Compleanno, fine mandato, ricordo: l'intensa giornata dell’arcivescovo Brugnaro

Venerdì, 16 Marzo 2018 17:45 | Letto 2554 volte   Clicca per ascolare il testo Compleanno, fine mandato, ricordo: l'intensa giornata dell’arcivescovo Brugnaro L’arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro ha festeggiato il suo settantacinquesimo anno di età. Tanti gli auguri che lo hanno raggiunto da ogni dove nel corso della sua quotidiana giornata di lavoro presso i locali della Curia arcivescovile. 16 marzo 2018, una data nella quale si intrecciano più ricorrenze significative e dalle diverse sfumature. “ Desidero innanzitutto ringraziare il buon Dio perchè- ha detto - senza accorgermene, so di aver raggiunto un’età buona, favorevole e, da un certo punto di vista anche invidiabile. Sento il dovere di ringraziare il Signore perché la mia famiglia, il mio papà, la mia mamma ancora in vita e centenaria con  mia sorella, hanno saputo starmi accanto, aiutarmi a crescere con serenità e con gioia. Grazie al Signore perché questi ultimi dieci anni li ho vissuti in una condizione diversa da quella che era prevedibile dalla mia vita, a servizio della Arcidiocesi di Camerino e San Severino Marche; dieci anni fa  non avrei mai pensato  di vivere questo tipo di esperienza pastorale così significativa e importante. Da un anno e mezzo- ha proseguito l’arcivescovo- vivo anche l’esperienza  del terremoto e i momenti di fatica che tuttavia sono confortati in quanto abbiamo imparato a viverli insieme con le nostre comunità che hanno sofferto e, nonostante tutto, lentamente stanno tornando alla ‘normalità’. Una ‘normalità’ che non è ancora completa e difficile da raggiungere, tuttavia rischiarata da alcuni spiragli di serenità e di positività che si incominciano a vedere. Quale sarà il mio futuro è la domanda che tutti si fanno anche se evidentemente (e non perché io faccia una riserva mentale)   io non ho notizie precise ed esatte da comunicare. So che il Santo Padre ha avuto in mano il mio plico con la documentazione che attesta la situazione della nostra diocesi ; la stessa visita che il nunzio apostolico ha fatto nelle nostre zone- ha aggiunto Brugnaro- è stata da me richiesta, affinché, essendo egli arrivato a ricoprire l’incarico da due mesi e non conoscendo la realtà delle Marche, potesse rendersi conto di persona della situazione strutturale, ambientale e sociale nella quale stiamo vivendo. Lo stesso è avvenuto per le precedenti visite sul territorio, da parte del Card. Bassetti e di altre autorità della Chiesa. E’ mio desiderio far conoscere la concretezza dei nostri drammi e delle difficoltà e , soprattutto, riuscire a coalizzare aiuti economici, aiuti culturali e spirituali per permettere al nostro popolo di tornare ad aver fiducia nella vita.   Ricordiamoci che per parlare adeguatamente del futuro bisogna vedere quanto ci impegniamo nel presente; chi nel presente non fa, non trasforma, non opera e non si impegna,- ha sottolineato,- parla del futuro in maniera retorica, in maniera, non dico ingannevole, ma certamente illusoria”. Genetliaco, termine del suo mandato di pastore nella Diocesi di Camerino San Severino Marche e drammatico anniversario della morte di Aldo Moro, un fatto sanguinoso che ha sconvolto tutta l’Italia. Parole commosse quelle con le quali l’arcivescovo ha voluto ricordare uno dei suoi più cari amici: “Non posso non ricordare con grande commozione quel giorno di 40 anni fa; ricordo perfettamente che trascorse le 9 da pochi minuti, mentre mi apprestavo a fare gli esami di Filosofia all’università di Padova, improvvisamente il campanone che segnala le emergenze si mise a suonare; di lì a poco fui convocato dall’amministrazione comunale. All’epoca ero ancora assessore e mi trovai a dover parlare nella seduta del Consiglio comunale straordinario ; a maggio, dopo il ritrovamento del cadavere, ricordo la piazza centrale di Padova colma di gente, di fronte alla quale fui invitato a parlare di quell’uomo, grande statista e amico, il cui segno io porto sempre con me . Avevo anche avuto la fortuna di lavorare con la sua figliola Maria Fida e di Aldo Moro conserverò sempre un ricordo indelebile di uomo venuto dalla formazione cattolica più bella, più creativa e coraggiosa; un uomo drammaticamente e ingiustamente messo a morte non sappiamo da chi o come, ma certamente da persone che allora abbiamo visto anche noi sulle nostre strade. Non posso non portare nel mio animo anche questo ricordo che mi riporta alla mente l’impegno della mia vita per il bene comune”. Carla Campetella    

L’arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro ha festeggiato il suo settantacinquesimo anno di età. Tanti gli auguri che lo hanno raggiunto da ogni dove nel corso della sua quotidiana giornata di lavoro presso i locali della Curia arcivescovile. 16 marzo 2018, una data nella quale si intrecciano più ricorrenze significative e dalle diverse sfumature.

“ Desidero innanzitutto ringraziare il buon Dio perchè- ha detto - senza accorgermene, so di aver raggiunto un’età buona, favorevole e, da un certo punto di vista anche invidiabile. Sento il dovere di ringraziare il Signore perché la mia famiglia, il mio papà, la mia mamma ancora in vita e centenaria con  mia sorella, hanno saputo starmi accanto, aiutarmi a crescere con serenità e con gioia. Grazie al Signore perché questi ultimi dieci anni li ho vissuti in una condizione diversa da quella che era prevedibile dalla mia vita, a servizio della Arcidiocesi di Camerino e San Severino Marche; dieci anni fa  non avrei mai pensato  di vivere questo tipo di esperienza pastorale così significativa e importante. Da un anno e mezzo- ha proseguito l’arcivescovo- vivo anche l’esperienza  del terremoto e i momenti di fatica che tuttavia sono confortati in quanto abbiamo imparato a viverli insieme con le nostre comunità che hanno sofferto e, nonostante tutto, lentamente stanno tornando alla ‘normalità’. Una ‘normalità’ che non è ancora completa e difficile da raggiungere, tuttavia rischiarata da alcuni spiragli di serenità e di positività che si incominciano a vedere. Quale sarà il mio futuro è la domanda che tutti si fanno anche se evidentemente (e non perché io faccia una riserva mentale)   io non ho notizie precise ed esatte da comunicare. So che il Santo Padre ha avuto in mano il mio plico con la documentazione che attesta la situazione della nostra diocesi ; la stessa visita che il nunzio apostolico ha fatto nelle nostre zone- ha aggiunto Brugnaro- è stata da me richiesta, affinché, essendo egli arrivato a ricoprire l’incarico da due mesi e non conoscendo la realtà delle Marche, potesse rendersi conto di persona della situazione strutturale, ambientale e sociale nella quale stiamo vivendo. Lo stesso è avvenuto per le precedenti visite sul territorio, da parte del Card. Bassetti e di altre autorità della Chiesa. E’ mio desiderio far conoscere la concretezza dei nostri drammi e delle difficoltà e , soprattutto, riuscire a coalizzare aiuti economici, aiuti culturali e spirituali per permettere al nostro popolo di tornare ad aver fiducia nella vita.   Ricordiamoci che per parlare adeguatamente del futuro bisogna vedere quanto ci impegniamo nel presente; chi nel presente non fa, non trasforma, non opera e non si impegna,- ha sottolineato,- parla del futuro in maniera retorica, in maniera, non dico ingannevole, ma certamente illusoria”.

Torta vescovo 1

Genetliaco, termine del suo mandato di pastore nella Diocesi di Camerino San Severino Marche e drammatico anniversario della morte di Aldo Moro, un fatto sanguinoso che ha sconvolto tutta l’Italia. Parole commosse quelle con le quali l’arcivescovo ha voluto ricordare uno dei suoi più cari amici: “Non posso non ricordare con grande commozione quel giorno di 40 anni fa; ricordo perfettamente che trascorse le 9 da pochi minuti, mentre mi apprestavo a fare gli esami di Filosofia all’università di Padova, improvvisamente il campanone che segnala le emergenze si mise a suonare; di lì a poco fui convocato dall’amministrazione comunale. All’epoca ero ancora assessore e mi trovai a dover parlare nella seduta del Consiglio comunale straordinario ; a maggio, dopo il ritrovamento del cadavere, ricordo la piazza centrale di Padova colma di gente, di fronte alla quale fui invitato a parlare di quell’uomo, grande statista e amico, il cui segno io porto sempre con me . Avevo anche avuto la fortuna di lavorare con la sua figliola Maria Fida e di Aldo Moro conserverò sempre un ricordo indelebile di uomo venuto dalla formazione cattolica più bella, più creativa e coraggiosa; un uomo drammaticamente e ingiustamente messo a morte non sappiamo da chi o come, ma certamente da persone che allora abbiamo visto anche noi sulle nostre strade. Non posso non portare nel mio animo anche questo ricordo che mi riporta alla mente l’impegno della mia vita per il bene comune”.

Carla Campetella

Torta Vescovo 2

 

 

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