Chi non ricorda le coperte colorate della nonna? Con l’arrivo dell’inverno comparivano sul letto, sul divano o sulla sedia a dondolo. Coperte che, nel ricordarle, non scaldano solo il corpo, ma anche l’anima. Ed è per questo che a Sarnano il Natale 2021 sa di condivisione e di tradizioni riscoperte.

Perché quei quadrati colorati, realizzati all’uncinetto con il metodo granny, sono diventati i colori e le decorazioni di 407 alberi di Natale apparsi in città, grazie al lavoro di donne di qualsiasi età che hanno contribuito a realizzarli da tutta Italia.

Sabato scorso l’accensione delle luminarie e dell’albero in piazza della Libertà, a cui si sono aggiunti appunto altri alberi colorati sparsi per le vie del centro, realizzati grazie all’idea di Marina Perfetti e Silvia Capri.

“Proprio un anno fa – racconta Silvia Capri - io e la mia amica Marina eravamo a casa per via delle restrizioni dovute alla pandemia e, nel tempo libero, abbiamo iniziato a lavorare ad uncinetto. Guardando i post di altri paesi su Facebook abbiamo creato un gruppo social per chiedere l’aiuto di altre persone a realizzare quante più decorazioni possibili”.

Subito è scattata la solidarietà che, infinita come i gomitoli utilizzati per creare le decorazioni, ha portato a Sarnano tanta lana inutilizzata.

“C’è stata donata dal maglificio Rossana di Sarnano, dal maglificio E.GI. Srl di Sant’Angelo in Pontano e, in piccole dosi, anche da privati. Le strutture portanti degli alberi sono realizzate in legno, donato dall’azienda Laminox di Sarnano e lavorato da due falegnami in pensione.

Così le donne del paese e di altre zone d’Italia hanno iniziato a ricamare e dal loro impegno sono nate 14.900 ‘mattonelle’ di lana che hanno ricoperto i 407 alberi”.


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Hanno collaborato più di 60 persone di ogni età provenienti non solo da Sarnano, ma anche da Roma, da Torino e dal Trentino.

“Mai – confida Silvia Capri – avremmo pensato di raggiungere un risultato come questo. Nell’installazione degli alberi, sotto la pioggia battente, siamo state aiutate anche dal Movimento Giovanile 62028 Sarnano”.

Visto il grande successo e lo spirito di comunità che si è creato, l’obiettivo di Silvia e Marina non è certo quello di abbandonare.

“Molte donne ci dicono che ora non hanno più le decorazioni da fare, ma io ho chiesto loro di continuare, perché abbiamo già diverse idee in mente e non ci fermeremo qui”.

Intanto, in un ambiente che chiede attenzione e riciclo, gli alberi di Sarnano ricordano che questo obiettivo è possibile da raggiungere. Tutti insieme.

GS
Un cenone per i più fragili, gli “invisibili”. A loro la cena di capodanno la offre il Circolo Aldo Moro di Macerata insieme al Centro di ascolto e di prima accoglienza e al ristorante “Il Ghiottone” di Macerata.

Il segretario del circolo, Angelo Sciapichetti, ha raccontato l’iniziativa, nata nel pieno dell’emergenza sanitaria, diventata anche economica, che vuole dare un segnale di solidarietà a tutti coloro che vivono momenti difficili e che ha riscosso molte adesioni: "Dobbiamo dire purtroppo, perché nel momento in cui ci sono tante persone che hanno chiesto un pasto significa che c'è tanta gente che in questo momento sta soffrendo. Non c'è più la sicurezza di un posto di lavoro, i giovani non sanno come andrà a finire nei prossimi anni. L’iniziativa che il circolo Aldo Moro ha voluto prendere in un momento così delicato nasce per fare in modo che anche coloro che in questo momento sono rimasti un passo indietro possano trascorrere un ultimo dell'anno in serenità. Abbiamo superato ogni aspettativa: oltre 160 persone al centro di ascolto della Caritas e al circolo hanno chiesto un buono pasto: la situazione è molto preoccupante e deve, per il 2021, vederci impegnati tutti, ognuno nella propria responsabilità, per fare quel poco che si può. La solidarietà sono convinto che vada praticata con gesti concreti: è un po' come la pace, si costruisce giorno dopo giorno. Il circolo ha voluto anche dimostrare che c'è una comunità ancora molto solidale: il nostro è un tessuto sociale molto saldo e ben disposto a dare una mano quando c'è bisogno. Questo è importante".

Chi desidera contribuire e sostenere l'iniziativa può versare un contributo utilizzando l’IBAN IT60K0311113401000000014668 intestato all’ Associazione Centro di ascolto e di prima accoglienza causale: "aggiungi un pasto a tavola".

Red.
L’amministrazione comunale di San Ginesio ha iniziato la distribuzione dei pacchi alimentari. Ieri è stato infatti consegnato ieri il primo da parte del sindaco Giuliano Ciabocco, che in prossimità delle festività natalizie ha deciso di dare un segnale di vicinanza e sostegno a tutta la comunità e alle aziende locali.

Coinvolgendo le attività produttive, che hanno messo a disposizione la merce, per poi procedere all’ assemblaggio dei prodotti, al confezionamento è stato possibile avviare la distribuzione su tutto il territorio comunale.

1300 buste saranno presto consegnate a tutti i nuclei familiari, mentre circa 300 pacchi andranno invece alle famiglie con in casa almeno un ottantenne. In entrambi i casi il recapito avverrà con il messaggio di auguri scritto da Ciabocco.

Le “misure urgenti di solidarietà alimentare” si rivolgono a nuclei familiari inclusivi delle fasce più deboli della società, come gli anziani, i minori, le persone sole, i cittadini che si sono trovati in quarantena e in isolamento fiduciario, diretti ed indiretti, con inevitabili conseguenze psico-socio-economiche sulla situazione familiare, lavorativa e di diritto allo studio.

“Questa emergenza sanitaria – dichiara il Sindaco - ha coinvolto tutti, seppur a differenti livelli, sotto ogni punto di vista, dalla salute fisica fino a quella mentale ed emotiva. Si pensi ad esempio a tutte quelle famiglie con persone anziane, non sempre autosufficienti, e, nei casi peggiori, a coloro che hanno perso i propri cari. L’amministrazione deve far sentire la propria vicinanza verso tutti i cittadini e allo stesso tempo dare supporto anche le attività economiche locali”.

La distribuzione dei pacchi coinvolgerà tutta l’Amministrazione comunale insieme a volontari e Associazioni locali, quali i Carabinieri in Congedo, la Protezione Civile, quella dei paracadutisti, degli alpini e la società sportiva “San Ginesio calcio” che hanno da subito compreso l’importante messaggio di vicinanza di questa iniziativa.

Red.
Nel 2020 anche la solidarietà diventa smart. È il caso di dirlo a Treia dove i Servizi Sociali del Comune, in collaborazione con la Caritas cittadina, hanno aderito al Progetto Tucum: una Applicazione che permette di donare in favore delle persone più bisognose alle quali viene consegnata una Tessera con la quale possono ritirare quello di cui hanno bisogno direttamente dai negozi accreditati: medicinali, spesa alimentare, visite mediche.

La tessera contiene dei crediti ponderati con l’effettivo bisogno delle persone accompagnate che vengono così guidate nel loro percorso di reinserimento sociale. I negozianti che aderiscono partecipano al Progetto somministrando i prodotti a prezzi convenzionati potendo registrare solo quelli ritenuti sani. Inoltre nella tessera è memorizzata la foto del beneficiario per permettere alle attività commerciali di verificarne l’identità. Dal canto suo, il beneficiario, si responsabilizza versando un contributo di partecipazione al Progetto di 2 euro al mese.

Per sostenere le famiglie del territorio è possibile quindi scaricare l’App Tucum e, dopo una semplice registrazione, donare in favore di “Caritas Treia” presente alla voce “Sostieni un fondo sospeso”.

GS
Continua il rapporto che lega Caldarola e l’Emilia Romagna sul tema solidarietà: dopo gli aiuti nell’immediato post sisma 2016, ora arrivano aiuti anche per contrastare il Covid.

Mascherine chirurgiche per la cittadinanza e per gli studenti sono state infatti donate da un’azienda emiliana al comune amministrato da Luca Giuseppetti, che ha commentato: “Certo, la pandemia, dopo il sisma ci mette a dura prova, per questo siamo molto felici di questo rapporto di amicizia e solidarietà che ci lega con questa azienda di Campagnola Emilia. Un rapporto che dura dalla fine del 2016, quando già per il sisma eravamo stati aiutati. Ora riceviamo un’altra importante donazione: grazie all’aiuto di questa azienda potremo distribuire le mascherine che ci sono state donate a tutti i nuclei familiari del comune. Sono mascherine realizzate molto bene, oltre che esteticamente apprezzabili. Oltre a questi pacchetti da venti che daremo alle famiglie, ne potremo distribuire altre, di taglia più piccola, per gli studenti delle nostre scuole elementari e medie. Ne siamo felici e soddisfatti”.

Red.
Il reparto di Pediatria dell’Ospedale di Macerata ha ricevuto in dono cinque televisori e un forno a microonde: dopo la donazione di poche settimane fa da parte dell’associazione Help di San Severino Marche, anche l’azienda Aipol Polyurethanes di Macerata, con sede operativa a Montegranaro e attiva nel campo delle termoplastiche, ha contribuito attraverso l’Associazione Raffaello. In occasione della precedente donazione era emersa la necessità di allargare la donazione per completare le dotazioni di un reparto molto attivo anche durante l’emergenza Covid.

I televisori andranno ad arredare le camere di degenza del reparto, mentre il microonde sarà a disposizione dei genitori e dei familiari dei bambini ricoverati.

“È un piccolo gesto che però speriamo possa aiutare concretamente la degenza dei piccoli ospiti del reparto di Pediatria e Neonatologia di Macerata, oltre che delle loro famiglie”, queste le parole del presidente del Cda di Aipol, Piero Cerolini.

Red.
Gesto di solidarietà e vicinanza a favore di Castelraimondo. Artefice la SVAU, Servizio Volontariato Aiuti Umanitari di Civitanova Marche che in mattinata, ha provveduto a consegnare una fornitura di ben sette mila vasetti di alimenti conservati, gran parte dei quali sono stati destinati alla Casa di Ospitalità locale e il resto alle famiglie bisognose e alle associazioni di Castelraimondo. Alla consegna hanno presenziato il sindaco Renzo Marinelli, la direttrice della Casa di riposo Marta Farabollini insieme ad Enzo Maggi e Roberto Mosconi, rispettivamente presidente e vice- presidente della Protezione Civile locale. Grato il sindaco Renzo Marinelli, nell'accogliere l'ennesimo gesto umanitario nei confronti della propria comunità, sottolineandone il valore significativo e ringraziando l'associazione SVAU nella persona del presidente Roberto Fraticelli. Parole di apprezzamento sono state espresse anche dalla direttrice della Casa di Ospitalità di Castelraimondo Marta Farabollini.
c.c.
Sono ben 500 le mascherine che un donatore anonimo, che attraverso la sezione ADMO Monti Azzurri di San Ginesio, ha voluto offrire alla comunità ginesina.

A comunicarlo al sindaco di San Ginesio, Giuliano Ciabocco, è stata la Presidente dell’Associazione Alessandra Spurio che, in questo difficile momento, non poteva non accogliere con entusiasmo un gesto di tale magnanimità e soprattutto necessità.

Le mascherine sono in tessuto trilaminato, interamente lavabili a 60° in lavatrice e quindi riutilizzabili.

L’Associazione, grazie alla preziosa collaborazione del Comune di San Ginesio e dei volontari della Protezione civile, ha già iniziato la distribuzione. Per espressa richiesta del donatore, le mascherine, consegnate in bustina trasparente sigillata, saranno recapitate a ciascuna famiglia residente dentro e fuori le mura.

GS

Ricottine in regalo da “Il Pastorello di Cupi” consegnate dalla Croce Rossa. E’ accaduto a Visso. Una sorpresa per le 228 famiglie che vivono nelle Sae e per tutti gli abitanti del borgo che si sono visti recapitare alla porta di casa un dono inviato dalla locale azienda agricola di Arcangelo Ciammaruchi.

Un gesto dettato dal cuore per testimoniare vicinanza in una situazione di emergenza che ha bloccato e stravolto tutto. Una vita tra i pascoli quella della famiglia Ciammaruchi che nel piccolo borgo di Cupi all’interno del Parco Nazionale dei Sibillini, segue un allevamento di oltre 1000 capi di ovini; non da molto erano riusciti a riaprire un nuovo laboratorio artigianale dopo che il precedente era stato distrutto dalle scosse.
“Il terremoto ci ha fermati – racconta la signora Sandra, mamma del titolare -Poi ringraziando il Signore siamo riusciti a riaprire un altro caseificio e dopo un anno e mezzo siamo ripartiti con l’attività. In questo momento purtroppo la produzione che facciamo non riusciamo più a venderla perché noi lavoravamo molto con ristoranti agriturismi, pasticcerie che sono stati costretti a chiudere e non lavorano più. A causa di questo maledetto virus, sono 15 giorni che non consegniamo e, siamo rimasti con tanta produzione e tanta ricotta. Fino ad un certo punto, l'abbiamo salata poi mio figlio Arcangelo mi ha detto “mamma anziché buttare il siero doniamo alle persone il prodotto’ e dunque abbiamo preso questa decisione”.
Sandra Ciammaruchi
E’ così che, contattato il sindaco di Visso Gianluigi Spiganti Maurizi per poter trovare la modalità migliore di consegna delle ricottine senza infrangere le regole anti-coronavirus, il primo cittadino ha consigliato all’azienda di accordarsi con il locale Comitato di Croce Rossa che ha provveduto ad incanalare nella maniera giusta questo desiderio. Sorpresa e commozione per il piccolo regalo che, proprio grazie agli operatori di Croce Rossa, tante famiglie hanno ricevuto in casa. In un momento così delicato e difficile, è stato come ricevere una carezza, un segno di grande affetto. Sindaco e amministrazione comunale si sono complimentati con la famiglia Ciammaruchi che adesso è decisa a proseguire recapitando ricottine in altri paesi.

“ Per noi è un piacere- aggiunge Sandra- Sono piccoli gesti ma fatti con il cuore. Noi stessi siamo stati raggiunti dalla solidarietà di tutta Italia quando siamo rimasti senza attività e adesso sentiamo il dovere di condividere a nostra volta vicinanza e solidarietà. Prima il momento difficile era per alcuni, adesso la difficoltà coinvolge il mondo intero. E’ un piccolo dono che dopo Visso faremo anche agli abitanti di Ussita, Castelsantangelo sul Nera, Pievebovigliana e magari anche in altri paesi".
C.C.

***approfondimento della notizia nel prossimo numero di Appennino Camerte 

L'emergenza Coronavirus, la consapevolezza di un dramma che riguarda ognuno di noi, forse sta aiutando a capire l'essenziale e a riscoprire l'umanità.
E così accade che Francesco Fede, talentuoso ex giocatore e mister di calcio, titolare di una piccola azienda di Fiastra, la Guerrino protezioni che produce casacche antizanna protettive per cani, decida di mettersi a cucire un prodotto introvabile ovunque e tanto richiesto come le mascherine protettive. Lo ha fatto finchè ha potuto e con i tessuti che è riuscito a reperire, perchè anche quelli non è più facile trovarli. Lo ha fatto senza chiedere nulla in cambio:
"Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla...- ha scritto sul suo profilo facebook inquadrando le mascherine appena cucite-  "È solo una goccia nell’oceano, ma spero di poter aiutare chi in questo momento ne ha più bisogno..#ioresto a casa ma non mi fermo".
Nel dramma dimenticato di tanti paesi è venuto ad aggiungersi un ulteriore pesante macigno, ma la positività del piccolo gesto di Francesco Fede, insegna tanto.
mascherine
" Credo che l'emergenza abbia portato un po' tutti ad aprire il cuore e io sono uno di quelli- dice Francesco Fede - Noi abbiamo ricevuto tanto nei momenti difficili del terremoto ed è bello ricambiare. Ho deciso per qualche giorno di chiudere la mia attività produttiva delle protezioni per cani che in questo momento può aspettare e, magari aiutare chi ha veramente bisogno. Mi sono messo quindi a cucire mascherine, finchè la materia prima è disponibile. In questa fase difficile si è visto che tante sono le cose importanti che servono e, pure un dispostitvo di protezione tanto richiesto come le mascherine, non si riesce a trovare. Nel mio piccolo ho quindi deciso di produrle e di donarle a chi ha bisogno. Solo questa notte sono stato inondato da una miriade di messaggi di richiesta che mi dispiace non poter esaudire.
Il tessuto purtroppo è terminato e in un periodo come questo, non è facile riuscire a reperirlo: c'è da mettere in conto che i corrieri  passano a singhiozzo e che tante fabbriche sono chiuse, per cui, anche un'azione a fin di bene si blocca. Finchè ho potuto- continua Francesco- ho davvero fatto del tutto per cercare di accontentare".
Sono circa 150 i pezzi che dal suo laboratorio Francesco  è riuscito a produrre inviandoli gratis nei centri del circondario e in tante regioni d'Italia.
" Dispiace davvero di non poter aiutare ancora le tante persone che mi hanno contattato tra ieri sera e questa mattina. Spero che l'emergenza passi il più in fretta possibile per tornare a vedere sui volti delle persone, non le mascherine ma il sorriso che in tanti hanno perduto". 
Carla Campetella

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