E’ carica di significati profondi e, nello scenario che il terremoto ha lasciato, forse ancora più sentita di sempre la festa dedicata al patrono di Camerino San Venanzio Martire. E’ un sostegno ancora più forte quello che ogni camerinese chiede al giovane protettore che tiene in mano la città
“ Certamente , come già avvenuto per l’anno passato- dichiara il parroco don Marco Gentilucci- l'affidamento al santo è sentito ancora in modo più grande, soprattutto perché l'immagine di questo giovinetto che regge le sorti della città, diventa occasione di affidamento per tutti noi e di richiesta. Un sentimento più forte e, in particolare, in questi giorni di festa nei quali ci viene chiesto di poter avere delle occasioni di preghiera, di incontro, di conoscenza dellla figura di San Venanzio. Tante persone hanno chiesto anche la possibilità di poter avere un piccolo momento di preghiera davanti alla statua del Santo, per una ricorrenza e una devozione forte che non riguarda la sola nostra città, ma tutto il circondario”.
Il parroco ha avuto modo di parlare del coraggio della fede del giovane Venanzio ai bambini: “L’occasione di un'attività organizzata dal terziere di sossanta- ricorda il parroco- ha aperto la possibilità di raccontare la storia di San Venanzio a questi piccoli che conoscevano alcune cose ma non tutto di lui; ho voluto soprattutto mostrare come questo giovane abbia avuto anche il coraggio di rimanere fedele a questa grande amicizia che ha sperimentato con il Signore; in fondo, è quello che cerchiamo tutti nella vita: aggrapparsi a qualcosa di buono che ci spinga ad andare avanti, a cercare un bene che è più grande di noi. Tra l'altro- ha aggiunto don Marco- vivere questo momento sulla scalinata appena riconsegnata a tutta la città e proprio davanti al portale della chiesa, è stato ancora più simbolico, perché quel luogo ci ricorda anche la morte, il martirio di S. Venanzio e, parlare di lui dove la memoria è ancora più forte, ha permesso anche ai bambini di avere un’immagine ancora più viva di una chiesa che va ricostruita, come del resto lo è sempre stato nella storia della nostra città . Uno fra i più piccoli, con l’innocenza che contraddistingue i bambini , mi ha detto : “ ma allora questa chiesa bisogna ricostruirla ancora più grande” . Gli ho risposto "cerchiamo di riaverla come era ma soprattutto di viverla con il cuore proiettato verso il Signore, come era quello di San Venanzio.
La pioggia della vigilia aveva fatto temere per l'esposizione della statua argentea del patrono che invece, dato il migliorameto delle condizioni
è stato possibile predisporre. Accanto al tendone che ha accolto tutte le cerimonie religiose del giorno di festa, l'imponente statua è già stata mèta di visita e di raccolgimento. La statua - ha detto don Marco- sarà visibile; per tutto il giorno. Per tutti sarà possibile avere un momento di preghiera davanti a questa carissima statua del santo protettore della città ”.
Sotto, le foto della vigilia di festa. "Offerta dei ceri" e accensione del falò di nuovo in piazza. Omaggio al patrono e desiderio di rinascita
La Statua del santo esposta a Le Mosse