Ad Unicam don Luigi Merola ricorda Falcone

Venerdì, 23 Maggio 2014 02:00 | Letto 1427 volte   Clicca per ascolare il testo Ad Unicam don Luigi Merola ricorda Falcone La Scuola di Giurisprudenza dellUniversità di Camerino, nellambito dei corsi di Laurea in Giurisprudenza e di Scienze Sociali per gli enti non-profit e la cooperazione internazionale, ha organizzato nella mattinata di oggi un incontro con Don Luigi Merola sul tema “La forza della legalità. In ricordo di Giovanni Falcone”. Allincontro, che si è tenuto nella Sala degli Stemmi di Palazzo Ducale, hanno preso parte anche il Rettore Unicam Flavio Corradini, il Direttore della Scuola di Giurisprudenza dellAteneo di Camerino Antonio Flamini, Catia Eliana Gentilucci docente della Scuola di Giurisprudenza che ha coordinato il dibattito e Mons. Francesco Giovanni Brugnaro, Arcivescovo di Camerino-San Severino Marche. “Ricordare oggi Giovanni Falcone – ha sottolineato Don Luigi Merola rivolgendosi ai numerosi studenti universitari e delle Scuole Superiori presenti in sala – significa ricordare il nostro dovere: il dovere di studiare, di fare rete, di fare squadra, di passare più tempo a leggere i libri che ci formano ad essere i futuri dirigenti, i futuri magistrati, i futuri avvocati. Occorre fare bene questo tempo – ha proseguito Don Luigi Merola – perché è un tempo che non tornerà più”. Nel corso del suo intervento Don Luigi Merola ha rivolto agli studenti intervenuti un appello ad evitare la televisione spazzatura e a fare un buon uso dei social network ma si è anche auspicato che i sacerdoti tornino ad essere orgogliosi di appartenere alla Chiesa di Papa Francesco, una Papa umile, semplice, povero che li invita ogni giorno ad uscire dalle sacrestie per cercare di incontrare i ragazzi che sono il seme da cui partire per un futuro migliore. “A ventidue anni dalla morte di Giovanni Falcone – ha concluso Don Luigi Merola – il nostro Paese Italia può sperare di liberarsi dal cancro delle mafie a condizione, innanzitutto, che sia la politica a volerlo ma anche noi italiani che possiamo fare un buon uso degli occhi e della bocca. Perché il cancro della camorra possa essere sconfitto è necessario creare i “clan dellanticamorra e dellantimafia”, cioè associazioni, oratori, Università e Scuole che si possano opporre ai clan malavitosi”.

La Scuola di Giurisprudenza dell'Università di Camerino, nell'ambito dei corsi di Laurea in Giurisprudenza e di Scienze Sociali per gli enti non-profit e la cooperazione internazionale, ha organizzato nella mattinata di oggi un incontro con Don Luigi Merola sul tema “La forza della legalità. In ricordo di Giovanni Falcone”. All'incontro, che si è tenuto nella Sala degli Stemmi di Palazzo Ducale, hanno preso parte anche il Rettore Unicam Flavio Corradini, il Direttore della Scuola di Giurisprudenza dell'Ateneo di Camerino Antonio Flamini, Catia Eliana Gentilucci docente della Scuola di Giurisprudenza che ha coordinato il dibattito e Mons. Francesco Giovanni Brugnaro, Arcivescovo di Camerino-San Severino Marche.


“Ricordare oggi Giovanni Falcone – ha sottolineato Don Luigi Merola rivolgendosi ai numerosi studenti universitari e delle Scuole Superiori presenti in sala – significa ricordare il nostro dovere: il dovere di studiare, di fare rete, di fare squadra, di passare più tempo a leggere i libri che ci formano ad essere i futuri dirigenti, i futuri magistrati, i futuri avvocati. Occorre fare bene questo tempo – ha proseguito Don Luigi Merola – perché è un tempo che non tornerà più”.


Nel corso del suo intervento Don Luigi Merola ha rivolto agli studenti intervenuti un appello ad evitare la televisione spazzatura e a fare un buon uso dei social network ma si è anche auspicato che i sacerdoti tornino ad essere orgogliosi di appartenere alla Chiesa di Papa Francesco, una Papa umile, semplice, povero che li invita ogni giorno ad uscire dalle sacrestie per cercare di incontrare i ragazzi che sono il seme da cui partire per un futuro migliore.

“A ventidue anni dalla morte di Giovanni Falcone – ha concluso Don Luigi Merola – il nostro Paese Italia può sperare di liberarsi dal cancro delle mafie a condizione, innanzitutto, che sia la politica a volerlo ma anche noi italiani che possiamo fare un buon uso degli occhi e della bocca. Perché il cancro della camorra possa essere sconfitto è necessario creare i “clan dell'anticamorra e dell'antimafia”, cioè associazioni, oratori, Università e Scuole che si possano opporre ai clan malavitosi”.

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