Notizie di spettacolo nelle Marche

Continuano a far discutere gli autovelox lungo la superstrada Valdichienti.
Questa mattina, infatti, diverse le segnalazioni per la pattuglia dei vigili urbani dell'Unione Montana che si trovavano all'altezza di Belforte del Chienti.
A creare indignazione tra gli automobilisti il fatto che gli agenti vengano utilizzati per il telelaser anzichè per controllare il rispetto del decreto Conte nel periodo di emergenza sanitaria.
Dello stesso parere Giovanni Torresi, che ha commentato l'azione sul Comitato nato contro gli autovelox, e il gruppo di minoranza Belforte Insieme che in un post scrive: "Non è ammissibile che per fare cassa si possa fare la multa a quelle poche persone che devono circolare per motivi strettamente necessari, che possono anche essere medici e infermieri.
In una situazione d' emergenza come questa invece di stare con i vigili a controllare che il decreto del Presidente Conte venga rispettato e che girino solo persone autorizzate per il paese, si usa invece del personale per fare l'autovelox in superstrada, inconcepibile - commenta il gruppo - .
Il servizio va sospeso come lo si fece nel periodo del terremoto".

L'argomento è stato approfondito con l'intervista al presidente dell'Unione Montana, Giampiero Feliciotti, nel settimanale L'Appennino Camerte in edicola da oggi.

*Foto di repertorio

GS

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Sono praticamente introvabili i DPI, dispositivi per la protezione individuale, ovvero quelle attrezzature  usate per proteggere la salute e la sicurezza di lavoratori e volontari. La cosa grave è che la difficoltà di reperire questi dispositivi porta alla conseguenza che servizi pensati per aiutare la popolazione, specie quella più anziana e in difficoltà, in questi giorni di 'quarantena' non possono essere attivati. Come nel caso del gruppo comunale di Protezione Civile di San Severino: l'intenzione è quella di attivare un servizio di consegna a domicilio (della spesa e non solo) agli over 65 che non hanno la possibilità di muoversi in autonomia né hanno qualcuno che li possa assistere in tal senso. I volontari di San Severino si attiverebbero ovviamente dopo aver frequentato un apposito corso (che dovrebbe essere organizzato online) sui comportamenti da tenere in questo tipo di emergenza ma al momento ciò che è più difficile da reperire sono i DPI senza i quali non si può fare nulla. Il responsabile del gruppo, Dino Marinelli, ha già preso diversi contatti per poterli trovare in tempi rapidi ma l'appello è a tutte le aziende che ne dispongano e possano fornirli in modo da attivare un servizio utile per una comunità che sta facendo anche i conti con il post sisma. 
g.g.
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#escosoloperdonare è il nuovo hashtag dell’Avis di Camerino per invitare tutti a donare senza paura.
E' il 20enne Fabio Cardona, consigliere e addetto dei giovani dell’Avis Comunale della città ducale a spiegare come donare al tempo del Coronavirus.

“In questo momento di estrema difficoltà a causa del COVID19 - dice - dobbiamo essere uniti e pensare che il sangue deve essere sempre garantito a chi ne ha bisogno ed è per questo che faccio un appello a tutti e soprattutto ai miei coetanei invitandoli, se sono nelle condizioni di poter donare, a non avere paura e di prendere quanto prima un appuntamento sia per donare che per diventare donatori. Per il resto mi allineo alle direttive nazionali invitando tutti a restare a casa ed uscire solo ed esclusivamente per necessità, ad oggi non abbiamo bisogno di eroi ma di consapevolezza della gravità di questa situazione che stiamo affrontando. Ognuno dia il proprio contributo.  #Restateacasa”

Insieme a Cardona c’è anche Massimiliano Monari, attuale presidente dell’Avis Comunale di Camerino: “Abbiamo deciso di chiudere per questo mese l’UDR di Camerino - spiega - , le sedute di giovedì e del lunedì verranno delocalizzate a San Severino. Mi sono sentito in dovere di prendere questa decisione, insieme al Presidente Provinciale e il responsabile del centro trasfusionale di Macerata Rebichini, per salvaguardare la salute dei nostri donatori, visto che il distretto sarà adibito ai vari servizi da parte dell'Asur, che già ci ha chiesto la disponibilità dei locali Avis. Credo che questa situazione di disagio terminerà solo una volta ritornati alla normalità. Se vi capita di incontrare altri donatori, fate opera di rassicurazione, il principio della donazione rimane sempre quello con un piccolo sacrifico momentaneo. Mi hanno anche detto di una maggiore necessita di sangue quindi facciamoci portavoce.”

 Di seguito le istruzioni utili inviate dall’Avis Nazionale:

1) Gli spostamenti per i donatori di sangue sono consentiti. Occorre solamente compilare l'autocertificazione per recarsi a donare.

2) La donazione deve essere concordata con la sede o il centro dove si dona, in modo da non creare affollamenti. Occorre prenotare.

3) Durante la telefonata per prenotare la donazione verranno fatte delle domande per accertare l'idoneità alla donazione. 

4) All'appuntamento per la donazione, oltre alla consueta visita medica, verrà anche misurata la temperatura corporea.

5) L'attesa e la donazione sono regolamentati secondo le disposizioni di legge sulle distanze consentite tra le persone.

6) Una volta completata la donazione (o la non donazione in caso di mancata idoneità) verrà consegnata un'attestazione di avvenuta donazione. 

7) Se entro i 15 gg successivi si dovessero manifestare sintomi influenzali, raffreddore o febbre, il centro immediatamente avvertito si è donato deve esser subito avvertito.




 
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“Comunicare la città di Camerino con attenzione”. E’ l’invito che Federico Maccari, amministratore delegato de “La Pasta di Camerino”, rivolge a direttori di testate, giornalisti, corrispondenti e collaboratori, richiesta accolta e condivisa da responsabili, giornalisti e collaboratori di Radio C1inblu e L’Appennino camerte, anche a nome dei dipendenti dell’azienda e di quanti, anche con l’indotto, hanno trovato in una delle principali aziende private del territorio opportunità di lavoro e fonte di sostentamento. Un appello quasi accorato agli operatori della comunicazione, ma anche ad amministratori e politici, affinchè “alla città di Camerino non si associ il concetto di virus”, dopo che la regione ha scelto la struttura ospedaliera camerte quale centro per la cura dei pazienti affetti da Covid 19.

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la famiglia Maccari con il cuoco Scipioni

“La salute di tutti noi è la priorità e quindi è giusto mettere a disposizione tutte le strutture e le professionalità per uscire da questa terribile emergenza – dichiara Federico Maccari – Il rischio, però, è che Camerino venga associata al virus e questo comporterebbe un aggravarsi dei problemi che abbiamo avuto e continuiamo ad avere con il terremoto nei confronti della città, della sua Università e delle attività produttive del territorio”. Ancora una volta, dunque, anche se in modo diverso, l’azienda della famiglia Maccari dimostra il proprio attaccamento alle proprie radici. Mentre, infatti, nell’immediato periodo post sisma la scelta fu quella di aprire un nuovo stabilimento creando ulteriori posti di lavoro, “in questa circostanza – continua l’amministratore delegato – è necessario fare squadra e comprendere l’importanza di proteggere il nostro territorio che è troppo fragile dopo il concatenarsi di situazioni che rischiano di mettere in ginocchio un intero comprensorio. Una comunità che, invece, ha bisogno di ritrovare fiducia, speranza e azioni concrete per realizzare quel progetto di crescita di cui ha assolutamente bisogno. Oggi più che mai bisogna fare attenzione a ciò che si fa, ma soprattutto a ciò che si comunica”.

f.u.

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Mercoledì, 11 Marzo 2020 16:07

Da QuiPoste, consegna gratis a domicilio

" Tu resta a Casa. La spesa te la Portiamo noi". E' il servizio gratuito attivato da QuiPoste Camerino per offrire il proprio contributo nella situazione che si è venuta a creare a  causa dell'emergenza Coronavirus. Dal lunedì al venerdì, la società di posta privata di Camerino di cui sono titolari i fratelli Francesco e Tiziano Siviglia, provvederà a consegnare gratuitamente gli acquisti che i camerinesi avranno ordinato ai commercianti della città.

"E' un servizio che abbiamo studiato e creato in brevissimo tempo- spiega Francesco Siviglia-; così come il virus è veloce anche i nostri pensieri richiedono velocità. Ci siamo sentiti in dovere di offrire il nostro contributo alla comunità camerte che già da diverso tempo è purtroppo vessata dai tanti problemi causati dal sisma. Con questo nostro servizio, basterà che il cittadino contatti il proprio commerciante di fiducia, dalla farmacia all'alimentari, per provvedere all'ordine della spesa che intende fare e saranno poi i commercianti a contattare noi di QuiPoste per dirci i prodotti da consegnare e il recapito della clientela da raggiungere. Quello che è importante dire- aggiunge Siviglia- è che il destinatario dovrà pagare in contanti perchè purtroppo siamo sprovvisti di Pos. Il nostro- sottolinea - vuole essere uno schiaffo al virus e nel contempo e sopratutto quello che vogliamo è che tutti i cittadini capiscano l'importanza di rimanere a casa. Ci tengo a rimarcarlo. Mi raccomando restate a casa. Noi che non possiamo farlo,ci adopereremo per far fronte alle vostre richieste".

Tanti i commercianti  di Camerino che, soprattutto nel settore della ristorazione e della confezione di cibi da asporto, si erano detti nell'immediato disponibili a dare il proprio contributo nella consegna di piatti e cibi pornti a fronte dell'ordine dei cittadini ma che, a tutela della proria salute e di quella dei propri familiari, vista la crescita esponenziale dei casi di coronavirus che si sta registrando, hanno deciso di sospendere l'attività e rispettare la regola dell'io resto a casa che è l'unica misura adatta al contrasto della diffusione.
C.C.




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Pasti gratis a domicilio per persone anziane bisognose che abbiano problemi a prepararsi da mangiare. E' quanto offre "Da Safi" attività di ristorazione di Camerino nell'emergenza del Coronavirus che, in base alle ultime disposizioni prevede l'osservanza della regola a non uscire di casa se non strettamente necessario. Un gesto di grande solidarietà da parte di Safi, titolare afghano dell'omonimo locale riaperto al Sottocorte Village.

"E' una situazione diffcile per tante persone che rispettando le regole non escono dalle loro case- afferma Safi-; trovandomi comunque al lavoro e non potendomi a mia volta spostare dalla città, ho pensato a quelle che sono le persone più fragili in questa situazione di emergenza. Mi sono detto che magari posso essere utile e dare una mano. Ho pubblicato un post sui social per farlo sapere lasciando il recapito telefonico, rendendomii dunque disponibile per questo piccolo gesto d'aiuto. Il Coronavirus - aggiunge Safi- ti fa capire che il mondo è un paese. Tutto è partito dalla Cina ed è arrivato fino a qua e in tanti altre nazioni, quindi nel mio piccolo e anche se le mie origini non sono in queste zone, mi sento in dovere di farlo per una città che mi ha accolto e mi vuole bene. Penso anche che l'aiuto alle persone è universale: una mamma è una mamma, una nonna è una nonna in qualunque parte del mondo. Sapere di far felice anche con un piccolo gesto una mamma o una nonna di qui e che magari ha già avuto tanti problemi a causa del terremoto, mi fa piacere. Non ho neanche la macchina ma con la bicicletta elettrica raggiungerò queste persone per consegnare loro da mangiare. Lo faccio come se fossi un figlio di questa città dalla quale ho ricevuto un abbraccio; lo faccio con grande piacere come fossi un figlio o un nipotino di queste persone di Camerino e per rispondere ad un loro bisogno. Il mio cuore c'è sempre ". 
Parole che non possono che suscitare grande emozione quelle pronunciate da questo giovane (il cui nome è Jumadin, ma conosciuto come Safi che è il suo cognome), arrivato a Camerino poco prima del sisma, come titolare del Kebab da lui rilevato. L'attività di Safi era in pieno centro storico e, giusto qualche giorno prima di quel 26 ottobre 2016, stava per partire con un secondo locale, sempre nel cuore della città. Solo una settimana prima delle scosse aveva concluso il contratto. Ci aveva investito tutto il denaro che aveva, racimolato tra parenti e amici. Rimasto senza niente, si era subito spostato a Milano per cercare lavoro. Per circa un mese è rimasto capoluogo lombardo, ma quando ha saputo dai suoi amici commercianti che, seppure con qualcosa di temporaneo, dal City Park avrebbe potuto ripartire, non ha esitato a far ritorno a Camerino. E' da lì che ha ripreso la sua attività di ristorazione, successivamente spostata al Sottocorte Village. Nel frattempo Safi si è anche iscritto all'università e gli mancano 8 esami per la laurea triennale del Corso di Giurisprudenza in Scienze sociali e cooperazione internazionale. 
C.C.
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Mercoledì, 11 Marzo 2020 13:37

Covid19, prime denunce dei Carabinieri

C'è evidentemente sempre il furbetto che 'ci prova'. Nonostante i decreti del Governo per evitare il propagarsi del Coronavirus, un 49enne dello Sri Lanka e residente in provincia di Parma, stamane è stato beccato dai Carabinieri della stazione di Mogliano in città senza valida giustificazione. Lui stesso ha raccontato ai militari di essere arrivato domenica e di non aver adottato alcuna forma di cautela, senza peraltro informare del proprio movimento l’autorità sanitaria di zona. Provenendo quindi da una Regione ad alto rischio infettivologico, è stato denunciato per l’inosservanza dei provvedimenti dell’autorità visto che ha disatteso le disposizioni impartite con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri proprio dell’8 marzo e dell’Ordinanza della Regione di ieri.  
Il personale del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Civitanova invece, a conclusione dei necessari accertamenti, ha denunciato un 39enne bangladese titolare di una pizzeria. L’uomo era rimasto aperto al pubblico oltre il limite consentito, fissato dalla norma alle 18, restando aperto invece fino alle 20 quando è stato controllato e sanzionato.

Di ciò è stato interessato anche il Sindaco di Civitanova per l’attivazione della procedura amministrativa per la sospensione dell’attività, stringente misura prevista dal decreto per la necessaria tutela della collettività. 

(nelle foto, alcuni controlli svolti a San Severino)

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g.g.

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Ferma la risposta del sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, sulla richiesta del Comitato 30 ottobre che "vengano presi dei provvedimenti per il villaggio container di via Colombo in questo momento di emergenza sanitaria".

Attacca il Comitato, il primo cittadino, ribadendo come "Un Comitato spontaneo, non eletto da nessunoo ci dica che ai container ci possano essere problemi. Lo ringraziamo, ma lo sappiamo già. Non abbiamo bisogno di chi lancia l'allarme e poi non fa nulla per darci una mano. Fare sciacallaggio sulle situazioni di pericolo lo facciamo fare a chi è specilizzato".

Poi la risposta sui provvedimenti presi per le strutture dove si trovano le famiglie terremotate con mensa e spazi in comune: "Da ieri abbiamo disposoto l'aumento di turni di sicurezza e sopralluoghi con carabinieri e vigili urbani - dice Pezzanesi - . Abbiamo sanificato come le norme sanitarie prevedono e predisposto la turnazione nei momenti della consumazione dei pasti e della fruizione degli spazi, per evitare assembramenti. Ci sono ferrei controlli per chi esce per andare a lavorare e abbiamo per questo disposto anche una recizione diversa per fare un solo ingresso e controllare le persone in entrata".

Il primo cittadino di Tolentino attacca anche sulla gestione nazionale dell'emergenza: "Noi abbiamo attivato subito il COC come facciamo nelle situazioni più difficili. Non abbiamo mai avuto bisogno di essere pungolati sotto questo aspetto perchè siamo sempre pronti a intervenire. Abbiamo messo in atto tutto quello che necessita. Lo stesso Governo ha avuto delle smagliature, al di là dell'opportunismo di chi è sempre pronto a dire cosa avrebbe fatto. Siamo consapevoli che è difficile gestire una emergenza come questa, ma dobbiamo ammettre che noi sindaci, generalmente, siamo l'ultima ruota del carro, non veniamo coinvolti abbastanza. Siamo abituati a fare da soli, ma non possiamo fare da soli quando c'è bisogno di fondi. Bisognerebbe sentire chi vive il territorio prima di prendere provvedimenti". 

GS




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Il senso civico e di responsabilità è anche questo. Un tour operator della provincia, Esitur, che invita a restare a casa con tanto di evento social dedicato divulgato su Facebook, e una grande azienda della provincia, Halley Informatica di Matelica, che adotta lo smart working e lavora anche per dotare i Comuni che segue affinché possano fare lo stesso.
"Abbiamo lanciato l'iniziativa #iorestoacasa - spiega Daniele Crognaletti, amministratore delegato di Esitur - perché crediamo che in questo momento vada aiutata la sanità italiana e le istituzioni a fare il loro lavoro e a risolvere questo enorme problema che sta distruggendo l'economia del nostro Paese e sta mettendo a repentaglio la salute delle persone. E' proprio quest'ultima che oggi va messa in primo piano e tutti dobbiamo lavorare per garantirla". Dopo l'estensione della zona rossa a tutta Italia, il settore dei trasporti ne ha indubbiamente risentito fortemente. Esitur si occupa di turismo, e "turismo e trasporti sono strettamente collegati. La situazione è totalmente bloccata, prima con i trasporti scolastici e poi, a cascata, si è bloccato ovviamente anche il settore turismo, sia in pullman che in aereo. In questo momento, a seguito dei decreti, siamo impossibilitati a girare ma personalmente lo trovo giustissimo e quindi - conclude - come tour operator dobbiamo incentivare le persone a non viaggiare. Questo va contro i nostri interessi ma il bene dell'Italia viene prima di quello aziendale".
Halley Informatica, di Matelica, azienda che conta oltre 600 dipendenti, ha adottato la soluzione dello smart working. Non tutti i settori possono farlo e non tutte le aziende, peraltro, sono disposte a farlo. A spiegare le sue ragioni è il proprietario, Giovanni Ciccolini: "Abbiamo dato disposizione che tutti lavorino da casa - dice - perché per il settore di cui ci occupiamo possiamo permetterci di lavorare da casa. In particolar modo lo abbiamo fatto per i dipendenti che provengono dai Comuni vicini, per evitare spostamenti ma anche tutti gli altri dipendenti, sia di Matelica che delle altre filiali sul territorio nazionale, stanno lavorando da casa. Su circa 600 persone totali, sono solo una 70ina che sono in azienda".
L'azienda si è organizzata così per circa due settimane, il tempo di incubazione del virus, ma la cosa più importante è che la Halley, che cura il settore informatico di circa 4mila Comuni, si sta adoperando affinché i dipendenti comunali siano messi nelle condizioni di lavorare, anch'essi da casa: "Ci sono comuni che non sono ancora attrezzati ma li stiamo mettendo nelle condizioni di poterlo fare. Quelli che sono già connessi in 'cloud' possono già farlo, mentre ce ne sono più o meno 1.300 che non lo sono ancora e spero che a breve possano tutti lavorare da casa".
Gaia Gennaretti

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Nel periodo di piena emergenza sanitaria, con tutta la nazione zona protetta e con la decisione di convertire l’ospedale di Camerino in presidio dedicato alla cura di pazienti affetti da Coronavirus, la macchina sanitaria della regione e dell’Area Vasta 3 ha provveduto anche alla riorganizzazione dei servizi sull’intero territorio montano. Così è stata data anche una risposta al problema sollevato dagli amministratori di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera, zone alle prese con le criticità del post terremoto, della mancanza del servizio medico per le rispettive comunità. “Per queste comunità che sono prive del medico di base – le parole del direttore dell’Area Vasta 3 Alessandro Maccioni – metteremo a disposizione un giorno alla settimana il servizio di guardia medica, così da garantire anche in queste piccole comunità un presidio sanitario”. Una comunicazione che il sindaco di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci ha accolto con soddisfazione.

“Viene così garantito un diritto dei nostri cittadini venuto meno dopo che il nostro medico ha vinto la selezione in un altro comune – le parole del primo cittadino – In verità è stato fatto un bando in scadenza il prossimo 20 marzo per dare la copertura della presenza di un medico di base nel nostro comune e nel frattempo accogliamo con favore questa decisione. A tutela dei miei cittadini, però, formalizzerò una richiesta per capire se in caso di urgenze i tempi del soccorso vengono garantiti visto che, dopo la riconversione dell’ospedale di Camerino, le urgenze saranno dirottate a Macerata. Quale massima autorità sanitaria vorrei sapere se sono state poste in essere tutte le misure minime essenziali per garantire la vita delle persone anche nei casi di urgenza”.
Presidi e servizi sanitari anche per la comunità di Visso, come conferma il sindaco Gianluigi Spiganti Maurizi. "Al momento ci hanno garantito la presenza di un'automedica e il servizio prelievi e analisi del sangue una volta alla settimana - dichiara il sindaco - E già qualcosa di importe per la nostra comunità, dal momento che il servizio prelievi all'ospedale di Camerino è al momento sospeso. E' chiaro che in una situazione di emergenza è già qualcosa anche se spero che la situazione torni presto alla normalità anche per le popolazioni del nostro territorio".

F.U.
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