San Giovanni Battista, le tradizioni tra sacro e profano

Domenica, 24 Giugno 2018 11:07 | Letto 1859 volte   Clicca per ascolare il testo San Giovanni Battista, le tradizioni tra sacro e profano È stata una notte ricca di tradizioni quella appena trascorsa, dove i riti sacri si sono mischiati alle credenze popolari legate alla festa di San Giovanni. Quella che per la Chiesa cattolica è una ricorrenza che ricorda il giorno in cui è nato colui che ha battezzato Gesù, per la tradizione pagana è la notte dopo il solstizio destate, quando il Sole e la Luna si sposano donando forza e vigore a tutte le creature. Altresì chiamata la “notte delle streghe” tra riti propiziatori e scaccia malocchio. Giovanni sara grande davanti al Signore - recita il Vangelo di Luca - sara pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre, e per la sua nascita molti gioiranno. Tu bambino sarai chiamato profeta dellAltissimo perche andrai innanzi al Signore a preparargli le strade”. Tra le usanze più conosciute legate alla festa del santo, quella dell’acqua di fiori bagnata dalla rugiada. In tanti, ieri sera, hanno preparato l’acqua di San Giovanni raccogliendo fiori ed erbe da lasciare fuori per tutta la notte in attesa della rugiada del santo. Un’acqua simbolo di purificazione con cui lavarsi la mattina del 24 giugno. Ma anche segno del potere di preservare dalle malattie, secondo la credenza popolare, scacciare il malocchio e la malasorte. Tra le tradizioni anche quella di raccogliere la rugiada magica che si forma durante la notte di San Giovanni e usarla al mattino per purificare viso e corpo. Tradizioni che si pensa siano scomparse, invece, anche grazie al potere dei social network sono ancora vive e radicate nelle usanze anche dei più giovani che da ieri sera hanno mostrato, con le foto pubblicate sui loro profili, di proseguire gli antichi riti tramandati dai più anziani. L’argomento sarà approfondito nella prossima edizione de “L’Appennino Camerte” con una interessante riflessione del padre missionario, Stefano Tollu. Giulia Sancricca 

È stata una notte ricca di tradizioni quella appena trascorsa, dove i riti sacri si sono mischiati alle credenze popolari legate alla festa di San Giovanni.

Quella che per la Chiesa cattolica è una ricorrenza che ricorda il giorno in cui è nato colui che ha battezzato Gesù, per la tradizione pagana è la notte dopo il solstizio d'estate, quando il Sole e la Luna si sposano donando forza e vigore a tutte le creature. Altresì chiamata la “notte delle streghe” tra riti propiziatori e scaccia malocchio.

"Giovanni sara' grande davanti al Signore - recita il Vangelo di Luca - sara' pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre, e per la sua nascita molti gioiranno. Tu bambino sarai chiamato profeta dell'Altissimo perche' andrai innanzi al Signore a preparargli le strade”.

Tra le usanze più conosciute legate alla festa del santo, quella dell’acqua di fiori bagnata dalla rugiada.

In tanti, ieri sera, hanno preparato l’acqua di San Giovanni raccogliendo fiori ed erbe da lasciare fuori per tutta la notte in attesa della rugiada del santo.

Un’acqua simbolo di purificazione con cui lavarsi la mattina del 24 giugno.

Ma anche segno del potere di preservare dalle malattie, secondo la credenza popolare, scacciare il malocchio e la malasorte.

Tra le tradizioni anche quella di raccogliere la rugiada magica che si forma durante la notte di San Giovanni e usarla al mattino per purificare viso e corpo.

Tradizioni che si pensa siano scomparse, invece, anche grazie al potere dei social network sono ancora vive e radicate nelle usanze anche dei più giovani che da ieri sera hanno mostrato, con le foto pubblicate sui loro profili, di proseguire gli antichi riti tramandati dai più anziani.

L’argomento sarà approfondito nella prossima edizione de “L’Appennino Camerte” con una interessante riflessione del padre missionario, Stefano Tollu.

Giulia Sancricca 

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