La limitzione degli spostamenti in entrata e in uscità dalla provincia di ancona è stata prolungata fino al 27 febbraio.
A deciderlo è stato il presidente, Francesco Acquaroli, che ha firmato questa mattina l’ordinanza di proroga.

Una scelta fatta dopo aver "sentito i servizi Sanità - scrive - dopo il confronto che si è svolto ieri con il Prefetto di Ancona ed i sindaci dei comuni maggiormente colpiti sul territorio provinciale anconetano. Il provvedimento sarà valido fino alle ore 24 di sabato 27 febbraio, per gli spostamenti in entrata e in uscita dal territorio della provincia di Ancona.
La Regione continua a svolgere un continuo e costante monitoraggio e tracciamento della situazione - prosegue il governatore - e si è detta disponibile con i singoli Comuni a valutare specifiche misure di mitigazione della diffusione del Covid19.
Dunque, con il provvedimento adottato, non sono consentiti spostamenti in entrata e in uscita dal territorio della provincia di Ancona, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. Sono comunque consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza nei limiti in cui la stessa è consentita. È consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Il transito sul territorio è consentito qualora necessario a raggiungere ulteriori territori non soggetti a restrizioni negli spostamenti o nei casi in cui gli spostamenti sono consentiti dalla normativa vigente. Occorre sempre far uso della autocertificazione riguardo alle cause giustificative dello spostamento".

GS
"La montagna merita rispetto, non Speranza". Con questo slogan che contiene il chiaro riferimento al Ministro della Salute Roberto Speranza, i rappresentanti locali, provinciali e regionali di Fratelli d'Italia hanno manifestato sulle piste da sci di Pintura di Bolognola, con la presenza del sindaco Cristina Gentili.
Erano presenti i consiglieri regionali Elena Leonardi, Pierpaolo Borroni, Nicola Baiocchi e Andrea Putzu; assessori e consiglieri dei comuni del territorio come Francesco Pio Colosi, Andrea Mozzoni, Paolo Renna, Mirco Baroni, Francesco Caldarolni, Antonio Vagnoni, Paolo Del Giudice e Andrea Balestrieri.

"La montagna non deve essere abbandonata - dice il coordinatore provinciale Fdi, Massimo Balestrieri che ha presenziato. Lo sci è un settore turisico importante di cui la montagna vive. Se si sottrae alla montagna la possibilità di poter sviluppare le proprie attività che danno reddito e sostegno alle famiglie, mettiamo in grave difficoltà questi territori.
Lo Stato deve capire che la montagna e le sue attività devono essere sostenute: è impossibile dare uno stop a 12 ore dalla riapertura degli impianti, quando tutti si sono organizzati, hanno speso ulteriori soldi per mettere le attività in sicurezza, e poi si vedono arrivare il Dpcm che blocca tutto".

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Con un post pubblicato sulla pagina Facebook provinciale di Fratelli d'Italia anche Giorgia Meloni aveva preso posizione: "Chi sostiene che lo sci è un’attività sacrificabile - ha scritto - ignora che il turismo invernale è un asset economico insostituibile e non si rende conto che per tanti territori è l’unica fonte di ricchezza e occupazione. Chi vive e lavora in montagna merita rispetto, va sostenuto nell’accesso ai servizi e chiede che lo Stato sia un alleato per favorire residenzialità, combattere lo spopolamento e rilanciare l’imprenditorialità. I commenti approssimativi, i pregiudizi e l’ironia che sto leggendo in queste ore per giustificare la folle scelta di Draghi e Speranza di rinviare, peraltro con poche ore di preavviso, la stagione sciistica amatoriale sono un affronto per tantissimi nostri connazionali. Fratelli d’Italia è l’unico partito ad aver celebrato più volte gli Stati Generali della Montagna e ad aver difeso in Parlamento le istanze di tutti quei cittadini che chiedono di poter continuare a vivere e lavorare dove sono nati e cresciuti: lo dimostra la mozione approvata alla Camera ormai un anno fa, rimasta lettera morta per colpa della sinistra e della maggioranza. La montagna - conclude - è un pezzo dell’identità italiana e non può essere umiliata in questo modo".

GS

Il Covid si porta via l'ultimo figlio del fondatore della ditta "Marmi Soverchia" di San Severino.
Federico Soverchia aveva 91 anni ed era ricoverato all'ospedale di Macerata dopo aver contratto il virus che non gli ha lasciato scampo. 
L’azienda è stata fondata nel 1941 dal Cavalier Giovanni Soverchia per la lavorazione della pietra naturale che ancora oggi tramandano con la maestria di ieri e le tecnologie di oggi.  
Una delle colonne dell'azienda, Federico Soverchia si è sempre impegnato con passione e dedizione per portare avanti l'attività di famiglia. La stessa azienda che oggi si stringe attorno ai familiari dell'imprenditore che lascia la moglie e i tre figli.
I funerali si terranno oggi pomeriggio, alle 15, nella chiesa di Santa Maria della Pieve.

GS
Due casi di positività alla scuola dell'infanzia di Sarnano, il sindaco decide per l'ordinanza di chiusura a scopo precauzionale.
Ne è stata data comunicazione ieri sera: "La situazione è abbastanza tranquilla - commenta il primo cittadino, Luca Piergentili - . Abbiamo due soli casi di bambini positivi in due classi diverse: contagi che, presumibilmente, sono avvenuti a livello familiare. Essendo l'istituto formato da sole tre classi, abbiamo ritenuto opportuno sospendere le lezioni per una settimana a scopo cautelativo.
I bambini sono tutti in quarantena e le famiglie stanno effettuando accertamenti per avere contezza della posivitià o meno dei propri figli e del nucleo familiare.
Fortunatamente - conclude - le persone che hanno effettuato i tamponi, fino ad oggi sono negative, e quindi contiamo di riuscire a normalizzare la situazione in tempi brevi".

GS
Sembrava che il provvedimento del ministro Roberto Speranza fosse riuscito a spegnere l'entusiasmo dei gestori di Bolognola Ski, ma è stata una vera e propria gara di sostegno e solidarietà a ripagare l'impegno che la stazione sciisticia (l'unica della provincia che era pronta per riaprire lunedì stesso) aveva messo in campo per la ripartenza.
Non appena i gestori hanno annunciato il rimborso degli skipass, infatti, sono stati tanti gli appassionati che hanno scritto di non volere il rimborso per sostenere gli investimenti fatti dall'attività.
"I nostri clienti ci sono stati molto vicino in questa situazione - dice il direttore Francesco Cangiotti - e questo ci ha fatto molto piacere. Molti di loro hanno proposto di non rivolere indietro la quota pagata per gli skipass. Noi, per serietà e correttezza nei confronti dei clienti, abbiamo deciso di rimborsare tutti, perchè ci sembra giusto che non debbano essere loro a rimetterci, ma questi ristori li dovrà concedere lo Stato. Ci ha fatto piacere sentire la loro vicinanza e i loro messaggi perchè ci fa capire che abbiamo fatto un buon lavoro ed il mondo dello sci è unito in questa situazione".

Una vicinanza che la società Bolognola Ski si sarebbe aspettata anche dalla Regione: "Abbiamo avuto l'incontro con l'assessore regionale Guido Castelli - dice - che ci ha ascoltato e si è mostrato disponibile. Ammetto però che ci saremmo aspettati una presa di posizione più ferma, come hanno fatto altre regioni italiane, invece le Marche sono rimaste neutrali ed il presidente non si è esposto nemmeno con un post su Facebook o un messaggio di vicinanza".

GS
La prima riconversione dell'ospedale di Camerino in Covid Hospital avvenne l'8 marzo scorso, durante la prima ondata, con il governo regionale guidato da Luca Ceriscioli.

Ora che il depauperamento del nosocomio camerte ha di nuovo riacceso il dibattito politico, ad intervenire è l'ex assessore regionale Angelo Sciapichetti.

"Quando si governa - esordisce - ci si deve assumere anche la responsabilità di scelte difficili e impopolari. Io, insieme ad altri purtroppo sono stato costretto a farlo diverse volte come ad esempio nella prima ondata della pandemia nel marzo scorso, quando di fronte all'avanzata del virus purtroppo e sottolineo purtroppo, anche l'ospedale di Camerino fu chiamato a dare il suo contributo cosi come fu chiesto a tanti altri ospedali. La situazione di oggi però è ben diversa - sottolinea - , per molti motivi, ma due sono i principali: in primis perché a marzo c'era l'avanzata travolgente di un virus di cui non conoscevamo nulla se non le migliaglia di persone infette che di ora in ora crescevano e affollavano i pronto soccorso di tutta la regione e nessuno al mondo sapeva come e cosa fare se non cercare di garantire in qualche modo un posto letto a chi veniva colpito dal virus; la scelta in quei giorni drammatici si divideva tra la requisizione, in poche ore, di interi ospedali o lasciar morire le persone senza cure.
In secundis, cosa ancora più importante, non c'era una struttura come il covid hospital di Civitanova che noi abbiamo realizzato in pochi giorni, tra un fuoco ininterrotto di polemiche provenienti da tutte le parti e in alcuni casi non del tutto disinteressate. La seconda ondata ha dimostrato purtroppo che quella struttura era necessaria e se oggi non ci fosse stata la nostra regione sarebbe stata collocata da diverso tempo in zona rossa".

Due situazioni che oggi, secondo Sciapichetti, avrebbero minore peso e dovrebbero indirizzare diversamente le decisioni della giunta regionale: "Voglio ricordare che nella drammatica riunione dell'otto marzo effettuata a Camerino coscienti dell'enorme sacrificio richiesto ai camerti, prendemmo degli impegni ben precisi con l'amministrazione comunale che erano quelli di restituire alla collettività dell'alto maceratese il loro ospedale prima possibile. Lo facemmo a giugno. E lasciare nel locale ospedale, così come è stato fatto, tutte le attrezzature sanitarie che per l'emergenza covid furono portate a Camerino.
L'ospedale di Camerino è una struttura necessaria ed indispensabile per tutto un territorio montano in difficoltà per il terremoto e non solo, e bene hanno fatto i sindaci di Camerino, Castelsantangelo e Matelica a ricordare la centralità di quell'ospedale il cui ruolo non è mai stato da noi messo in discussione sia pur tra le mille difficoltà di quegli anni dovute alla mancanza di personale medico e paramedico e alle ristrettezze economiche. Difficoltà - ammette - che ad onor del vero, si riscontrano purtroppo in tutti gli ospedali".

Non vuole essere una critica nei confronti dell'attuale amministrazione regionale, quella di Angelo Sciapichetti, ma il riscatto nei confronti di chi all'epoca non condivise le scelte di quella giunta: "Io non critico (restituendo magari pan per focaccia come avrebbero fatto tanti altri) le scelte dell'attuale giunta regionale nella gestione della pandemia anche se molte sarebbero discutibili, perché so quanto sia difficile gestire una emergenza del genere.
Quello che fa male - dice - è che coloro che all'epoca e in campagna elettorale si sono scagliati contro di noi e sono venuti a chiedere voti, ergendosi a paladini del locale ospedale, oggi fanno finta di non vedere, negano le difficoltà che ci sono oggi come ieri e definiscono "indegne e strumentali" le critiche di questi giorni dei cittadini costituitisi in comitato, ma c'è un vecchio detto che dice: "chi la fa la aspetti" Voglio ricordare che per sciacallare qualche voto, ci furono candidati (non tutti a dire il vero) e forze politiche che misero in circolazione voci del tutto infondate sulla volontà di chiudere l'ospedale di Camerino. La verità è che mai è stato messo in discussione il ruolo dell'ospedale, anzi, nella formulazione dell'accordo votato a suo tempo all'unanimità dalla conferenza dei sindaci del maceratese nel quale si decideva la localizzazione del nuovo ospedale provinciale si riaffermò la necessità di mantenere comunque il presidio di Camerino come molti sindaci presenti a quella riunione potrebbero testimoniare. Nessuno ha mai parlato di ospedale unico - precisa - .
Le bugie hanno le gambe corte e la destra che ora governa la regione è chiamata a prendere decisioni e di passare dalle promesse alle scelte. Oggi, visto l'andamento della pandemia, la struttura camerte deve essere sanificata e liberata dai malati covid (che oggi potrebbero essere collocati ad esempio nel covid hospital di Civitanova Marche) e restituita prima possibile alla sua indispensabile e insostituibile funzione e il governo regionale deve avere la capacità di attrarre risorse come quelle del Recovery fund e non solo, che oggi sono state messe a disposizione per la pandemia ma che ieri noi non avevamo perché i vari governi nazionali (di centro destra e di centro sinistra) che negli anni si sono succeduti, hanno tutti colpevolmente effettuato ogni anno miliardi di euro di tagli in sanità.

La politica - conclude - ieri come oggi, deve far sentire la propria voce a difesa di un ospedale che, voglio ricordarlo a me stesso, fu voluto e realizzato dopo il terremoto del '97 da amministratori capaci e attenti alle necessità di un territorio che per essere resiliente e rilanciato deve mantenere intatti servizi essenziali come quelli sanitari".

GS
Sono dati che preoccupano, ma che al tempo stesso dimostrano l’impegno per non lasciare nessuno da solo. Si tratta dei dati delle Caritas della Regione Marche che nel 2020 ha vissuto certamente uno degli anni più difficili dell’ultimo periodo.

Ma in  questo contesto di grave emergenza e di disorientamento, la Chiesa ha voluto essere un faro in grado di offrire un aiuto, seppur limitato, sia dal punto di vista economico ma soprattutto dal punto di vista umano.

Le 13 diocesi marchigiane hanno voluto essere al fianco delle famiglie in difficoltà tramite le Caritas, loro organismo pastorale, attraverso cui hanno incontrato ed ascoltato quasi 14.000 persone.

E questo è solo uno dei numeri che nel 2020 hanno interessato le Caritas: sono stati 35.000 i momenti di incontro offerti di cui 6.500 telefonici e gli altri in presenza. Le quasi 14.000 persone incontrate sono per il 51% uomini e di queste il 44% di nazionalità italiana; ben 5.200, pari al 37% del totale si sono rivolti alla Caritas per la prima volta nel 2020. Rispetto all’anno precedente c’è stata una crescita del 25.5%.

Oltre all’aiuto economico poi, sono continuati tutti i servizi offerti dalle Caritas alle persone in difficoltà: sono stati preparati e donati più di 160.000 pasti dalle mense della regione, assistite 2.000 famiglie negli empori solidali, offerti più di 40.000 pacchi viveri e 6.500 interventi di vestiario. L’accoglienza notturna ha garantito 70.000 notti circa, di cui 18.000 per la prima accoglienza e 52.000 dedicati alla seconda accoglienza. Inoltre sono state garantite 3.400 docce, 1.700 prestazioni sanitarie ed erogati 60.000 euro per pratiche di nano e micro credito.

Ma in questo anno, più dei dati raccolti parlano i volti delle persone incontrate e le loro storie: storie che raccontano di lavori precari, di intere famiglie monoreddito fragilmente appese ad un unico stipendio, incapaci di affrontare imprevisti e difficoltà anche di breve periodo.

Troppo arido, quindi, parlare di cifre, ma spesso sono necessarie per ben comprendere la gravità dei problemi che tante persone sono state costrette ad affrontare e ai quali l’aiuto della Caritas è servito per alleggerire il peso di tanta sofferenza.

Nel prossimo numero dell’Appennino Camerte un approfondimento anche con i dati relativi alla diocesi di Camerino.

GS
Trasporto pubblico e rientro a scuola.
Sono stati questi i temi al centro dell'incontro che si è svolto ieri, in videoconferenza, tra il prefetto Flavio Ferdani, i Rappresentanti Provinciali e Regionali della Scuola, del Trasporto pubblico locale e ferroviario, i Sindaci dei Comuni di Macerata, Civitanova, Recanati, Corridonia, Matelica, San Genesio, San Severino Marche, Cingoli, ed il rappresentante di Regione Marche.

L'incontro è stato convocato per effettuare un monitoraggio sulla risposta del sistema trasporti nella prima settimana della ripresa dell'attività didattica in presenza del 50% degli studenti frequentanti gli istituti scolastici sopra detti a fronte di una pari capienza dei mezzi pubblici.

"Sono state analizzate - si legge in una nota della prefettura - le strategie e le soluzioni messe in campo per assicurare la capillare diffusione della conoscenza, anche in modalità telematica, da parte degli studenti delle disponibilità dei mezzi pubblici e sulle misure adottate negli scali di maggiore affluenza al fine di evitare assembramenti e garantire il distanziamento fisico.

Anche da parte del Dirigente scolastico provinciale non sono state segnalate particolari criticità ed ha confermato che prosegue l’attività per completare un percorso formativo degli studenti da parte del personale Asur,  affinchè gli studenti diventino loro stessi "protagonisti" della cultura della prevenzione per fronteggiare l'emergenza sanitaria.

 I Sindaci dei Comuni hanno rappresentato come anche le verifiche “a terra” da parte del personale delle Polizie Locali, degli steward, del volontariato e delle Forze dell’Ordine hanno permesso di evitare pericolosi assembramenti.

Dall’esito dell’incontro - conclude la nota - è emerso che dal punto di vista complessivo il sistema ha retto. Il monitoraggio continuerà anche nei prossimi giorni per riscontrare eventuali problematiche ed individuare gli accorgimenti risolutivi per garantire che il trasporto e l'attività didattica avvenga in condizioni di sicurezza".

GS
"Il Ministro Speranza mi ha appena comunicato che le Marche da domenica torneranno in zona gialla".
Con un post su Facebook il presidente della Regione Francesco Acquaroli ha annunciato che le Marche torneranno di nuovo in zona gialla, precisando poi che l'ordinanza attuale resterà in vigore fino alle 23.59 di domenica e l'effettivo passaggio a zona gialla comincerà da lunedì 1 febbraio.
Un sospiro di sollievo da parte delle attività commerciali che da tanto attendevano che le restrizioni venissero diminuite.
Nei giorni scorsi il governatore aveva inviato una lettera al ministro Speranza, per chiedere che nella valutazione sulla fascia di colore che si apprestavano a fare nei confronti della Regione, si tenesse conto che l'indice Rt nelle Marche è sotto ad 1 dal 15 novembre.
"L'accoglimento di questa richiesta - aveva detto Acquaroli - , oltre a riconoscere il miglioramento tendenziale della situazione epidemiologica, è importante anche per far fronte alla crisi di molteplici settori ed attività economiche che stanno pagando un prezzo altissimo in questa pandemia".

GS

Di seguito le regole da seguire

AREE decreto 05112020
Sono solo tre i cittadini risultati positivi al Covid dopo lo screening che si è svolto al poliambulatorio di Pieve Torina per gli abitanti dei comuni dell’Ambito Sociale 18

"La macchina organizzativa - commenta il sindaco Anlessandro Gentilucci - ha funzionato e il nuovo poliambulatorio si è dimostrato funzionale a questa esperienza, ospitando le persone che hanno deciso di sottoporsi, volontariamente, al test antigenico rapido. Complessivamente - aggiunge -soltanto TRE soggetti sono risultati positivi e sono state immediatamente attivate le ulteriori misure di controllo e prevenzione. Hanno collaborato anche la Protezione Civile e la Croce Rossa cui va il plauso mio e dell’intera cittadinanza. Fondamentale il ruolo del personale sanitario messo a disposizione dall’Area Vasta 3 che ringrazio, così come voglio sottolineare la sensibilità dimostrata dal presidente della Regione nell’aver raccolto l’indicazione di Pieve Torina come luogo di effettuazione dello screening, a dimostrazione della validità di una struttura, il poliambulatorio, appena inaugurata, che vuol essere punto di riferimento per l’intero territorio alto maceratese per i servizi sociosanitari di base”.

GS

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