"Avrei voluto visitare le casette una per una, guardate avanti non dovete perdere le speranze". Con queste parole Papa Francesco si è rivolto agli abitanti dell'area Sae de Le Cortine dove ha visitato l'interno di 7 casette e poi stretto la mano a tutti i fedeli che erano lì per accoglierlo. E' atterrato in perfetto orario davanti al palazzetto comunale, ad accoglierlo il sindaco Sandro Sborgia con l'arcivescovo Francesco Massara, emozionatissimo, il Prefetto di Macerata, i presidenti di provincia e regione, Antonio Pettinari e Luca Ceriscioli e il rettore di Unicam Claudio Pettinari. Da lì si è immediatamente spostato all'area Sae dove i fedeli gli hanno espresso tutta la tristezza e la desolazione che da tre anni si trovano a vivere. Per loro parole di fiducia e speranza. Da lì si è diretto in centro dove ha incontrato i primi cittadini dell'arcidiocesi e dove, proprio in questi istanti, sta presiedendo la Santa Messa. La giornata proseguirà poi con l'Angelus, il pranzo con i sacerdoti e l'attesissimo incontro con i bambini della Prima Comunione. 

Un progetto nato dopo il sisma e che a quasi tre anni da quel tragico evento continua ad accendere i riflettori sulle Marche ferite che hanno bisogno di raccontarsi.
Con Radio C1 abbiamo conosciuto il regista Manuele Mandolesi durante la diretta radiofonica di un evento estivo, in cui presentò l’idea del docufilm “La vulnerabilità della bellezza”; lo abbiamo intervistato in una pagina dedicata al sisma su L’Appennino Camerte e ora manca davvero poco alla presentazione dell’anteprima del film documentario che si terrà sabato 8 giugno alle 18 al cine teatro Rossini di Civitanova.
L’anteprima del film documentario “Questa è casa nostra” sarà presentata nell’ambito del Civitanova Film Festival.
Dopo la proiezione ci sarà un momento dedicato alla spiegazione del film documentario insieme al regista e ai protagonisti del racconto. Il docu-film “Questa è casa nostra” dopo l’anteprima civitanovese, sarà proiettato nei territori colpiti dal sisma.
“I luoghi interessati dai terremoti – scrive la produzione in una nota - hanno ancora bisogno di mettere in evidenza la loro bellezza che, seppur vulnerabile, resiste insieme ai suoi abitanti che vogliono ritornare a popolare l’entroterra e i Monti Sibillini. Da questi concetti prende il via il progetto “La Vulnerabilità della Bellezza”, promosso dal documentarista civitanovese Manuele Mandolesi che ha coinvolto un gruppo di professionisti nel mondo della cinematografia e dei media. Nasce l’Associazione “Respiro Produzioni” che realizza i docufilm insieme ad altri partner, enti ed aziende che hanno sostenuto il progetto multicanale “La Vulnerabilità della Bellezza”, che mette in luce storie diverse per raccontare le Marche del terremoto e la capacità di vivere una vita diversa da parte dei protagonisti dei racconti. I documentari saranno distribuiti su più piattaforme e rispondono a linguaggi differenti”. Il lungometraggio documentario “Vulnerabile Bellezza”, della durata di 75 minuti, racconta la vita quotidiana di una famiglia di allevatori di Ussita, Michela, Stefano ed i loro figli Diego ed Emma, e del modo in cui superano il trauma del terremoto attraverso il forte legame che li tiene uniti alla loro terra e ai loro animali. Il film documentario “Questa è casa nostra” che sarà presentato sabato, della durata di 58 minuti, racconta la vita di Sara e della comunità di irriducibili, ribattezzata “Il Bronx”, che hanno deciso di non abbandonare la propria terra vivendo in roulotte a Visso per circa un anno e mezzo fino alla consegna delle SAE. Una comunità che nasce dopo il terremoto per andare avanti e sopravvivere, che rischia poi di smembrarsi alla consegna delle “casette” ma che infine cerca di far rinascere il proprio territorio e si ritrova per condividere quel “vuoto dentro” che è rimasto e che ora, chiusi nei pochi metri quadri delle SAE, torna a farsi sentire più di prima.





GS















Non passano inosservate, al primo cittadino Giuseppe Pezzanesi, le polemiche della minoranza sui cartelloni che annunciano la costruzione degli appartamenti e in merito ai ritardi nella loro consegna.
“Alla luce delle proteste per i cartelloni delle nuove strutture scolastiche ed abitative fatte da una disinformata, disinformante e inconcludente Consigliera comunale Martina Cicconetti – scrive il sindaco in una nota - con i nuovi soci di comunicati stampa del PD, ribadiamo ancora una volta che è perfettamente disonesto ed inutile agitare lo spettro delle Sae sui container dal momento che solo 36/37 famiglie che sono in quel contesto, hanno diritto all'appartamento che costruiremo in sostituzione delle Sae.
Tutti gli ospiti dei container hanno optato per rimanere nei container stessi piuttosto che in Cas. Per i restanti 170 appartamenti da costruire, andranno ad altrettanti aventi diritto tra i restanti 3.800 ulteriori cittadini in Cas e che sono attualmente quasi totalmente ospitati in appartamenti a Tolentino e nei Comuni limitrofi.

Piuttosto – aggiunge - sia la Cicconetti ed il suo gruppo ora, sia il PD prima, entrambi forza di Governo nel Sisma, ci spieghino e lo spieghino anche ai cittadini ed alle imprese, cosa hanno prodotto loro in termini di provvedimenti amministrativi per sburocratizzare ed accelerare la ricostruzione, specialmente per quanto concerne la cosiddetta “ricostruzione leggera” che avrebbe fatto rientrare nelle proprie case tantissime delle 4.000 persone che stanno percependo il Cas, facendo risparmiare, tra l'altro, un mare di soldi alla collettività”.


L’argomento sarà approfondito nella prossima edizione de L’Appennino Camerte.


GS















”Di cos altro vogliamo parlare? Ecco cosa è accaduto questa notte alla sae difronte alla mia. Una folata di vento e l’antenna è sprofondata nel soffitto. Ora come si difenderanno quelli di Arcale? Che colpa avremo anche questa volta? Per L umidità è colpa nostra che non arieggiamo e per questo?“. Poche semplici parole per uno sfogo da parte di una cittadina come tante che non ne può della situazione talvolta insostenibile che ogni giorno si trova a fronteggiare chi vive nelle Sae, soluzioni abitataive emergenzial. Con il vento di questa notte l’antenna di una casetta si è rotta e ha spaccato il soffitto. E la foto è stata poi pubblicata anche su Facebook. Tra muffa e danni vari, si teme seriamente che le Sae, in alcuni casi appena consegnat, possano non resistere per il tempo necessario alla ricostruzione che si prospetta lungo svariati anni.

g.g.

Non bastavano i disagi provocati dall'incuria con cui sono state costruite le Sae che pian piano stanno marcendo una dietro l'altra. Fra muffa e funghi ora, con la neve, i terremotati sono costretti a trascorrere quotidianamente almeno mezza giornata senza corrente. Già perché, stando ad una segnalazione del comitato Terremoto Centro Italia, sembra che fra Ussita e Visso sia mancata la corrente dalle 20:40 alle 14, lasciando gli abitanti di quelle zone senza riscaldamento e con diversi centimetri di neve. Una beffa continua e si spera almeno che i nuovi pannelli che servono a sostituire quelli fradici, attualmente conservati in un container della Protezione Civile in mezzo alla neve, non risentano dell'umidità a cui sono sottoposti visto che il numero delle Sae già interessate dai problemi ormai tristemente noti salgono di giorno in giorno e stanno sfiorando quota 400. 

g.g.

48219117 1970062343101153 4178078395239759872 n

Indagine sulle Sae marce. A disporre le verifiche preliminari il procuratore Giovanni Giorgio che ha affidato l’incarico alla Guardia di Finanza di Camerino e Macerata. La prima cosa da fare è capire se ci siano gli estremi del reato di frode per pubblica fornitura.

E mentre i militari stanno già effettuando i dovuti sopralluoghi, ritornano in mente le polemiche e i problemi susseguitisi col consorzio Arcale e alcune ditte esecutrici delle Sae, specie quelle costruite in montagna.

Senza considerare le irregolarità commesse, con operai al limite dello sfruttamento nel migliore dei casi, quando non completamente in nero, senza dispositivi di sicurezza e anche minacciati in alcuni casi, tre sindaci della montagna fecero scalpore per le posizioni prese. Giuliano Pazzaglini di Visso, Franco Ceregioli di Sarnano e Mauro Falcucci di Castelsantangelo si rifiutarono di consegnare le casette, lo scorso Natale, perché in condizioni pietose, sporche e con le rifiniture non certo degne di una abitazione che così vuol chiamarsi. E proprio le ditte che hanno realizzato le Sae a Visso che ora presentano muffa e soffitti marci, erano le stesse finite nel mirino dei sindacati di Cgil di Macerata. 

Ecco l’articolo in cui raccontavamo le irregolarità nei cantieri: http://www.appenninocamerte.info/notizie-cronaca/item/6347-cantieri-sae-e-non-solo-cgil-tante-irregolarita-questo-e-troppo

Insomma l’ultima beffa per i terremotati della montagna, ritrovatisi senza casa dopo l’agosto e l’ottobre 2016, ora è che almeno 50 famiglie su 228 hanno dovuto o stanno per lasciare la loro Sae inutilizzabili per permettere alle ditte di rifare i tetti. E chissà che non sia finita qui.

G.G.

La comunità rinasce tra le casette a Caldarola. Se prima l’aggregazione e l’incontro si cercavano in piazza Vittorio Emanuele II con una passeggiata sotto il loggiato, ora che manca quel punto di riferimento non si rinuncia però allo stare insieme.

La nuova agorà è nel mezzo delle sae, dove i caldarolesi sono tornati a vivere dopo mesi di “esilio” dalla propria terra.

A dimostrare questa voglia di rinascita, la cena conviviale che ieri sera ha animato il nuovo centro abitato e ha visto tornare il sorriso e l’amicizia sui volti dei caldarolesi.

Una lunga tavolata ha ospitato la cena, a cui ha partecipato anche il sindaco, Luca Maria Giuseppetti, poi è seguito il concerto della band Salvadei Brass Ensemble.

La prima parte dello spettacolo è stato dedicato all’opera con le musiche di Verdi, Mascagni, Puccini e Donizetti; poi spazio alle musiche popolari italiane da Ennio Morricone a Modugno, Fontana e De Andrè.

Una occasione per ritrovare il senso di appartenenza ad una comunità che il sisma aveva disgregato come i muri delle case.

 

Foto di Ilio Montanari

sae2

sae

sae4

sae6

 

sae5

sae3

A primavera sembrava essere giunti a una svolta. Fillea e Cgil erano riusciti a conciliare 11 lavoratori dei cantieri Sae. Ma da allora si attendevano anche delle risposte da parte della direzione provinciale del lavoro. Non solo tutto tace ma la situazione, stando al segretario provinciale Cgil Macerata, Daniel Taddei e di quello Fillea, Massimo De Luca, sembra essere peggiorata. Irregolarità anche a Camerino, al nuovo campus Unicam che sarà inaugurato la settimana prossima.

Sono trascorsi ben 7 mesi da quando i sindacati hanno evidenziato le prime gravi irregolarità sulla normativa del lavoro, la sicurezza e il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata.

“I lavoratori in attesa di soluzione sono 24, di cui 4 arrivati in Cgil proprio oggi, ma la ditta Gips, che poi subappalta la realizzazione delle casette ha di recente presentato un concordato preventivo” ha affermato Taddei.

Secondo la ricostruzione fatta dai sindacati, il consorzio Arcale subappalta i lavori delle Sae al consorzio Gips che a sua volta fa impiegare lavoratori delle ditte Europa (per lo più romeni) e Gesti One (sopratutto egiziani). Gips deve ai lavoratori il pagamento di tutte le ore straordinarie lavorate, i festivi e il trattamento di fine rapporto lavorativo nonché tutti i contributi e premi assicurativi previsti. Inizialmente Arcale ha intimato a Gips di pagare quanto spettava agli operai. In seguito i sindacati hanno chiesto alla Regione la responsabilità in solido in quanto soggetto attuatore (ovvero di pagare qualora Gips non avesse pagato) e come da norma, la Regione ha chiesto ad Arcale e alle altre ditte se fossero o meno d’accordo. “Gesti One - spiega Taddei - ha contestato pur ammettendo di non aver applicato il contratto e di dover versare dei contributi alla Cassa Edile perché ha contestato di dovere il pagamento di festivi e straordinari. Anche Arcale ha diffidato la Regione a pagare e quest’ultima ha chiesto un accertamento da parte della direzione provinciale del lavoro per capire se i crediti debbano essere realmente versati. E qui ci siamo fermati”.

Ciò è avvenuto ad aprile e da allora niente si è più saputo, nonostante la mole di documenti presentati dai sindacati. Dei lavoratori, alcuni sono tornati al proprio paese, altri sono in giro a lavorare e nel frattempo un’altra cosa “inaccettabile”, così la definiscono, è accaduta: Gips ha presentato un concordato preventivo che complicherà le cose e aumenterà i ritardi: “Sarà un’ingiustizia nell’ingiustizia - incalza Taddei - perché verranno calcolati crediti e debiti al ribasso e, per quanto riguarda i lavoratori, si calcolerà ciò che gli spetta sulla base della busta paga che però non era conforme al contratto. Siamo preoccupati perché se questa è l’impostazione non vorremmo che questo metodo sia applicato anche da tutti gli altri”.

Ma le irregolarità non si fermano qui: un’altra situazione rilevata riguarda i lavoratori del campus Unicam che verrà inaugurato il 6 agosto: “I lavoratori sono in distacco, senza visite mediche o giusta retribuzione e peraltro alloggiati in casali abbandonati privi di agibilità vicino alla costa. Stiamo seguendo una 20ina di operai che vengono reclutati addirittura nei bar della zona e sono soprattutto italiani”. Infine, sembrerebbe anche che un Comune dell’entroterra maceratese abbia appaltato i lavori di messa in sicurezza e miglioramento sismico di un’opera pubblica (per 200mila euro) ad una ditta non iscritta all’anagrafe antimafia e il cui titolare è già indagato.

“Questo è quanto. Anzi, questo è troppo.

Un’altra azienda di Salvatore piccolo si è appena aggiudicata un appalto di più di 200mila euro dell entroterra e questa ditta nn è iscritta alle anagrafe antimafia col 26% di ribasso su 123 aziende partecipanti al bando. Il

Sistema così nn funziona perché x essere iscritto c’è da fare richiesta, se entro 30 gg nn risponde si può fare autocertificazione e nel frattempo la ditta potrà vincere L appalto. Se facciamo così, siamo solo all’inizio. 

Questo è quanto. Anzi, questo è troppo e la parte politica della Regione deve solo fare un bagno di umiltà per come sta gestendo anche questa problematica. La Regione ha solo fatto quanto disposto dalla legge. La politica può dire quello che vuole - incalza - si dovrebbe concentrare sui problemi dei cittadini”.
Gaia Gennaretti

“Noi vogliamo e pretendiamo di rimanere in montagna. È un nostro diritto sancito dalla Costituzione e vogliamo esercitarlo fino in fondo”. Con queste parole il sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci, ha concluso il suo discorso prima di consegnare le ultime 40 soluzioni abitative emergenziali. Con la mattinata di oggi, è stata ultimata la consegna delle 63 casette che il Comune aveva richiesto, per le frazioni di Gualdo e Nocria e per il capoluogo.

Sono quindi 62 i nuclei familiari che tornano ad abitare Castelsantangelo, 125 persone, che si vanno ad aggiungere alle 15 le cui abitazioni non hanno subito danni dal terremoto.

Alla cerimonia hanno preso parte, insieme al sindaco Falcucci, l’arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro, il presidente della Regione Luca Ceriscioli, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti, il Capo Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli, il presidente della Provincia Antonio Pettinari e il presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini Oliviero Olivieri.

Dopo il taglio del nastro per l’area Sae, sono stati inaugurati anche un prefabbricato adibito ad ambulatorio medico, donato dalla Prefabbricati Ferrocostruzioni, dalla città di Portogruaro, dal comitato festeggiamenti Marina di Lugugnana e dall’associazione Proloco Portogruaro; e anche una struttura polivalente nei pressi delle casette di 110 metri quadri, donata dall’associazione Solidarietà Vigolana, dall’amministrazione comunale di Altopiano della Vigolana e da quella di Revò, dalla Proloco di Revò e dalla Cavit Trento.

 

Castelsantangelo 40 Sae 4

 

Presenti anche tante altre delegazioni di amministrazioni e associazioni che sono state vicine al Comune di Castesantangelo negli ultimi 19 mesi.

“Grazie per la vostra pazienza - ha esordito così il sindaco, rivolgendosi ai suoi cittadini -. Le istituzioni hanno il dovere di scusarsi per i ritardi, perché altre parole non ci sono. Oggi è una giornata importante, non può essere di festa perché di festa lo sarà quando vedremo le gru e le case verranno ricostruite. Però è una giornata importante - ha ribadito - perché ritorniamo tutti qui. Troppo pochi, lo sapevamo, eravamo pochi prima e il terremoto ci ha fatto perdere altre persone”. L’area in cui sono state edificate le Sae non era delle più semplici da lavorare, ma con il lavoro delle maestranze, è stato possibile alzarla e metterla in sicurezza dal rischio idraulico. Sono presenti anche tutti i servizi minimi, nella piazza Piccinini “ed anche una bella struttura donata dall’associazione Solidarietà Vigolana che sarà un punto di aggregazione, un luogo dove raccontarci. Noi vogliamo rimanere in montagna, lo pretendiamo, la Costituzione ce ne dà il diritto e vogliamo esercitarlo fino in fondo. Qualsiasi ombra, noi la fermeremo. C’è lavoro e cercheremo di portare altra occupazione - ha concluso - quella che basta per avere un territorio antropizzato. È la montagna italiana che va salvata”. 

Un momento particolare anche per il vescovo Brugnaro che, al termine della cerimonia di consegna degli attestati a tutte le istituzioni e associazioni che sono state vicine al Comune, ha voluto sottolineare l’importanza della solidarietà e della fratellanza: “Ciò che il terremoto ha rovinato sono le case, le chiese e quant’altro. Questo ha messo un po’ in crisi anche le nostre capacità relazionali nel senso della giustizia, della condivisione e della paura. Nella ricerca della propria casa, della propria sicurezza, il Signore ci permette di crescere anche attraverso l’esperienza negativa del terremoto. Crescita non è solo la socialità ma l’anima più grande che prevede anche la nostra Costituzione, ovvero la solidarietà tra cittadini, e la fraternità. Se ora abbiamo avuto le casette, bisogna che si arrivi anche a ricostituire i paesi, che ci appartengono. E in quanto ci appartengono, è dovere di tutti restituirli nella loro pienezza”.

 

Castelsantangelo 40 Sae 3

 

Da parte sua, il presidente Ceriscioli ha ribadito l’impegno della Regione per far sì che si semplifichino alcune leggi, in particolare quelle riferite ai vincoli paesaggistici, e sottolineato l’importanza di realizzare le aree Sae il più possibile vicine ai territori di appartanenza: “Procedendo con la ricostruzione abbiamo visto quali sono i nodi, di carattere paesaggistico. In questo territorio sono stati fatti piccoli abusi - ha spiegato - che le persone non sapevano nemmeno di fare, senza speculazione. Sono piccole cose. Andrebbe dato un premio a chi vive in questi territori, lo dico sempre, figuriamoci se i vincoli paesaggistici possono essere un problema. In ogni passaggio di legge noi abbiamo proposto la semplificazione di questi aspetti. È cambiato il Parlamento, speriamo ci sia una sensibilità adeguata perché significherebbe accelerare molte procedure di ricostruzione. Sulla questione casette - ha poi detto - fin ora sono state realizzate nei luoghi più vicini ai punti di origine, magari sacrificando la semplicità dell’intervento a favore di una vicinanza maggiore alla terra. Una scelta pagata in termini di tempo, di immagine della Regione se vogliamo e di polemiche, che però corrisponde ad un desiderio di profondo di lasciare le persone nei loro territori d’origine”.
g.g.

 

Castelsantangelo 40Sae 2

 

Castelsantangelo 40 Sae 6

 

Castelsantangelo 40 Sae 8

 

Castelsantangelo 40 Sae 7

 

Castelsantangelo 40 Sae Mauro Falcucci

Questa mattina il presidente della Regione Luca Ceriscioli e l'assessore Angelo Sciapichetti hanno incontrato i consorzi di ditte per la fornitura e il montaggio delle Sae, ditte individuate attraverso l'accordo quadro con la protezione civile nazionale (Cns e Arcale) per fare il punto sulla realizzazione e sulla consegna delle casette.

“La priorità resta quella di consegnare il 90 per cento delle Sae entro dicembre – spiega Sciapichetti – abbiamo chiesto alle ditte di aumentare il più possibile il personale nelle aree urbanizzate e pronte per il montaggio. Il presidente ha chiesto inoltre che le ditte si attrezzino per agire sui cantieri anche in caso di neve”.

Le ditte hanno dato la loro massima disponibilità per lavorare il più celermente possibile per consegnare le Sae il prima possibile, una volta terminata la prima fase delle urbanizzazioni e preparate le piazzole. Si effettuerà inoltre una verifica sul campo per verificare area per area e aumentare, dove serve, il numero degli operai.

Radioc1inblu

Radio FM e Internet
P.za Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax 0737.633180
Cellulare: 335.5367709

radioc1inblu@gmail.com

L'Appennino Camerte

Settimanale d'informazione dal 1921
Piazza Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax: 0737.633180
Cell: 335.5367709

appenninocamerte@gmail.com

Scopri come abbonarti

Questo sito utilizza i cookie

Puoi accettare e proseguire la navigazione o per maggiori informazioni Per saperne di piu'

Approvo
Clicca per ascolare il testo