La sua storia aveva mobilitato l'intero territorio e, dopo diversi appelli, Nabil Alashkar insieme a sua moglie sono tornati a casa.
Un sospiro di sollievo per Caldarola, il paese dove vive, ma anche per tutti gli altri Comuni dove il medico lavora e dove voleva tornare per essere al fianco dei suoi colleghi in questa emergenza.
Nabil Alashkar, insieme alla moglie Lella Chiola, si era recato in Giordania, nella sua seconda patria adottiva per delle cure mediche ed è rimasto bloccato senza poter ritornare in Italia a causa del seevro lockdown adottato dal Paese straniero.
"Mi aveva mandato un messaggio settimane fa - spiega il sindaco di Caldarola, Luca Maria Giuseppetti - dicendomi che non trovava il modo per poter rientrare in Italia. Ho cercato di attivarmi in tutti i modi e tramite l'aiuto della Croce Rossa, con la presidente Monica Scalzini, e dell'avvocato Cristina Perozzi, alla fine ci siamo riusciti.
Il nostro appello ha raggiunto le cronache nazionali e dopo qualche giorno Nabil ci ha comunicato che il volo per tornare a Roma era pronto. Un percorso lungo, ma alla fine ci siamo riusciti con la sensibilità di tante persone".

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Nabil e sua moglie

Ora la moglie del dottore dovrà fare la quarantena obbligatoria, necessaria per chiunque faccia rientro in Italia. Per Nabil Alashkar, invece, il percorso sarà diverso: "Essendo un operatore sanitario - spiega lui stesso - non ho l'obbligo della quarantena. Abbiamo già compilato tutti i documenti necessari, mia moglie si controlla quotidianamente ed è in contatto con il numero verde regionale. Dopo trenta giorni esatti  - spiega - siamo riusciti a prenotare il volo di rientro, ovviamente a nostro carico, in accordo con la Farnesina, le Ambasciate italiana, francese e svizzera.
Ringrazio - conclude - l'ambasciatore italiano ad Amman, Fabio Cassesi, che ci ha accompagnati fino all'ultimo minuto di permanenza, è stato una persona squisita".

Una grande soddisfazione anche per la presidente della Croce Rossa di Tolentino, Monica Scalzini: "Un benvenuto infinito e affettuoso al dottor Nabil che siamo riusciti a far rientrare dalla Giordania. Siamo davvero felici di questo rientro, non potevamo non impegnarci per farlo rientrare in Italia al fianco dei suoi colleghi".

Giulia Sancricca

Medico bloccato in Giordania chiede aiuto alle autorità italiane per rientrare a casa.
È la situazione che stanno vivendo Nabil Alashkar, medico condotto conosciuto nella zona dei Cinque Comuni e a Tolentino, Pollenza e Macerata, insieme alla consorte Lella Chiola che si erano recati nella loro seconda patria adottiva per delle cure mediche e sono bloccati senza poter ritornare, proprio ora che i medici italiani sono in prima linea per contrastare la pandemia di Covid-19.

La Giordania ha pochi casi di contagiati da coronavirus (circa 153), ma giorni fa ha deciso di adottare le misure di isolamento (lockdown) tra le più rigide: chiuse tutte le attività, compresi i negozi di alimentari e i supermercati. Nella capitale Amman il pane, gli alimenti necessari e le bombole del gas vengono recapitati a domicilio dal personale del municipio sotto la vigilanza dei militari del Reale Esercito. Alcuni alberghi di Amman e del mar Morto sono stati requisiti dal governo dove sono alloggiati circa 4.800 persone in quarantena.

All’aeroporto internazionale Queen Alia i voli prenotati sono stati cancellati e poi è stato chiuso.

È in vigore un coprifuoco completo di 24 ore e nel caso qualcuno provi ad allontanarsi dall’alloggio sono previsti 14 giorni di osservazione e poi il processo penale in tribunale.

Dopo cinque giorni di divieti assoluti, oggi 25 marzo dalle 10 in poi si può uscire, solo a piedi, per recarsi a fare la spesa nei piccoli negozi di alimentari e di frutta e verdura di quartiere.

Il dottor Nabil, specializzato in medicina d’urgenza, vorrebbe essere insieme ai suoi colleghi che stanno facendo dei turni massacranti per far fronte a questa emergenza sanitaria. Invece si trova chiuso in una casa non sua senza poter essere d’aiuto a nessuno.

Chiede, quindi, aiuto all'autorità italiane per poter tornare a casa.

Eno Santecchia

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