Ha scosso l'intera comunità di Valfornace lil tragico incidente che ieri è costato la vita a Costantino Cardinali, 73enne meccanico in pensione del luogo, precipitato col suo trattorino in una scarpata e rimasto schiacciato dal mezzo. L'incidente è avvenuto lungo la provinciale che collega a Sant'Ilario a Capriglia, in località Arciano. Cardinali stava procedendo con il suo piccolo trattore a ruote sul margine del terreno quando è finito fuori strada compiendo un volo di 10 metri insieme al mezzo. Data la sua esperienza nel manovrare il mezzo, è l'improvviso  malore una delle più plausibili ipotesi dell'incidente verificatosi a poche centinaia di metri dall'abitazione della vittima, L'allarme dei familiari per il suo mancato rientro a casa dal mattino, era scattato intorno alle 16.30.  Ad accorgersi dell'accaduto un automobilista di passaggio. Sul luogo dell'incidente, oltre ai carabinieri  per gli accertamenti di rito, anche il sindaco di Valfornace Massimo Citracca: "Siamo rimasti tutti sconvolti- afferma il primo cittadino -.  Ieri pomeriggio si è mobilitato tutto il paese; sapevamo che Costantino non aveva fatto rientro a casa  e abbiamo cominciato a cercarlo. Poi siamo stati raggiunti dalle voci della tragica scoperta; purtroppo non c'era più nulla da fare.  È un dramma che addolora tutta la comunità di Valfornace che perde un uomo affabile, simpatico e gentile. Costantino è sempre stata una persona di compagnia e abituata al lavoro; dopo aver svolto il lavoro da meccanico, nonostante la pensione si dedicava alla cura dei propri terreni. Perdiamo una bravissima persona" - conclude Citracca, espimendo le più sentite condoglianze e la vicinanza al dolore della famiglia. Costantino Cardinali lascia la moglie Santina e il figlio Fabrizio. 
Questo martedì 23 novembre alle ore 14.30,  nel palazzetto sportivo di Valfornace, l'ultimo saluto. 
c.c.


Foto tratta dal profilo social
“Speranze? Poche, ma continuiamo a insistere”. Lo ha detto Massimo Citracca, primo cittadino di Valfornace, in merito alla chiusura delle filiali che il Cda di Banca Intesa ha deliberato per il prossimo ottobre. La decisione, notificata nei primi giorni di luglio, ha immediatamente attivato i campanelli d’allarme delle amministrazioni locali dell’alto maceratese (oltre a Valfornace, anche Fiastra perderà la sua filiale, ndr), che hanno immediatamente cercato un dialogo con i direttivi dell’istituto di credito e con i vertici regionali – il Presidente Acquaroli su tutti – , per scongiurare questa nuova fuga di servizi.

“È inutile prenderci in giro. In questi contesti l’home banking non funziona – spiega Citracca – . Valfornace è stata la prima a portare la fibra nella montagna maceratese, ma il servizio è comunque di difficile accesso per la nostra cittadinanza. Non si può chiedere ai nostri anziani di imparare a utilizzare un’app che a volte è complicata anche per i non nativi digitali, né tantomeno chiedere loro di fare chilometri per avere un servizio essenziale come la banca (la chiusura rende la filiale di Pieve Torina la più vicina a Valfornace, ndr).”

Citracca ha poi sottolineato come, sin dal giorno della notizia di chiusura, abbia immediatamente cercato un incontro con le alte sfere di Banca Intesa, oltre che con il governo regionale: “Con Sauro Scaficchia (sindaco di Fiastra, ndr) abbiamo subito scritto alla Regione per chiedere un’intercessione – dice Citracca – . Poi di mia iniziativa ho cercato di trovare un abboccamento con il direttivo della banca, ma in questo senso non ci sono aperture. Hanno deliberato in consiglio di amministrazione questa decisione. Sembra proprio che a loro non interessi affatto della nostra condizione, ma noi insisteremo. Il Comune di Valfornace – conclude il sindaco – non si arrende. Stiamo cercando delle soluzioni da offrire alla banca per indurli a tornare sui loro passi. Continuiamo a lottare per il nostro territorio e per i suoi abitanti”.

Il servizio sarrà approfondito nel prossimo numero di Appennino Camerte

l.c.
L'entroterra continua a perdere servizi ed il futuro dei centri colpiti dal sisma e dallo spopolamento appare sempre più incerto.
In una zona dove alle difficoltà imposte dalla natura si aggiungono anche quelle dei servizi che sono costretti a guardare ai numeri piuttosto che al sociale, i sindaci continuano la loto battaglia e questa volta lo fanno per difendere la filiale di Fiastra di Banca Intesa San Paolo.

Ad ottobre, infatti, chiuderanno le filiali di Fiastra e di Valfornace, lasciando di fatto una grossa porzione della montagna maceratese priva di un servizio importante.


Un problema che non riguarda, però, solo il paese sul lago, ma un bacino più ampio abituato a fare riferimento a quella zona come la popolazione del vicino comune di Bolognola.

Dopo l'annuncio del direttore di zona che ha ribadito la decisione di chiudere i battenti per una precisa scelta azienda, come accadrà per tutte le filiali che operano in immobili non di proprietà, sono subito intervenuti i sindaci di Fiastra, Valfornace e Bolognola.
I primi due, Sauro Scaficchia e Massimo Citracca, avevano già avvisato il direttore che "in pochi mesi le filiali avrebbero avuto a loro disposizione degli spazi consoni, ricavati dagli edifici pubblici che in questi mesi si stanno ricostruendo a ritmo serrato". Ma evidentemente a nulla è valso questo impegno.


Cristina Gentili, sindaca di Bolognola, il comune più alto delle Marche, si dice "preoccupata per gli effetti che questa decisione avrà sul territorio, per il servizio che fornisce alle aziende che vi operano e a tutte le famiglie. Per raggiungere la prima filiale disponibile, gli abitanti di Bolognola saranno costretti a percorrere più di 70 km in auto tra andata e ritorno".

Il paradosso è che verrà mantenuta la filiale di Muccia, come sede distaccata di Pieve Torina, quando i due comuni distano pochi chilometri uno dall'altro - ha sottolineato Scaficchia - . Abbiamo l'Ufficio postale a mezzo servizio, ogni anno dobbiamo lottare per mantenere le scuole e i presidi medici, ora sparisce un altro servizio essenziale in un momento cruciale per la ricostruzione: noi ci siamo esposti personalmente con i cittadini affinché aprissero i conti dedicati alla ricostruzione nelle filiali dei nostri piccoli comuni, ma ora ci ritroviamo la banca a trenta chilometri di distanza”.

Sulla stessa lunghezza d'onda Massimo Citracca, sindaco di Valfornace: “Il nostro territorio, da tutti considerato come un gioiello in termini di bellezza paesaggistica e naturalistica, non può essere costantemente frustrato da scelte che vengono prese altrove, seguendo logiche squisitamente speculative: è ora che le continue operazioni di acquisizioni bancarie vengano bilanciate dal mantenimento dei servizi sul territorio. Per questo auspichiamo un ravvedimento da parte della Dirigenza di Banca Intesa, ma anche attenzione da parte delle istituzioni Regionali, affinché intervengano ufficialmente al fine di scongiurare i tagli degli sportelli dell’entroterra”.

GS
Pandemia e Rilancio: due temi fortemente legati che, in quella che potrebbe e dovrebbe essere l’ultima fase dell’epidemia da Coronavirus, vanno affrontati prontamente. Per questo motivo il Comune di Valfornace ha pensato ad alcune agevolazioni fiscali per famiglie e attività economiche, realtà sociali in fisiologica difficoltà dopo un anno e mezzo di restrizioni. Affiancata agli aiuti e agli strumenti adottati dallo Stato, la riduzione fino al 100% della Tari si inserisce in questo contesto.

Lo scorso 28 giugno, il Consiglio Comunale di Valfornace ha infatti approvato una nuova tariffazione, valida per l’anno in corso, relativamente alla Tassa sui Rifiuti. L’amministrazione ha fatto sapere che “è stata riconosciuta in generale una riduzione di 20 euro per tutti i soggetti passivi residenti nel Comune sulle tariffe TARI per tutti i ruoli comunque emessi per l’anno 2021. In seconda battuta, è prevista la riduzione del 100% della parte variabile e della parte fissa della TARI per le utenze non domestiche oggetto di chiusura obbligatoria o di restrizioni nell’esercizio dell’attività dovute al Covid o che abbiano registrato un rilevante calo dell’attività per effetto del Covid, in particolare per la limitazione alla libera circolazione delle persone”.

L’amministrazione ha commentato il provvedimento, sottolineando come “la stagione che l’intero paese sta attraversando si caratterizza per lo sforzo volto al superamento delle pesanti conseguenze economiche determinate dalla pandemia. I tanti settori in crisi infatti – proseguono – , rischiano letteralmente il collasso se le istituzioni non assumono il problema del rilancio economico e dei sostegni concreti, soprattutto per i settori legati al turismo ed in generale ai servizi. La misura, valutata come doverosa, è stata fortemente voluta dall’amministrazione. Abbiamo voluto utilizzare al meglio la facoltà prevista dalle leggi – concludono – al fine di modulare la tassazione di competenza ed andare incontro alle esigenze del territorio, soprattutto di operatori turistici penalizzati dalla pandemia”.

l.c.

Si è svolta nella mattinata la cerimonia di consegna di una targa per il compleanno di Antonia Brillarelli, classe 1921, da sempre residente a Fiordimonte di Valfornace.

Dopo aver svolto per molti anni la professione di aiutante scolastica alle scuole elementari di Fiordimonte fino alla pensione, è vissuta nel piccolo centro circondata dall’affetto dei numerosi nipoti e pronipoti.

Comprensibilmente, tante sono state le vicissitudini attraversate da “nonna Antonia” nel corso di questo secolo, non ultime il sisma del 2016 ed il Covid-19, tutte però vissute con una forza d’animo ed uno spirito che si sono distinti come modello ed esempio per familiari e conoscenti.

Il sindaco, Massimo Citracca, alla presenza dei familiari, ha consegnato direttamente nelle mani di Antonia la targa-ricordo esprimendo i più sentiti auguri di buon compleanno per i suoi “primi” cento anni da parte dell’amministrazione e della cittadinanza tutta.

 
Dal generale al particolare, dallo statuto dell'ente alle singole scelte nella politica dell'Unione. Prosegue a colpi di lettere la "discussione" tra i sindaci Falcucci, Citracca, Cecoli e la governance dell'Unione Montana di Camerino. I 3 primi cittadini replicano ancora a quanto risposto dal presidente Alessandro Gentilucci facendo chiarezza sui motivi per i quali non condividono la politica dell'ente.

Eravamo certi che saremmo stati costretti ad una replica. In primis, registriamo un forte nervosismo del Presidente Gentilucci, potevamo dire anche “di quel signore” ma l’etica e l’educazione istituzionale, che conosciamo per lunga esperienza e per rispetto dei colleghi, ci obbliga ad evitarlo.


Il Presidente Gentilucci non sapendo come rispondere davanti all’evidenza dei fatti, tenta ancora una volta ad arrampicarsi sugli specchi con argomentazioni infondate. Si scivola sugli specchi!

Nervosismo che si fonda su chi pur sapendo di aver sbagliato tutto e di aver portato l’Unione Montana al suo totale fallimento, che peraltro è sotto gli occhi di tutti, continua a richiamare episodi come la mancata adesione ecc., quando le ragioni le abbiamo ricordate nel dettaglio suffragate dai fatti verificatisi e non da chiacchiere.

Poi, sempre il Presidente, ci porta per esempio quello strategico delle risorse idriche dimenticando che la Società Valli Varanensi non ha mai gestito il servizio idrico tanto che non ha struttura operativa.

Ricorda, correttamente, che i Comuni di Castelsantangelo sul Nera e Valfornace hanno affidato ad una società di Tolentino. La società di Tolentino è la ASSM Spa, Società a intero capitale pubblico detenuto dai Comuni soci. Dire una Società di Tolentino senza specificarne il nome, significa, caro Presiedente, mistificare la verità.

Dimentica volutamente che anche il Comune di Camerino, che è nell’Unione Montana ed è il più importante, ha affidato il SII (servizio idrico integrato) all’ASSM Spa di Tolentino già dalla precedente amministrazione e non si è avvalso di Valli Varanensi. Chissà perché? Per saperne di più, bisognerebbe chiedere le motivazioni alla precedente Amministrazione.

Comprendiamo che tale precisazione non gli conveniva farla, ma questi sono i fatti e non chiacchiere!

Si ricorda che i Comuni che non hanno affidato il SII ad una società “vera” sono in difetto di Legge tanto che l’AATO (Autorità di Ambito Territoriale Ottimale) ha segnalato alla Regione Marche almeno una decina di volte (due all’anno – verificare presso Uffici AATO) la richiesta di nomina di un Commissario ad Acta per tutti quei Comuni che si sono affidati a Valli Varanensi in quanto, come detto, non essendo mai stata operativa, non rispetta le norme vigenti in materia.

Il Presidente Gentilucci sempre più come un uomo solo al comando, tanto da prendere le difese anche del Comune di Fiastra che per nascondere l’oggettivo fallimento della Unione Montana di Camerino da lui guidata, arriva a dire che “…non ci appartiene una visione miope del territorio…” e quindi per non sovrapporre i servizi, si appoggia alla vicina Unione Montana.

Certo che la fantasia amministrativa è notevole ma, purtroppo, anche in questa circostanza oltre a mistificare i fatti dimostra un notevole digiuno delle procedure amministrative.

Se così fosse stato, occorreva stipulare una convenzione con quella Unione Montana specificando i servizi che gli venivano affidati, circostanza che non risulta essere mai stata fatta.

Il Presidente parlando di disponibilità e di essere pronto ad accogliere il figliol prodigo, si erige addirittura a Padre.

E’ bene però chiarire ancora una volta che l’adesione all’Unione Montana è un diritto dei Comuni che abbiano dei requisiti di carattere prettamente territoriale, fra i quali non rientra la condivisione della politica in atto e meno ancora l’indiscutibilità di uno statuto come se fosse il Corano (tanto per restare nell’ambito dei libri sacri).

Presidente Gentilucci, e non quel signore (vede la differenza), non si scomodi a fare nessuna convocazione si preoccupi invece di riportare il “Suo Circolo privato”, che rischia di perdere a breve altri soci, al ruolo proprio di Ente pubblico e modifichi subito lo statuto perché si ricordi che sta mal gestendo da troppo tempo un Ente con risorse pubbliche di cui deve rendere conto alla collettività. Prima o poi a qualcuno dovrà fornire giustificazioni del suo operato. Buon lavoro Presidente Gentilucci.

f.u.



L’accusa di omissione di atti d’ufficio rivolta dai sindaci di Castelsantangelo sul Nera, Monte Cavallo e Valfornace all’Unione Montana di Camerino viene respinta al mittente dal presidente dell’ente Alessandro Gentilucci, la cui risposta non si è fatta attendere.

“A rispondere – dichiara Gentilucci – saranno in primo luogo i sindaci che sono stati tirati in ballo dopo aver salvato un ente che gli stessi sindaci che oggi scrivono avevano deciso di affossare e che il territorio della Marca Montana di Camerino non dovesse avere più una sovrastruttura. I sindaci che oggi protestano decisero di non entrare nell’Unione Montana perché vi erano troppi debiti e tutta una serie di criticità. Quando poi, nell’emergenza terremoto, li ho richiamati sono andati in ordine sparso”.

Smentisce anche sulla mancata risposta alle richieste dei 3 primi cittadini Alessandro Gentilucci. “Gli atti sono pubblici, così come le risposte fornite – conclude – Alla ricezione della richiesta di ingresso come ente abbiamo risposto indicando le modalità di ingresso. Questa la dimostrazione che non siamo ostativi verso nessuno”.

f.u.

“Omissione di atti d’ufficio” gridano all’unisono i sindaci dei comuni di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci, Valfornace, Massimo Citracca, e Monte Cavallo, Pietro Cecoli, puntando il dito contro l’Unione Montana di Camerino. I 3 comuni, infatti, hanno chiesto di aderire all’Unione, ma da oltre 18 mesi ancora non hanno ricevuto alcun riscontro né di mancato accoglimento, né di qualsiasi altra motivazione, nonostante i numerosi solleciti. Le diffide sono state inviate anche al governatore Ceriscioli, all’assessore Sciapichetti e per conoscenza al Prefetto di Macerata con la descrizione, nel dettaglio e con documentazione allegata, del le ragioni e dei fatti che si sono susseguiti nel tempo e delle illegittimità verificatesi e ad oggi non ancora rimosse.

“Strano ma vero, ad oggi ancora nessuna risposta – dichiarano sgomenti i 3 sindaci - Siamo certi che le massime istituzioni regionali stiano valutando come intervenire a questo censurabile, illegittimo e incomprensibile comportamento di un Ente Pubblico sovracomunale che avrebbe dovuto chiedere ai comuni che non aderirono alla trasformazione da Comunità Montana a Unione Montana di entrare, se non altro per le ragioni post sisma e per dimostrare una compattezza politica di un’area che di tutto ha bisogno, meno di essere oggetto di divisioni perché danneggiano un intero territorio. Si nascondono meschinamente le vere ragioni di questo insolito “non fare” non prendendo atto che ormai tutti conoscono le vere ragioni: quelle della democrazia rappresentativa che se non conviene si osteggia in tutti i modi! E’ altresì incontrovertibile e sotto gli occhi di tutti la totale assenza di qualsiasi iniziativa dell’Unione Montana Marca di Camerino per il territorio.
Le altre due Unioni Montane di San Severino e San Ginesio, hanno attivato e concretizzato importanti progetti e servizi dimostrando ampiamente un ruolo di Ente sovracomunale che supporta e integra i Comuni aderenti con significativi risultati. Si approfitta per ringraziare il Sindaco del Comune di Camerino che ha comunque coordinato egregiamente importanti incontri sulla ricostruzione post sisma, sulla sanità e sui servizi coinvolgendo tutti i Comuni del nostro comprensorio cercando di sopperire al disagio che arreca la mancata partecipazione di tutti. Qualcuno dimentica che si deve essere sempre al servizio delle Istituzioni e mai al contrario!”.

f.u.
“La via del ritorno – documentario su Nemi, “zona rossa”. Un cortometraggio girato da Federico Fabrizi, studente di arti cinematografiche, che narra, grazie alla collaborazione dei residenti che hanno voluto portare la loro testimonianza, la situazione attuale di Nemi, la più popolosa frazione del comune di Valfornace, che dopo il sisma si è quasi svuotata, con gli abitanti che vivono tutti nella provvisorietà delle Sae. Così il paese sopra il colle appare transennato e vuoto, quasi come non esistesse più. Una denuncia di come a 4 anni dal sisma nel cratere sia ancora tutto fermo, mentre come detto da una delle voci narranti “qui muore una cultura” e si spezzano i legami. “Un bel documentario – lo ritiene il sindaco di Valfornace Massimo Citracca – per ricordare le nostra bella frazione di Nemi con le case inagibili dopo il terremoto. Sono anche io originario di Nemi e vedendo questi luoghi abbandonati non posso non provare profonda tristezza.

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C’è una zona rossa, siamo in attesa di una perimetrazione, ma i fondi che ci sono stati assegnati dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione sono insufficienti e non riusciamo a trovare tecnici disposti a portare avanti questo percorso. A breve attendiamo anche la visita del commissario Legnini al quale esporremo il problema per fare in modo che anche in questi luoghi possa partire la ricostruzione privata”.

Maggiori approfondimenti li troverete sul settimanale L'Appennino camerte

f.u.

 


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Semplificazioni nelle procedure della ricostruzione, una nuova viabilità e il piano dell’emergenza nel primo consiglio comunale che si è svolto a Valfornace dopo la chiusura determinata dall’emergenza Covid. “Finalmente siamo riusciti ad approvare la variante alle norme tecniche di attuazione del Piano Regolatore, riuscendo soprattutto ad eliminare i Piani Attuativi e di recupero per gli edifici delle ex frazioni di Pievebovigliana. Con questo riusciamo anche a garantire la demolizione e la ricostruzione per gli edifici gravemente danneggiati dal sisma. Un aspetto fondamentale per poter accelerare la ricostruzione”. Aggiornato, inoltre, il Piano Triennale delle opere pubbliche, che prevede tra l’altro la realizzazione della viabilità alternativa in località Fiano per un importo complessivo di 108.255,00 euro già finanziato dalla Protezione Civile. “Un intervento – prosegue il primo cittadino - che doveva essere effettuato già all’indomani della crisi sismica iniziata nell’agosto 2016, così come nell’analogo lavoro fatto in località Nemi, ma che si è finalmente concretizzato solo oggi”. Infine il consiglio comunale ha redatto il Piano di Emergenza Comunale di Protezione Civile, sintetizzando i precedenti piani vigenti nei territori degli ex comuni di Pievebovigliana e Fiordimonte ed adeguandolo alle attuali disposizioni.

f.u.

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