Superbonus. Ecobonus e Sismabonus completamente operativi,  dopo la pubblicazione della circolare dell’Agenzia delle Entrate. Ne dà notizia l'onorevole pentastellata Patrizia Terzoni esprimendo massima soddisfazione: "E’ stato messo l’ultimo tassello  per partire a pieno regime con le ristrutturazioni che renderanno le case degli italiani più sicure e sostenibili.”
Dopo il completamento della disciplina relativa al superbonus e al sismabonus al 110 per cento, introdotti dall'art. 119 del decreto “Rilancio” (D.L. 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modifiche dalla Legge 17 luglio 2020, n. 177 ), dopo il decreto “Asseverazioni” ,  e dopo la firma del Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, di concerto con gli altri Ministeri competenti, del decreto “Requisiti tecnici”, (con il quale sono stati definiti gli interventi che rientrano nelle agevolazioni ecobonus, bonus facciate e superbonus al 110%, i costi massimali per singola tipologia di intervento e le procedure e le modalità di esecuzione dei controlli a campione,) arriva a completare il quadro la pubblicazione di una circolare da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Circolare che chiarisce alcuni punti del super ecobonus al 110%, l’incentivo fiscale per le ristrutturazioni edilizie con efficientamento energetico o riqualificazione antisismica introdotto dal governo con il decreto legge Rilancio. Sempre oggi, il direttore dell’Agenzia, Ernesto Maria Ruffini, ha firmato un provvedimento che approva il modello che consente di cedere a terzi il credito d’imposta, lo sconto sulle tasse future, frutto della detrazione.
“E’ finalmente completo il quadro di qualcosa che, come Movimento, abbiamo strenuamente voluto, e per cui lavoriamo da tempo- sottolinea l'onorevole Terzoni-  Con l’entrata in vigore a pieno regime di queste misure eccezionali grazie ora alla tanto attesa circolare dell’Agenzia delle Entrate, crediamo di poter dare un’enorme spinta al rilancio dell’economia del paese, stimolando le piccole e medie imprese del territorio, e offrendo un’enorme opportunità ai nostri cittadini. Insomma,  si tratta di una chance che va sfruttata , dato i benefici che ne deriveranno,  e che permetterà a tantissimi cittadini di ristrutturare le proprie abitazioni, sotto l’aspetto dell‘ energetica degli edifici e della loro sicurezza antisismica, praticamente  a costo zero. Ecobonus e Sismabonus così potenziati -conclude la deputata pentastellata- significa intervenire attivamente anche per aiutare tutte quelle famiglie che non hanno un reddito elevato perché oltre a questi interventi “gratis” si vedranno nel tempo ridurre i costi delle proprie bollette”.
c.c.

"La riunione tecnica pre-CIPE ha sciolto qualsiasi problema sui lavori sulla SS76 e sui lotti 3 e 4 della Pedemontana. A fine mese ci sarà il via libera dal CIPE con il varo della delibera.

Ora Astaldi non ha più scuse, i lavori possono andare avanti". Così Patrizia Terzoni, vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera, sulle conclusioni della riunione romana.

"Finora ho ascoltato molti attacchi sterili - specifica - spesso privi di fondamento sul ruolo del governo in questa vicenda, quando il fulcro di ogni problema è la crisi di un'azienda privata che ora con il concordato si cerca di risolvere. Noi badiamo ai fatti e a risolvere problemi, e questo per il territorio appenninico indubbiamente lo è. Ereditiamo dal passato gestioni pessime sulle infrastrutture italiane e, come detto, anche improvvide scelte di Astaldi fatte fuori dal paese che hanno generato una crisi aziendale che rischiava di trascinare nel baratro anche tante imprese sane coinvolte nei subappalti.

Chiaramente, considerata la situazione, rimarranno molte questioni da risolvere. Il Governo del Cambiamento però guarda alla sostanza difendendo gli interessi del territorio e dei cittadini per i provvedimenti di sua competenza, come nel caso del CIPE".

“Ogni comunità ha bisogno di interventi mirati sulla base delle proprie necessità. Lungi da noi voler fare distinzioni tra terremotati di serie A, B o C”. Difendono la loro posizione i sindaci che hanno chiesto a gran voce una suddivisione del cratere per fasce di danno. Stamattina, dopo un giro nella zona rossa di Camerino, i parlamentari marchigiani hanno avuto la possibilità di ascoltare i sindaci dell’ex unione montana di Camerino per comprendere a fondo la richiesta che ha fatto infervorare il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi. 

Erano presenti i senatori Donatella Agostinelli e Mauro Coltorti, gli onorevoli Patrizia Terzoni, Paolo Giuliodori e Rachele Silvestri per il Movimento 5 Stelle, il senatore Giuliano Pazzaglini e l’onorevole Tullio Patassini per la Lega, l’onorevole Mauro Morgoni per il Pd, e gli onorevoli Francesco Acquaroli e Simone Baldelli rispettivamente per Fratelli d’Italia e Forza Italia. 

Alla prima parte della mattinata, che prevedeva la visita in zona rossa di Camerino, hanno preso parte solo i rappresentanti del Movimento 5 Stelle e Patassini.

 

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A loro sono state illustrate alcune problematiche, quali ad esempio il fatto che per il centro storico siano previsti 6 milioni di euro di puntellamenti, e al momento ne siano stati realizzati solo per un milione di euro. Oppure la questione che riguarda l’ex tribunale: “Quell’edificio è l’esempio lampante di ciò che può fare il sindaco. Di fronte ad una struttura di quel genere, non può demolire per pubblica sicurezza perché i tecnici GTS dicono che questa, a parte le tamponature lesionate, sia una struttura buona. Poi con la perimetrazione ci sono dei ragionamenti migliorativi. Io questo edificio lo vorrei demolire perché osceno, non si contestualizza con le strutture storiche ed importanti del centro”. Pasqui ha poi parlato brevemente anche della scelta politica di realizzare le aree Sae vicino alle frazioni: “Stiamo aspettando che vengano realizzate 12 aree il più possibili vicino alla città ma anche nelle frazioni, dove le comunità potranno continuare a vivere. Certo - ha sottolineato - sarebbe stato molto più comodo trasferire tutti in una zona più comoda, ma avremmo creato una riserva indiana. Io ho fatto la scelta politica di tenere le persone il più possibile vicino ai loro luoghi di appartenenza”.

 

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Il clou della mattinata, a partire dalle 11:30: i sindaci dell’ex unione montana di Camerino si sono riuniti in una tavola rotonda insieme ai parlamentari per spiegare i motivi che li hanno condotti a richiedere a gran voce la suddivisione del cratere in fasce di danni: “Ogni comunità - ha detto Pasqui introducendo gli altri colleghi - ha bisogno di essere guardata per le necessità che ha. Nessuno ha mai detto di eliminare qualcuno dal cratere o lungi da noi voler creare terremotati di serie A, B o C. Ma non è possibile non considerare quello che noi abbiamo subito”.

Da tutti i primi cittadini la richiesta di dare priorità alle comunità drammaticamente distrutte dal terremoto, di pensare ad interventi ad hoc, mirati per permettere una ripresa. 

Il sindaco di Muccia Mario Baroni ha, dal canto suo, sottolineato l’ingiustizia di chi “si è organizzato a proprie spese dopo il terremoto, realizzando soluzioni abitative temporanee e che oggi stanno ricevendo denunce penali. Il Salva Peppina purtroppo non ha portato grosse soluzioni, serve un provvedimento di provvisorietà”. Sulla stessa lunghezza d’onda, il vicesindaco di Fiastra, Sauro Scaficchia il quale non riesce a spiegarsi perché non si dia la possibilità di applicare l’ordinanza 9 (pensata per le attività produttive) a chi abbia realizzato le cosiddette casette abusive. “Fiastra ad esempio è un territorio prettamente turistico, per fortuna non ci sono stati danni alla viabilità e questa è stata l’unica porta rimasta aperta. Gli esercizi commerciali sono nei container e il decreto Salva Peppina ci ha lasciato comunque con grossi problemi da affrontare. Ci chiediamo come mai non si applichi, anche per le casette ritenute abusive, l’ordinanza 9 per le attività produttive. Fiastra - ha poi detto in chiusura - ha 1.088 ordinanze di inagibilità, sono stati presentati 82 progetti ma solo 8 finanziati. Si procede troppo lentamente”.

 

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Anche Mauro Falcucci, sindaco di Castelsantangelo sul Nera, ha ribadito la volontà di non eliminare qualcuno dal cratere, illustrando alcune delle problematiche più sentite: “Ma è chiaro che non si vuole eliminate nessuno, anche perché ci sono già stati dei finanziamenti quindi credo che la lettura del sindaco di Tolentino sia sterile. Il problema è che qui non sappiamo come e dove spendere i finanziamenti, perché non sappiamo nemmeno se potremo ricostruire dove eravamo. Semplifichiamo le procedure - ha sottolineato - altrimenti qui si impantana tutto. Servono norme specifiche e agevolazioni che incentivino la ripopolazione della montagna. Servono interventi mirati, se vogliamo, il buon senso del padre di famiglia. C’è bisogno di accelerare le pratiche sul dissesto idrogeologico, la ricostruzione delle B e un aiuto per l’occupazione”.

In piena sintonia anche il sindaco di Serravalle di Chienti, Gabriele Santamarianova che ha aggiunto anche la problematica delle seconde case: “Nel ’97 non vennero finanziate e quindi oggi esiste innanzitutto una disparità di trattamento (in questa ricostruzione saranno finanziate anche le seconde case, ndr). Inoltre, alcune non sono ancora state ricostruite e dunque hanno subito ulteriori danni col terremoto del 2016”.

Il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci, si è da parte sua soffermato sulla questione della zona franca: “I nostri territori possono essere paragonati a chi si rivolge al pronto soccorso. Ci sono i malati in codice verde, giallo o rosso. Ecco, noi siamo in codice rosso avanzato. C’è bisogno di dare priorità a chi è stato drammaticamente distrutto. Per quanto riguarda la zona franca - ha spiegato poi - se mettiamo nelle stesse condizioni comuni più verso la costa e noi, significa che si indirizzano gli investimenti in una parte della provincia che è già molto sviluppata”. 

A chiudere Giuliano Pazzaglini che, in qualità di sindaco di Visso, ha anche lui illustrato alcuni problemi fondamentali. Primo fra tutti, la busta paga pesante che non sarà l’unica spada di Damocle che colpirà i cittadini terremotati. A breve infatti alla restituzione dei tributi si sommerà anche quella delle bollette e poi dei mutui: “Praticamente si guadagnerà di meno e si pagherà di più. C’è poi il problema della convenzione tra Anac e Regioni, che rischia di diventare un tappo perché ci saranno tantissime opere pubbliche da fare e l’Anac non sarà in grado di gestirle tutte. I vincoli paesaggistici - ha poi detto - ci impongono di ricostruire come era prima, ma è una follia anche solo pensarlo”. Secondo Pazzaglini, non sarebbe vero che la ricostruzione verrà finanziata al 100%, poiché basandosi sul modello dell’Emilia Romagna, non tiene in considerazione alcune importanti caratteristiche di edificazione tipiche del territorio: “I nostri edifici non sono fatti alla stessa maniera, e per certe cose non è previsto finanziamento. Mancano i soldi, le normative e tutto ciò che serve per andare avanti. I tempi dettati dalle ordinanze sono ridicoli. Va cambiata l’impostazione di questa ricostruzione”.

 

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Ancora una grana politica per i lavori della "Quadrilatero". Intervento a tutto campo in una nota, la portavoce del Movimento 5 Stelle presso la Camera dei Deputati On. Patrizia Terzoni.

“E’ durata il tempo di un trimestre la tregua delle nefandezze relative all’arteria viaria “Quadrilatero”. Questa grande opera, nata diversi anni fa sotto una cattiva stella, si sta trasformando nella saga degli orrori. Tra sprechi di denaro pubblico, varianti delle varianti, gallerie con arcate non a norma, rifiuti edilizi scaricati in aree protette, in questi anni le abbiamo viste di tutte.

Ora la mano distruttiva dei lavori ha colpito nel versante fabrianese il fiume Giano, già martoriato dagli scarichi industriali per quasi mezzo secolo.

Quanto rilevato dal Corpo Forestale in località Cancelli di Fabriano è di una gravità assoluta: acque di lavorazione scaricate in un torrente appenninico come se nulla fosse. Non si sa da quanto tempo, e non si sa quanto nocive: l’unica certezza è l’acqua del fiume resa bianca da liquidi che invece di finire in depurazione venivano riversati direttamente nel rigagnolo. Abbiamo piena fiducia nella magistratura: chi è responsabile siamo sicuri che pagherà.

L’accaduto però non può passare in cavalleria, e già in settimana presenterò un’interrogazione parlamentare sul caso. Vogliamo chiarezza sugli eventuali danni provocati al torrente e alla sua fauna, e sulle misure da mettere in atto perché certi abomini non si ripetano.

Questi episodi succedono laddove non ci sono i controlli, e nelle poche occasioni in cui vengono effettuati quasi sempre il controllore lavora al soldo del controllato. Siamo stanchi: prima che la Quadrilatero si trasformi in un incubo definitivo, chiediamo garanzie che qualcuno si degni di vegliare su questi lavori in maniera seria”.

 

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