Terminati i lavori di ristrutturazione del cimitero di Fiano, frazione del comune di Valfornace. Inagibile dalle scosse sismiche dell’ottobre del 2016, il cimitero ha subito interventi di messa in sicurezza e di consolidamento. Le opere hanno riguardato la ristrutturazione delle strutture esistenti e delle mura esterne. Oltre a questo sono stati rifatti i viali e il tetto della chiesa all’interno del cimitero. Simbolica la data della revoca dell’ordinanza di inagibilità, arrivata esattamente sei anni ed un giorno dopo il terremoto del 30 ottobre: il sindaco Massimo Citracca ha infatti ufficialmente riaperto il cimitero alla vigilia della festa di Ognissanti. Valfornace recupera dunque uno dei suoi luoghi di culto, proprio nel mese dedicato alla commemorazione dei defunti.

l.c.
Stanno iniziando i lavori di bonifica, recupero e ricostruzione del cimitero di Ussita. Danneggiato dal sisma di cinque anni fa, ora necessita di diversi interventi di messa in sicurezza e di restauro.

La prima fase, come ha spiegato la sindaca Silvia Bernardini, sarà la più delicata: “Nei primi mesi di lavoro dovremo occuparci della bonifica del sito: questo significa che dovremo smaltire le macerie delle parti crollate e recuperare le bare che erano inumate in quell’area. Una volta che saremo riusciti a farlo – spiega la prima cittadina –, dovremo identificarle e trovare loro una nuova e dignitosa sistemazione, che potrebbe essere quella dei nuovi loculi che abbiamo costruito. È una soluzione provvisoria, ma certamente di grande solidità e soprattutto capace di garantire sicurezza ai visitatori e dignità ai defunti. È un’operazione molto complicata, visto che ogni bara andrà identificata e andranno soprattutto rintracciati i parenti del defunto per capire con quale sistemazione definitiva procedere. I problemi sorgerebbero qualora questa operazione dovesse essere impossibile: in questo caso potremmo pensare a una cappella comune che raccolga i resti delle persone che erano inumate nelle parti crollate”.

Una volta terminata questa fase, si potrà procedere con la vera e propria ricostruzione. La sindaca ha concluso: “A bonifica ultimata inizieremo la ricostruzione. La prima fase sarà dedicata alla messa in sicurezza dei versanti del ‘promontorio’ che ospita il cimitero, poi potremo passare al restauro vero e proprio. La speranza è quella di poter permettere le visite ai propri defunti nel minor tempo possibile, già al termine della bonifica del sito, visto che la soluzione temporanea che abbiamo predisposto è assolutamente sicura”.

l.c.
70 nuovi loculi e 38 ossarine, oltre alla messa a norma e all’adeguamento degli impianti tecnologici – in particolare quelli elettrici e dello smaltimento delle acque piovane – e alla ristrutturazione dell’ala est. Sono questi gli interventi che il Comune di San Severino ha ultimato nel cimitero della frazione di Cesolo.

L’ampliamento ha interessato la parte nord, con una nuova colombaia in cemento armato, mentre per quanto che riguarda la parte più vecchia sono state rifatte le pavimentazioni, i percorsi pedonali e i collegamenti tra le diverse zone del cimitero. Oltre a questo anche la copertura è stata rinnovata.

L’importo stanziato dal Comune si aggira intorno ai 185mila euro.

l.c.
I lavori di ampliamento e ristrutturazione del cimitero monumentale di Treia, avviati alla fine del 2020, non hanno lasciato indifferente la cittadinanza: diverse le polemiche sui social, infatti, sull’impatto delle nuove strutture in corso d'opera. Secondo alcuni cittadini comprometterebbero il profilo estetico del cimitero, oltre a rendere difficoltoso l’accesso alle aree già esistenti.

Già a novembre il sindaco, Franco Capponi aveva sottolineato l’urgenza di mettere mano alla struttura, ormai sovraccarica, con l’intenzione non di costruire un secondo cimitero – secondo l’amministrazione sarebbe inevitabilmente una struttura di serie b – ma con quella di ampliare e ristrutturare quello già esistente, senza impattare sull’aspetto architettonico.

Non del tutto convinti e soddisfatti però i cittadini, inorriditi alla vista delle strutture in cemento armato che in questi giorni sono sorte all’interno del luogo di culto. A tal proposito il vicesindaco, David Buschittari, ha risposto che l’aspetto dei nuovi blocchi di loculi, al termine dei lavori, sarà perfettamente in linea con lo stile delle strutture più antiche: “L’intervento è stato studiato in concerto con la Sovrintendenza e con diversi architetti, oltre a essere condiviso dal consiglio comunale. È impossibile ora giudicare i lavori, e bisognerà attendere che questi vengano ultimati: il cemento armato non resterà a vista, ma verrà rivestito in mattoni nello stesso stile delle strutture già presenti. Mettere mano e modificare un luogo di culto tradizionale come il nostro cimitero è stata una scelta sofferta, ma crediamo sia la più giusta: una seconda struttura sarebbe stata inevitabilmente seconda anche in importanza. Accettiamo le critiche, ma vorremmo che siano contestualizzate, costruttive e non strumentali”.

l.c.
La realizzazione di un forno crematorio al cimitero di Tolentino è il tema che sta animando da giorni il dibattito politico in città dopo che durante l’ultimo consiglio comunale è stata approvata una delibera che stabilisce la volontà dell’amministrazione di valutare il progetto e procedere nel caso in cui non vi siano manifestazioni di contrarietà.

Una contrarietà già ampiamente dimostrata dalla minoranza come ha più volte ribadito il Movimento 5 Stelle e come spiega il consigliere dem Fulvio Riccio che ripercorre l’iter che ha portato alla delibera.

“Il problema del forno crematorio viene da lontano – dice - . Con un atto dei primi mesi del 2020 la giunta aveva già manifestato l’interesse per la realizzazione di questo forno crematorio. Da subito era partita la battaglia per evitare che questo tipo di impianto, altamente inquinante, venisse realizzato a Tolentino. A novembre scorso poi, una determina dirigenziale del Comune di Tolentino, ha stabilito uno stanziamento per definire il project finance per la realizzazione del forno. Questa determina non aveva avuto alcun tipo di pubblicità da parte dell’amministrazione – precisa Riccio - , ma la minoranza lo ha visto nel sito del Comune è di nuovo scoppiata la polemica ed il progetto è stato presentato in consiglio. C’è stato un ampio dibattito – spiega – e, con nostra notevole sorpresa, sulla una base di accesso agli atti che ho effettuato e di cui non posso divulgare i contenuti, abbiamo visto che già a maggio scorso l’amministrazione comunale era in possesso di documenti dettagliati su tutte le valutazioni effettuate.

La documentazione è completa di tutto il partenariato pubblico-privato e questo denota che c’è una vera intenzione da parte dell’amministrazione a realizzare l’impianto”.

Una intenzione che preoccuperebbe non solo le minoranze ma anche i cittadini: “Il cimitero si trova a pochissimi passi dalle prime case della città, a 100 metri da un campo sportivo e a mezzo km dal centro città. La denominazione è di  ‘Impianto insalubre di primo livello’, che denota la forma peggiore dell’insalubrità tra le pratiche industriali esistenti”.

Non una contrarietà alla cremazione quella che vuole sottolineare Fulvio Riccio, ma alla posizione del forno che sarebbe comunque a servizio di un intero territorio: “Ritengo la cremazione una pratica necessaria e opportuna in un futuro prossimo – precisa - ma questi forni devono avere una regolamentazione ben precisa e la posizione non può essere decisa dai Comuni, senza alcun tipo di confronto a livello provinciale e regionale.

Questo tipo di impianto a Tolentino avrà un impatto limitato: negli anni passati sono state meno di cinque le cremazioni in un anno. È chiaro, quindi che questo sarà un impianto che svolgerà il suo servizio prevalente a servizio della regione e di quelle vicine.

Proprio per questo sono i soggetti pubblici sovraordinati, come la Regione, a dover decidere dove installare questi impianti e sicuramente Tolentino non potrà essere il luogo adatto”.

Intanto il Comitato No Inceneritore ha lanciato una raccolta firme in proposito: “Il Comitato era nato qualche anno fa per impedire un inceneritore di fanghi biologici alle porte della città e quella battaglia è stata vinta. Oggi combatte la battaglia per evitare che si realizzi il forno crematorio. Anche la minoranza è compatta – conclude – e ringrazio il Movimento 5 stelle e le forze civiche non presenti in consiglio che hanno mostrato come noi contrarietà al progetto.  Ad oggi solo la maggioranza sembra voler andare avanti, ma sono sicuro che cambierà idea anche ascoltando la voce dei cittadini”.

GS
I carabinieri della Compagnia di Fabriano sono riusciti a risolvere il furto accaduto nei pressi del cimitero di Cerreto D’Esi nel settembre 2019 ed hanno denunciato una donna di Jesi di 28 anni accusata di furto e indebito utilizzo di carta di credito.

Tutto è partito circa un anno fa. La donna ha notato nell’auto di un 67enne di Cerreto D’Esi, parcheggiata nei pressi del cimitero cittadino, la presenza di un borsello con all’interno documenti personali e il portafoglio con 400 euro in contanti e la carta bancomat. Il proprietario era al cimitero e con velocità la donna ha rotto il finestrino, si è impossessata del borsello ed è scappata via.

La 28enne si è recata a Matelica e qui ha effettuato due prelievi ad altrettanti sportelli bancomat per un totale complessivo di 750 euro. Non si è accorta però della presenza delle telecamere che l’hanno ripresa. E proprio grazie a questi filmati che i carabinieri sono riusciti ad incastrarla. Infatti, dopo che la vittima ha sporto regolare denuncia, i militari si sono immediatamente attivati.

Tramite i tabulati telefoni e i due prelievi sono riusciti a risalire alla jesina. La 28enne era presente in molte immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza privati presenti nei pressi dei due sportelli bancomat. I carabinieri sono riusciti a risalire all’identità della ladra grazie anche ai precedenti specifici di cui era gravata. Grazie a tutto questo materiale raccolto, la jesina è stata denunciata per furto e indebito utilizzo di carta di credito.  

GS

“Il nostro cimitero versa in condizioni di degrado. E non per colpa del terremoto”. A denunciarlo è Francesco Borioni di Centro Sinistra per San Severino. Da tempo non vi si mette mano e, tra scalini e balconi malmessi quando non pericolanti, infiltrazioni e pavimenti a pezzi, sembra come se il terremoto avesse colpito anche il cimitero monumentale: “L’attuale condizione di generale disinteresse non fa certo onore a chi riposa in quei luoghi così malamente ridotti e causa non pochi problemi a coloro i quali vogliano onorarne memoria. Molti settempedani d'origine e non più residenti, in occasione della ricorrenza dei defunti del 2 novembre - sottolinea - avranno pensato che il terremoto avesse segnato anche questo luogo tra scalinate e balconi pericolanti, grondaie e pavimenti a pezzi e infiltrazioni sui soffitti dei camminamenti. Sarebbe stato facile essere tratti in inganno se non si avesse avuto l’occasione di visitarne altri in cittadine limitrofe: il confronto è immediato quanto sfavorevole e con poche attenuanti per San Severino, Città d'arte e cultura”. Servirebbe una sistemazione, secondo Borioni che dà voce anche alle lamentele della popolazione, per garantire una fruibilità dignitosa di questo luogo: “Si tratta di una questione che attiene alla nostra dignità, pertanto urgente e ci auguriamo condivisibile da tutte le parti. Serve una soluzione celere da troppo tempo rimandata - conclude - o meglio mal affrontata, ma molto richiesta e sentita da gran parte dei settempedani di buona volontà”.

G.G.

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