nei prossimi giorni".
Intanto le sezioni Avis si stanno preparando alle donazioni come spiega anche la presidente dell'associazione tolentinate, Ivana Ciucci: "Il responsabile per la partenza delle trasfusioni è per noi il Centro Trasfusionale di Macerata.

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Ivana Ciucci

Al momento abbiamo qualche potenziale donatore, ma la procedura non è ancora cominciata. Non appena il centro ci chiederà di inviare donatori idonei noi siamo pronti a contattarne anche altri".
A ribadire la necessaria cautela, spiegando che questo tipo di sperimentazione non può e non deve sostituire quella per il vaccino è Andrea Silenzi, medico specialista in Igiene e Medicina preventiva; attualmente in servizio all’Ats di Brescia, membro del consiglio direttivo del Centro di ricerca e studi sulla Leadership in Medicina, nella sede di Roma dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e vicepresidente vicario della SIMM, la Società Italiana Medici Manager.

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Andrea Silenzi

"Parliamo di un argomento che conosciamo da molto tempo - chiarisce - perchè l'utilizzo del plasma come trattamento per malattie infettive è qualcosa che conosciamo almeno quanto i vaccini. Sono trattamenti fatti per rispondere, in situazioni di urgenza, a malattie infettive che arrivano all'improvviso come il Covid 19, ma anche per gestire in urgenza situazioni che ben conosciamo come il tetano: se non sei vaccinato e sviluppi il tetano, in pronto soccorso si viene curati con le immunoglobuline ricavate dal plasma di soggetti donatori di sangue vaccinati per il tetano e opportunamente selezionati. Lo scopo è di conferire una protezione immediata contro la malattia, proprio quello che si sta provando a fare con il COVID19.
È stato provato anche per l'HIV, ma in quel caso non ha mai funzionato. Ovviamente in ogni caso è differente. La Comunità Scientifica sta vedendo quando e come utilizzarlo in situazioni critiche, ma è bene far passare il messaggio che non si tratta di una soluzione valida a sostituire il vaccino, né tantomeno un eventuale farmaco. Si sta lavorando per arrivare alla vaccinazione - prosegue - . Il vaccino dovrebbe essere pronto per l'inizio del 2021 grazie alla conoscenza che deriva da epidemie precedenti come la Sars. Sicuramente all'inizio non sarà disponibile per tutta la popolazione, ma saranno definite le categorie più fragili a cui sottoporlo prima degli altri. Quello che deve essere chiaro a tutti - conclude - è che il vaccino servirà a prescindere dalla sperimentazione con il plasma. Sono due cose differenti".

Giulia Sancricca

L'intera intervista di approfondimento al dottor Andrea Silenzi sarà pubblicata nella prossima edizione de L'Appennino Camerte.
La salvaguardia dei territori nelle aree montane attraverso un programma di interventi per i quali la regione Marche ha stanziato 800 mila euro.  “La tutela, la valorizzazione e lo sviluppo delle aree montane interne sono di interesse preminente per il riequilibrio territoriale – dichiara l’assessore Angelo Sciapichetti - Proprio per favorire la riqualificazione di queste aree e il miglioramento delle condizioni di vita delle sue popolazioni la Regione promuove interventi individuati attraverso sopralluoghi e su segnalazione delle criticità da parte dei territori stessi”. Finanziamenti che rappresentano anche una concreta strategia a sostegno dello sviluppo economico-sociale-demografico dell’entroterra marchigiano colpito dagli eventi sismici e ora messo a dura prova dall’emergenza sanitaria Covid 19. "Il provvedimento - conclude Sciapichetti - offre la possibilità alle Unioni Montane di avvalersi, per gli appalti dei lavori, dell’articolo 6 della Legge Regionale 18/08, che prevede l’affidamento attraverso procedure agevolate a cooperative di produzione agricola e di lavoro agricolo-forestale che abbiano sede ed esercitino prevalentemente le loro attività nei comuni montani”.
Il finanziamento è così ripartito: Unioni Montane del Montefeltro e Marca di Camerino 88.000 euro ciascuna; Unioni Montane Alta Valle del Metauro, Catria e Nerone, Esino-Frasassi, Potenza-Esino-Musone, Monti Azzurri e Tronto-Valfluvione 89.000 euro ciascuna; Unione Montana dei Sibillini 90.000 euro.

Gli interventi saranno volti a ripristinare situazioni di sicurezza rispetto ad alcune criticità che si sono verificate in ambito idraulico e idrogeologico causate da eventi atmosferici estremi che recentemente hanno colpito duramente il territorio e verranno realizzati attraverso l’utilizzo esclusivo di tecniche a basso impatto ambientale come l’ingegneria naturalistica.

Il programma prevede, per la sua realizzazione e per l’utilizzo dei fondi stessi, un arco temporale di tre anni, nel corso del quale le Unioni Montane avranno il compito di progettare e appaltare le opere.

f.u.
Emanato il decreto che disciplina la pratica delle attività sportive e motorie svolte in forma individuale nella Regione Marche.
Lo ha firmato nel pomeriggio il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli: all'interno delle Marche, il decreto consente ai residenti o con domicilio nel territorio regionale, allenamenti esercitati individualmente e con il rispetto dei dispositivi di protezione individuale e misure di distanziamento sociale, per le seguenti attività sportive tutte da praticarsi indivifìdualmente: 
trekkingciclismo (bicicletta o mountain bike), bocce , canottaggio , canoa kayak, windsurf, barca a vela con un solo velista a bordo, atletica leggera svolta in forma individuale, golf, sport rotellistici, pesca sportiva di superficie e subacquea, sport equestri non di squadra, tennis singolo, tennis a volo singolo e badminton singolo, tiro con l’arco, tiro a segno, tiro sportivo con armi da fuoco lunghe e corte, da lancio, aria compressa (tiro al volo, tiro al piattello, tiro dinamico e statico) praticato nei campi da tiro, tiro sportivo da caccia (tiro di campagna, tiro a palla, tiro con l’arco da caccia, field target), motociclismo, go kart, aviazione generale e aviazione sportiva individuale, arrampicata in falesia o esterno, purché siano mantenute le distanze di sicurezza tra l’arrampicatore ed il compagno di sicura.
Per queste attività sportive è vietato avvalersi dei locali interni ad uso comune quali spogliatoi, bar interni, docce, ecc.

E’ comunque consentita ogni altra attività sportiva o motoria svolta in forma individuale così come le attività sportive paralimpiche che possano svolgersi senza necessità di assistente sportivo.
Le attività possono essere svolte dalle ore 06.00 alle ore 22.00 ed esclusivamente in modalità individuale, preferibilmente all’aria aperta e, comunque, con il rispetto delle misure di sicurezza;

Sono inoltre consentite le sessioni di allenamento in forma individuale di atleti professionisti e non professionisti riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni, in vista della loro partecipazione ai giochi olimpici o a manifestazione nazionali ed internazionali, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in strutture a porte chiuse, anche per gli atleti di discipline sportive non individuali.

Sempre alll’interno del territorio della Regione Marche, è permesso anche spostarsi con mezzi propri per raggiungere il luogo dove svolgere l’attività sportiva o l’attività motoria.

E’ inoltre consentito ai proprietari o loro delegati lo spostamento individuale nell’ambito del territorio regionale per raggiungere i propri velivoli per trasportarli presso le officine autorizzate alla loro manutenzione e riparazione, necessarie per la tutela delle condizioni di sicurezza e conservazione del bene. Va comunque assicurato il rientro in giornata delle persone presso la propria abitazione. Gli stessi proprietari possono spostarsi individualmente all’interno del territorio regionale per le attività di rimessaggio.

Agli armatori, ai proprietari o ai marinai è consentito lo spostamento individuale nell’ambito del territorio regionale, per le attività di manutenzione, riparazione e sostituzione di parti necessarie per la tutela delle condizioni di sicurezza e conservazione di natanti e imbarcazioni e per la messa in acqua dell’unità da diporto.
C.C.

“Disagi e rischi per i cittadini erano facilmente evitabili usando anche solo il buonsenso. La regione ha sottovalutato la logistica della ripartenza”. Questa la denuncia di Gian Mario Mercorelli, candidato alla presidenza delle Marche per il Movimento 5 Stelle. “Il presidente Ceriscioli denota la sua cronica mancanza di buon senso – dichiara Mercorelli – In un momento come questo dove un intero sistema si riattiva ci sarebbe stato bisogno di una cabina di regia, un tavolo tecnico che avesse chiamato a sé tutti gli attori coinvolti per stabilire quale fosse il metodo migliore per ripartire”. Chiarisce anche con un esempio il suo pensiero il candidato penta stellato. “Il tessuto economico e sociale delle Marche è costituito in massima parte da piccole e medie imprese, che adottano tutte gli stessi orari di lavoro. Ciò significa che sarebbe dovuto esser stato facile prevedere che la maggior parte dei circa 638.000 occupati in regione si sarebbero riversati sulle vie di comunicazione dei vari distretti industriali della regione, creando blocchi del traffico e situazioni di assembramento pericoloso.
Rivedere gli orari di inizio dei turni di lavoro, magari attraverso una concertazione con le categorie datoriali coinvolte, sarebbe stato non solo opportuno, ma anche doveroso da parte dell’amministrazione regionale.
Si sarebbero dovute adottare politiche e strategie mirate a diluire la concentrazione di traffico e di concomitanza di orari tra operai, impiegati e addetti dei diversi settori. Lo scostamento di 15/20/30 minuti dei classici orari, infatti, avrebbe ad esempio diluito in maniera considerevole la concentrazione di persone”. Un principio che secondo Mercorelli dovrebbe valere nel momento in cui riapriranno negozi e attività al dettaglio. “In sintesi - conclude Mercorelli - se non agiamo razionalmente e se chi ha il dovere di governare non inizia a gestire la situazione invece di pensare solo ai propri affari e non si mette in testa di aiutare i cittadini, ci troveremo con una gran mole di persone libere dal lockdown ma prigioniere delle circostanze, aggravate dall’inettitudine gestionale che temo sarà la cifra di questa cosiddetta fase 2”.
f.u.

FOCUS NOTIZIE

LINK ALL'INTERVISTA RADIOFONICA DI MERCORELLI
http://www.appenninocamerte.info/podcast/itemlist/category/113-focus-notizie
Anci, Regione e Comuni della costa a confronto sulla riapertura di parchi e aree verdi, i cimiteri e le spiagge.

Un dibattito da cui è scaturita la decisione di riaprire il 4 maggio: "Pur ribadendo che la pandemia non è vinta e che restare a casa resta per i tutti i cittadini la scelta auspicabile – ha detto Maurizio Mangialardi, Presidente di Anci Marche – si apre la possibilità di fruire di alcuni spazi pubblici come emerso dall’orientamento unanime e dalla grande condivisione espressa nel corso del confronto.  
Partendo dalle linee guida su cui ci siamo trovati d’accordo – ha aggiunto – poi ogni sindaco indicherà i dettagli della fruizione ai propri cittadini tenendo conto delle specifiche esigenze e della effettiva capacità di far rispettare le regole".
Una riapertura che richiede comunque "forte senso di responsabilità dei cittadini dei comuni marchigiani - ha concluso - ricordando che il controllo demandato agli organi di vigilanza sarà rigoroso così da evitare un nuovo aumento dei contagi che porterebbe a nuove chiusure".

GS
"La parte del leone spetta al cittadino".
Così il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, durante la videoconferenza con i direttori dei settimanali diocesani, questa mattina, ha risposto alle domande che riguardano la Fase 2.
L'allentamento del lockdown previsto dal prossimo 4 maggio, infatti, richiederà una maggiore responsabilità, non solo dal punto di vista sanitario, ma anche e soprattutto dal punto di vista sociale in cui i cittadini sono chiamati a fare ancor più attenzione rispetto a quella avuta fino ad oggi.
"A noi compete l'aspetto sanitario - ha detto il governatore - , ma la parte più delicata ed importante è quella che deve fare il cittadino. Dal 4 maggio, quando già in tutta Italia 4 milioni di imprese potranno lavorare, sarà ancora più attenzionato il lato pubblico: nei luoghi di lavoro, negli spostamenti, nelle passeggiate. È nel comportamento di ognuno, nell'uso dei dispositivi di protezione, il trasferimento più significativo".
L'allarme lanciato da Ceriscioli riguarda un possibile ritorno alle restrizioni in caso di nuovi picchi nei contagi. Restrizioni che metterebbero in ginocchio l'economia di un Paese già in grave difficoltà: "Un aggravamento della curva epidemiologica - ha spiegato -  porterebbe ad un ritorno alle restrizioni e non ce lo possiamo permettere.
Se dovesse esserci una ulteriore discesa economica, i Titoli di Stato saranno qualificati come spazzatura nel mondo finanziario e non possiamo permetterci di scendere di nuovo".
È per questo che il presidente si appella ai cittadini. "Il compito più importante e delicato è lasciato ad ognuno di noi - ha ribadito - . Molti si sentono liberi se violano le regole, io credo, invece, che nelle regole c'è la libertà. Il mancato rispetto delle regole non riguarda tanto la sanzione di 400 euro, ma la curva epidemiologica che è scesa e potrebbe risalire. Questo virus ci mette un attimo a spingere di nuovo la curva in alto. Anche gli asintomatici sono rimasti positivi, in alcuni casi, per due mesi. Immaginiamo cosa può succedere, in una situazione aperta, se ci sono dieci asintomatici in giro. Pensiamo a quante persone possono contagiare.
O questo viene percepito o c'è il pericolo di affrontare un rischio enorme. Abbiamo avuto il picco, stiamo scendendo, continueremo a scendere, ma questa discesa non è scontata perchè la curva può tornare ad impennarsi ad una velocità che neanche ci immaginiamo. 
Questo virus non ha un vaccino, pochi hanno prodotto gli anticorpi, la positività dura molto tempo, nella fase di riapertura dell'economia - ha concluso - ognuno di noi ha ancora più responsabilità di quella che aveva prima".


Giulia Sancricca

Nell'edizione de L'Appennino Camerte della prossima settimana sarà dedicato un ampio approfondimento sui temi discussi con il presidente questa mattina.
Anche il Comune di Sarnano ha partecipato, insieme agli altri comuni del Consorzio Noi Marche, all’incontro telematico con l’assessore regionale Moreno Pieroni per affrontare il tema della ripartenza del turismo dopo l’emergenza Covid.
Tra le priorità: valorizzazione delle aree interne già colpite dal sisma, cicloturismo supporto al settore termale e nuove progettualità per la montagna. 
Temi già affrontati con il sindaco di Sarnano, Luca Piergenitli, nell'intervista pubblicata nell'edizione del settimanale la scorsa settimana.
Moreno Pieroni ha confermato che a breve "verrà definito un piano per la ripartenza del settore turistico nella nostra Regione. I punti chiave saranno: protocolli di sicurezza, sussidi per gli operatori e un piano di promozione integrato".

"Il Comune di Sarnano - dice il primo cittadino - ha iniziato il 2020 partecipando a diverse fiere del turismo di rilevanza internazionale, in Italia e all’estero. Avevamo già dato il via a diversi progetti ed eravamo pronti per una grande stagione, ma purtroppo l’emergenza coronavirus ci obbliga a ripensare una nuova strategia. Quest’estate avremo un turismo soprattutto interno, le persone probabilmente si sposteranno nelle regioni limitrofe e preferiranno gli spazi aperti: il cicloturismo sarà un asset fondamentale, così come tutte le attività sportive che si possono svolgere sulle nostre montagne, dal trekking al volo in parapendio".

Sebbene non ci sia ancora certezza in merito alle tempistiche, l’ipotesi, condivisa anche dall’assessore Pieroni, è quella di riuscire a ripartire entro il mese di giugno. Durante l’incontro, i Comuni hanno chiesto delucidazioni riguardo le strategie promozionali e le linee guida affinché siano univoche per tutte le strutture.

"Ancora una volta, il Consorzio Noi Marche è riuscito ad attivare una preziosa sinergia tra i Comuni dell’entroterra e quelli della costa e il confronto è stato molto costruttivo - aggiunge il sindaco Luca Piergentili - purtroppo, nelle zone montane, il covid ha aggiunto ulteriori problemi a quelli già presenti, perché i nostri territori faticano ancora a rimettersi in piedi dopo il sisma. Noi non abbiamo mai smesso di investire in promozione e l’anno scorso avevamo visto i primi segnali di ripresa con un trend crescente di presenze, ma la nuova situazione cambia tutto. Proprio per questo, abbiamo chiesto alla Regione una specifica strategia promozionale dedicata alla valorizzazione delle aree interne e delle sue peculiarità in modo che siano facilmente riconoscibili dai potenziali turisti, ed una attenzione particolare nei confronti del settore termale che sicuramente dovrà far fronte ad enormi problematiche anche nel periodo successivo alla riapertura".

GS

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