La montagna, la natura, i piccoli borghi caratteristici, magari ricchi di opere d'arte. Sembrano essere queste le mete preferite da turisti e vacanzieri, complici anche le nuove regole imposte dal Covid per il turismo balneare, nelle settimane successive alla fine del lokdown. Una tendenza che si sta confermando anche per il periodo estivo e che pone queste località, molte delle quali situate nel cratere sismico, nel dover rispondere con la propria offerta a tali richieste.
"Ai turisti offriamo le bellezze della nostra montagna, sia pure drammaticamente colpita dal sisma - afferma Donatella Rosi - nella speranza che quanto prima possano riaprire tutte le strade che permettono di arrivare nel cuore dei Sibillini e che siano ripristinati tutti i sentieri all'interno del Parco. Dopo il sisma la montagna si sta riprendendo anche con la riapertura di strutture ricettive che consentiranno un turismo non solo mordi e fuggi".

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Lago di Pilato

Il lago e le peculiarità enogastronomiche è quanto offre il territorio di Serrapetrona, che ha visto riprendere in pieno il flusso turistico "tradizionale". "Un fatto che non ci meraviglia - sostiene il sindaco Silvia Pinzi - Da tempo, infatti, sosteniamo che il nostro territorio ha tutte le carte in regola per essere un punto di riferimento anche dal punto di vista turistico e sempre più spesso ne abbiamo la conferma".
Le bellezze artistiche sono il punto di forza dei comuni di Belforte del Chienti e Caldarola.

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Lago di Caccamo

"Pur nell'impossibilità di proporre i nostri tradizionali eventi estivi a causa delle restrizioni imposte dall'emergenza sanitaria - dichiara il primo cittadino di Belforte Alessio Vita - questa sarà probabilmente la nostra estate. Sempre più persone stanno riscoprendo i nostri borghi che presentano meraviglie di assoluto valore, come ad esempio, la nostra chiesa che contiene il Pollittico di Giovanni Boccati, un'assoluta eccellenza italiana". Un'offerta estiva totalmente da reinventare per la Pro loco di Caldarola, che dopo aver reagito al sisma ora prova a farlo anche contro il Covid. "Abbiamo dato fondo a tutta la nostra fantasia - le parole del presidente Daniele Piani - e per la prima volta proporremo un Festival dedicato all'arte, alla storia, alla cultura e alle tradizioni e lo faremo all'interno delle vie e delle piazzette del nostro centro storico tra cantieri e messe in sicurezza. La mostra "Caldarola a porte aperte" , che sarà inaugurata il prossimo 4 luglio, permetterà di ammirare attrverso 52 foto le bellezze che il terremoto ci ha tolto 4 anni fa".

f.u.

Maggiori approfondimenti nel prossimo numero del settimanale L'Appennino camerte 
Il Tar delle Marche ha respinto la richiesta di annullamento del decreto regionale di aggiudicazione della gara europea telematica per l’affidamento dei lavori di ricostruzione del Nuovo Ospedale nel Comune di Amandola. Possono dunque prendere il via i lavori per la costruzione di questo importante presidio sanitario.
“Ora procediamo velocemente con la costruzione del nuovo ospedale – afferma il presidente Luca Ceriscioli – che rappresenta uno dei punti di riferimento per la salute nelle aree interne e nelle zone terremotate. Abbiamo urgente bisogno di presìdi che possano rispondere alle esigenze delle nostre comunità provate dalla duplice emergenza del virus e del sisma”.

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Il sindaco Marinangeli

Un grande soddisfazione per il sindaco di Amandola, Adolfo Marinangeli: "Eravamo in fibrillazione negli ultimi giorni - ha detto - dopo aver avuto la notizia che la seconda ditta che aveva partecipato alla gara di appalto aveva fatto ricorso al Tar per la verifica dei documenti.
Non sono stati fatti sbagli, il Tar non ha avuto dubbi, non ha garantito la sospensiva e si parte con i lavori. 
Ora passiamo subito alla fase della realizzazione. Noi avevamo già cantierizzato tutto nei primi giorni di aprile. Abbiamo perso un mese, ora è stata resa giustizia e lunedì la Regione firmerà.
Costruiremo in 19 mesi la più grande opera delle Marche, il nuovo ospedale dei Sibillini. Con fermezza e lucidità, e con un impegno continuo, il presidente Ceriscioli è arrivato fino in fondo, mantenendo i suoi impegni, per dare risposte e certezze al nostro territorio, che da anni ha assoluta necessità di questo servizio ospedaliero”.

GS

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"Quando la montagna mette il cappello, vendi le capre e compra il mantello".
Lo dicevano i nostri nonni e, forse, questo detto sa di verità anche oggi. 
Il monte Igno questa mattina a Camerino, oltre a mostrare la prima spolverata di coltre bianca sulla cima, ha messo in mostra il suo cappello, confermando l'abbassamento delle temperature annunciato per questi giorni e già percepibile.
L'immagine dei Sibillini innevati diventa così cartolina del Natale 2019: attuale per la temperatura di questi giorni, ma in controtendenza con le previsioni dei primi mesi del 2020.
In base agli ultimi aggiornamenti, infatti, pare che per gennaio e febbraio si rischi un caldo fuori dal comune per la stagione, sia sull'Europa che sull'Italia. Solo previsioni che, come in altre situazioni, potrebbero essere smentite dalla natura che fa il suo corso. Sta di fatto che situazioni anomale per la stagione si riscontrano anche sulla portata dei fiumi, più bassa rispetto agli anni scorsi nel periodo invernale.
Questa settimana, invece, è atteso uno stravolgimento delle condizioni meteo: l'Italia sarà infatti interessata da freddi venti in arrivo dal Nord Europa, con la possibilità anche di rivedere la nevefino a bassa quota sulle regioni centro-settentrionali.
Il mese di gennaio, al contrario, potrebbe essere anomalo, con temperature sopra la media climatica su buona parte del Paese. Anche le precipitazioni potrebbero risultare abbastanza scarse, da Nord a Sud, a causa della probabile presenza di un robusto campo di alta pressione sul Mediterraneo che di fatto impedirebbe al freddo e alle perturbazioni di transitare sull'Italia.

GS


La Santa Messa ai piedi di Pizzo Meta è un’esperienza spirituale nata dall’idea di trascorrere un momento di fraternità in un luogo che ci permettesse di essere più vicini a Dio; affidare a Lui tutte le nostre particolari intenzioni di preghiera e, nel contempo, ringraziarlo per le meraviglie del creato. Sono diversi nel Vangelo i momenti in cui troviamo Gesù che sale in cima ad un monte per ritirarsi in preghiera e, in qualche modo, allontanarsi dal rumore della vita quotidiana.

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Se Gesù, che è Dio, ha avuto bisogno di questo silenzio, tanto più noi ne abbiamo una necessità ancora maggiore.  Come ci ricordava il nostro Papa emerito Benedetto XVI il monte è, da sempre, il luogo della speciale prossimità con Dio. Ricordiamo benissimo il monte della tentazione, il monte della grande predicazione, il monte della preghiera, il monte della Trasfigurazione, il monte dell'agonia, il monte della Croce e, infine, il monte del resuscitato. Forse non tutti sanno che, tra gli altri, uno dei primi nomi di Dio era proprio “il Montanaro”; colui che abita le cime dei monti. Poi nella traduzione il termine originale divenne “l’Onnipotente”.  

L’altra sera, durante la Celebrazione, ci siamo soffermati nella riflessione sul fatto che molte volte è proprio necessario avere uno sguardo superiore sulle cose e sulle persone. Questo non significa mettersi su un piedistallo e sentirsi migliori degli altri. Tutto il contrario. Guardare dall’alto ci aiuta ad entrare un po’ nel modo di pensare di Dio, che è modello di umiltà. Siccome Dio è umile, solo se ci facciamo piccoli come Lui lo possiamo incontrare. E dall’alto Dio vede tutti gli uomini per quello che sono: senza etichette o inutili pregiudizi; perché Lui è nostro padre e noi siamo “tutti fratelli”. (Mt 23,8)

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Dopo la Cena Eucaristica a cui hanno partecipato nonostante l’incertezza del tempo più di 100 persone, abbiamo consumato la cena francescana, portata da ognuno dei partecipanti e condivisa insieme.  Per coloro che non ne avevano ancora abbastanza, poi, ci siamo incamminati verso la vetta di Pizzo Meta dove, ai piedi della croce e illuminati dalla luna ormai liberata dalle nuvole, abbiamo ringraziato il Signore per la bellissima esperienza.

Padre Moreno - Frati Minori di San Liberato

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Qualche giorno fa, ad Ancona, si è tenuto un incontro tra diversi attori istituzionali del territorio marchigiano per la firma di un protocollo volto alla stesura del Patto per la ricostruzione e lo sviluppo delle aree colpite dal sisma

Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini è tra i firmatari di un protocollo denominato “Verso il patto per la ricostruzione e lo sviluppo” che delinea sostanzialmente una strategia d’insieme entro cui far convergere diverse idee progettuali, oltre 90, per circa 1,7 miliardi d’investimenti e una stima occupazionale di 10.000 unità nelle zone colpite dal sisma. L’iniziativa, promossa dalla regione Marche con il contributo dell’ISTAO e dei quattro atenei marchigiani, segna la prima tappa di un lavoro capillare di raccolta e sollecitazione di quelle che sono le istanze di un territorio che vuole ripartire dopo il terremoto.

“Era opportuno che il Parco ci fosse, visto il suo ruolo strategico nella conoscenza e gestione di territori importanti dal punto di vista naturale, turistico, sociale. Non può esservi ripartenza senza un coinvolgimento autentico di chi queste terre le vive quotidianamente, sotto diversi punti di vista: controllo e tutela, ma anche valorizzazione e opportunità” sottolinea Oliviero Olivieri, presidente dell’Ente, presente in regione alla firma del protocollo.

Nel protocollo si parla di «valorizzazione delle risorse enogastronomiche, storiche, culturali, e ambientali» da considerare come driver principali di uno sviluppo «che veda nella rivitalizzazione e innovazione delle produzioni tipiche del made in Italy e nel turismo i principali ambiti di esplicitazione». Anche il Parco adotta una analoga linea di condotta “perfettamente ricompresa” prosegue Olivieri “nell’adesione alla Carta Europea del Turismo Sostenibile che ci vede coinvolti in prima persona, con l’idea che si debbano favorire proposte che ripristino l’attrattività dei territori e consentano alle comunità di rimanere e coltivare la concreta speranza di un futuro salvaguardando ed anzi valorizzando lo straordinario ecosistema del Parco. Non mi stancherò mai di ripetere” conclude Olivieri “quanto sia forte, almeno in potenza, l’attrattività dei Sibillini sul piano non solo del turismo ma più in generale di una qualità complessiva di vita ed ambiente che può far la differenza anche per tipologie specifiche di produzioni manifatturiere legate al made in Italy”.

Prossimi step l’avvio della seconda fase, ossia la stesura vera e propria del «Patto per lo sviluppo» secondo le linee suggerite dalle università marchigiane con indicazione degli obiettivi, individuazione del cronoprogramma e del piano finanziario da condividere poi con il Governo nazionale e l’Unione Europea.

Ancora una volta il territorio del Parco è oggetto di un episodio poco rispettoso dei fragili ecosistemi e luoghi simbolo dei Sibillini. Lo scorso 19 luglio, infatti, in località Infernaccio nel Comune di Montefortino, la locale Stazione Carabinieri Parco ha sequestrato ben 400 quintali di legname in seguito ad una sconsiderata operazione di taglio a raso all'interno di un bosco d'alto fusto. Le piante appartenevano a diverse specie tra cui acero montano, faggio e frassino, situati in un'area boschiva di circa 3.000 metri quadri. Occorre sottolineare poi che la violazione è avvenuta nell’ambito di un intervento autorizzato dall’Unione Montana e dal Parco dei Sibillini, al fine di rimuovere del legname accumulatosi nella zona in seguito ad una valanga. “Condanniamo con fermezza tale operazione, che rappresenta un grave danno ambientale nel territorio del Parco e che è avvenuta, inoltre, in un'area appartenente alla Rete Natura 2000” sottolinea il Direttore del Parco, Carlo Bifulco. “Si tratta infatti di un habitat di interesse comunitario prioritario (bosco di faggio), molto vicino alla zona A riserva integrale del Parco, quindi ad elevato livello di tutela. Da parte dell'Ente c'è la massima attenzione alla tutela di una zona che, specialmente in questo periodo, è molto frequentata da turisti e visitatori. La presenza di boschi ad alto fusto è sempre più rara nel territorio appenninico e in moltissimi casi essi sono fortemente sfruttati per usi tradizionali; ci appelliamo dunque al buon senso di tutti - conclude Bifulco - affinché sia scongiurato il ripetersi di situazioni simili, che possono arrecare un danno non solo al delicato equilibrio biologico del Parco ma anche una profonda ferita ambientale per tutto il territorio”.

A denunciare il fatto è stato il sindaco di Montefortino, Domenico Ciaffaroni, che è anche Presidente della Comunità del Parco, il quale, accortosi del taglio boschivo, lo ha immediatamente segnalato ai Carabinieri. “Lo scorso 19 luglio è andato in scena l'ennesimo scempio di natura ambientale nel territorio dei Sibillini - sottolinea Ciaffaroni - commesso da gente che non conosce questa terra e che non può quindi svolgere lavori di estrema delicatezza all'interno di aree protette. Noi siamo per la salvaguardia delle attività tradizionali, a patto però che esse vengano pianificate ed effettuate dagli abitanti del luogo, i quali sono a conoscenza di tutte le procedure per la conservazione di questi splendidi siti. È sconcertante che chi ha il compito di gestire delle aree demaniali così importanti e di tale livello naturalistico, ossia la comunanza agraria di Rubbiano, si avvalga di tali sistemi di lavoro e di soggetti che, evidentemente, non sanno come si amministra l'immenso patrimonio boschivo dei Sibillini. Quanto avvenuto sull'Infernaccio - conclude Ciaffaroni - è una grave ferita per tutto il territorio. Vigileremo con ancor più forza affinché episodi simili non si ripresentino e perché i responsabili vengano perseguiti a norma di legge”.

Il Direttore del Parco ed il Sindaco di Montefortino hanno voluto ringraziare il Reparto Carabinieri del Parco “perché grazie al loro lavoro quotidiano sul territorio oggi è ancora possibile tutelare e salvaguardare il grande patrimonio forestale dei Sibillini”. A tal proposito riportiamo la dichiarazione del Tenente Colonnello Roberto Nardi secondo cui “l'intervento tempestivo della Stazione Carabinieri Parco di Montefortino ha evitato che l’illecito fosse portato ad ulteriori conseguenze con ulteriori danni all’ambiente, in particolare nell'area dell'Infernaccio, di così rilevante interesse naturalistico. I Carabinieri Forestali” ha concluso Nardi “esercitano nel Parco una sorveglianza capillare del territorio che consente di reprimere con sollecitudine gli illeciti ma soprattutto di prevenirli evitando ulteriori danni all’ambiente”.

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