«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini che egli ama». (Lc 2, 14)

Carissimi fratelli e sorelle,

formulare gli auguri di Natale dovrebbe essere una delle cose più semplici di questo mondo. Invece quest’anno sto provando tanta difficoltà, perché sento in me la fatica di chi è chiamato a trasmettere una notizia straordinariamente bella, ma si trova a doverlo fare in un tempo faticoso, scandito da tante forme di violenza: violenza tra popoli e tra noi, violenza di sentimenti, di parole e di atteggiamenti. Ciò nonostante, provo ugualmente a rivolgermi a Voi, incoraggiato da un annuncio che nessuna paura, né periodo faticoso può mettere a tacere: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace sulla terra a gli uomini che egli ama”. È infatti cosi che agli angeli, nella notte di Natale, proclamano un tempo nuovo ai pastori riuniti intorno alla grotta di Betlemme.

Quindi, a motivo di questa straordinaria notizia, mi piacerebbe potessimo celebrare il Natale non come un momento tradizionale ed evanescente, caratterizzato da atteggiamenti di facciata, ma come un’occasione per tornare a fermarsi, a riflettere e ritrovare la pace del cuore e la serenità dell’anima, consapevoli che questa pace non si trova ovunque o in chiunque, ma solamente in Gesù.

Nel Natale ci viene rivelato che la gloria di Dio è la Pace sulla terra e tra gli uomini. Pensate quanto è diverso Dio da noi: Lui si gloria se noi siamo in pace, mentre per noi la gloria è spesso associata alla sconfitta del nemico e all’affermazione di noi stessi a scapito degli altri. Ne abbiamo triste conferma non solo nella brutale aggressione ai danni dell’Ucraina che si protrae da quasi un anno, ma anche nei conflitti che si combattono in ogni angolo del mondo.

Ecco, allora, che il Natale diventa occasione quanto mai propizia per ricordare alla nostra umanità che, se vogliamo sperimentare la gloria di Dio come nostra Pace, è indispensabile promuovere una cultura della pace formando una generazione di veri artigiani di Pace, capaci di essere “pacificatori” e non solo pacifisti, coraggiosi nel condannare non solo questa o quella guerra, ma il conflitto in quanto tale, soprattutto quello invisibile e nascosto. Mi riferisco alle lotte tra i poveri, alle battaglie di chi è rimasto senza lavoro, ai contrasti nelle famiglie e tra le generazioni, alle guerre che riducono in miseria intere popolazioni provocando migrazioni di massa, agli abusi contro l’ambiente, alle battaglie ideologiche e così via.

Questa inesauribile storia di violenza ci racconta che abbiamo bisogno di Pace tra noi e sulla nostra terra irrorata dal sangue di innumerevoli vittime di guerre e terrore; Pace in ciascuna famiglia sempre più esposta alla fragilità delle relazioni e a brutalità spesso nascoste e, per questo, ancor più dolorose; Pace nelle nostre comunità cristiane chiamate a testimoniare l’accoglienza fraterna, particolarmente verso chi si sente rifiutato; Pace nelle nostre città e nei nostri paesi esposti al diffuso e non superato malessere sociale che alimenta risentimento o rancore verso tutto e verso tutti; Pace per il nostro pianeta - nostra casa comune - sempre più sfruttato ed inquinato dal nostro esasperante menefreghismo. Abbiamo bisogno di Pace e non semplicemente di starcene in pace, indifferenti a tutto ciò che non arriva a disturbarci.

Per noi credenti, la Pace è il dono natalizio per eccellenza perché è una persona: l’Emmanuele, il Dio con noi! Questa Pace nasce nel cuore di chi accoglie il Principe della Pace e vive in comunione con Lui, una comunione dalla quale scaturiscono gli stessi suoi sentimenti. Questa Pace va implorata come dono di Dio, ma va anche costruita con impegno, serietà e fantasia, giorno dopo giorno, facendo germogliare la giustizia e l’amore che sono dentro di noi.

Solo se sapremo trovare il coraggio di rivoluzionare la nostra mentalità, allora comprenderemo che ciò che minaccia la Pace non è la guerra, ma la superbia; non i colpi di cannone, ma la mancanza di amore; non la persecuzione a causa della giustizia, ma lo svendere il nostro cuore a ciò che non è Dio. Ciò che minaccia la Pace è dimenticarci che essa non è un semplice vocabolo, ma un “vocabolario” che restituisce il giusto significato alla parola amore. Ciò che minaccia la Pace è aver perso il gusto del dono gratuito, libero e generoso della nostra vita. Ciò che minaccia la Pace è smettere di lottare affinché la grazia di Dio possa vincere sul nostro peccato. Ciò che minaccia la Pace è l’incapacità di riconoscere nell’altro un fratello o una sorella, e non un temibile avversario.

È questo il messaggio di speranza che giunge dall’umile grotta di Betlemme e che quel Bambino - «avvolto in fasce e deposto nella mangiatoia» - consegna a tutta l’umanità. Ed io, come pastore e padre di questa chiesa particolare, ho il dovere di annunciare e condividere questo annuncio nella forma del più cordiale augurio per tutti e per ciascuno. Un augurio che, per noi credenti, si fa preghiera per chiedere al Signore di trasformare le mie povere parole in fecondi eventi di grazia tramite i quali poterlo riconoscere. Solo così, potremo vivere un Natale probabilmente non “in pace”, ma sicuramente “di Pace”!

Buon Natale a tutti!

+ Francesco Massara, arcivescovo
Abbellire il Natale nel segno delle tradizioni ritrovate e della condivisione. Sarnano si prepara a vivere festività colorate non solamente dalle luminarie, ma anche dalle trame che riportano alla memoria il saper fare delle signore di una volta. Ad abbellire il paese quest’anno, così come l’anno scorso, ci pensano infatti le “granny”, le nonnine dell’entroterra, e i loro addobbi all’uncinetto. Un’iniziativa nata durante il lockdown di due anni fa, che ha saputo prendere piede arrivando a coinvolgere donne di tutte le età e da tutta Italia. Dopo gli alberelli e gli addobbi realizzati per il Natale del 2021, l’idea di Silvia Capri e di Marina Perfetti è diventata ancora più ambiziosa: realizzare una slitta di Babbo Natale interamente foderata di “mattonelle” all’uncinetto.

È nato tutto dal tam-tam sui social. Durante il lockdown del marzo del 2020, infatti, Silvia e Marina hanno deciso di creare un gruppo su Facebook dove pubblicare le loro iniziative. Da lì l’idea si è sparsa a macchia d’olio, arrivando a coinvolgere signore anche da fuori regione. Lo scorso anno Sarnano si è riempita di alberelli decorati all’uncinetto, mentre quest’anno, grazie all’aiuto del comune, è nata addirittura una slitta. «A lavorare alla slitta che abbiamo realizzato quest’anno sono state circa cinquanta signore, una addirittura da Roma – racconta Silvia –. Era da gennaio dell’anno scorso che pensavamo di fare una cosa del genere e quando lo abbiamo comunicato all’amministrazione, la nostra idea è stata immediatamente sposata. Il comune ha ingaggiato il fabbro che ha realizzato lo “scheletro” della slitta, poi noi lo abbiamo ricoperto con i lavori che ci sono arrivati dalle “nonnine”. Ci sono voluti più di duemila quadratini lavorati all’uncinetto, tutti diversi tra loro, molti decorati con motivi che ricordano il Natale. Il comune la ha poi illuminata con le luci e ci ha aiutato nell’allestimento in piazza».

Un hobby che diventa quasi una “gara” tra le signore, che si sfidano nel creare questi piccoli pezzi di stoffa che ricordano tempi lontani, quando le coperte si facevano a casa. Non solo: c’è anche una lettura legata al riciclo e al rispetto dell’ambiente. «Non abbiamo fondi a disposizione – continua Silvia –, quindi tutto quello che realizziamo è grazie alle donazioni e allo spirito di comunità delle nostre “artigiane”. I fili sono tutti recuperati, grazie all’appoggio di diverse aziende e privati del territorio. C’è poi anche la dimensione terapeutica del lavoro all’uncinetto: tessere è un formidabile antistress e un antidoto alla solitudine di alcune delle nostre “granny”. Siamo molto soddisfatte di quello che siamo riuscite a fare, partendo da una semplice idea siamo riusciti a creare qualcosa di bello per il nostro paese».

In un momento in cui si parla di crisi energetica, di sacrificio, di luminarie da spegnere per abbattere i costi, il lavoro delle “nonnine” a Sarnano ci ricorda che a fare la differenza e a regalarci un Natale più bello a volte bastano una buona idea e la solidarietà di chi ci crede davvero.

l.c.


9f085cc7 b8a6 4ed1 9ec7 a98ecd641978


a8997839 4d1f 4964 9032 5ee19beaca15


d76ba6c5 cc14 4ce7 9c9c 5caa3c691c78


ad4150b3 1237 4f6d 8a9b 05f8e0340a3b
Silvia Capri all'opera
Carissimi fratelli e sorelle,

ci troviamo nell’imminenza di un Natale ancora segnato dal protrarsi della pandemia e dalla carenza di quei gesti spontanei di prossimità ai quali eravamo abituati. Sempre più spesso, veniamo circondati dai segni di una felicità artificiale, quasi avessimo bisogno di un anestetico per stordire i nostri dolori esistenziali. Allora, mi sono domandato se ha ancora senso augurarsi “Buon Natale”.

Certamente sì perché, nella celebrazione del Natale, riviviamo il dono di Dio che in Gesù ci viene incontro in ogni tempo. Egli viene nonostante il perdurare di quest’emergenza e sceglie ancora di nascere lì dove non ce lo saremmo mai aspettato: nella precarietà delle nostre relazioni, nell’angoscia delle nostre solitudini, nella vulnerabilità delle nostre famiglie, nell’inadeguatezza delle nostre comunità. È lì che risuonerà ancora l’annuncio che apre alla gioia: Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». (Lc 2,1-14)

Gesù viene in un contesto storico in cui, a motivo della nostra fede e della nostra esperienza cristiana, questo può diventare il migliore Natale della nostra vita: se infatti siamo capaci di togliere la “mascherina” dell’ipocrisia, saremo capaci di riconoscere la Sua visita strana ma sincera e ci si svelerà il mistero che la Sua nascita porta con sé. Dio nasce nel modo più ordinario e banale possibile, senza effetti speciali o luci artificiali. Ospitarlo e rimetterlo al centro della nostra vita è ciò che ci permette di trovare le ragioni di quei valori che altrimenti rischiano di essere solo slogan vuoti, o parole al vento.

Quindi!

Buon Natale a te, cara Famiglia! È amaro dirlo, ma anche per te oggi sembra non esserci più posto nel mondo. Sono molte le insicurezze, gli ostacoli che impediscono la realizzazione della tua vocazione. Nella società dell’ipermercato, dove tutto è ormai merce di scambio, sii attenta a non lasciarti rubare la speranza di essere ancora il luogo dell’accoglienza e del gusto essenziale della vita in cui si alimenta il bisogno di amare e di essere amati.

Buon Natale a voi, donne vittime di violenza, vittime di quell’aggressività che non fa rumore, né provoca lividi, ma lascia sempre il cuore e la mente a pezzi. L’amore malato di cui siete ostaggio è un sentimento vigliacco, vuoto di ogni senso e significato. La mia preghiera è allora per voi, affinché abbiate il coraggio di gridare forte, e il vostro grido d’aiuto non resti ancora per troppo tempo inascoltato.

Buon Natale a voi, coniugi separati. La fine di un matrimonio è sempre motivo di sofferenza: il legame d’amore si è spezzato e, spesso, i sentimenti che un tempo vi hanno unito, ora sono diventati un’arma di ricatto vicendevole. Tutto questo è fonte di interrogativi anche per la Chiesa: abbiamo compiuto con voi un cammino di vera preparazione e di vera comprensione del significato del patto coniugale? Vi abbiamo accompagnati con delicatezza e attenzione nell’itinerario di coppia e di famiglia prima e dopo il matrimonio? Come comunità di credenti, sentiamo di condividere con voi il vostro dolore che ci tocca profondamente perché investe qualcosa che riguarda tutti, cioé l’amore inteso come il sogno e il valore più grande della vita. Tuttavia, sebbene il vostro legame ha cambiato volto, il mio augurio è che, contemplando il mistero del Natale, non lasciate che le lacrime che furono d’amore si trasformino in lacrime di dolore e di amaro rimpianto.

Buon Natale a te che soffri a causa di qualsiasi infermità, a quanti, combattendo in solitudine il loro dolore, hanno il cuore ferito pensando alle carezze perdute e agli abbracci mancati. Non ti affliggere perché Dio, in questa vicenda, viene accanto al letto del tuo dolore e si fa carico del tuo corpo piagato e del tuo fisico malato con una presenza che è fonte di consolazione e sorgente di vita.

Buon Natale a voi, medici, infermieri, operatori sanitari e volontari che vi prendete cura delle tante ferite visibili e invisibili e che, con il vostro servizio e le vostre amorevoli cure, ci ricordate che la vita è un valore da benedire e custodire sempre, anche nel momento del dolore e della sofferenza.

Buon Natale a voi, disoccupati e terremotati: sebbene il sogno di un lavoro sicuro e l’ansia di garantire una casa alle vostre famiglie accrescono la preoccupazione per il vostro futuro, vi chiedo di non stancarvi di reclamare la giustizia della ricostruzione e di un lavoro dignitoso! Chiedo anche al mondo politico di non chiudersi in continue rissosità che sono segno d’interesse di parte, ma torni invece ad occuparsi onestamente della gente, dei suoi reali e quotidiani problemi, del “bene comune”.

Buon Natale a voi, profughi e immigrati: nessuna stella è apparsa per guidarvi lungo il vostro difficile peregrinare. Avete camminato per deserti e per mari cercando una terra dove abitare, una nuova casa dove poter alloggiare. Per chi, come voi, è senza patria e senza fissa dimora, il mio desiderio è che almeno per questo Natale, vi sia un posto nel nostro mondo dove possiate vivere ed essere accolti e rispettati nella vostra dignità.

Buon Natale a voi, paesi e città dell’Occidente. Spesso, a Natale indossate l’abito di gala per nascondere, sotto i lustrini scintillanti e le dolci melodie natalizie, l’amara sensazione di una festa senza il Festeggiato e di un mondo senza Dio. Mi auguro che, sotto questa coltre di apparenza, continui ad esserci tra voi qualcuno che abbia il coraggio di ricordarvi che Cristo è venuto in mezzo a noi per smascherare ogni ideologia e per offrire ad ogni creatura umana la possibilità di riconoscersi figlio e fratello nel Figlio di Dio.

Buon Natale a te Chiesa in cammino come la Santa Famiglia di Nazareth: che tu possa uscire dal recinto di una “fede” spesso praticante ma non credente, e sii sempre più sinodale, in uscita, aperta al dialogo e all’ascolto reciproco. Ti auguro di essere sempre un “cantiere di lavoro” in cui siamo chiamati ad impegnarci non come persone rassegnate, ma come operai entusiasti, capaci di agire con spirito di corresponsabilità, maturando non idee astratte, ma soluzioni concrete ai problemi e alle sfide del nostro tempo.

A tutti e a ciascuno, giungano i miei semplici e cordiali auguri di buon Natale. Vi benedico di cuore!

Dicembre 2021
+ Francesco Massara,
Arcivescovo di Camerino – San Severino Marche
Vescovo di Fabriano - Matelica
Chi non ricorda le coperte colorate della nonna? Con l’arrivo dell’inverno comparivano sul letto, sul divano o sulla sedia a dondolo. Coperte che, nel ricordarle, non scaldano solo il corpo, ma anche l’anima. Ed è per questo che a Sarnano il Natale 2021 sa di condivisione e di tradizioni riscoperte.

Perché quei quadrati colorati, realizzati all’uncinetto con il metodo granny, sono diventati i colori e le decorazioni di 407 alberi di Natale apparsi in città, grazie al lavoro di donne di qualsiasi età che hanno contribuito a realizzarli da tutta Italia.

Sabato scorso l’accensione delle luminarie e dell’albero in piazza della Libertà, a cui si sono aggiunti appunto altri alberi colorati sparsi per le vie del centro, realizzati grazie all’idea di Marina Perfetti e Silvia Capri.

“Proprio un anno fa – racconta Silvia Capri - io e la mia amica Marina eravamo a casa per via delle restrizioni dovute alla pandemia e, nel tempo libero, abbiamo iniziato a lavorare ad uncinetto. Guardando i post di altri paesi su Facebook abbiamo creato un gruppo social per chiedere l’aiuto di altre persone a realizzare quante più decorazioni possibili”.

Subito è scattata la solidarietà che, infinita come i gomitoli utilizzati per creare le decorazioni, ha portato a Sarnano tanta lana inutilizzata.

“C’è stata donata dal maglificio Rossana di Sarnano, dal maglificio E.GI. Srl di Sant’Angelo in Pontano e, in piccole dosi, anche da privati. Le strutture portanti degli alberi sono realizzate in legno, donato dall’azienda Laminox di Sarnano e lavorato da due falegnami in pensione.

Così le donne del paese e di altre zone d’Italia hanno iniziato a ricamare e dal loro impegno sono nate 14.900 ‘mattonelle’ di lana che hanno ricoperto i 407 alberi”.


c8a665dd a242 48b4 8eb0 b4f8cc7d24a2

Hanno collaborato più di 60 persone di ogni età provenienti non solo da Sarnano, ma anche da Roma, da Torino e dal Trentino.

“Mai – confida Silvia Capri – avremmo pensato di raggiungere un risultato come questo. Nell’installazione degli alberi, sotto la pioggia battente, siamo state aiutate anche dal Movimento Giovanile 62028 Sarnano”.

Visto il grande successo e lo spirito di comunità che si è creato, l’obiettivo di Silvia e Marina non è certo quello di abbandonare.

“Molte donne ci dicono che ora non hanno più le decorazioni da fare, ma io ho chiesto loro di continuare, perché abbiamo già diverse idee in mente e non ci fermeremo qui”.

Intanto, in un ambiente che chiede attenzione e riciclo, gli alberi di Sarnano ricordano che questo obiettivo è possibile da raggiungere. Tutti insieme.

GS
Un concerto di fiati per sostenere il volontariato. Venerdì 3 dicembre alle 21.15, l’Orchestra di Fiati "Insieme per gli Altri", diretta dal maestro Andrea Mennichelli, si esibirà al Teatro Nicola Vaccaj per raccogliere fondi da devolvere all’Avulss di Tolentino. Il concerto, chiamato “Aspettando il Natale”, permetterà di raccogliere offerte destinate al progetto “Piccole Farfalle Creano”.

“Siamo felici di ospitare l’orchestra di “Insieme per gli Altri” – ha commentato con soddisfazione l’assessora alla Cultura Silvia Tatò –. Musicisti che si riuniscono, suonano e donano il loro tempo per le associazioni del territorio: una bellissima realtà che conferma la generosità e l’altruismo di tanti artisti. Il concerto sarà gratuito, di grande qualità, coinvolgente, che spazia intrattenendo gli spettatori senza mai annoiarli. L’Orchestra suonerà a favore dell’AVULSS ed in particolare delle ragazze e dei ragazzi speciali del progetto “Piccole Farfalle Creano”. Le offerte raccolte durante la serata verranno devolute per svolgere laboratori e attività creative a favore dei ragazzi dell’associazione. Ringrazio di cuore ogni singolo componente dell’Orchestra di Fiati – conclude l’assessora –, dal Direttivo ai musicisti, ma soprattutto ringrazio Francesco Di Mauro, ideatore del progetto, che porta avanti l’organizzazione di tutti gli eventi”.

Per partecipare alla serata sarà necessaria la prenotazione al 3498484125 oppure al 3923550217, oltre al possesso del Green pass e alla mascherina.

l.c.
La Festa del Torrone in streaming: lo impongono le regole anti contagio, e così, invece che in presenza, la festa andrà in diretta sulla pagina Facebook “Camerino Meraviglia” il prossimo 6 gennaio, dalle ore 17,30.

La città non rinuncia al tradizionale appuntamento: la novità sarà l’assegnazione della prima denominazione Comunale d’Origine a Camerino, la De.CO, al torrone. Un riconoscimento che ne attesterà la qualità e lo stato di specialità tipica del territorio. All’Auditorium Benedetto XIII sarà ospite anche l’Accademia della cucina italiana, oltre alla musica dei Filarmonici Camerti.

L’assessora Giovanna Sartori commenta: “Diciamo che l’intento di quest’anno, viste le restrizioni, è stato proprio quello di non far rinunciare la cittadinanza agli appuntamenti che sono entrati un po’ nella tradizione delle nostre feste natalizie. Così, non potendo uscire, attraverso i computer e gli eventi in streaming siamo riusciti a sentirci comunque un po’ più vicini”.

Il professore di Unicam Gianni Sagratini responsabile del corso di Scienze gastronomiche e il dottor Piergiorgio Angelini, accademico della cucina italiana, approfondiranno storia e curiosità del torrone, un dolce tipico del Natale, ma realizzato tutto l’anno in diverse parti d’Italia.

Red.
Grande partecipazione al concorso natalizio per i giovanissimi studenti dell’Istituto “Don Bosco” di Tolentino. La giuria di “Santa Claus is coming…”, questo il nome del concorso, ha premiato i vincitori.

Per gli alunni dell’ultimo anno Scuola dell’Infanzia e delle classi prime della Scuola Primaria sono stati premiati come vincitrice Elenia Tedesco e hanno ricevuto una menzione speciale Giorgia Santi ed Emily Zarka. Per le classi seconde ha vinto Lucia Baroni, con menzioni a Christian Marinsalda e Sofia Saracchini. In terza vince Margherita Della Ceca, con le menzioni per Giulia Damiani e Francesco Losavio. Francesco Svampa, Emiliano Rita Speranza e Lorenzo Marcolini sono rispettivamente il vincitore e i menzionati speciali per le classi quarte, infine in quinta elementare ha vinto Ilaria Feliziani e le menzioni sono andate ad Azzurra Gentili e Alessandro Antonucci.

Nella mattinata di ieri il Dirigente scolastico, Giuseppe Calenzo, ha consegnato a tutte le alunne e a tutti gli alunni che hanno partecipato un attestato di partecipazione, mentre ai vincitori e alle menzioni speciali anche premi in libri.

Clima festoso in cui i bambini premiati, felici ed orgogliosi, hanno ricevuto i complimenti per i loro elaborati, oltre che dal Dirigente, anche dagli insegnanti e dai compagni. “Siamo particolarmente soddisfatti - ha dichiarato Calenzo - di aver trasmesso ai nostri alunni e alunne un po’ di atmosfera natalizia seppur in queste condizioni difficili.

Soddisfazione anche per il livello degli elaborati: “Molto alto – ha proseguito il Dirigente Scolastico – e la scelta dei vincitori combattuta. Un ringraziamento speciale va al corpo docente, ai membri delle giurie e al personale amministrativo, che hanno lavorato intensamente per la realizzazione del concorso”.

Red.

Elena Pascucci, 9 anni, ha partecipato al concorso “#IOSCELGO: racconta con un elaborato testuale e grafico un aspetto del nostro territorio e diventa il protagonista del portale turismo della provincia di Macerata”, promosso dall’aggregazione di Comuni e Unioni montane della provincia di Macerata nell’ambito del progetto “CST Macerata Condivide”.

Elena, che frequenta la classe IV A del plesso “Salvo d’Acquisto” dell’Istituto comprensivo Ugo Betti di Camerino, sostenuta dalle insegnanti Maria Laura Moreni e Lorella Pigotti, ha partecipato alla sezione rivolta alle classi 3°, 4° e 5° delle scuole elementari del territorio provinciale.

Lo scopo del concorso era di rendere concreto e visibile il progetto CST Macerata Condivide e di promuovere il territorio provinciale, mettendone in evidenza gli aspetti naturalistici, culturali, artistici ed enogastronomici.

Ai partecipanti era richiesto di produrre un elaborato, composto da testo e immagini, che valorizzasse le caratteristiche del soggetto prescelto.

Il racconto di Elena, intitolato “Quella volta a Rocca Varano”, è accompagnato da un vivace disegno in cui uno dei monumenti più antichi e suggestivi di Camerino ritorna a vivere in tutto il suo splendore e con gli abitanti più prestigiosi: i Da Varano.

Dal 10 al 17 dicembre 2020 il disegno e la storia di Elena sono stati messi online: il suo lavoro ha accumulato quasi 800 voti ed è risultato il più votato.

All’inizio del nuovo anno la bambina sarà premiata. Di seguito il suo racconto.


"QUELLA VOLTA A ROCCA VARANO"

C’era una volta, vicino alla città di Camerino, un castello che si chiamava Rocca Varano in cui abitavano il Duca Giovanni, la Duchessa Elena e i loro tre figli Cesare, Guglielmo e Ginevra.

Un giorno, quando i due figli maschi avevano finito la lezione di tiro con l’arco e Ginevra aveva terminato di studiare con la mamma, i tre bambini decisero di andare a giocare nel parco del castello.

Mentre si divertivano insieme, arrivò una strega con un gufo che li voleva catturare e portare via. I bambini, allora, chiesero aiuto al Duca e alla Duchessa ma essi non risposero perché stavano dormendo. Per fortuna arrivò un arciere di nome Giulio che salvò i tre bambini; la strega si arrabbiò molto e se ne andò a casa sua ma promise che sarebbe tornata alla Rocca.

A notte fonda la strega ritornò e, visto che non era riuscita a catturare i bambini, decise di rubare dal castello un arco e una spada molto antichi. Quando il Duca Giovanni si svegliò si accorse che dal castello mancava qualcosa e chiese ai figli se avevano preso loro l’arco e la spada ma essi risposero di no perché sapevano che una volta era venuta una strega e quindi pensarono che fosse stata lei.

La strega si aggirava ancora nella Rocca, il Duca se ne accorse, chiamò le guardie che riuscirono a catturarla e a metterla in prigione.

Quella sera tutta la famiglia Varano organizzò un banchetto pieno di cose da mangiare per festeggiare la cattura della strega. I bambini però mangiarono poco perché dovevano andare a dormire presto.


La Delegazione Marche Nord dell’Ordine di Malta sostiene i territori colpiti dal sisma di quattro anni fa. In occasione delle festività natalizie, nel giorno di Natale, a oltre centocinquanta residenti nei villaggi temporanei di Camerino, Visso e Ussita, segnalati dai parroci del territorio e da Monsignor Massara, sarà offerto il pranzo di Natale grazie all’asporto di diversi ristoranti locali. Un gesto semplice ma significativo, che dimostra vicinanza a situazioni di bisogno e che ha riportato l'attenzione sul dramma del terremoto, passato in secondo piano in ragione dell’emergenza sanitaria.
Un'iniziativa possibile grazie al sostegno e alla volontà del marchese Francesco Costa, Delegato delle Marche Nord sul solco dei principi di servizio cristiano ed assistenza ai bisognosi che sono alla base del carisma melitense.

Red.
Lucia Jajani, vicesindaca di Camerino, insieme al consigliere comunale Riccardo Pennesi e alla Protezione Civile di Camerino, ha iniziato la consegna nelle Sae dei panettoni e pandori arrivati in dono dall’Emilia Romagna, grazie a un’iniziativa di Doriano Corbelli e di altri cittadini di Gatteo a Mare: Maurizio Orlandi e il signor Montevecchi.

Il “postino dei terremotati” ha pensato a un gesto di vicinanza per coloro che abitano nelle soluzioni abitative d’emergenza. Così proprio per dare seguito a questa iniziativa, l’amministrazione comunale ha deciso di consegnare personalmente i panettoni. Dopo il sisma del centro Italia, Doriano Corbelli aveva raccolto beni di prima necessità, container, regalato un’auto alla polizia locale insieme ad altri gesti di solidarietà.

Lucia Jajani ha commentato: “Quest’anno più degli altri, a causa dell’emergenza sanitaria ci sono anziani soli, che non possono ricongiungersi ai familiari. Queste idee sono “di cuore” e ci sono sembrate un bel pensiero. Per questo ringraziamo Doriano e tutti coloro che hanno contribuito alla raccolta fondi con cui sono stati donati i panettoni. Ed è il minimo che fossimo noi a portarli agli abitanti delle Sae, approfittando così anche per portare un augurio per queste feste”.

Red.
Pagina 1 di 2

Radioc1inblu

Radio FM e Internet
P.za Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax 0737.633180
Cellulare: 335.5367709

radioc1inblu@gmail.com

L'Appennino Camerte

Settimanale d'informazione dal 1921
Piazza Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax: 0737.633180
Cell: 335.5367709

appenninocamerte@gmail.com

Scopri come abbonarti

Questo sito utilizza i cookie

Puoi accettare e proseguire la navigazione o per maggiori informazioni Per saperne di piu'

Approvo
Clicca per ascolare il testo