Notizie di spettacolo nelle Marche
In controtendenza rispetto ai dati nazionali nel trend delle nuove nascite, anche se la popolazione residente subisce una diminuzione. Questi i dati riguardanti la popolazione nel comune di Treia resi noti dall’ufficio anagrafe del comune. Nel 2020 sono stati 72 i nuovi nati, con un tasso dello 0.82% in continua crescita dal 2017 (dallo 0,52%, 48 nati del 2017 al +28 dell’anno 2020). Di contro sono stati 123 i decessi per un tasso di mortalità dell’ 1,34% (in aumento dal 2016 – 1,15% - ad oggi).

Per quanto riguarda le fasce di età la popolazione è così suddivisa: 433 tra gli 0 e I 6 anni, 890 tra 7 e 16 anni, 1063 tra I 17 e il 29 anni, 4488 tra I 30 e I 65 anni, 2278 gli over65.

Tra i cittadini extracomunitari residenti 38 provengono dal Perù, 39 sono i senegalesi, 107 i marocchini, 25 provengono dalla Guinea, 66 i cinesi, 50 i macedoni, 180, la colonia più nutrita, vengono della Romania, 65 gli albanesi e 20 le persone provenienti dalla Bulgaria.

f.u.
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Nel corso dei servizi di controllo sulla circolazione dei veicoli, in modo particolare quelli adibiti al trasporto delle merci al fine di contrastare i fenomeni dell’abusivismo, gli agenti della polizia stradale di Macerata hanno sottoposto a sequestro amministrativo un mezzo commerciale svizzero perché condotto da persona residente in Italia, mentre sono stati sottoposti a fermo amministrativo un altro mezzo commerciale svizzero che svolgeva cabotaggio (l’attività effettuata da autotrasportatori in uno Stato membro UE diverso da quello in cui risiedono) e un autocarro straniero a seguito di violazione delle leggi specifiche sul trasporto internazionale di merci. Ai conducenti dei tre mezzi sono state elevate sanzioni amministrative per un importo complessivo di 5.618 euro.

Nel corso del servizio, svolto tra i caselli autostradali di Loreto e Civitanova è stato, altresì, individuato un autocarro che trasportava prodotti lattiero/caseari privi della documentazione attestante la tracciabilità, tanto che sono intervenuti gli ispettori del Dipartimento di Prevenzione - Servizio Igiene alimenti di origine animale dell’Asur Area di Macerata, che hanno proceduto al sequestro dei generi alimentari.

f.u.
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Una mozione congiunta del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle di Tolentino per chiedere di "sospendere le attività poste in essere per la realizzazione del forno crematorio in attesa che venga definito l'iter procedurale in Regione".

Sarà presentata al prossimo consiglio comunale di Tolentino e rappresenta il passo che segue l'interrogazione della consigliera grillina Lupini in Regione sulla mancanza di una norma che regoli la realizzazione degli impianti crematori a livello regionale.

"L'interessamento da parte delle nostre consigliere regionali - dice il pentastellato Gian Mario Mercorelli - arriva dopo che noi tolentinati abbiamo esposto il problema: ci sembrava chiaro che fosse necessario un intervento di quel genere visto che, al momento, la mancanza di una normativa regionale permette che ogni città o paese possano costruire un forno".

"La risposta dell'assessore regionale Filippo Saltamartini - dice il consigliere dem Fulvio Riccio - ha evidenziato ciò che noi consiglieri comunali sottolineavamo da tempo: ovvero la mancanza di un piano di coordimaneto per definire l'ubicazione dei forni crematori a livello regionale, i limiti ai carichi inquinanti e una serie di prescrizioni tecniche volte a minimizzare l'impatto ambientale di un inceneritore che ha processi inquinativi molto elevati. Per questo motivo abbiamo accolto favorevolmente la presa di posizione da parte della Regione Marche e chiediamo al consiglio comunale e al sindaco di Tolentino di sospendere le attività poste in essere per la realizzazione del forno crematorio in attesa che venga definito l'iter procedurale in Regione, perchè sarebbe assurdo agire ora per poi rischiare di essere in contrasto con quello che la Regione dirà nei prossimi mesi.
Non si tratta di una polemica politica - precisa Riccio -  ma una presa d'atto che la Regione si sta muovendo ed il Comune debba attendere l'esito del percorso regionale".

Una collaborazione, quella dei due gruppi di minoranza, che va verso la stessa direzione: "Quando si ha lo stesso pensiero - spiega Mercorelli - non c'è nulla di controproducente né di sbagliato a collaborare. Ci sembrava naturale aspettare e ragionare in questi termini. Pezzanesi disse che il discorso era embrionale: lo è forse a livello di passaggi normativi per giungere alla realizzazione - precisa - , ma in Comune la ditta che lo ha proposto ha depositato tutto, dunque non ci sembra affatto embrionale".

GS
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Grande commozione in tutta la comunità dell'entroterra e tra i tanti colleghi professionisti della sanità, ha destato la scomparsa del dott. Fabrizio Moretti, noto e preparato cardiologo in servizio per tanti anni all'ospedale di Camerino. Lo piangono la città ducale e Fiuminata dove il dott. Moretti viveva da tempo con la moglie Stefania. La scomparsa all'età di 67 anni, è avvenuta nel tardo pomeriggio di ieri, a seguito di un male incurabile. 
Ne traccia un affettuoso e commosso ricordo il sindaco di Fiuminata Vincenzo Felicioli che, seppur con diversa specialità, ne ha condiviso la professione medica.
"Conoscevo Fabrizio da una vita - afferma Felicioli-. Aveva un anno più di me e abbiamo frequentato entrambi il Liceo Classico A. Varano di Camerino. Una persona carica d'umanità, sempre sorridente e sincera; capitava di incontrarci spesso, sia negli anni della gioventù, sia a ragione della professione medica in seguito sebbene le nostre specialità fossero diverse, lui cardiologo a Camerino, io ginecologo a San Severino Marche- continua Felicioli-. Non ho mai visto Fabrizio arrabbiato e il ricordo è quello di una grandissima persona, sempre disponibile, accogliente e serena. E' una perdita. La morte di Fabrizio è davvero una grandissima perdita; io lo ricorderò sempre con il suo bellissimo sorriso, pronto alla battuta, disponibile e sincero come sa essere un vero amico". 
I funerali si svolgeranno questo pomeriggio alle ore 15.00, nella Basilica di San Venanzio a Camerino. 
c.c.

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Sentirsi vicini anche se obbligati a mantenere le distanze. È forse questo l'insegnamento più profondo che si può trarre da questa pandemia e l'esempio è nei luoghi come la casa di riposo di Pioraco.
"Putroppo questo è ancora l'unico modo che abbiamo per esservi vicini". È il messaggio scritto dai volontari dell'Unitalsi di Pioraco e Fiuminata alla casa di riposo del piccolo centro dell'entroterra dove prima erano impegnati quotidianamente e a cui, da circa un anno, possono far sentire la loro presenza solo da lontano.
Il biglietto che ha accompagnato una donazione in denaro che hanno fatto arrivare alla struttura.

"Sentire la vicinanza delle persone per noi è fondamentale perchè - commenta la direttrice della Casa Albergo di Pioraco, Antonella Finelli (nella foto) - ormai la prossima settimana sarà un anno da quando abbiamo chiuso gli ingressi dall'esterno. L'Unitalsi si è sempre dimostrata molto solidale, non ha mai fatto sentire la sua assenza, sotto tante forme. Per noi, sapere di non essere soli in questa battaglia quotidiana, significa avere la forza per affrontare l'emergenza di cui non conosciamo la fine.
Per noi, e soprattutto per gli anziani, ogni piccolo gesto, una telefonata, un pensiero, significano molto".

L'Unitalsi era presente tutti i giorni nella casa di riposo per portare un sorriso e un po' di compagnia agli anziani, ora che non è possibile dimostrare la vicinanza di persona lo fa in altri modi: "Hanno fatto una raccolta fondi e ce l'hanno fatta pervenire con un biglietto che esprime la vicinanza e l'affetto. Ora si possono avvicinare a noi solo in questo modo, ma la speranza è che presto possano farlo personalmente. Il nostro ringraziamento va a Beatrice, portavoce dell'Unitalsi di Pioraco, che si è sempre dimostrata attenta alle necessità degli anziani.

Con questo contributo cercheremo di sopperire alle esigenze degli ospiti: anche di tanti che purtroppo non vedono i parenti da quasi un annoperchè vivono in altre regioni e non possono venire sotto la finestra a salutarli".

Attualmente la casa di riposo ospita 23 anziani ed è sempre stata Covid Free: "Veniamo monitorati ogni due settimane con i tamponi - conclude - . Tutti gli anziani hanno già fatto la seconda dose di vaccino, così come il personale".

GS

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In atto a Valfornace la parziale demolizione dell'edificio delle ex case popolari Erap di via Roma. L'immobile che un tempo ha anche ospitato la sede comunale, con tutta probabilità è  composto da due edifici che originariamente staccati, nel corso degli anni sono stati uniti insieme. Secondo le condizioni dettate dalla Soprintendenza, verranno lasciati integri gli antichi portali d'ingresso originali che risalgono all'ultima modifica intercorsa nel tempo. Da queste mura che stanno venendo giù proprio in queste ore, dunque la possibilità di un volto diverso per quell'area del borgo.

"Anche se è brutto dirlo - afferma il vicesindaco Simone Marchetti- si può dire che da questa demolizione potranno aprirsi nuove possibilità per il nostro territorio e per il nostro comune.  Il palazzo in questione- spiega Marchetti- ha ospitato nel passato la sede comunale e, fino alla data del sisma, diversi appartamenti di residenza Popolare. La demolizione avrebbe dovuto farsi qualche mese fa e purtroppo, diverse vicissitudini e prima tra tutte il covid-19, non lo hanno permesso. Ripeto, è brutto dirlo, ma è una ripartenza anche la demolizione, perché si danno appunto delle prospettive.
Proprio domani, l'amministrazione si incontrerà con il Commissario straordinario Giovanni Legnini per delineare il Piano di ricostruzione del nostro comune. E' da lì che cercheremo di avviare un progetto che avevamo in mente da tempo e, confidiamo vivamente che ci venga data la possibilità di attuarlo. Di certo, bisogna considerare che i nostri comuni e i nostri territori sono belli perchè nel corso del tempo hanno mantenuto la forma che avevano. e- continua il vice sindaco di Valfornace- bisogna fare attenzione a modificare troppo, perchè potrebbe significare perdere l'identità di un territorio. Tutto  quello che viene fatto, avviene dunque secondo delle regole precise e nell'applicazione di tutti i permessi che ci vengono rilasciati. Nello specifico, la parziale demolizione dello stabile situato in via Roma, darà la possibilità di allargare la strada e di dare più visibilità ad alcune case che gli erano vicine.  Ecco- conclude Marchetti-  diciamo che è un piccolo passo verso una nuova normalità". 

c.c.
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Due casi di positività alla scuola dell'infanzia di Sarnano, il sindaco decide per l'ordinanza di chiusura a scopo precauzionale.
Ne è stata data comunicazione ieri sera: "La situazione è abbastanza tranquilla - commenta il primo cittadino, Luca Piergentili - . Abbiamo due soli casi di bambini positivi in due classi diverse: contagi che, presumibilmente, sono avvenuti a livello familiare. Essendo l'istituto formato da sole tre classi, abbiamo ritenuto opportuno sospendere le lezioni per una settimana a scopo cautelativo.
I bambini sono tutti in quarantena e le famiglie stanno effettuando accertamenti per avere contezza della posivitià o meno dei propri figli e del nucleo familiare.
Fortunatamente - conclude - le persone che hanno effettuato i tamponi, fino ad oggi sono negative, e quindi contiamo di riuscire a normalizzare la situazione in tempi brevi".

GS
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C'è chi ha voluto sottolineare che non sia stata specificata la ricostruzione nel programma di governo presentato ieri dal Premier incaricato, Mario Draghi, in Senato.
Ma il sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci, evidenzia come la questione fosse implicita e placa le preoccupazioni: "Non ci sono dubbi - dice - . Nel discorso sono state presenti le aree interne e noi tutti sappiamo che nelle nostre aree interne c'è stato il terremoto.
È ovvio che il discorso era implicito: non può essere assente una questione che sono qualche settimana fa è stata presentata dal Commissario alla Ricostruzione, Giovanni Legnini, nel Recovery Plan.

Il tema del sisma non può essere sottovalutato, è talmente implicito. Anzi stavolta che non è stato detto magari sarà fatto. Perchè spesso abbiamo assistito a comunicazioni che poi si sono perse nel tempo e forse qualcuno se ne era addirittura dimenticato. Giochiamo all'inverso questa volta, consideriamo che l'implicito delle aree interne si trasformi in fatti.
Nel programma sono inclusi aspetti economici e sociali di ripresa del territorio: si parlava di borghi sostenibili, di telemedicina, di una rinascita economica e sociale. È stata fatta una descrizione mirata di tutti quegli interventi che servono in questo momento nelle aree interne e dunque nelle aree terremotate. Il problema è che questo Paese debba ripartire quanto prima. La pandemia ha ralletato tutti noi e, oltre alla paura, la strada per il raggiungimento dell'obiettivo si allunga. Si fanno solo videoconferenze, i tempi sono lunghi, gli uffici lavorano in smartworking.
Sono questi i veri problemi".

GS
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La campagna vaccinale degli anziani over 80 vedrà in prima linea anche i medici di medicina generale. Questo quanto emerso all'esito dell'incontro che l'assessore alla sanità Filippo Saltamartini ha avuto con le rappresentanze dei medici di medicina generale. In tal senso, le parti ritengono fondamentale il coinvolgimento dei suddetti medici in sinergia con i distretti e le equipe territoriali per un piano di somministrazione dei vaccini che possa servire in modo omogeneo le popolazioni anche dei territori più disagiati e che si svolga sia a livello ambulatoriale e a livello domiciliare per coloro i quali sono collocati in assistenza domiciliare.

Il Servizio Sanità sta predisponendo una bozza di progetto, contenente anche i compensi per le prestazioni richieste, il cui finanziamento dovrà essere ricercato all’interno delle missioni specifiche del bilancio regionale o nazionale per l’emergenza Covid 19. Al riguardo le parti, hanno manifestato l’intenzione di accelerare la contrattazione, negoziando nel più breve tempo possibile, nei prossimi giorni, la bozza di accordo che verrà fornita dalla Regione. L’incontro si è concluso con un aggiornamento da calendarizzare nei prossimi giorni.
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Nella prima puntata del programma radio e della rubrica #primalepersone, nato per testimoniare, grazie alle interviste dirette e il racconto personale fatto dai cittadini, una situazione che riguarda un territorio, incontro Donatella Rosi. Donatella vive con la sua famiglia in una Sae, soluzione abitativa di emergenza, a Visso, come tanti suoi concittadini. Le chiedo come si sta e subito mi porta nel suo mondo e in quello di migliaia di persone del centro Italia terremotato, alle prese con l’attesa della ricostruzione.

“Non è casa tua, dico solo questo, nel senso che comunque ti ritrovi in un ambiente dove sai che starai per un po' di anni. Si sta abbastanza bene, sono abbastanza confortevoli nonostante i problemi che possono avere e che hanno avuto. Sono molto calde in inverno, però si sta un po' come in un campeggio, nel senso che comunque tu sei lì, vivi insieme agli altri ma nello stesso tempo forse senti di più la solitudine. Quella a Villa Sant’Antonio dove sono io è molto grande, siamo in tanti ma non so neanche chi ci sta. In quelle più lontane da me c'è un silenzio a volte, anche in piena estate, che è inquietante. C'è tanta difficoltà anche a socializzare nelle Sae, perlomeno nella mia realtà.”

Stiamo parlando di un comune piccolo, perché Visso prima del sisma contava oltre 1100 abitanti, adesso non conosciamo i dati precisi ma sappiamo che sono probabilmente qualche centinaio in meno. Quindi tu che sei una vissana non sai chi hai nell'ultima Sae del tuo villaggio? Questo mi fa pensare che le persone si sono ancora di più ritirate. “A Visso in nessun villaggio Sae c'è un'area di incontro, tra l'altro non abbiamo aree di incontro proprio, quindi è difficile trovare un luogo dove vedersi. Non so per quale motivo c’è questa chiusura, ognuno è chiuso all'interno della propria casetta e c'è questo silenzio. Qualche volta si sentono i bambini che giocano. Adesso ci sono anche delle piccole aree in cui hanno donato dei giochi, quindi i piccoli spazi verdi ma manca una apertura, anche da prima del covid-19.”

Voi come famiglie vi siete organizzati prima del covid in una sorta di aggregazione sociale quasi autogestita. “Con alcune famiglie ci siamo visti più volte per delle cene. Per fortuna c'era il container dove era la chiesa, il sacerdote ce l'ha messo a disposizione, quindi lì ci siamo incontrati, facendo anche delle attività che ci hanno fatto dimenticare un po' la solitudine, la difficoltà di socializzare che in questo momento è quella che manca, tu esci e non incontri nessuno, quindi la difficoltà di ricreare rapporti sociali tra sempre meno persone.” In questi territori chi soffre di più la situazione sono soprattutto le persone anziane che non escono dalle casette e i giovani che non hanno luoghi di incontro. “Prima c’era il campo da calcio e il palazzetto del ghiaccio a Ussita dove si organizzavano dei corsi tutto l'anno, un bel gruppetto di bambini faceva il corso con la possibilità anche di fare degli stage estivi e invece adesso nulla, è un problema per tutte le fasce d'età ma soprattutto per i ragazzi, perché comunque a 14-15 anni non hanno ancora l'autonomia per andare fuori e se vuoi fare attività sportiva devi andare fuori. Questo c'era anche prima, noi ci siamo sempre organizzati per quello che ci mancava andando altrove. Però in questo momento non c'è altra possibilità.

Ci organizziamo come genitori, si fatica un po' di più, ci impegniamo per far stare insieme questi ragazzi. Per gli anziani il discorso dei servizi riguarda soprattutto quelli medici. A Visso il dottore è tornato a fare servizio costante tutti i giorni, però nei paesi vicini sono tutt'ora senza medico di famiglia.”

Questi luoghi Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera, sono stati sempre considerati un po' un tutt'uno, l'Altonera. Tu prevedi anche nel futuro una unione che sia più che formale, sostanziale? “Io non vedo altra strada né altre possibilità che quella di unirsi, perlomeno lavorare insieme e con uno stesso tipo di progettualità. Progettare insieme per rivivere questi territori.” Tu ci credi in cuor tuo Donatella? “Ci credo e ci spero, altrimenti non sarei qua, altrimenti avrei fatto la scelta che hanno fatto in tanti di andar via. Io credo alle potenzialità di questo territorio e credo alla qualità di vita diversa e migliore che qui si può fare. Però io faccio la guida ambientale, quindi amo la montagna, amo il verde, amo anche i posti abbastanza isolati, non mi interessa il centro delle città, qualche volta sì ma insomma.

Qui ci sono tante possibilità di lavorare secondo me che non vengono colte, anche nel turismo. Certo la difficoltà di vita, la mancanza di servizi, rende tutto un pochino più difficile, anche la distanza, lo spopolamento che non è un problema solo di Visso ma di tutto l'Appennino italiano. Però forse la sopravvivenza di questi territori è quella di attingere a persone che abbiano capacità imprenditoriali, che possano trovare in questi luoghi una opportunità di lavoro.”

Barbara Olmai

Altri approfondimenti su “L’Appennino Camerte” in uscita giovedì prossimo

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