Il lupo Merlino, simbolo del terremoto e della rinascita dei Sibillini

Giovedì, 14 Giugno 2018 21:30 | Letto 1973 volte   Clicca per ascolare il testo Il lupo Merlino, simbolo del terremoto e della rinascita dei Sibillini La storia del lupo Merlino, diventa simbolo della determinazione di chi resta sulle montagne. Dalle pagine di un libro e dall’esempio della gente, una lezione di coraggio e una spinta propulsiva alla rinascita delle incantate terre della Sibilla. Un libro che diventa anche un simbolo di rinascita grazie alllidea di Un aiuto concreto per i Sibillini. Solo anime volenterose dietro ad una sigla che raggruppa tante persone, consapevoli della ricchezza delle zone di montagna e del loro valore da preservare.. Partita all’origine, come sostegno al paese di Castelsantangelo sul Nera, devastato dai sismi del 2016,  Un aiuto concreto per i Sibillini è diventa un disegno più inclusivo.  Fondata da Francesca Pedanesi, la pagina social ha trovato subito tanti amici e sostenitori; il gruppo ha scelto di indirizzarsi in una visione d’insieme, cercando di aiutare la rinascita, non della sola Castelsantangelo, bensì  dell’intero territorio dei Monti Sibillini che abbraccia le due regioni di Marche e Umbria. Alla base di tutto la passione e l’amore per il territorio e un’azione di volontariato volta alla promozione del territorio dei Sibillini e delle sue attività produttive. “ Il nostro intento- spiega Cristina Colasanti- è ogni volta quello di cercare di portare allo scoperto tante e realtà; lo facciamo con diverse iniziative che hanno la finalità di puntare un po i riflettori su chi lavora in queste zone e sulle loro produzioni, oltretutto eccellenti perché comunque portano avanti delle tradizioni artigianali tipiche dei Sibillini e che, vista la situazione di sofferenza degli ultimi anni, va assolutamente valorizzata”.  nella foto  sotto Cristina Colasanti di Un aiuto concreto per i Sibillini E’ quanto è stato fatto anche la scorsa domenica a Pintura di Bolognola con una manifestazione che ha inteso esaltare la resistenza delle “ Donne dei Sibillini- Bellezza e dignità del territorio”. Un evento tutto al femminile, dedicato a Stefania Servili , moglie di Massimo Dell’Orso, il 56enne scomparso il 1 maggio ad Alba Adriatica. In quella località della costa, la coppia alloggiava dall’ottobre 2016 dopo che, a causa del sisma, erano stati dichiarati inagibili l’ abitazione di Castelsantangelo e i Bed&Breakfast di loro proprietà. Nell’occasione dell’evento di Pintura, è stato presentato il libro “ La Notte della Polvere” che porta la firma di Massimo Dell’Orso e di Maria Cristina Garofalo. “E’ il libro che il nostro caro e compianto Massimo ci ha lasciato prima di andarsene - spiega Cristina Colasanti- la pubblicazione è una sorta di favola del presente, nel senso che parla delle nostre montagne e di quello che è successo dopo il 24 agosto 2016, strizzando un occhio alle leggende e a tutto il bello che ci circonda. Facciamo questa cosa anche per lui e per Stefania che è una delle tante donne di qui che noi chiamiamo guerriere, gente che si è rimboccata le maniche, dicendosi che i Sibillini debbono continuare a vivere. Noi ce la metteremo tutta e Stefania è con noi nel portare avanti questo progetto. I proventi del libro andranno infatti allente Parco e specificatamente per il progetto dellOasi Faunistica che era a Castel SantAngelo sul Nera, alla quale Massimo ha dedicato praticamente tutti gli ultimi anni della sua vita, nel tentativo di recuperare gli animali che si trovavano in difficoltà o ammalati e, cercando il più possibile di riportarli al loro habitat. In alcuni casi si è potuto, per altri no, ma noi abbiamo il nostro adorato lupo Merlino che è ancora lì e al quale vengono portati cibo e coccole Anche perché comunque lui essendo ormai abituato alla cattività, cerca lumano” A illustrarci il contenuto de “ La notte della  polvere” è Maria Cristina Garofalo. “ La notte è quella del forte terremoto del 26 ottobre e la polvere è quella che gli abitanti hanno visto alzarsi dalle rovine delle loro case; abbiamo pensato a quella come immagine molto forte per descrivere quanto è accaduto. Me l’ha suggerita la prima fotografia che ho rivisto di Castelsantangelo dopo il sisma- continua l’autrice-; cera proprio una nube densa che di solito lassù caratterizzava le mattine all’alzarsi della nebbia; quella volta invece erano le macerie e la polvere delle case devastate a provocarla. Da quell’immagine è nata lidea di scrivere un libro che ricordasse prima di tutto come erano quelle terre, come erano le popolazioni, come erano soprattutto questi paesi così belli e incantati, così preziosi, per non farli dimenticare e nel contempo, raccontare anche la storia di un personaggio che per noi è diventato un po il simbolo della Resistenza delle popolazioni della montagna. Un personaggio che svelerà la sua natura soltanto alla fine: è il lupo Merlino che Massimo Dell’Orso ha incontrato in montagna; aveva due mesi e mezzo, era ammalato e Massimo l’ha salvato. Massimo ha avuto la grande intelligenza di lasciarlo selvatico perché, come mi diceva sempre, Merlino era un lupo e aveva la sua dignità; non poteva diventare come un cane addestrato. Questa cosa mi colpi subito, sin dalle prime volte che ne parlavamo ed è’ così che mi è venuto in mente di scrivere la storia, di come Merlino avesse vissuto il terremoto di quella notte e le scosse successive. Ho cominciato a scrivere- prosegue M.Cristina- poi ho telefonato a Massimo e l’idea gli è piaciuta. Gli ho mandato qualcosa e lui mi ha detto andiamo avanti. Nella prima parte c’è Merlino che racconta come ha vissuto quella notte il terremoto e successivamente, a capitoli alterni, il lupo Merlino racconta invece la sua storia e tutto quello che ha visto, o che hanno visto gli altri animali che gli sono stati intorno. E’ lui che ci fa rivedere quei luoghi come erano prima del sisma. Il racconto finisce e le due parti diventano tutt’uno e Merlino dice :“Io sono restato, anche lui è restato” riferendosi a Massimo che è la sua persona di riferimento. Merlino adesso è rimasto solo e, dopo quello che è successo, oggi è ancora di più un simbolo per tutti noi”. Carla Campetella      

La storia del lupo Merlino, diventa simbolo della determinazione di chi resta sulle montagne. Dalle pagine di un libro e dall’esempio della gente, una lezione di coraggio e una spinta propulsiva alla rinascita delle incantate terre della Sibilla. Un libro che diventa anche un simbolo di rinascita grazie alll'idea di " Un aiuto concreto per i Sibillini". Solo anime volenterose dietro ad una sigla che raggruppa tante persone, consapevoli della ricchezza delle zone di montagna e del loro valore da preservare.. Partita all’origine, come sostegno al paese di Castelsantangelo sul Nera, devastato dai sismi del 2016,  " Un aiuto concreto per i Sibillini" è diventa un disegno più inclusivo.  Fondata da Francesca Pedanesi, la pagina social ha trovato subito tanti amici e sostenitori; il gruppo ha scelto di indirizzarsi in una visione d’insieme, cercando di aiutare la rinascita, non della sola Castelsantangelo, bensì  dell’intero territorio dei Monti Sibillini che abbraccia le due regioni di Marche e Umbria. Alla base di tutto la passione e l’amore per il territorio e un’azione di volontariato volta alla promozione del territorio dei Sibillini e delle sue attività produttive. “ Il nostro intento- spiega Cristina Colasanti- è ogni volta quello di cercare di portare allo scoperto tante e realtà; lo facciamo con diverse iniziative che hanno la finalità di puntare un po' i riflettori su chi lavora in queste zone e sulle loro produzioni, oltretutto eccellenti perché comunque portano avanti delle tradizioni artigianali tipiche dei Sibillini e che, vista la situazione di sofferenza degli ultimi anni, va assolutamente valorizzata”. 

nella foto  sotto Cristina Colasanti di " Un aiuto concreto per i Sibillini"

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E’ quanto è stato fatto anche la scorsa domenica a Pintura di Bolognola con una manifestazione che ha inteso esaltare la resistenza delle “ Donne dei Sibillini- Bellezza e dignità del territorio”. Un evento tutto al femminile, dedicato a Stefania Servili , moglie di Massimo Dell’Orso, il 56enne scomparso il 1 maggio ad Alba Adriatica. In quella località della costa, la coppia alloggiava dall’ottobre 2016 dopo che, a causa del sisma, erano stati dichiarati inagibili l’ abitazione di Castelsantangelo e i Bed&Breakfast di loro proprietà. Nell’occasione dell’evento di Pintura, è stato presentato il libro “ La Notte della Polvere” che porta la firma di Massimo Dell’Orso e di Maria Cristina Garofalo. “E’ il libro che il nostro caro e compianto Massimo ci ha lasciato prima di andarsene - spiega Cristina Colasanti- la pubblicazione è una sorta di favola del presente, nel senso che parla delle nostre montagne e di quello che è successo dopo il 24 agosto 2016, strizzando un occhio alle leggende e a tutto il bello che ci circonda. Facciamo questa cosa anche per lui e per Stefania che è una delle tante donne di qui che noi chiamiamo guerriere, gente che si è rimboccata le maniche, dicendosi che i Sibillini debbono continuare a vivere. Noi ce la metteremo tutta e Stefania è con noi nel portare avanti questo progetto. I proventi del libro andranno infatti all'ente Parco e specificatamente per il progetto dell'Oasi Faunistica che era a Castel Sant'Angelo sul Nera, alla quale Massimo ha dedicato praticamente tutti gli ultimi anni della sua vita, nel tentativo di recuperare gli animali che si trovavano in difficoltà o ammalati e, cercando il più possibile di riportarli al loro habitat. In alcuni casi si è potuto, per altri no, ma noi abbiamo il nostro adorato lupo Merlino che è ancora lì e al quale vengono portati cibo e coccole Anche perché comunque lui essendo ormai abituato alla cattività, cerca l'umano”

A illustrarci il contenuto de “ La notte della  polvere” è Maria Cristina Garofalo. “ La notte è quella del forte terremoto del 26 ottobre e la polvere è quella che gli abitanti hanno visto alzarsi dalle rovine delle loro case; abbiamo pensato a quella come immagine molto forte per descrivere quanto è accaduto. Me l’ha suggerita la prima fotografia che ho rivisto di Castelsantangelo dopo il sisma- continua l’autrice-; c'era proprio una nube densa che di solito lassù caratterizzava le mattine all’alzarsi della nebbia; quella volta invece erano le macerie e la polvere delle case devastate a provocarla. Da quell’immagine è nata l'idea di scrivere un libro che ricordasse prima di tutto come erano quelle terre, come erano le popolazioni, come erano soprattutto questi paesi così belli e incantati, così preziosi, per non farli dimenticare e nel contempo, raccontare anche la storia di un personaggio che per noi è diventato un po' il simbolo della Resistenza delle popolazioni della montagna. Un personaggio che svelerà la sua natura soltanto alla fine: è il lupo Merlino che Massimo Dell’Orso ha incontrato in montagna; aveva due mesi e mezzo, era ammalato e Massimo l’ha salvato. Massimo ha avuto la grande intelligenza di lasciarlo selvatico perché, come mi diceva sempre, Merlino era un lupo e aveva la sua dignità; non poteva diventare come un cane addestrato. Questa cosa mi colpi subito, sin dalle prime volte che ne parlavamo ed è’ così che mi è venuto in mente di scrivere la storia, di come Merlino avesse vissuto il terremoto di quella notte e le scosse successive. Ho cominciato a scrivere- prosegue M.Cristina- poi ho telefonato a Massimo e l’idea gli è piaciuta. Gli ho mandato qualcosa e lui mi ha detto andiamo avanti. Nella prima parte c’è Merlino che racconta come ha vissuto quella notte il terremoto e successivamente, a capitoli alterni, il lupo Merlino racconta invece la sua storia e tutto quello che ha visto, o che hanno visto gli altri animali che gli sono stati intorno. E’ lui che ci fa rivedere quei luoghi come erano prima del sisma. Il racconto finisce e le due parti diventano tutt’uno e Merlino dice :“Io sono restato, anche lui è restato” riferendosi a Massimo che è la sua persona di riferimento. Merlino adesso è rimasto solo e, dopo quello che è successo, oggi è ancora di più un simbolo per tutti noi”.

Carla Campetella

 

 

 

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