Un dato ormai assodato il fatto che la politica, e le sue schermaglie, talvolta polemiche, trovino nei social la loro cassa di risonanza. A questa che ormai sembra una regola non si sfugge neppure in tempi drammatici di pandemia, quando le scelte di fatto diventano di gran lunga più importanti delle dichiarazioni di principio. Un autentico botta e risposta, con reciproco scambio di “accuse” sulle scelte politiche fatte o non fatte, ha visto protagonisti a colpi di post il vice presidente del consiglio regionale Gianluca Pasqui e l’ex assessore regionale Angelo Sciapichetti. Sul piatto la riconversione dell’ospedale di Camerino in presidio Covid, “una conversione che – a detta di Pasqui - è prevista dal piano pandemico regionale approvato dalla precedente amministrazione regionale e che cerchiamo di scongiurare in tutti i modi”.

Non tarda, però, ad arrivare la replica di Sciapichetti che risponde snocciolando date e dati. “In un documento dell'Asur - Area vasta 3 dello scorso 8 ottobre – replica l’ex assessore - per fronteggiare la pandemia in corso sono stati assegnati specifici percorsi ad ognuna struttura ospedaliera provvista di terapia intensiva della provincia di Macerata che prevedono (al netto del Covid hospital di Civitanova) l'attivazione di 43 posti letto presso la palazzina ex malattie infettive dell'ospedale di Macerata; 45 posti presso l'Ospedale di Camerino; 64 posti presso l'ospedale di Civitanova Marche. Ad oggi risultano totalmente occupati i 43 posti ricavati presso la palazzina ex malattie infettive dell'Ospedale di Macerata. Considerato che questi non sono più sufficienti si dovrebbe procedere ora (in base al piano) all'occupazione dei posti presso l'ospedale di Camerino; nella malaugurata ipotesi che non dovessero bastare neanche questi, si dovrà procederà all'occupazione dei 64 posti dell'ospedale di Civitanova Marche. Pasqui dice che Camerino viene convertito in covid hospital perché lo ha deciso il piano pandemico della vecchia giunta, è vero, ma si dimentica di dire che il 30 ottobre la nuova giunta lo ha confermato, deliberando di "approvare le misure strategiche previste dal piano pandemico regionale", Se voleva quindi, il Vice Presidente del Consiglio poteva adoperarsi per "salvare" l'Ospedale di Camerino cambiando il nostro piano pandemico che non è scritto sulle tavole della legge, può essere cambiato, corretto. Perché se lo riteneva così importante non l'ha fatto?”.

Nel mentre Sciapichetti sembra inchiodare il governo regionale alle proprie responsabilità, Pasqui richiama la regola del buon senso come limite anche nella dialettica politica.

“L'ex assessore del Pd prova a intorbidire le acque, snocciolando date e numeri, ma sono proprio quelle date e quei numeri a inchiodare la precedente amministrazione regionale alle sue responsabilità – la contro replica del vice presidente dell’assise regionale - L'8 ottobre – data richiamata da Sciapichetti - doveva ancora insediarsi la nuova Giunta regionale (che verrà ufficializzata dal presidente Acquaroli il successivo 15 ottobre) e l’ex componente la maggioranza sa bene che i consiglieri regionali uscenti esercitano in pieno le loro funzioni fino al giorno immediatamente antecedente alla prima seduta dell’Assemblea della legislatura successiva. E la prima seduta, quella nella quale anche il sottoscritto è entrato in carica ed è stato eletto vice presidente del Consiglio regionale, c'è stata il 19 ottobre. Il successivo 30 ottobre, quindi dieci giorni dopo l'insediamento, la Giunta regionale ha deliberato di "approvare le misure strategiche previste dal piano pandemico regionale". Ora, qualunque persona di buon senso si rende conto che pensare di cambiare un piano pandemico in dieci giorni, peraltro in piena emergenza dettata dalla seconda ondata della pandemia, non solo è folle ma è tecnicamente impossibile. L'ospedale di Camerino non doveva essere proprio inserito nel piano pandemico fin dal principio, perchè ricopre un'importanza fondamentale per tutto quel territorio che ha atteso risposte che non sono mai arrivate dopo il sisma del 2016. Non c'era un piano pandemico quando, in base a una strategia ben precisa, l'ospedale di Camerino è stato lentamente spogliato di quelle che erano eccellenze sanitarie riconosciute a livello nazionale come l'Ortopedia o la Cardiologia. Chi è stato responsabile di questo scempio?”.

“Per sottrarre dal piano pandemico l'ospedale di Camerino basta un semplice atto di giunta, non ci vuole tempo . Il problema è che bisogna avere un'alternativa credibile e pronta in poche ore”, controbatte Sciapichetti che conclude affidando, come sempre, il giudizio a cittadini ed elettori.

Appare, dunque, lunga la diatriba in atto in merito alla gestione della pandemia, come lo è stato per il terremoto e come lo sarà per ogni scelta che chi governa è chiamato a compiere. La maggioranza decide, la minoranza critica. Così è sempre stato e così sempre sarà. A noi non resta che augurarci, richiamando la letteratura classica, che “mentre a Roma si discute Sagunto non venga espugnata”.

f.u.

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