Il debutto nel 1970, con la prima scrittura, a 22 anni, in Giochi da ragazzi, con Paolo Stoppa ed Enrico Maria Salerno (anche nelle vesti di regista dello spettacolo, prodotto da Garinei e Giovannini) e poi cinema, teatro, opera lirica, l’intuizione vincente di portare il musical in Italia con Compagnia della Rancia e dare vita a Tolentino a una “piccola Broadway”, i più grandi titoli internazionali tradotti in italiano e Pinocchio Il Grande Musical, che proprio in questi giorni debutta in Polonia: Saverio Marconi, 73 anni, soffia su 50+1 candeline di carriera, posticipando un anniversario importante che ha preferito celebrare con un anno di ritardo, per lasciarsi alle spalle un 2020che ha segnato lo stop forzato dello spettacolo dal vivo in Italia e nel mondo, ma non ha fermato creatività e progetti.

Saverio Marconi racconta e si racconta in una chiacchierata in cui ripercorre le tappe principali della sua vita e della sua carriera, tra aneddoti, ricordi e uno sguardo al futuro del teatro musicale.

All’esordio nel 1970 seguono molte esperienze come attore di teatro (con registi come Franco Enriquez e Aldo Trionfo), radio e tv, e sul grande schermo come protagonista, diretto da Gillo Pontecorvo, Luigi Comencini, Pasquale Squitieri e i fratelli Paolo e Vittorio Taviani. È proprio con loro che nel 1977, nel ruolo di Gavino Ledda in Padre Padrone (Palma d’Oro a Cannes), vince il Nastro d’Argento come miglior attore esordiente e riceve una candidatura ai Bafta 1978.

In quegli anni, si impegna come regista teatrale con un piccolo gruppo non professionista a Tolentino, dove approda per il legame con il nonno materno, il compositore Giuseppe Bezzi, e da cui prende vita la Scuola di Recitazione Comunale di cui è ancora oggi Direttore Artistico. Una scommessa, unita alla passione personale, all’intuizione di portare in Italia il teatro musicale di tradizione anglosassone, e alla fertile scelta della dimensione “di provincia”, nella cornice dello splendido ottocentesco Teatro Vaccaj, che si completa con la nascita di Compagnia della Rancia nel 1983, fondata insieme a Tommaso Paolucci e Michele Renzullo: prima dedicata a spettacoli di prosa e poi, dal 1988, all’importazione dei più grandi successi internazionali di teatro musicale, con La piccola bottega degli orrori e A Chorus Line, Compagnia della Rancia intraprende acclamate tournée in tutta la penisola, contribuendo in modo determinante alla divulgazione di questo genere e alla creazione di un nuovo “mercato” in Italia. “Broadway all’italiana” titola la stampa dopo il debutto di A Chorus Line al Festival di Todi nel 1990, ed è la spinta a proseguire sulla strada del musical, firmando la regia di quasi tutti i titoli prodotti da Compagnia della Rancia, tradotti interamente in italiano – tra cui West Side Story, Sette spose per sette fratelli, Grease, Cats, Tutti insieme appassionatamente, Cabaret, Frankenstein Junior, scoprendo e formando talenti.

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Lavora con grandi artisti che, insieme a moltissimi performer dal talento indiscutibile, sono stati protagonisti di titoli internazionali di grande successo: da Lorella Cuccarini a Michelle Hunziker, da Alessandro Gassmann, Gian Marco Tognazzi e Rossana Casale a Raffaele Paganini e Tosca, da Loretta Goggi e Paolo Ferrari a Chiara Noschese e Christian Ginepro, da Arturo Brachetti a Cesare Bocci, da Enzo Iacchetti e Gianluca Guidi, da Giampiero Ingrassia a Paolo Ruffini,e tanti altri che compongono un lunghissimo elenco.

Si confronta anche con la creazione di musical originali come Dance! (2000) e, più di recente (2014) Cercasi Cenerentola, scritto insieme a Stefano D’Orazio. È il 2003 quando Compagnia della Rancia festeggia i primi venti anni di attività con Pinocchio Il Grande Musical, con le musiche dei Pooh e l’indimenticato Manuel Frattini nel ruolo del burattino più famoso al mondo; lo spettacolo, che segna l’avvio della collaborazione con il Gruppo Forumnet (di cui Rancia entra a far parte nel 2004) approda in seguito anche in Corea del Sud e negli Stati Uniti, rappresentando l’Italia alla parata del Columbus Day a New York nel 2010, quindi nel 2021 in Germania e in Polonia. Ha diretto Sept filles pour sept garçons e Nine a Parigi per il celebre Teatro Folies Bergère e, a Broadway, la fringe-presentation del musical originale Mac Gregor.

Cura inoltre la regia delle opere liriche Don Pasquale, L’elisir d’amore (ripresa anche per la Rete Lirica delle Marche) e Le Malentendu nell’ambito delle stagioni dello Sferisterio di Macerata, Le donne curiose di Ermanno Wolf-Ferrari per la stagione invernale della Fondazione Arena di Verona, Nabuccodi Verdi, che inaugura la stagione del Teatro Massimo di Palermo e del Teatro Carlo Felice di Genova, Le convenienze e inconvenienze teatralidi Donizetti, coproduzione che vede insieme il Teatro del Giglio di Lucca, il Teatro di Pisa, il Teatro Goldoni di Livorno e il Teatr Wielki-Opera di Poznan.


La “Piccola Broadway d’Italia” si è svegliata con una luce in meno questa mattina.

Tolentino, il mondo della cultura e dello spettacolo piangono la scomparsa di Aldo Passarini, musicista, compositore, storico insegnante del Centro Teatrale Sangallo e collaboratore della Compagnia della Rancia per la quale, agli esordi, ha contribuito alla stesura dei brani musicali.

A darne notizia sono state la moglie Ada Borgiani, coordinatrice della scuola di teatro fondata da Saverio Marconi, e la figlia Leslie che, sul profilo dell’artista hanno scritto: “Più del dolore per la perdita, è la gioia di averti avuto nelle nostre vite. Non mancherai a tutti, ma a tante belle persone sì”.

E da insegnante qual era, il suo testamento morale: “Adoperarsi per affermare e difendere la dignità di ogni essere umano rende la vita degna di essere vissuta nella massima intensità”.

In centinaia, appresa la notizia, si sono già stretti attorno a quella grande famiglia che nasce dietro la tenda di broccato rosso e nelle sale prova.

Tanti i messaggi di cordoglio dei bambini che Passarini ha formato, di chi oggi è diventato adulto e porta con sé il valore dell’arte e della musica che l’insegnante ha tramandato loro.

 La sua scomparsa, al termine di una lunga malattia, arriva in un momento già triste per il mondo della spettacolo, ma anche dopo che il Centro Teatrale Sangallo ha raggiunto il traguardo dei 40 anni di vita. Un successo raggiunto anche grazie ad Aldo e sua moglie Ada che, insieme, hanno sempre rappresentato un punto fermo per tutti gli allievi che sono passati per quelle aule. L’amore che li legava e la passione che insieme hanno sempre messo nell’accogliere bambini e ragazzi in un mondo magico, non saranno certamente cancellati da questa scomparsa.

Giulia Sancricca
Cresce l'attesa per il prossimo appuntamento al teatro Vaccaj di Tolentino dove venerdì prossimo, alle 21.15, Saverio Marconi porterà in scena lo spettacolo, fuori abbonamento, Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano.

Una pièce che non è nuova a Tolentino, ma l'occasione di assistere alla performance del celebre regista, fondatore della Compagnia della Rancia, su un palco a lui tanto caro come quello del Vaccaj, incuriosisce il grande pubblico.

"Tanta emozione - commenta Saverio Marconi ai microfoni di Radio C1 In Blu - perchè era molto tempo che non salivo su quel palco come attore. Più che emozionante, per me tornare al Vaccaj è importante. Una importanza che acquista ancor più valore per lo spettacolo che porto in scena, capace di trasmettere al pubblico un messaggio profondo: l'umanità delle persone. Ci insegna che dobbiamo capire chi abbiamo difronte e aiutarlo".
Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano è la storia di un’infanzia, “l’infanzia che bisogna lasciare” o quella “da cui bisogna guarire”, di un’emancipazione, del superamento delle difficoltà attraverso un percorso di scoperta, di conoscenza di sé e di culture differenti.
Una stagione importante per il regista tolentinate: al teatro Vaccaj ha debuttato con Grease e ora torna sul palco da attore: "Gli anni passano - spiega commentando questo momento - . E' questa la verità, ma va bene così perchè se passano significa che un po' di cose sono state fatte. L'importante è non avere rimpianti ed è quello che mi prefiggo con tutto il cuore".
Tornato a Tolentino da regista e da attore, Marconi ha fatto ancora di più: in occasione del 40esimo anno di attività del Centro Teatrale Sangallo, la scuola di teatro fondata proprio da lui, ha tenuto un corso di recitazione: "Questo è stato il colpo più grosso fatto quest'anno - dice - . Sono molto contento, dopo le prime dieci lezioni che sono andate molto bene mi hanno chiesto di continuare ne farò altre venti da febbraio".

Ma tornando allo spettacolo in scena venerdì, anche per questa rappresentazione (la terza dal ritorno sulle scene di Marconi) la regia è curata da Gabriela Eleonori: "Gabirela è stata una mia allieva - spiega Marconi - quando faceva l'attrice, poi ha intrapreso la carriera di regista con molto successo. Devo dire che mi trovo molto bene con lei, tanto che è il terzo spettacolo di cui Gabriela mi cura la regia. Prima Variazioni enigmatiche, poi Bianco e nero e ora questo. Io non credo ai registi che fanno la regia di loro stessi - conclude - . Ci vuole sempre un occhio esterno e una persona che da fuori ti dica come fare".

GS

Un cast d'eccezione quello che ieri sera, al teatro Vaccaj di Tolentino, ha ottenuto gli applausi del pubblico per la commedia con musiche Viktor Und Viktoria, ispirata all’omonimo film di Reinhold Schunzel.

Sul palco una energica Veronica Pivetti, affiancata da attori e doppiatori più conosciuti ed apprezzati dal pubblico italiano come Giorgio Borghetti e Yari Gugliucci.

Un testo che ha portato in scena l'altro lato del mondo dello spettacolo: non quello fatto di lustrini e paillettes, ma quello fatto dei sacrifici degli artisti che, pur di lavorare, sono disposti a cambiare identità.
E' questa la storia interpretata da Veronica Pivetti: la storia di Susanne, talentuosa cantante disoccupata, diventata Viktor und Viktoria, un acclamato e affascinante en travesti, che conquista le platee di tutta Europa, scatenando presto curiosità e sospetti nella Berlino che subisce le nascenti forze nazionalisocialiste di Hitler.
Tra battute di spirito e divertenti equivoci emerge così la critica ad una società bigotta e superficiale, sempre pronta a giudicare dalle apparenze.
Dopo Misantropo con Giulio Scarpati, il cartellone del teatro Vaccaj ha così proposto uno spettacolo sicuramente diverso nello stile da quello di Moliere, ma capace di portare  ancora una volta sul palco temi più che mai attuali e pronti a far riflettere il pubblico.

Disponibili gli attori, al termine dello spettacolo, ad accogliere il pubblico e gli studenti dell'istituto Filelfo della città che hanno il compito di intervistare gli artisti e recensire lo spettacolo nell'ambito di un progetto scolastico.
Giorgio Borghetti ha ringraziato i presenti e ha ricordato il suo debutto con la Compagnia della Rancia: "Ero qui 17 anni fa con Bulli e Pupe - ha detto - . Ho un bellissimo ricordo di questo teatro e mi rende felice vedere il miracolo che è stato fatto per riaprirlo dopo l'incendio. Sono commosso nel ritrovarvi qui dopo tanti anni".

Prossimo appuntamento al teatro tolentinate, domenica 12 gennaio alle 17 per la rassegna A teatro con mamma e papà, con lo spettacolo Storia di un principe alla ricerca della verità.

GS
La dimostrazione d’affetto per la città che l’ha vista nascere e che, grazie al suo successo, è diventata la piccola Broadway d’Italia, viene dimostrato ancora oggi dalla Compagnia della Rancia.  La realtà teatrale fondata da Saverio Marconi ha, infatti, deciso di far partire il tour nazionale di Grease, lo spettacolo più noto della Compagnia, proprio dal teatro Vaccaj di Tolentino che lo ospiterà da venerdì fino a domenica.
"Questo non è un teatro - dice Marconi che accoglie i giornalisti sul palco proprio come in una grande famiglia - , è una casa, un momento. Abbiamo fatto tutti gli spettacoli qua fino all’incendio. 
È stato fermo dieci anni e in quegli anni noi abbiamo continuato a lavorare, ma questo palcoscenico ha un valore in più.
Peccato la capienza - commenta - con le tre repliche non copriamo nemmeno le spese vive dello spettacolo, ma non ci importa perché quando sei a casa metti il servizio buono e Grease è questo".
L'emozione del regista si percepisce a pelle, anche quando sottolinea, per la Compagnia, l'importanza della città dove è nata: "Sono felice di essere qui e di vedere i risultati che negli anni abbiamo portato con la scuola di recitazione, da cui sono usciti e continuano a farlo giovani di talento, e la Compagnia.
In questa casa di dobbiamo investire - dice, ribadendo l'importanza del teatro Vaccaj per la Compagnia -  non abbiamo un ritorno economico, ma nessuno abbandonerebbe la propria casa. Proprio per questo è bello vedere che noi siamo amati a Tolentino e questo lo sento”.

Una casa, Tolentino e il teatro, non solo per i veterani della compagnia, ma anche per i più giovani che, dalla gradinata della scena di Grease parlano dell'emozione nell'esibirsi sul palco del Vaccaj: "La sensazione che abbiamo avuto quando siamo arrivati a Tolentino - dice Eleonora Lombardo che da anni veste i panni di Rizzo - , quando il sound designer ha messo la musica ed è partito l’opening, è che il cuore si è riempito di magia. Grease ha il potere di far divertire noi e il pubblico. Qualsiasi pensiero svanisce e diventa una bolla magica, tutta rosa.  è per questo che i giovani diventano veterani, perché nessuno ha il coraggio di salutare Grease”.

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Eleonora Lombardo

Le fa eco Giorgio Camandona, nei panni di Kenickie: “Io sento una grande responsabilità a tornare in Compagnia e a tornare a Tolentino. Ho un legame forte con questa città, mi sento a casa. Ci sono poche città in Italia dove io mi sento a casa e Tolentino è una di queste. La sensazione di famiglia, a Tolentino, la tocchi. Tornare in questo teatro dopo un percorso lavorativo è proprio bello”.

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Giorgio Camandona

Tornando allo spettacolo bisogna però fare un salto indietro nel tempo: era aprile 2002 quando sul palco del teatro Vaccaj la Compagnia della Rancia festeggiava le 500 repliche di Grease. All’epoca sembrava già un traguardo importantissimo, ma in più di 20 anni sui palcoscenici di ogni Regione, Grease è diventato un fenomeno che si conferma ogni sera, con più di 1.800 repliche per oltre 1.870.000 spettatori a teatro.
Nella stagione che comincerà da Tolentino,  Grease, la cui regia è di Saverio Marconi associata con Mauro Simone, porta sul palcoscenico due nuovi protagonisti, giovani e talentuosi interpreti. Danny Zuko ha il volto di Simone Sassudelli, di ritorno dagli Stati Uniti dopo ben cinque spettacoli portati in scena a Los Angeles; al suo fianco, nel ruolo di Sandy, Francesca Ciavaglia che lo scorso anno aveva calcato il palco del Vaccaj con Big Fish.

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Francesca Ciavaglia e Simone Sassudelli


“L’Italia è casa mia - commenta Sassudelli - . Grease è capitato per caso e la sensazione di tornare era quella di tornare a casa: lasciare gli Stati Uniti non è stato difficile perché sapevo di ritrovare una famiglia”. 
Stessa emozione per la giovane Francesca Ciavaglia: “Lo scorso anno abbiamo aperto la stagione del Vaccaj dopo gli anni di chiusura - dice - , quindi è stata una grande responsabilità e ora lo è ancora di più”. 
Ad annunciare un Grease “bello, fresco, di cui sono orgoglioso”, il vocal coach Gianluca Sticotti, ma anche Ilaria Suss che ha curato le coreografie.

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Gianluca Sticotti

Sono passati 19 anni dalla celebrazione delle 500 repliche di Grease a Tolentino ed oggi, rivedere la celebre auto del musical più amato tornare su quel palco, ha riacceso l’emozione tra gli addetti ai lavori e gli spettatori, confermando che il teatro, il musical e la Compagnia della Rancia sono sicuramente tra le caratteristiche più amate della città. 

Lo conferma l’assessore Fausto Pezzanesi che, nel chiudere la conferenza di presentazione, dice: “Resta il sentimento di affetto verso tutto quello che avviene in questo teatro. Vedere continuità con Saverio Marconi che ci fa crescere di qualità, di livello, è davvero un orgoglio. Il teatro è storico ma chi fa la differenza è la bravura degli uomini e una persona come Marconi che ama questo posto e ha dato una crescita continua, è un valore che gli altri non hanno”. 

Giulia Sancricca
Grande successo per lo spettacolo " Armonicamente" andato in scena all'auditorium Benedetto XIII in occasione dell'avvio della nuova stagione teatrale di Camerino. Un pubblico numeroso e calorosissimo, ha tributato applausi ad ogni scena della serata, originale intreccio tra musical e fisarmoniche che, in maniera emozionante, ha raccontato di due realtà completamente marchigiane: la storica fisarmonica di Castelfidardo e La Compagnia della Rancia di Tolentino. L'evento ha rappresentato una delle tappe del progetto  "Marche in vita- Lo spettacolo dal vivo per la rinascita dal sisma" realizzato in collaborazione con MiBAc, Regione Marche, AMAT e CMS, Consorzio Marche Spettacolo. Prima dell'inizio,  l'assessore alla cultura Giovanna Sartori, ha illustrato nel dettaglio gli appuntamenti della nuova stagione teatrale di Camerino che, da dicembre a marzo 2020, andranno a comporre un cartellone vario e accattivante, in grado di essere apprezzato da un pubblico eterogeneo. 
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E' così che "Armonicamente" ha preso vita: tra luci e coloratissimi costumi di scena, le note malinconiche e vibranti dei tasti si sono accompagnate con eleganza al repertorio del teatro musicale della celebre compagnia tolentinate, fondata  da Saverio Marconi nel 1983. Sul palco i talentuosi fisarmonicisti dell'Associazione culturale "Gervasio Marcosignori" e i bravissimi giovani diplomati del corso per Performer di Musical Teathre. Iniziando da Grease, gli impeccabili assaggi di musical hanno attraversato La piccola bottega degli orrori ,Tutti insieme appassionatamente, Hello Dolly, Jesus Christ Superstar, Pinocchio, raccogliendo applausi e consensi ad ogni uscita. Bellissimo l'impianto coreografico, emozionante l'atmosfera restituita dallo spettacolo, sia nella parte del teatro musicale abbinata all'abilità dei fisarmonicisti, sia nei pezzi assolo eseguiti alla fisarmonica che hanno fatto da spunto per narrarne l'evoluzione, dall'organetto allo strumento elettronico. Molto apprezzata l'esecuzione di brani tratti dal repertorio del grande Gervasio Marcosignori, insignito dell'oscar mondiale della Fisarmonica e il cui nome, ha scelto di portare avanti l'associazione di Castelfidardo nata nel 2013. Prossima tappa di "Armonicamente" quella di martedì 17 settembre al Teatro Alaleona di Montegiorgio, per chiudere poi a Castelfidardo mercoledì 18 settembre dal palcoscenico del Teatro Astra. 
cc


Sul prossimo numero del settimanale Appennino Camerte , l'approfondimento dedicato alla stagione teatrale 2019/2020

Nella foto, il regista Saverio Marconi e alcune delle giovani protagoniste dello spettacolo
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"Big Fish" commuove il pubblico del teatro Nicola Vaccaj al debutto della stagione teatrale.

Il musical della Compagnia della Rancia ha incantato i numerosi abbonati tornando sul palcoscenico dove Saverio Marconi ha dato vita a tanti dei suoi spettacoli.

Una scenografia elegante e senza fronzoli ha lasciato il posto ad una storia carica di significato.

E' stato Giampiero Ingrassia ad interpretare Edward Bloom, un padre dalla storia incredibile "che ricorre a narrazioni iperboliche colorate di fantasia, tra lo stupore di chi lo circonda – come si legge nelle note di regia - . Le storie che affascinavano suo figlio da piccolo sono le stesse che, nel tempo, li ha allontanati l'un l'altro".

Molto positivi i commenti degli spettatori che con grande emozione sono di nuovo usciti dalla porta del teatro Vaccaj commentando lo spettacolo e le performance. 

Una grande emozione anche per Ingrassia tornare nel teatro dove ha iniziato la sua carriera e la felice collaborazione con la Compagnia della Rancia. 

"Sono molto contento, l'applauso finale del pubblico mi ha commosso – ha dichiarato Saverio Marconi al termine dello spettacolo - . Io non sono solito parlare, anche oggi avrei voluto ringraziarli tutti ma non ce l'ho fatta.

Ho visto che lo spettacolo è piaciuto ed è riuscito a coinvolgere tutti. Queste persone sono gli abbonati, sono la forza del teatro e noi dobbiamo deluderli mai".

 

Ora spazio alle repliche fuori abbonamento, da questa sera (venerdì 12 ottobre) a domenica.

L'argomento, con tutte le interviste del dopo spettacolo, sarà approfondito nella edizione de L'Appennino Camerte della prossima settimana.

Giulia Sancricca

L’odore di vernice fresca e degli arredi nuovi si unisce ai ricordi che il teatro Vaccaj ha lasciato negli anni a chi ci ha lavorato ed al pubblico.

E’ questa l’emozione che si prova nel rientrare nel luogo simbolo della cultura tolentinate che da domani sera sarà di nuovo a disposizione di tutta la città.

Voglio subito ringraziare – ha detto il sindaco, Giuseppe Pezzanesi - tutti coloro che a partire dall'incendio fino ad oggi, tra mille difficoltà, hanno operato con professionalità, passione e dedizione per consentire la riapertura del teatro. Abbiamo svolto lavori per oltre sei milioni di euro per riconsegnare alla città, un teatro ancora più bello e funzionale di quanto era prima dell'incendio.

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Ringrazio – ha concluso Pezzanesi - il Governo, le Soprintendenze, la Regione Marche, la Protezione Civile nazionale e regionale, la Fondazione Carima, le compagnie assicuratrici, per la collaborazione prestata e per i fondi stanziati per finanziare il recupero e i lavori. Un ringraziamento speciale anche a tutte le ditte e le maestranze che hanno lavorato al restauro, così come a tutti i dipendenti comunali che hanno lavorato con grande passione e professionalità, superando ogni ostacolo. Come già annunciato, la Compagnia della Rancia gestirà, come in passato, il Teatro Nicola Vaccaj".

Emozionata l’ingegnere Barbara Capecci: “E’ un onore riconsegnare il teatro Vaccaj - ha detto - . La sensazione che proviamo noi che ci abbiamo lavorato per anni è molto forte. Il lavoro è stato bellissimo, impegnativo, complesso e ha caratterizzato tante imprese diverse. La progettazione preliminare e la direzione dei lavori sono state realizzate da dipendenti pubblici e questo dà onore all’amministrazione. Oltre 40 le ditte che ci hanno lavorato e altre 40 aziende per le lavorazioni di tutti i livelli. Il plafone, poi, è stato sicuramente l’elemento più danneggiato all’interno del teatro ed è stato ricostruito in maniera sapiente”.

Soddisfatto anche l’architetto Mibact, Pierluigi Salvati: “Il Vaccaj è stato realizzato conservando l’autenticità del teatro storico, nonostante gli interventi significativi. Unico motivo di insoddisfazione - ha ammesso - è che il progetto preliminare prevedeva un ridotto da realizzare sotto la piazza, un ammodernamento al di fuori dello spazio teatrale storico che non è stato realizzato ma non è detto che non si possa fare”.

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Una emozione unica per il direttore della Compagnia della Rancia, Saverio Marconi: “Dopo l’incendio - ha confidato - sono stato malissimo per molto tempo, avevo paura di non rivederlo, invece l’ho visto nella maniera migliore in cui potessi ritrovarlo. E’ stato ristrutturato nella maniera giusta, non snaturante ed utile sia per gli spettatori sia per chi deve lavorare in palcoscenico”.

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Domani sera la serata istituzionale del taglio del nastro sarà trasmessa in diretta televisiva su Canale 14 e ci saranno degli schermi in piazza della Libertà e in piazza Vaccaj.

Le foto dell’evento e ulteriori approfondimenti saranno pubblicati nella prossima edizione de “L’Appennino Camerte”.

 

Giulia Sancricca

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