Dal carcere di Camerino una "Porta" aperta sul mondo

Sabato, 20 Febbraio 2016 18:54 | Letto 2920 volte   Clicca per ascolare il testo Dal carcere di Camerino una "Porta" aperta sul mondo Aperta dall’arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro, in occasione del Giubileo della misericordia, la Porta Santa del carcere di Camerino. Un seme di luce e di speranza in una realtà così problematica e difficile. Il segnale di una misericordia globale e di attenzione per coloro che vivono nelle periferie esistenziali, come le chiama Papa Francesco. “ Una cerimonia commovente- ha dichiarato l’arcivescovo Brugnaro che è anche cappellano militare della struttura -. E’ stato un momento di grande grazia, vissuto soprattutto per me anche nel giorno precedente, quando molti dei carcerati, uomini e donne, hanno desiderato incontrarmi, fare la loro confessione e prepararsi adeguatamente. L’apertura della Porta Santa- ha aggiunto – è stata un’occasione davvero toccante perché il momento di preghiera è stato condiviso alla presenza delle autorità del carcere, del personale e degli educatori. C’erano le ragazze e i ragazzi della pastorale giovanile e soprattutto i simboli della GMG e cioè la nostra Madonna di Loreto e il Crocifisso di San Damiano partiti per Fermo, ma in cammino alla volta di Cracovia. La gente era molto ben preparata- ha sottolineato Brugnaro- ; abbiamo spiegato il senso della Porta, addobbata dal drappo rosso e ,nella preghiera, sono passate di là tutte le persone presenti. Abbiamo compreso, e aiutato a far comprendere ai nostri detenuti, che siamo in comunione col mondo, perché il mondo intero ha bisogno di perdono. In tutto il mondo succedono i mali- ha continuato il presule- e la preghiera cristiana del Giubileo, non è una remissione di male solo spirituale, ma materiale: perdonare concretamente i debiti, rimettere tutti nella condizione di vivere nella giustizia. Ma luomo da solo non riesce a vivere nella giustizia, cè bisogno della misericordia e del perdono che, come dice il Papa, è pienezza dellamore di Dio. In questo modo e con questa occasione, abbiamo dunque sperimentato un significativo momento di grazia” Da un luogo di reclusione una porta aperta sul mondo e una porta aperta del mondo verso il carcere Un segnale della società civile che si muove verso la struttura di detenzione “Certo- ha affermato l’arcivescovo- nonostante i tanti difetti che ha listituzione, la struttura stessa del carcere così antico, di fatto, sia il personale carcerario che tante persone dallesterno alleviano la fatica dei carcerati, condividendo le loro aspettative, aiutandoli dal punto di vista delle procedure ma soprattutto, provvedendo anche per loro tutte quelle piccole necessità che materialmente sono importanti; dagli abiti al sapone, o nel preparare una torta per il loro compleanno. In questo modo credo che, tra chi sta fuori e chi sta dentro, non ci sia tanto la separazione della grata, quanto invece la gioia di un disegno di pace e di libertà  

Aperta dall’arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro, in occasione del Giubileo della misericordia, la Porta Santa del carcere di Camerino.

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Un seme di luce e di speranza in una realtà così problematica e difficile. Il segnale di una misericordia globale e di attenzione per coloro che vivono nelle periferie esistenziali, come le chiama Papa Francesco. “ Una cerimonia commovente- ha dichiarato l’arcivescovo Brugnaro che è anche cappellano militare della struttura -. E’ stato un momento di grande grazia, vissuto soprattutto per me anche nel giorno precedente, quando molti dei carcerati, uomini e donne, hanno desiderato incontrarmi, fare la loro confessione e prepararsi adeguatamente. L’apertura della Porta Santa- ha aggiunto – è stata un’occasione davvero toccante perché il momento di preghiera è stato condiviso alla presenza delle autorità del carcere, del personale e degli educatori. C’erano le ragazze e i ragazzi della pastorale giovanile e soprattutto i simboli della GMG e cioè la nostra Madonna di Loreto e il Crocifisso di San Damiano partiti per Fermo, ma in cammino alla volta di Cracovia. La gente era molto ben preparata- ha sottolineato Brugnaro- ; abbiamo spiegato il senso della Porta, addobbata dal drappo rosso e ,nella preghiera, sono passate di là tutte le persone presenti.

Abbiamo compreso, e aiutato a far comprendere ai nostri detenuti, che siamo in comunione col mondo, perché il mondo intero ha bisogno di perdono. In tutto il mondo succedono i mali- ha continuato il presule- e la preghiera cristiana del Giubileo, non è una remissione di male solo spirituale, ma materiale: perdonare concretamente i debiti, rimettere tutti nella condizione di vivere nella giustizia. Ma l'uomo da solo non riesce a vivere nella giustizia, c'è bisogno della misericordia e del perdono che, come dice il Papa, è pienezza dell'amore di Dio.

In questo modo e con questa occasione, abbiamo dunque sperimentato un significativo momento di grazia”

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Da un luogo di reclusione una porta aperta sul mondo e una porta aperta del mondo verso il carcere Un segnale della società civile che si muove verso la struttura di detenzione “Certo- ha affermato l’arcivescovo- nonostante i tanti difetti che ha l'istituzione, la struttura stessa del carcere così antico, di fatto, sia il personale carcerario che tante persone dall'esterno alleviano la fatica dei carcerati, condividendo le loro aspettative, aiutandoli dal punto di vista delle procedure ma soprattutto, provvedendo anche per loro tutte quelle piccole necessità che materialmente sono importanti; dagli abiti al sapone, o nel preparare una torta per il loro compleanno. In questo modo credo che, tra chi sta fuori e chi sta dentro, non ci sia tanto la separazione della grata, quanto invece la gioia di un disegno di pace e di libertà

 

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